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CASE CX210D per il ponte di San Vito

CASE CX210D per il ponte di San Vito

Lo scorso ottobre è stata inaugurata l’area archeologica di San Vito, ai confini tra i comuni di Rimini, San Mauro e Santarcangelo di Romagna. Al centro dell’intervento, i resti del ponte romano accanto al quale scorre il fiume Uso che - a detta di diversi storici - sarebbe il Rubicone attraversato da Giulio Cesare.

L’operazione è stata realizzata da una delle Imprese consociate, Edilsagea Srl, di Sant’Arcangelo di Romagna, storico cliente di MAIE, concessionario CASE per l’Emilia Romagna.

La macchina che si è presa cura di riportare il ponte e l’area archeologica ai fasti passati è un escavatore cingolato CASE CX210D.
Nella prima fase dei lavori, svoltisi a maggio 2022, dopo la bonifica bellica, sono stati effettuati gli scavi, la pulizia delle scarpate e la sagomatura del terreno.
In seguito, Edilsagea ha realizzato un percorso ad anello in grado di unire le rovine, l’antico tracciato della Via Emilia e il fiume Uso, in modo da riqualificare e rendere fruibile l’intera area.

Racconta Nicola Detti, che assieme al padre Andrea gestisce Edilsagea: “L’escavatore CASE ha eseguito gli scavi a sezione per la posa degli impianti, gli scavi di sbancamento per la profilatura del terreno circostante al ponte romano, e soprattutto la riprofilatura delle scarpate con benna oscillante orientabile”. E prosegue: “Si tratta di una macchina molto versatile, i nostri operatori ne apprezzano la rapidità di esecuzione che non scende a compromessi con la maneggevolezza e la sensibilità dell’impianto idraulico, che risulta molto dolce e preciso”.

L’Impresa romagnola da anni si affida a CASE, di cui possiede tre pale gommate CASE 621G e tre escavatori: un CASE CX210D, un CX240D e un CX145DSR.
Gli escavatori dell’impresa lavorano in due contesti particolarmente usuranti: la realizzazione di pennelli e scogliere all’interno dell’alveo dei fiumi dove la presenza di terreno roccioso mette a dura prova il carro del mezzo; il ripascimento del litorale marino, dove il fattore usurante è senz’altro la salinità dell’ambiente di lavoro, che sfida tutte le parti meccaniche di movimento.

“La scelta dei mezzi per noi è fondamentale,” spiega Detti, “devono essere sempre al top e con i CASE non abbiamo mai avuto problemi. Un piccolo aneddoto: con il CASE CX240D, un nostro operatore - mentre trinciava la vegetazione sul fiume Marecchia a Rimini - ha toccato, facendolo scoppiare, un cavo Enel di media tensione scoperto e affiorante sull’argine del fiume. Nonostante la grande esplosione provocata, l’operatore in cabina è rimasto completamente isolato e non ha riportato alcun trauma. Siamo sicuri che se fosse successo con un mezzo meno recente e sicuro, non sarei qui a raccontare con leggerezza questa vicenda. L’operatore ci ha più volte ringraziato per il nostro attaccamento al parco mezzi che rinnoviamo continuamente e teniamo in condizioni maniacali”.

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