Edilizia, il lavoro c'è, mancano i lavoratori
Edilizia, il lavoro c'è, mancano i lavoratori
“Mancanza di manodopera, aumento dei costi dei materiali, incertezza normativa. Un mix che mette a rischio i cantieri del Superbonus e i fondi del Pnrr”. L’allarme lanciato dal presidente di Ance Verona Carlo Trestini si potrebbe riassumere in una breve formula: nel comparto costruzioni 6 offerte di lavoro su 10 non trovano candidati. Un ulteriore fattore che unitamente al caro “energia” rischia di compromettere i benefici per imprese e cittadini.“Ci troviamo oggi in una situazione paradossale - sottolinea il Presidente Trestini – abbiamo opportunità di lavoro impensabili solo fino a un paio di anni fa, ma manca il personale necessario per realizzarli. La nostra Associazione riceve quasi quotidianamente richieste di personale da parte delle imprese associate alle quali non riusciamo, purtroppo, a dare una risposta”.
Solo in Veneto, mancano oltre 20.000 addetti
Il risultato viene da lontano, dal decennio nero dell’edilizia, tra il 2008 e il 2018, quando le imprese furono decimate, il 60% della manovalanza migrò verso altre collocazioni e molti stranieri rientrarono nei Paesi di origine. Il fabbisogno di manodopera qualificata è stimato a livello nazionale in almeno 265mila operatori, oltre 20mila dei quali solo in Veneto. Mancano soprattutto cappottisti, serramentisti, tecnici specializzati nella conduzione e a manutenzione di macchine da cantiere, tecnici capaci di gestire georadar, rilievi con droni, analisi digitalizzate dei sottoservizi o specializzati in gare e appalti sostenibili.A monte c’è un problema culturale, già sottolineato nelle precedenti interviste con i presidenti provinciali Ance: l’edilizia è ancora vista come un lavoro di serie B. Sebbene abbia fatto enormi passi avanti in ambito tecnologico e per i giovani costituisca un settore molto appetibile in termini di crescita professionale ed economica. La scuola edile di Verona, dove ogni anno sono oltre 3.000 gli addetti che tornano in aula per specializzarsi, ne è un esempio con un piano formativo che integra manualità, tecnica e tecnologia: corsi per apprendisti e di ingresso alla professione per operai specializzati, percorsi mirati per tecnici e capicantiere; sicurezza, conservazione di intonaci e architetture di grande pregio, processi digitali BIM per pianificare, realizzare e gestire costruzioni; management dei processi di produzione per l’edilizia sostenibile LCA/CAM o nella digitalizzazione dei processi aziendali per lo sviluppo di competenze trasversali.
Domanda e offerta non si incontrano
Mancanza di lavoratori o preparazione di questo non all’altezza “La questione del mismatch nel mercato del lavoro tra domanda e offerta di impiego si sta accentuando”, osserva Tiziano Barone, direttore di Veneto Lavoro. “Ci avviciniamo sempre più a riscontrare che su 100 ricerche effettuate dalle imprese, una cinquantina sono di difficile reperimento: la metà perché mancano fisicamente le persone, a causa del calo demografico che diventerà sempre più pesante nella fascia dei giovani nei prossimi anni. Il resto delle posizioni, in alcuni casi, si rivela già ora di difficile reperimento a causa delle competenze dei candidati, ritenute non adeguate”.La Regione Veneto ha inviato in questi giorni al ministero del Lavoro il proprio piano Gol (Garanzie per l’occupabilità dei lavoratori), che prevede percorsi di reinserimento lavorativo attraverso azioni di aggiornamento o riqualificazione, inclusione per le fasce più deboli o iniziative di ricollocazione collettiva in seguito a crisi aziendali. Entro il 2025 arriveranno in Veneto circa 54 milioni da destinare al reinserimento lavorativo, in modo da orientare i candidati verso gli sbocchi in cui c’è più domanda. Tuttavia l’urgenza è adesso, come sottolinea il presidente Carlo Trestini: “Serve in tempi brevi personale generico, qualificato e tecnico. Un problema che era già presente ma che ora è diventato estremamente critico perché non consente alle imprese di assumere e crescere”.