Preservarla, accumularla, conservarla; soprattutto se è a
2.000 metri. Di quale preziosa
risorsa stiamo parlando? Dell’
acqua, ovviamente, che sta diventando sempre più un
bene prezioso e più
scarso.
Le recenti cronache di questa torrida estate hanno parlato di
chiusure anticipate di rifugi per mancanza dell’oro blu, del progressivo
arretramento dei ghiacciai e dell’
inaridirsi di sorgenti e fonti che fino ad oggi non avevano mai avuto problemi.
E il discorso non cambia se dall’estate passiamo all’inverno con la
coltre nevosa che ogni anno, anche in quota diventa
sempre meno spessa.
Siccome non siamo ancora in grado di
influenzare le precipitazioni e dato che tutta l’acqua che cade dal cielo
scende inevitabilmente
verso il mare, abbiamo una sola strada per
aumentarne la disponibilità:
raccoglierla, per averla a disposizione nei momenti di
maggior richiesta e per gli usi più
disparati, dall’
irrigazione all’innevamento artificiale, senza dimenticare che i bacini artificiali sono anche un grande vantaggio per la
fauna locale, diventando spesso centro attivo e dinamico degli
ecosistemi montani.
Sevis di Soraga sta realizzando un bacino da 180.000 m3 di capacità
I
bacini non si costruiscono però da soli e non sono neanche semplici da
realizzare; siamo andati sopra
Folgarida,
a Pian del Prà, su invito di
>>CGT<< , a visitare un cantiere dove la
>>Sevis<< di Soraga ne sta realizzando uno da
180.000 m3 di capacità.
Abbiamo parlato con il
titolare della Sevis,
[Giovanni Delladio] che ci ha descritto l’intervento, sottolineando anche le
problematiche da affrontare quando si
lavora in quota.
Poco tempo per fare bene
[Delladio] ha il
phisique du role di chi è abituato a vivere e lavorare in
montagna: fisico asciutto e viso segnato dal sole che qui picchia molto di più che in pianura. Ha anche la
vivacità di chi ama
il proprio lavoro e il
territorio in cui vive, come emerge dalla sua prima dichiarazione: “Chi conosce bene la montagna sa che qui il
tempo scorre diversamente o, meglio, che è una
risorsa decisamente più
rara che in pianura, soprattutto se si devono realizzare
strutture importanti”.
Giovanni Delladio
Giovanni Battista Delladio, amministratore delegato di Sevis
“La nostra azienda si è
specializzata nel tempo nelle
opere in alta montagna, in particolare al servizio dell’
industria del turismo e delle
piste da sci. Operare in quota, significa avere l’obbligo di lavorare su
finestre temporali molto
ristrette che vanno tendenzialmente dalla tarda primavera alla fine dell’autunno. Parliamo quindi di
sette,
otto mesi al massimo”.
Il progetto in corso a Folgarida
“
Poco tempo quindi a disposizione per affrontare lavorazioni
complesse, dato che, molto spesso i nostri cantieri sono oltre i
2.000 metri, con terreni tendenzialmente
rocciosi e con pendenze importanti”.
Continua
[Delladio]: “Non ci sono soltanto
difficoltà tecniche, ma anche
ambientali, nel senso stretto della parola: abbiamo una
responsabilità importante nella tutela dell’
ecosistema naturale e lavoriamo di concerto con gli
Enti preposti all’emissione delle autorizzazioni per il cantiere.
Il nostro
obiettivo è
tutelare al massimo l’ambiente in cui andiamo a lavorare, in
tutte le fasi del cantiere, senza lasciare a lavoro concluso
impatti ambientali di alcun tipo".
"Ne è un esempio concreto il cantiere in cui siamo oggi: dobbiamo sbancare circa
150.000 metri cubi di materiale e lo stiamo facendo in
strettissimo contatto con gli Enti preposti, condividendo con
trasparenza tutte le informazioni”.
Un nuovo lago per la neve
Sevis sta realizzando un nuovo invaso da 180.000 m3; al lavoro una flotta di macchine a noleggio Caterpillar fornite da CGT
“Non si tratta solo di un
obbligo di legge, ma è davvero il nostro
modo di operare, a livello direi
etico: è solo in questo modo che si costruisce un
rapporto concreto con la
filiera, un rapporto che ci consente di
sviluppare la nostra attività sulle
solide radici di una stima reciproca. In pratica è sulla
corretta gestione di interventi come questo che
impostiamo le basi per realizzare altri interventi in futuro”.
Per costruire il lago nei tempi previsti, Sevis ha messo in campo una grande quantità di mezzi, molti a noleggio da CGT, gestiti con un’organizzazione di cantiere attenta a ogni singolo dettaglio
“Il cantiere deve essere
sempre ordinato, dobbiamo
limitare al massimo
emissioni di rumore e
polveri e si deve concludere nel più
breve tempo possibile. Per fare questo occorre mettere in campo una
grande quantità di mezzi, gestiti con un’organizzazione di cantiere attenta a ogni
singolo dettaglio, che anticipi e risolva
preliminarmente la maggior parte delle
problematiche operative.
Spesso in quota abbiamo
problemi di accesso al cantiere, dobbiamo realizzare
strade adeguate o utilizzare quelle esistenti
senza danneggiarle. I problemi che si possono presentare e che devono essere risolti in
tempo reale, sono virtualmente
infiniti”.
Il valore della filiera
Afferma
[Delladio]: “Per fare questo le nostre
risorse non sarebbero sufficienti, ci dobbiamo
appoggiare a una filiera di partner preparata e affidabile che ci aiuti nel trovare
nuovi modi, più
efficienti e
sostenibili, di affrontare i nostri problemi, mettendo in campo
know how settoriali che, altrimenti, come
Sevis, avremmo estrema difficoltà a individuare con le sole nostre forze”.
“Tra questi partner ovviamente c’è CGT, con cui collaboriamo ormai da anni sia per l’acquisto di macchine di proprietà sia per quelle a noleggio. Il noleggio appunto: è un’opzione importante che ci consente di superare diversi dei problemi che ho appena ricordato; possiamo avere la qualità e la tipologia di macchine giuste, tenendole solamente per lo stretto tempo necessario a eseguire le lavorazioni richieste”.
“La nostra azienda ha un
parco macchine cospicuo di
proprietà, ma arriva quasi a
raddoppiarlo ogni anno con il noleggio. È una
scelta necessaria, dato che la finestra temporale in cui dobbiamo concludere i lavori è
limitata e quindi perderemmo delle occasioni se non
accedessimo al noleggio o, per contro, avremmo dei
costi di acquisto importanti se decidessimo di estendere il parco macchine di proprietà. Un parco macchine che, tra l’altro, risulterebbe
sottoutilizzato nei mesi invernali”.
Uno dei dumper Caterpillar 730 noleggiati da CGT
“In questo senso CGT è davvero un
partner prezioso: ha una flotta noleggio
profonda e
diversificata, sempre
aggiornata con le ultime tecnologie: in questo cantiere abbiamo noleggiato
11 mezzi >>Caterpillar<< , molti di questi con allestimenti importanti, come i
sistemi 3D di controllo e
monitoraggio dello scavo. Abbiamo anche noleggiato un rullo
Caterpillar CS78 con sistema di controllo per la compattazione. Senza le macchine con i sistemi 3D
ci vorrebbero due stagioni per portare a termine un lavoro come questo, invece noi lo
completeremo in sei mesi”.
Continua Delladio: "I sistemi 3D hanno letteralmente
trasformato il nostro modo di lavorare; per molte applicazioni l'incremento di produttività di macchine che li montano
raggiunge il 100%, in sostanza si
dimezzano i tempi di cantiere,con un sostanziale
azzeramento delle rilavorazioni dovute all'errore umano. Lavorare con più efficienza, significa avere
minori consumi, essere
più rispettosi dell'ambiente (con emissioni di Co
2 che anch'esse si dimezzano) e, non ultimo fattore lavorare con una
maggiore sicurezza. Infine, i sistemi 3D ci consentono di
documentare ogni dettaglio dei lavori nei confronti della Committenza, aiutandoci nei sempre possibili contenziosi".
“Un altro
valore aggiunto dell’azienda di
Vimodrone: la formazione dei nostri operatori al momento dell’arrivo di
macchine e
tecnologie in cantiere; anche se ormai i nostri
collaboratori storici conoscono e utilizzano
appieno queste tecnologie, ci sono sempre nuovi collaboratori da
formare e in questo CGT ci è davvero d’aiuto. Voglio ricordare che un
operatore preparato aumenta la
sicurezza in cantiere, per sé e per i propri colleghi: in cantieri ad alta densità di macchine come questo è un elemento che per me è
fondamentale”.
“Non ci sono solo le macchine: un’altra
difficoltà che caratterizza il
mercato negli ultimi anni è il
reperimento delle maestranze; per superare il problema, comune a tutti gli imprenditori, abbiamo
investito con convinzione in questo campo,
siglando degli accordi con le
Scuole professionali del nostro territorio: accordi che ci stanno dando
notevoli soddisfazioni”.
“Proprio
in questo periodo abbiamo nel nostro personale
sei ragazzi che hanno fatto uno
stage con noi e poi sono stati
confermati. Sono convinto che, per superare questa
carenza di manodopera, sia fondamentale per i titolari di azienda la condivisione del
progetto imprenditoriale con i collaboratori: certo l’aspetto
economico è importante, ma non è l’unico. Raggiungere un risultato
assieme, nel
rispetto reciproco, sarà fondamentale per orientare i criteri di scelta dei nostri
collaboratori in futuro”.
Una questione da specialisti
Non sono solo le
condizioni ambientali a rendere
complesso il lavoro del nuovo bacino di innevamento di Pian del Prà; la
realizzazione tecnica è una questione
riservata a specialisti e difficilmente potrebbe essere affrontata con
successo da un
neofita del settore.
Su progetto di della
Proalpe di Trento, Sevis deve realizzare un invaso da
180.000 metri cubi di capacità, per cui sono richiesti circa
150.000 metri cubi di scavo, quasi tutti in granito di ottima
qualità.
Anche i tempi sono
sfidanti: l’opera iniziata il
1 giugno dovrà essere conclusa entro il
30 novembre.
Ci spiega
[Delladio]: “Lo scavo si struttura attorno a
due volate al giorno di
esplosivo, preparate da due
perforatrici (ed eseguite da un subappaltatore specializzato), mentre gli escavatori si occupano dello
smarino successivo, caricando i
quattro dumper articolati che trasportano il materiale
fuori dalla zona di scavo, accumulandone una parte nella zona dei frantoi e depositandone
una quota nell’area della
pista da sci a monte che viene contestualmente
ridisegnata con il
materiale di esubero dello scavo”.
Tutto il materiale viene riutilizzato in situ, in parte frantumato per il sottofondo e per il rivestimento delle sponde
“L’
intero progetto di cantiere è pensato per
ridurre al minimo gli
spostamenti per il trasporto del materiale sia per un fattore di
risparmio sui consumi del carburante sia per mitigarne l’
impatto ambientale. Nulla esce dal cantiere, tutto viene
riutilizzato per la nuova opera. La nostra centrale di
frantumazione, composta da un
frantoio Sandvik Qj241 e da un vaglio, realizza
due tipi di pezzatura: una componente fine per il sottofondo, con funzione
antipunzonamento della membrana posata sul fondo del lago, e una parte grossolana che viene utilizzata per realizzare i
drenaggi per la captazione delle acque sotto ai teli per evitare sottopressioni e conseguenti
innalzamenti della guaina".
"La stessa
pezzatura viene poi impiegata per la
ricopertura dei teli sulle sponde, dato che, per esigenze di
inserimento ambientale, la guaina non è
mai a vista”.
Impatto ambientale
Gli spostamenti sono ridotti al minimo per un fattore di risparmio sui consumi del carburante che garantiscono la mitigazione sull'impatto ambientale. Nulla esca dal cantiere, tutto viene RIUTILIZZATO.
Il canale scolmatore gettato in opera
“Oltre tutte le opere di
drenaggio, come Sevis abbiamo incarico di realizzare anche la rete di
distribuzione dell’acqua che interessa tutto il
dominio sciabile; l’acqua viene accumulata in primavera (dalle precipitazioni e da sorgenti) e in estate il bacino è pieno, garantendo anche
notevoli valenze turistiche e
ambientali”.
“In
autunno, quando le
temperature scendono sotto lo 0, l’acqua verrà
prelevata e
distribuita in rete per le
esigenze di innevamento. Per la rete distributiva, abbiamo posato c
inque chilometri di tubazioni in ghisa e, per portare l’acqua nella valle parallela a quella in cui viene realizzato il lago, è stata eseguita una
perforazione teleguidata data di circa
260 metri al cui interno è stata posata una tubazione
600 mm di diametro".
"Dato importante da sottolineare: come da progetto, la distribuzione avviene per caduta,
senza stazioni di pompaggio e quindi senza
costi di alimentazione elettrica, un tema molto importante oggi per i nostri Committenti”.
Il muro di sostegno che corre a valle di tutto il bacino e che verrà completamente interrato a opera terminata
“Per gestire al meglio e nei tempi previsti i volumi di movimenti terra, in cantiere lavorano
due escavatori 352 Next Gen,
quattro 336 Next Gen,
tre dumper Caterpillar 730,
due escavatori 323 Next Gen, una pala cingolata
Caterpillar 963, un rullo
Caterpillar CS78. Come sottolineavo prima, per esigenze di picco e per avere la
certezza del volume di spesa mensile, tutti i mezzi Caterpillar su questo cantiere sono stati noleggiati da CGT”.
I sistemi 3D
I sistemi dello scavo in 3D giocano un ruolo fondamentale nella gestione del cantiere.
[Delladio]: “Come sottolineavo prima, in questo cantiere giocano un
ruolo fondamentale i sistemi di gestione dello
scavo in 3D che, per Sevis sono ormai uno standard imprescindibile. Il modello 3D viene
caricato sugli escavatori dal nostro topografo, che si occupa di gestire eventuali
aggiornamenti in corso d’opera quando sia necessario”.
Il martello demolitore viene utilizzato per la rifinitura della geometria delle sponde e dello scavo
Tutti gli escavatori più grandi sono equipaggiati con sistemi 3D Trimble
“Qui a Folgarida, i sistemi
3D sono equipaggiati sui mezzi
Caterpillar di
maggiori dimensioni e sono noleggiati da
CGT: li troviamo sui due
352 Next Gen e e su due dei quattro
336 Next Gen, anche gli escavatori senza 3D comunque hanno già di fabbrica
importanti sistemi di semiautomazione dello scavo, utilissimi per aumentare la
sicurezza e la
produttività”.
“Per nostra scelta l’operatore sulla macchina non può apportare le modifiche, ma deve avvisare il nostro topografo di eventuale problematiche rilevate, in modo che, una volta verifica la plausibilità della richiesta con la direzione dei lavori, questa, se necessario, venga riporta nel progetto”.
I dumper articolati sono gli unici mezzi in grado di garantire la produttività di trasporto richiesta dal cantiere
“Anche il
rullo, il
Caterpillar CS78, è dotato di sistema di un
controllo della compattazione che riduce il numero di passate necessarie per raggiungere le
specifiche richieste da progetto rispetto a un sistema
tradizionale. In questo cantiere bastano
due passate, ma il sistema di controllo della compattazione è
utilissimo per evidenziare in tempo reale eventuali
zone non correttamente compattate (a causa del materiale molto umido o materiale molto fino ad esempio) per poi procedere a una
bonifica puntuale”.
“Il
risparmio di
tempo e di
risorse è evidente, così come è altrettanto lampante la possibilità di
documentare con la
Direzione Lavori e con la
Committenza lo stato di compattazione a livello puntuale e sull’intera opera".
"Un servizio questo che sarebbe
impossibile da effettuare con i metodi tradizionali".
"L’
interfaccia è particolarmente semplice e può essere gestita anche da
personale non altamente specializzato che comunque riesce a controllare il
valore di compattazione che è un elemento
fondamentale al momento del
collaudo dell’opera”.
Un muro robusto
Sevis ha costruito un muro robusto di spalla superiore ai 10 metri in elementi prefabbricati in calcestruzzo. Sarà completamente interrato e quindi non visibile.
In questo cantiere la Committenza ha poi voluto una importante opera a
tutela di eventuali eventi di esondazione: nell’area verso valle del bacino Sevis ha costruito un
robusto muro di spalla in elementi
prefabbricati in
calcestruzzo, con un’altezza
superiore ai 10 metri.
Le fondazioni del muro di spalla a valle
Ci tiene a sottolineare
[Delladio]: “Il muro
non avrà impatto ambientale, dato che una volta terminata l’opera, sarà
completamente interrato e quindi
non visibile. I
calcestruzzi gettati in opera, soprattutto per lo
scolmatore e per la
fondazione del muro di spalla, per quello che riguarda il
trasporto e il
pompaggio in situ sono affidati a un
fornitore terzo, dato che il nostro impianto è in una zona troppo distante del Trentino”.
Conclude
[Delladio]: “Sono convinto che
l’organizzazione del cantiere sia un
aspetto fondamentale per mantenere la
redditività di impresa; l’organizzazione va di pari passo con
l’attenzione alle
evoluzioni tecnologiche che il mercato ci propone. Entrambi questi fattori ci possono
garantire risparmi operativi davvero
significativi che ci assicurano il corretto margine anche in periodi come questo di
aumento davvero sfrenato dei materiali. In questo cantiere consumiamo, ad esempio,
12.000 litri di gasolio a settimana ed è immediatamente
evidente quanto gli
aumenti dell’ultimo anno incidano sulla nostra attività. Senza contare gli altri materiali come il
ferro per le armature o il
calcestruzzo o le stesse
guaine impermeabili, tutti caratterizzati da aumenti in
doppia cifra”.
“
Efficienza e produttività non sono più un’opzione, quindi, ma una
necessità; raggiungerle è
fondamentale e lo si può fare solo
collaborando con tutti gli
stakeholder, dalla progettazione fino ai fornitori di macchine e tecnologie come CGT, in un’ottica di
produttività e collaborazione. Solo in questo modo, ne sono convinto, potremmo guardare alle
sfide del futuro non con timore, ma con la
speranza di continuare a
crescere”.