Mantova, il ruolo del noleggio nell'ex Polo chimico

A Mantova il sito di interesse nazionale di bonifica denominato Laghi di Mantova e Polo Chimico, vale, per estensione, circa tre chilometri quadrati e mezzo: più o meno l’equivalente della superficie del centro storico cittadino.

Su quel polo industriale, a partire dal 1957, furono avviati quattro cicli produttivi integrati: cracking, cloro-soda, stirenici, intermedi per fibre e per detergenza. Tutto questo avveniva a poca distanza dai due laghi mantovani, quello di Mezzo e l’Inferiore, e dal centro città.

Le aree e le bonifiche

Numerose, ma soprattutto differenti tra loro, sono le zone da bonificare, ma è sull’area denominata Cratere, all’interno della più ampia zona Collina, che si concentra il nostro interesse. Qui il progetto di bonifica del sito prevede lavori di scavo e smaltimento di materiali contaminati da idrocarburi, composti aromatici e mercurio.
Fase di posizionamento della tendostruttura nei pressi dell’area di scavo [credits: Ambienthesis]
Su una parte dei 19 ettari dell’area, sta lavorando >>Ambienthesis<<, società specializzata in attività di bonifica e risanamento ambientale, in un RTI che vede collaborare tra loro l’impresa padovana >>Marini Ermenegildo<<, la società di progettazione >>Pro Iter<<.

Dei lavori in corso parliamo con il project manager dell’area bonifiche e costruzioni di Ambienthesis,  [Federico Ogliari].

Giovane, look informale, competente e disponibile, Ogliari, che è dottore in scienze ambientali con laurea all’università degli studi di Milano-Bicocca, ci accoglie negli uffici di Segrate. Una sede in fregio alla Cassanese, una delle arterie più trafficate del milanese, ospitata all’interno degli edifici ristrutturati di una ex cascina lombarda di grandi dimensioni.

Federico Ogliari

Federico Ogliari, project manager dell’area bonifiche e costruzioni di Ambienthesis
“L’area R1c, cosiddetta Cratere, in origine era una vecchia cava di stabilimento, riempita di scarti di lavorazioni industriali. Compito nostro è analizzare i materiali estratti, rimuoverli, caricarli immediatamente sui mezzi per il loro conferimento agli impianti autorizzati e infine ripristinare l’area nelle condizioni precedenti.

Si tratta di depositi di natura idrocarburica, in combinazione con alcuni metalli, frutto di scarti di lavorazione. In totale, circa 100mila metri cubi di materiale inquinato”.

Due fasi per le tendostrutture

Le tendostrutture sono state montate in due diverse fasi: la prima la scorsa estate, la seconda in un paio di settimane a cavallo tra febbraio e marzo di quest’anno [credits: Ambienthesis]

Il cantiere nel dettaglio

Mentre scriviamo, i lavori di preparazione del cantiere sono quasi terminati. È Ogliari a descrivercelo: un cantiere che sorprende per la sua organizzazione.

Non si tratta infatti di un’unica area da scavare e poi riempire, ma vista la profondità e viste le difficili condizioni ambientali in cui si opera, la superficie del lotto R1c è stata organizzata e suddivisa in celle: 57 per la precisione.

Ne è venuta fuori una grande scacchiera, ogni cella di 15 metri per 15, confinata con il sistema cosiddetto Combiwall, ossia un’alternanza di elementi tubolari in acciaio e di palancole, infissi nel suolo a una profondità variabile tra i 13 metri e mezzo e i 18 metri e mezzo metri. Una scacchiera che un po’ alla volta, cella dopo cella, viene svuotata e, dopo il collaudo da parte di Arpa, riempita di terreno pulito.

“Procediamo tre celle alla volta - continua il project manager di Ambienthesis -. Man mano che avanziamo, spostiamo le tendostrutture sulle celle successive, procedendo in linea”.

La tendostruttura

Per rendere possibile la rimozione dei materiali, evitando le emissioni in atmosfera, è stata allestita una tendostruttura reticolare di 20 metri per 15, mantenuta in depressione.

All’interno dello spazio confinato, dove l’aria viene ricambiata quattro volte all’ora e trattata da un impianto di filtrazione a carboni attivi, lavorano due escavatori comandati da remoto da operatori qualificati, in modo che all’interno dell’area di lavoro non sia presente personale operativo così da garantire la massima sicurezza e la minima esposizione del personale.

L’escavatore di maggiori dimensioni, un Komatsu PC360 di 350 quintali, lavora a piano campagna, fin dove il braccio lo consente. Per lavori di finitura viene invece impiegato un secondo escavatore, sempre Komatsu, il PC55, che viene calato dall’escavatore più grande all’interno dello scavo. Entrambe le macchine sono predisposte per essere radiocomandate al fine di minimizzare l’accesso di personale.

“Nuovo per noi è stato l’allestimento, montato su entrambi gli escavatori, che prevede la presenza di sensori di esplosività, il cui compito è garantire l’operatività in un ambiente a rischio in presenza di benzene. Una soluzione che abbiamo studiato con la Bertinex di Magnago, un’azienda del settore”.

Una delle fasi di montaggio delle strutture principali delle grandi tendostrutture a protezione delle bonifiche
Nella tendostruttura solo in casi straordinari può accedere il personale, che deve essere appositamente formato e munito di dispositivi di protezione individuali specifici.

Ultimate le prime celle, si passa alle successive e così via fino alla cinquantasettesima. Di volta in volta le tendostrutture vengono sollevate e riposizionate più avanti nella scacchiera.

Un lavoro certosino che durerà cinque anni.

“Anche perché - conclude il pm - non conosciamo a priori la consistenza dei materiali di scavo, che sono eterogenei. Un fattore questo che impedisce un ferreo cronoprogramma”.

Sessanta quindi i mesi di lavoro per una commessa il cui valore si avvicina ai 23 milioni di euro. Cifra alla quale si dovrà aggiungere il valore del trasporto, recupero, trattamento e smaltimento dei materiali.

Il noleggio vince ancora

Le tendostrutture sono state montate in due diverse fasi: la prima la scorsa estate, la seconda in un paio di settimane a cavallo tra febbraio e marzo di quest’anno.
Le macchine Kiloutou al lavoro per il montaggio delle parti finali della tendostruttura [credit, Kiloutou]
Per il montaggio degli elementi verticali e delle arcate dei capannoni sono stati utilizzati un sollevatore e una piattaforma, entrambi forniti a noleggio da Kiloutou Italia: parliamo nel dettaglio di una piattaforma semovente a braccio articolato  JLG 520 AJ e di un sollevatore telescopico Merlo da 21 metri e 45 quintali, girevole, con gancio e forche, entrambi a quattro ruote motrici viste le condizioni del terreno.

Per i fissaggi in quota di canaline e telecamere e per l’allestimento dei teli di copertura sono state impiegate due piattaforme aeree della Haulotte, sempre fornite a noleggio da Kiloutou: una semovente, la HA 18 Spx, e una a pantografo, la Compact 12 DX.
Nel cantiere di Mantova hanno lavorato due piattaforme aeree della Haulotte: una semovente, la HA 18 Spx, e una a pantografo, la Compact 12 DX [Credits, Kiloutou]
“Per sollevare e riposizionare le tendostrutture man mano che i lavori procedevano, avevamo bisogno di macchine estremamente performanti - aggiunge Ogliari -. Per tale scopo abbiamo deciso di utilizzare una gru cingolata, una Liebherr, di proprietà dell’impresa Marini Ermenegildo, approvvigionata appositamente per questo cantiere, coadiuvata da un sollevatore Manitou di 32 metri e 55 quintali”.
Per la movimentazione delle tendostrutture montate è stata impiegata una gru cingolata Liebherr

Noleggio e affidabilità, un binomio vincente

“Conosciamo Ambienthesis da diversi anni - afferma [Stefano Favaro], consulente commerciale di Kiloutou Italia -. La prima volta ci siamo incontrati a Ecomondo quindici anni fa". "La dimensione della nostra flotta di noleggio, esclusivamente a freddo, una delle più importanti d’Italia, è la carta vincente per imprese come la loro. Con la società di Segrate stiamo lavorando anche in altri cantieri, uno di questi è quello di Pescara”.

Stefano Favaro

Stefano Favaro, consulente commerciale di Kiloutou Italia
Punto di forza della società di noleggio è l’ampia possibilità di scelta in relazione a un determinato cantiere.

“Abbiamo un know-how che viene da lontano - continua Favaro, che ricorda le sue origini in Cofiloc -. Siamo plurimarca, liberi di muoverci sul mercato e in grado di garantire assistenza immediata. I nostri marchi sono da sempre un segnale di affidabilità”.

Versatili e affidabili

La piattaforma scissor Compact 12 DX e l'articolata diesel HA18SPX sono noleggiate da Kiloutou state impiegate per il montaggio degli elementi di completamento delle tendostrutture [credits: Kiloutou]

Difficoltà in cantiere?

“Direi di no - conclude Favaro -. Il montaggio è un’operazione tutto sommato facile. In casi come questi, il cliente ci indica le portate specifiche, noi consigliamo i mezzi d’opera più idonei. Disponendo di una vasta gamma di prodotti, possiamo indicare il meglio”.

Ambienthesis: specialisti nel risanamento ambientale

Ambienthesis, che ha sede a Segrate, nella cintura a est di Milano, appartiene al gruppo Greenthesis, società specializzata in attività di bonifica, risanamento ambientale, trattamento, recupero e smaltimento di rifiuti pericolosi e non.
La sede legale Ambienthesis a Segrate
La società gestisce l’intero ciclo dei rifiuti: dalla bonifica, come nel caso di Mantova, alla discarica, all’incenerimento e al trattamento.

Sono proprietà del gruppo diversi impianti, tra i quali: la piattaforma multifunzionale di Orbassano, quello di trattamento delle acque di Liscate, l’impianto di stoccaggio e selezione dei rifiuti di San Giuliano Milanese, l’impianto di termovalorizzazione di Dalmine, la discarica di rifiuti urbani e non pericolosi di Sant’Urbano di Padova, la discarica di rifiuti pericolosi e non di Torrazza in Piemonte, l’impianto di trattamento fanghi biologici a Corte De’ Frati di Cremona, la discarica di rifiuti non pericolosi e di inertizzazione di Barletta e la discarica di rifiuti pericolosi Barricalla di Collegno, vicino a Torino.

Da ricordare l’iniziativa Ambienthesis Middle Est, controllata al 100% da Ambienthesis, che ha creato una joint venture al 49% con Bee’ah Sharjah Environment, il principale operatore del waste management degli Emirati Arabi Uniti.

Internazionali, ma con solide radici italiane

Nel 2017 Kiloutou costituisce Kiloutou Italia ed entra nel mercato italiano acquisendo il Gruppo Cofiloc (Cofiloc ed Euronol), nato nel 1980 e affermatosi come gruppo indipendente in Italia nel noleggio di macchine per il sollevamento, movimento terra, edilizia e autocarri.
La sede Kiloutou di San Biagio di Callalta
Dieci sono le filiali più un centro di formazione - la Cofiloc School - tra Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e Lombardia. Uno staff di 117 persone di alto livello professionale, con un’età media di 41 anni, 3.500 tra macchine e accessori, una nuova divisione dedicata alle attrezzature edili, ne fanno uno dei punti di riferimento del mercato del noleggio in Italia.
Il montaggio delle capriate principali delle tendostrutture con sollevatore telescopico noleggiato da Kiloutou a Ambienthesis [credits: Ambienthesis]
Prodotti di ultima generazione a basso impatto ambientale, consulenza, assistenza tecnica, organizzazione logistica e formazione continua: tutto è pensato secondo criteri di qualità per garantire al cliente un vantaggio competitivo in termini di efficienza, produttività e contenimento dei costi.

Un approccio coerente con la visione di Kiloutou, rafforzato nel 2018 con l’acquisizione di Elevo, società nata nel 2003 con sede a Lallio (Bergamo) e specializzata nel noleggio di macchine per il sollevamento.
La sede Elevo di Lallio, seconda acquisizione dopo Cofiloc di Kiloutou in Italia
Al momento dell'acquisizione Elevo dava lavoro a 25 persone, possede vaun parco noleggio di 600 mezzi e un centro di formazione tra i più qualificati del paese. L’elevata professionalità del servizio ne fa una delle aziende di maggior valore in Lombardia, in particolare nelle province d Milano, Bergamo e Brescia. La posizione strategica sull’asse Venezia - Torino, permette di espandere la presenza del gruppo nella più importante area economica d’Italia.

Espansione rafforzata con l’acquisizione nel 2019 di Sticar: 9 filiali tra Lombardia, Veneto, Piemonte e Emilia Romagna; 76 persone, 850 piattaforme aeree e 475 carrelli elevatori, sono il patrimonio che l’azienda padovana porta in dote in Kiloutou Italia.

Accumunate da una grande esperienza, attenzione per la qualità e cura del cliente, Cofiloc, Elevo e Sticar sono la spina dorsale di un gruppo destinato a trasformare il mercato del noleggio in Italia.

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