Non troviamo nulla di strano nel far risalire le
grandi epopee industriali alle doti pionieristiche e alla ferrea volontà dei fondatori; lo abbiamo fatto con Henry Ford con la sua passione per l’automazione industriale, con Bill Gates con il suo mitologico magazzino dove ha sviluppato il DOS e, più recentemente, con Elon Musk, l’istrionico imprenditore che si è inventato Pay Pal prima e Tesla poi e oggi vuole portale (primo privato) l’uomo su Marte.
Non lo troviamo strano perché, molto probabilmente, ogni imprenditore che meriti questo nome ha all’origine dell’impresa una
testarda passione e una vocazione all’innovazione; e non parliamo solo dei colossi USA, ma anche delle
realtà italiane che hanno contribuito a costruire il nostro Paese, rendendolo una delle economie industriali più avanzate del Pianeta.
Passione per la qualità
Liebherr è di casa in Nuova Cives non solo con gli escavatori, ma anche con le pale gommate
Nel nostro visitare cantieri, miniere e cave per l’Italia, abbiamo trovato una realtà di questo tipo, la
>>Nuova Cives<< di Vidracco, che deve il suo successo industriale alle intuizioni, oltre 60 anni fa, del suo fondatore, l’ing.
Giacomo Ferrero.
Oggi l’azienda, che è tra le
maggiori realtà estrattive di olivina al mondo, è condotta dalla seconda generazione, tra cui anche
[Matteo Ferrero] che abbiamo intervistato in occasione della nostra visita a Vidracco per vedere al lavoro un
escavatore Liebherr R938-8 Litronic.
Ecco quello che ci ha raccontato sulla sua azienda.
Sperimentazione nel DNA
Ferrero sottolinea come: “Nuova Cives appartiene dalla fondazione alla famiglia Ferrero e oggi è di proprietà mia e dei miei due fratelli;
nata a Vidracco nel 1964 la Nuova Cives è stata
fondata da mio padre Giacomo con la volontà di diffondere l’impiego dell’olivina che estraiamo, dato che, già negli anni ’50, aveva già svolto una campagna di test su questo prezioso, quanto versatile materiale”.
“Ingegnere chimico, a metà degli anni 50, mio padre lavorava come tecnico responsabile della
fonderia Franco Tosi di Milano dove venivano effettuate fusioni di grandi dimensioni in acciaio al manganese per la produzione delle turbine a vapore (Pelton – Francis – Kaplan…)".
"A seguito delle importanti
problematiche produttive delle fusioni in acciaio al manganese, dovute all’impiego di sabbia silicea nelle forme degli stampi di fusione frutto dell’interazione fra i gas basici prodotti durante la fusione dell’acciaio al manganese che reagiscono con la sabbia silicea acida della forma e forieri di importanti difetti di fusione (cosiddetti code di topo e tacconi) che richiedevano molte giornate di ulteriore molatura post-fusione per correggerli, nonché alle problematiche legate alla silicosi per l’utilizzo di sabbie contenenti silice libera cristallina".
"Ed è proprio dalla ricerca di un minerale compatibile e sostituibile alle sabbie silicee che vengono fatte le prime prove di utilizzo delle sabbia di olivina nella fonderia e che sono emerse le
possibilità di impiego di questo minerale in campo industriale. Dalla fonderia si passò in breve tempo alla siderurgia come scorificante in alto forno, alla sabbiatura e ai refrattari".
Matteo Ferrero è amministratore delegato di Nuova Cives
“La nostra attività estrattiva è diretta conseguenza di quell’esperimento, con la
fondazione della I.M.S. (Industria Materiali Speciali) e ci ha portati oggi a lavorare a Vidracco su un’
area estrattiva di 125 ettari, di cui coltiviamo attualmente circa 7 ettari. Lavoriamo con autorizzazioni quinquennali su un progetto quadro di 20 anni”.
“Nella miniera
Bric Carlevà di Vidracco viene estratta la roccia il cui costituente principale, l’olivina - silicato di Magnesio e Ferro - è stato riconosciuto nel 1993 minerale di prima categoria, quindi di interesse nazionale per le sue applicazioni industriali”.
Una vocazione “industriale”
Continua Ferrero: “Qui a Vidracco estraiamo l’olivina con il metodo delle
volate con esplosivo, con successivo disgaggio e smarino del materiale mediante l’impiego di escavatori cingolati, tutti di marca Liebherr. Circa il 10 % del minerale abbattuto viene ridotto in pezzatura adeguata con l’impiego del martello demolitore. Il Tout venant viene poi
caricato dagli escavatori su dumper articolati Volvo (gli unici in grado di muoversi con efficienza sulle piste di cava in ogni condizione meteo) che lo trasportano alla bocca frantoio”.
“Da qui inizia il processo di lavorazione del minerale, eseguito con un
frantoio a doppia ginocchiera, prodotto da una società consociata con Nuova Cives, la
RHT. E’ con orgoglio che posso sottolineare che la RHT, che progetta e produce impianti per cave e miniere, è sempre stata all’avanguardia nel proporre soluzioni innovative al proprio mercato di riferimento”.
“L’intero impianto di Vidracco è appunto progettato e costruito da RHT; la
capacità produttiva arriva a 600.000 tonnellate all’anno, anche se attualmente la nostra produzione reale annua si attesta attorno alle circa 250-300.000 tonnellate”.
Il nostro principale mercato di riferimento è il settore industriale, con applicazioni in cui è richiesto un alto livello qualitativo, flessibilità e un'estrema regolarità nella composizione delle forniture [Matteo Ferrero]
“L’olivina che estraiamo qui è una
miscela isomorfa di forsterite (Mg2SiO4) e
fayalite (Fe2SiO4) ed è stata riconosciuta anche come materiale idoneo per la realizzazione del ballast ferroviario, tanto da giustificare una linea di produzione dedicata esclusivamente a questa tipologia di fornitura (con diametri 30-60 mm, attiva da circa due anni)”.
“In effetti, il
nostro ciclo produttivo è bilanciato per offrire al mercato tipologie di materiale pensate per il settore industriale, partendo dai micronizzati (0-10 micron o 10-20 micron) per salire granulometriche alle sabbie fini, medio fini, alle granelle, ai pietrischetti fino ai ghiaioni 10-40 mm e 30-60 mm".
“Le applicazioni principali delle nostre olivine si rivolgono principalmente al
settore siderurgico e metallurgico che occupa la maggior parte della nostra produzione attuale; tali applicazioni richiedono sicuramente prodotti di alta fascia e quindi un
controllo rigoroso di qualità lungo tutto il ciclo dell’estrazione e trasformazione, ma certamente riconoscono anche maggiori e più interessanti marginalità operative”.
Dalla Valchiusella al Mondo
Sottolinea Ferrero: “Anche per questo il nostro impianto di Vidracco ha
continuato a trasformarsi ed evolversi, proprio per seguire le nuove richieste del mercato, riflesso dell’ampliamento progressivo dei campi di impiego dell’olivina che continuano a differenziarsi e ad articolarsi”.
“Il nostro stabilimento, vorrei sottolinearlo, è l’
unico attualmente presente in Italia per la produzione dell’olivina; non lavoriamo solo nel nostro Paese, ma
esportiamo il 40% della nostra produzione, raggiungendo mercati letteralmente in ogni angolo del Globo: dall’America Latina, al Nord America fino all’Australia, l’olivina italiana prodotta a Vidracco è apprezzata almeno in quattro Continenti, tanto da porci solidamente
tra i primi produttori al Mondo”.
L'ultimo acquisto di Nuova Cives è l'escavatore cingolato Liebherr R938-8
L'R938-8 verrà usato per il carico dei dumper articolati che trasportano l'olivina all'impianto
“Non è questo un caso: l
a nostra qualità di prodotto, estremamente costante, è riconosciuta dai tecnici del settore come tra quelle più elevate disponibili sul mercato e il
nostro servizio alla clientela è in grado di raggiungere livelli di customizzazione delle commesse (in ottica di full service soprattutto per le acciaierie e le fonderie) che difficilmente si possono trovare in miniere a noi concorrenti”.
“Un altro aspetto che ci rende molto competitivi, rispetto soprattutto alle miniere del Nord Europa, è la
nostra versatilità, dato che riusciamo a gestire commesse più parzializzate, senza per questo fare alcuno sconto sul nostro livello medio di qualità”.
“Anche le
forniture continuative (con cadenza anche settimanale) sono un altro nostro punto di forza, dato che riusciamo, come accennavo anche prima, a garantire un’
uniformità qualitativa sulle specifiche tecniche richieste del materiale davvero di altissimo profilo”.
Il processo produttivo nello stabilimento Nuova Cives è completamente automatizzato, compresa la confezione dell'olivina nelle big bags
“Attualmente
l'intero nostro impianto, proprio per raggiungere al massimo i livelli di efficienza produttiva che il mercato ci richiede, è
gestito da una sola persona, anche grazie a un
livello di automazione davvero sofisticato che opera sulle 24 ore, anche grazie a importanti stoccaggi intermedi di materiale che ci consentono, nelle giornate in cui non si può estrarre a causa di cattive condizioni meteo, di poter continuare la produzione”.
“Sensori, telecamere, bilance controllano in tempo reale
ogni partita di materiale prodotta, garantendone così l’
omogeneità qualitativa. Il resto del nostro personale, oggi diamo lavoro a 20 persone, è dedicato all’estrazione e al trasporto della materiale prima, agli aspetti amministrativi e naturalmente alla manutenzione di impianti e macchinari, un fattore questo per noi essenziale per mantenere la produttività sempre al massimo livello”.
Innovazione, una propensione che continua dal 1964
“Oggi fare impresa nel settore estrattivo significa essenzialmente lavorare su tre pilastri:
Qualità, Ricerca, Innovazione e Ambiente. Tutti e quattro questi aspetti fanno parte integrante della nostra visione aziendale, impostata
già ai tempi della fondazione da nostro padre e in cui oggi noi crediamo fermamente”.
“L’
Innovazione è un aspetto imprescindibile: non vuol dire solo
aggiornamento costante di macchine e attrezzature (e il Liebherr R938-8 Litronic che abbiamo acquistato ne è un esempio), ma anche
nuovi processi produttivi e attenzione estrema alle esigenze dei nostri mercati di riferimento”.
“Innovazione, poi, significa anche
investimenti per il miglioramento della nostra Qualità sia in termini di singola commessa sia dal punto di vista dell’inserimento in gamma di nuovi prodotti, quasi tailor made sulle esigenze produttive delle industrie che ci richiedono il materiale”.
“Innovazione, infine, vuol dire anche
Ambiente, riduzione della nostro impatto ambientale, sia dal punto di vista della nostra Carbon Footprint sia da quello della gestione dei nostri siti estrattivi, che si sviluppano in
aree di grandissimo valore naturalistico, come la ‘Riserva Naturale Speciale dei Monti Pelati e Torre Cives’ che ospita la miniera “Bric Carlevà”.
Conclude Ferrero: “Aree che è
nostro dovere tutelare sia durante la coltivazione sia, a coltivazione finita, nel processo di rinaturazione che utilizza
unicamente il terreno proveniente dal sito estrattivo. Il terreno di scotico, quindi, dopo essere stato vagliato viene stoccato e riutilizzato per il recupero ambientale delle aree in cui abbiamo concluso la coltivazione”.