Ha iniziato proprio da quelle macchine. Ma in molti non lo sanno. La storia degli escavatori gommati di Liebherr è partita proprio dal settore industriale dove l'evoluzione del primo modello di escavatore su ruote del costruttore trovò applicazione nella movimentazione dei rottami.
Una esperienza che fonda radici profonde nella conoscenza delle esigenze del settore e di cosa vogliano gli addetti ai lavori. Tanto che oggi il costruttore è un punto di riferimento che continua ad innovare e proporre soluzioni di dettaglio che possono fare la differenza rispetto a molti competitor.
Una leadership indiscussa nelle grandi macchine in cui l'esperienza di tutto il Gruppo diventa fondamentale e fonde esperienze maturate anche in diversi ambiti. Esperienza che si ribalta anche nei modelli più compatti in cui Liebherr mette a disposizione macchine che di piccolo hanno solo le dimensioni. Ma non gli accorgimenti tecnici specifici.
Come il Material Handler LH24 M, che presidia la classe da 24 tonnellate.
L'impostazione della torretta deriva da quella degli escavatori gommati e cingolati che appartengono alla fascia dei 18-20 ton e prevede una posizione di motore e distributori idraulici diversi rispetto a quanto siamo abituati a vedere sui grandi modelli Liebherr. Motore, impianto idraulico e masse radianti sono quindi tutte collocati lateralmente, permettendo un accesso rapido e molto pratico per le operazioni di manutenzione.
Ma se la torretta deriva dai modelli medi, i bracci, il carro e tutte le soluzioni sviluppate da Liebherr per i propri material handler sono mutuate dalle grandi macchine del costruttore.
Se al primo sguardo superficiale si potrebbe pensare che tutte queste macchine hanno un'impostazione uguale a prescindere dal costruttore, in realtà non è affatto vero. Si tratta di dettagli, studiati in modo approfondito, che spiegano il forte senso di ascolto di Liebherr verso il mercato e le esigenze di chi lavora nel settore.
Dal cinematismo di sollevamento della cabina, al disegno dei bracci e ai supporti progettati per agganciare i cilindri idraulici, alle versioni del carro che non lasciano nulla all'improvvisazione in tema di sicurezza, alla gestione idraulica che comprende la possibilità di definire dei confini di lavoro per aumentare la sicurezza all'interno di stabilimenti e spazi confinati.
La filosofia di base, come succede sempre in casa Liebherr, è ottimizzare.
Anche il material handler LH24 M segue questo importante assioma che prevede completa sinergia fra motore, elettronica e impianto idraulico.
La motorizzazione è, infatti, il Liebherr D924 che risponde ai dettami normativi Stage IV. Un motore che nasce dalla sinergia fra Liebherr e Fiat Power Train con specifiche molto stringenti da parte del costruttore tedesco.
Il cuore dell'impianto idraulico è, infatti, una pompa Liebherr a portata variabile capace di 390 l/min. Flussi importanti che, tramite il Liebherr-Synchron-Comfort (LSC), permettono all'LH24 M di svolgere il proprio lavoro con la velocità e la souplesse che servono a una macchina di questo tipo e che permettono di mantenere quelle produttività richieste nel settore industriale.
La regolazione e gestione di un impianto di questo tipo è altrettanto importante e Liebherr, non dimentichiamolo, è stato il primo costruttore a utilizzare le potenzialità dell'elettronica sulle proprie macchine movimento terra a fine anni '80 con la prima versione del sistema Litronic. Anche in questo caso un'esperienza di grande valore che sposa settori tecnologicii diversi e sinergici fra loro come gli escavatori idraulici, la movimentazione dei materiali, il sollevamento e l'elettronica. Ognuno con le proprie peculiarità, ma con l'obiettivo di avere componenti che lavorino organicamente.
Liebherr si è conquistata nel tempo una nomea positiva grazie alla robustezza delle proprie macchine. Una reputazione messa alla prova da migliaia di applicazioni gravose svolte in tutto il mondo. Con i material handler a 'tirare la volata' ad altre macchine nel settore industriale grazie alla loro capacità di saper affrontare lunghi turni di lavoro con produzioni importanti in contesti difficili.
Un modo di pensare le macchine che accomuna anche modelli come l'LH24 M che si colloca nella classe medio-bassa del mercato con un peso operativo di circa 24 tonnellate.
Le dimensioni compatte non implicano una riduzione della robustezza, ma semplicemente l'applicazione della stessa filosofia su scala minore.
Saldature, spessori delle lamiere, scatolari e soluzioni costruttive sono le stesse che si trovano su macchine dal peso operativo superiore.
Una concezione durevole e conservativa che si ritrova in molti dettagli costruttivi legati anche ad elementi secondari come le scale di accesso alla zona superiore della torretta, le strutture di irrigidimento dei cofani in materiale plastico o la realizzazione di elementi strutturali di protezione.
Nel caso delle protezioni FGPS le lame di protezione anteriore sono saldate in modo da presentare sempre lo spessore minimo, seguendo una raggiera virtuale il cui centro è l'operatore.
Cura che prosegue con i supporti per le tubazioni idrauliche, le maniglie di appiglio, le scale di accesso a cabina e torretta. Elementi mai casuali, ma, al contrario, sempre ben pensati.
Soluzioni specifiche e ben studiate portano ad avere macchine in cui la sicurezza sia il primo e più importante alleato dell'operatore.
Un cinematismo di sollevamento della cabina ben progettato permette, infatti, di ridurre il rischio di incidenti, affaticando meno l'operatore.
Una gestione elettronica efficiente consente di avere sotto controllo in modo più semplice la macchina.
Un motore e un impianto idraulico ben integrati che lavorino in sinergia fra loro, permettono all'operatore di concentrarsi solo sugli aspetti lavorativi legati all'uso della macchina e non alle sue problematiche manutentive.
Trattandosi di macchine che, oltretutto, operano in un settore altamente rischioso, una progettazione attenta ai dettagli e all'equilibrio dinamico complessivo è la prima regola per fornire sul mercato.
Il Liebherr LH24 M è un material handler fatto per lavorare con un equilibrio dinamico in cui la sinergia di tutti i componenti viene in aiuto all'operatore in ogni momento della propria giornata lavorativa.
La cura complessiva per i dettagli che fanno la differenza, e permettono a una macchina di essere produttiva in situazioni limite, portano questo medio a mettersi allo stesso livello – fatte salve le dimensioni – dei modelli Liebherr più grandi.
L'equilibrio dinamico del Liebherr LH24 M è un valore aggiunto che va verso le aziende che hanno quantitativi annui di materiale da movimentare che non giustifica grandi macchine. Senza rinunciare alle qualità di una grande macchina.