I lavori al via e in prospettiva nella provincia Veronese. Intervista a Pietro Aloisi, vicepresidente ANCE Verona
Direttore tecnico e consigliere dell’impresa di costruzioni
CO.BIT srl,
[Pietro Aloisi] è vice presidente di
>> Ance Verona << con delega alle Opere Pubbliche. La persona più indicata, quindi, per accompagnarci “in cantiere” e mettere in luce
opportunità e fattori critici del settore delle costruzioni nella provincia di Verona.
Pietro Aloisi, Vicepresidente Ance Verona
Direttore tecnico e consigliere della CO.BIT srl: impresa che opera nel nord Italia nella costruzione di strade, aree di lottizzazione e commerciali, sotto servizi e costruzioni civili.
Dal 1997 è componente del Consiglio direttivo di Ance Verona Collegio Costruttori Edili e attualmente ricopre la carica di vice presidente di Ance Verona con delega alle Opere Pubbliche.
goWEM!: "Vice presidente Aloisi, quali sono le opere prioritarie da sbloccare o i progetti assolutamente necessari che devono essere avviati"?
[Aloisi]: "Verona è una
città strategica dal punto di vista logistico, ma è solo ventesima in Italia per dotazione infrastrutturale. Purtroppo, la programmazione Nazionale e Regionale sembra sempre dimenticarsi dell’importanza logistica della nostra città".
"Sono molte le opere infrastrutturali che Verona
aspetta da almeno 50 anni. Tra le più importanti:
Dotazione Ferroviaria
- Costruzione dell’interporto di Isola della Scala
- Completamento Alta Velocità Brescia-Verona e Verona-Bologna
- Completamento asse ferroviario del Brennero con priorità nodo ferroviario di Verona, potenziamento asse Verona Mantova, miglioramento ultimo miglio nodo merci sia dal punto di vista infrastrutturale che di dotazioni ICT
Il tracciato dell'Alta Velocità Brescia-Verona
Dotazione Stradale e Autostradale
- Ampliamento terza corsia A22 Tratto Verona-Modena
- Potenziamento Autostrada A22 tratto Verona-Trento
- SR 62 Variante di Villafranca II Stralcio
- Variante SS 12 “dell’Abetone e del Brennero” da Isola della Scala a Verona
Il raccordo tra l'A22 e l'A4 è un tassello fondamentale nel progetto di realizzazione della terza corsia dell'Autobrennero
Aeroporto
- Potenziamento dell’Aeroporto Catullo e collegamento con la stazione ferroviaria attraverso una metropolitana leggera come in tutte le città europee
Riqualificazione urbana (aree dismesse o da recuperare al degrado)
L’infrastrutturazione di Verona sud è stata oggetto di
un piano il PRUSST che ormai ha 20 anni, paghiamo un ventennio di ritardo rispetto alle altre città italiane ed europee, Ora grazie ai privati qualcosa sta partendo, come gli
Ex Magazzini Generali dove abbiamo la nostra sede, l’
ex Manifattura Tabacchi, ecc.
Verona sud sta cambiando, ma c’è tutta una rete infrastrutturale fatta di viabilità, parcheggi, sottoservizi
inadeguata alla trasformazione in atto.
Recupero manufatti (restauri)
"Verona è città d’arte e necessita continuamente di restauro e manutenzione del patrimonio pubblico. Grazie all’intervento di Imprese Associate
stiamo restaurando Porta Nuova, mentre con contratti di sponsorizzazione e con la nostra Scuola edile abbiamo
avviato un progetto di restauro dei forti Asburgici e delle mura, tramite finanziamenti di fondazioni private e un progetto di attrazione di
nuovi investimenti anche dall’estero".
Il restauro di Porta Nuova a Verona, grazie all'opera di un'impresa associata Ance
"Anche qui però la nostra intraprendenza
si scontra con la burocrazia, che a volte dico la verità spegne gli entusiasmi; bisogna capire che
il tempo è fondamentale quando si parla di investimenti, se dobbiamo aspettare
cinque anni per poter realizzare progetti di restauro dove i finanziamenti sono privati, probabilmente quando partiremo con i lavori quelle risorse non saranno più disponibili".
Salvaguardia dell’ambiente e del territorio (alvei, sponde, parchi, ecc.)
"Verona non eccelle in Italia come qualità della vita. Abbiamo appena commissionato con Confindustria uno studio per avere i dati sulla base dei quali proporre un
piano strategico di sviluppo della città e della provincia".
A Verona scontiamo un ritardo grave sui parametri della qualità ambientale. E' qui che è essenziale concentrare gli investimenti [Pietro Aloisi]
"Ne è emerso che siamo in
ritardo su alcuni punti strategici: siamo al 94° posto in Italia per qualità dell’aria, al 51° posto per perdite idriche totali e all’84° per quota di acque reflue depurate, come anche per i rifiuti dove siamo 51° per rifiuti prodotti e 68° per raccolta differenziata. La
qualità ambientale è un importante problema per Verona, in 15 anni nessuno se ne è occupato seriamente e paghiamo anche qui
un ritardo di visione da parte della Pubblica Amministrazione".
"Sul versante del
rischio idrogeologico, l’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali con le Regioni Veneto, Friuli-Venezia Giulia e le Provincie di Trento e Bolzano, il 5 marzo scorso ci ha inviato sia il
“Piano di Gestione delle Acque (PGA)” sia il
“Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni (PGRA) 2021-2027”. Li analizzeremo ma la prima impressione è che Verona sia sempre un po’ ignorata rispetto alle altre Provincie".
Edilizia scolastica
"Sull’edilizia scolastica si è investito molto negli ultimi anni, ed ancora si continua ad investire, certo partivamo da una situazione disastrosa per cui
c’è ancora molto da fare".
goWEM!: "La sua esperienza professionale è maturata all’interno di un’azienda nella quale la maggioranza degli interventi riguardano il movimento terra, Questo, con l’essere anche Presidente delle opere pubbliche, le permette di avere un quadro ampio del settore. Quali sono i fattori critici e le opportunità"?
[Aloisi]: “Nel movimento terra i fattori critici sono rappresentati dalla
complessità della normativa sulla gestione delle terre e rocce da scavo; ci sono alcuni punti che generano difficoltà, come gli scavi a sezione ristretta per le manutenzioni dei sottoservizi, i tempi di attesa dall’invio o dalla modifica della pratica all’inizio degli scavi, ecc".
La gestione delle terre e rocce da scavo, nonostante gli aggiornamenti normativi, resta ancora molto complessa
goWEM!: "Per quanto riguarda le opportunità, invece"?
[Aloisi]: “Tra queste c’è sicuramente la possibilità di
rinnovare il parco macchine digitalizzando e automatizzando l’attività grazie al super ammortamento. Dal punto di vista del lavoro c’è l’
interessante ambito legato all’ambiente che potrebbe avere grande sviluppo, dall’ingegneria naturalistica ai ripristini ambientali, per non parlare dei miglioramenti fondiari".
goWEM!: "Relativamente alla informatizzazione, tecnologia e “alfabetizzazione tecnologica” di imprese e addetti, qual è la situazione"?
[Aloisi]: “Questo è un
aspetto molto critico. Più aumenta l’informatizzazione del nostro settore e più
si fa fatica a trovare personale adeguato, soprattutto tra i tecnici. C’è una differenza di approccio e apprendimento tra i più giovani ed i più esperti”.
goWEM!: "Macchine movimento terra: quanto sono diffuse e utilizzate le nuove tecnologie (Stage V, 3D, automazione, software dati per monitorare produttività, manutenzione e la sicurezza)"?
La tecnologia 3D sta cambiando il modo di lavorare nel movimento terra
Leggi l'intervista a Carlo Trestini, Presidente Ance Verona
[Aloisi]:“Per quanto riguarda lo Stage V, per chi compra macchinari nuovi è già predisposto, mentre il 3D è una tecnica di scavo molto onerosa. Tuttavia, con gli incentivi
alcune nostre aziende si stanno dotando di queste nuove tecnologie, così come si sta sviluppando tutta l’
integrazione tra il macchinario e il gestionale aziendale per il monitoraggio di consumi, ore e geolocalizzazione mezzo”.
goWEM!: "In una recente intervista Claudio Bassanetti, presidente
>> Anepla<< (Associazione nazionale dei produttori ed estrattori di lapidei e affini) ci ha detto “Non vogliamo più essere considerati i nemici del territorio”. E una visione imprenditoriale moderna, orientata al rispetto dell’ambiente, che pensa possa trovare spazio anche nel movimento terra, nei cantieri"?
[Aloisi]: "Non la definirei una visione moderna. Il tema dell’economia circolare non è una novità per l’industria italiana;
sul recupero siamo all’avanguardia sin dagli anni ’80. La mancanza di materie prime ha sempre spinto l’industria Italia ad eccellere nel recupero, al contrario l’opinione pubblica ha spesso ostacolato questo tipo di processi. Nel nostro settore, in particolare, la
maggior parte dei rifiuti edili viene avviata a recupero, le demolizioni sono sempre più selettive, utilizziamo le terre e rocce da scavo come sottoprodotto in sostituzione dei materiali di cava".
Sui rifiuti da demolizione c'è ancora tantissima malainformazione; ormai la gran parte di questi rifiuti viene trasformata in materia prima secondaria che consente di risparmiare la materia prima vergine, senza per questo generare alcun tipo di rischio per l'ambiente [Pietro Aloisi]
"Purtroppo c’è una
mancanza di conoscenza che alimenta paura ed avversione e che si riflette sulle scelte politiche ed amministrative. Qui a Verona conosciamo bene il problema, abbiamo il PAQE (Piano d’Area Quadrante Europa) che di fatto
vieta di realizzare nuovi impianti di “trattamento” rifiuti su gran parte del nostro territorio, senza distinguere se sono impianti di recupero o discariche, se si recuperano rifiuti pericolosi o non pericolosi".
goWEM!: "Ci sono rifiuti e rifiuti..."
[Aloisi]: "Molti associano alla parola rifiuto un rischio di inquinamento, una pericolosità per la salute umana e per l’ambiente, ma
non tutti i rifiuti sono pericolosi: i rifiuti provenienti dalle costruzioni sono inerti, per loro natura
non subiscono alcuna trasformazione fisica, chimica o biologica, ovvero non si dissolvono, non bruciano, degradano naturalmente e non sono soggetti a reazioni fisiche o chimiche, mentre il riciclato può sostituire il materiale di cava per sottofondi, evitando di deturpare e depauperare il territorio".
"Invece l’economia circolare viene decantata a parole, ma
boicottata nei fatti. Il problema dei rifiuti edili sono i volumi. In Veneto produciamo
6 milioni di tonnellate di rifiuti, quasi il 40% di tutti i rifiuti prodotti nella Regione; di questi
solo 46.000 tonnellate sono pericolose, lo 0,78%. Il tema dei rifiuti edili non è ostacolare la realizzazione di nuovi impianti, ma autorizzarne il più possibile per riutilizzarli nelle infrastrutture al posto del materiale di cava".
"Certo se poi gli impianti di recupero vengono ancora chiamati discariche dagli stessi operatori del settore,
non dobbiamo stupirci se i cittadini insorgono se viene autorizzato un impianto nel loro paese. Spero che questo storytelling sull’economia circolare
possa quantomeno cambiare la cultura nel nostro paese, questo sentimento di avversione e sospetto per un’attività, quella del recupero, che è a favore dell’ambiente e non contro il territorio".