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Superbonus: dall'euforia al terrore

Superbonus: dall'euforia al terrore

Il Superbonus che, su carta, avrebbe dovuto essere il volano per il rilancio dell'economia nel nostro Paese, si sta rivelando un boomerang.
All'inizio i paletti messi progressivamente alla cessione dei crediti da parte delle aziende a banche e intermediatori finanziari e alla pratica dello sconto in fattura ai consumatori, oggi la decisione di non prorogare la misura dopo la fine di quest’anno stanno mettendo in crisi le aziende del comparto.

Ad oggi le imprese si trovano con un eccesso di crediti con contemporanea carenze di liquidità dovute alle scelte delle banche di fermare l’acquisizione dei crediti.
Situazioni che stanno colpendo centinaia di imprese con diverse migliaia di lavoratori.

"Una situazione drammatica", ha sottolineato Carlo Trestini, presidente di Ance Verona, "purtroppo ci troviamo in mezzo a una morsa, che rende davvero difficile portare avanti le nostre attività".
E così ha continuato: "È evidente che a Roma non guardano di buon occhio il Superbonus, ritengono che esso non sia equo e per questo ne ostacolano in tutti i modi l’applicazione.
A seguito delle scelte fatte dal Governo pressoché tutti gli istituti di credito, che pure avevano per questo stabilito degli appositi plafond, hanno fermato l’acquisizione dei crediti; così le aziende, che hanno firmato contratti con i clienti, si trovano a non poter più recuperare i soldi legati al Superbonus".
"A Verona ci sono crediti incagliati per almeno 80-90 milioni", prosegue Trestini, secondo il quale questo può incidere su cantieri in corso per circa 150 milioni.

E' giunto il momento di fara scelte lungimiranti, rispondendo alle istanze delle imprese e eventualmente solo in un secondo momento limitando la misura.

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