35 milioni di euro; questo l’investimento complessivo che
Fassa Bortolo ha messo in campo Ceraino di Dolcè per le
strutture del sito produttivo dopo averlo acquistato dall’originario proprietario, Vilca Spa.
Un investimento che ha due obiettivi principali:
aumentare l’efficienza produttiva dell’impianto e
ridurne l’impatto ambientale. Fassa infatti prevede di utilizzare combustibili meno inquinanti per alimentare i forni della calce e, inoltre, ha presentato un
ambizioso piano di rinaturazione ambientale della cava, proprio per
mitigarne l’impatto visivo sul prezioso contesto ambientale della valle.
Pentah realizzava contemporaneamente il getto di quattro degli otto cavedi dei sili
L’aumento di produttività passa per una
gestione più attuale dell’intero impianto che ha comportato la
ristrutturazione della maggior parte delle strutture esistenti e la costruzione di nuovi componenti più in linea con i principi della produzione moderna.
Incaricata della realizzazione delle strutture in cemento armato è stata la
Pentah Costruzioni, il cui titolare
Pier Luigi Carini, su invito di
Doka Italia, abbiamo intervistato proprio sul cantiere di Ceraino Dolcè
Struttura in cemento e anima metallica
Accompagnati da
Emanuel Gregis, Sales Representative Doka, arriviamo in cantiere quando la
gran parte delle strutture in calcestruzzo è stata terminata, come ci spiega Pier Luigi Carini, titolare della Pentah: “Ho fondato la Pentah Costruzioni sulla base di una esperienza di cantiere maturata in un’altra azienda del settore. Lavoriamo soprattutto con Committenza privata, come Fassa Bortolo, e operiamo prevalentemente nella Provincia di Brescia".
La struttura principale è stata gettata con un ritmo di un ciclo a settimana (ognuno alto 265 cm) con casseri autorampanti Doka MF240
“Il nostro obiettivo principale è quello di
garantire ai nostri clienti la massima qualità esecutiva, il rispetto completo delle tempistiche condivise e la
riduzione al minimo di eventuali imprevisti. Proprio per questo sono ogni giorno personalmente sul cantiere, per avere il massimo controllo, su aspetti fondamentali come la
sicurezza delle maestranze”.
Dettaglio dell'armatura e dei cavi di precompressione
Parete esterna della struttura con i cavi di precompressione in evidenza
Continua Carini: "Lavorando con questi principi, sul cantiere di Ceraino dove siamo oggi,
abbiamo quasi concluso i lavori delle nuove strutture in cemento armato, rispettando il cronoprogramma concordato con Fassa Bortolo”.
“Abbiamo realizzato, nell’ambito dell’ampliamento del sito produttivo di Fassa Bortolo, tutte le opere in cemento armato per i
nuovi sili della calce, oltreché tutte le strutture, sempre in cemento armato, necessarie per il funzionamento dell’impianto”.
“Questo è già il
terzo stabilimento che realizziamo per Fassa Bortolo e siamo davvero orgogliosi di aver meritato la fiducia del gruppo di Spresiano, le loro richieste in fatto di qualità realizzativa e rispetto dei tempi, non ammettono sconti”.
A sinistra Emanuel Gregis di Doka, a destra, il titolare di Pentah Costruzioni Pier Luigi Carini
“Stiamo parlando di una
struttura all’avanguardia che prevede un’automazione e un controllo davvero evoluti in grado di garantire una
qualità altissima di tutti i prodotti che verranno realizzati qui a Dolcè (essenzialmente calce per vari usi civili e industriali)”.
“La struttura principale in calcestruzzo armato
racchiude otto sili in c.a.p., con scarico dal basso, che si innalzano su una
platea di fondazione alta 1,6 metri (con estensione in pianta di 35 metri per 18 metri) per la realizzazione della quale abbiamo gettato oltre
1.200 metri cubi di calcestruzzo”.
Gli spessori di getto alla base arrivavano a 80 cm per rastremarsi fino a 30 cm
Pentah ha utilizzato per il getto le casseforme a parete Framax Xlife di Doka
“Ovviamente abbiamo anche costruito
tutte le opere di fondazione in calcestruzzo (realizzate sottofalda, particolare da non sottovalutare), fino a una quota di -10 metri rispetto alla piastra principale”. “Le strutture di sostegno dei singoli sili, a base quadrata, hanno un’
estensione in pianta di 7,5 m x 7,5 m con un’altezza di 26 metri, una capacità massima di 1.500 metri cubi ognuna".
" Lo spessore delle pareti esterne (e interne) alla base
raggiunge gli 80 cm, per rastremarsi progressivamente, salendo di quota fino ad arrivare ad uno spessore minimo di 30 cm. L’intera opera ha richiesto il getto di oltre
11.500 metri cubi di calcestruzzo”.
Il segreto? Una veloce Qualità
Carini sottolinea in particolar modo l’attenzione gestionale dedicata alla commessa: “Nella realizzazione abbiamo cercato di
ottimizzare il processo costruttivo, uniformando i getti che sono tutti, tranne quello di base,
alti 265 cm. Questo ci ha consentito di garantire una
perfetta qualità realizzativa unita a una capacità produttiva particolarmente elevata, pari a circa un getto ogni settimana”.
Pentah ha sviluppato con l'ufficio tecnico di Doka tutte le soluzioni esecutive del cassero Framax Xlife
“Solo il primo getto è stato differente dagli altri, in quanto, proprio per garantire la massima funzionalità strutturale, abbiamo deciso di
realizzare in un’unica soluzione la prima fascia di muratura e anche le travi rialzate sulle quali si innesteranno le strutture metalliche dei sili. In questo caso (e solo in questo) abbiamo dovuto
modificare appositamente le strutture provvisionali Doka, proprio per adeguarle al profilo di getto che era differente rispetto a tutti quelli superiori”.
Il lavoro di preparazione delle armature prima del getto ha messo a dura prova i ferraioli
“Proprio per garantire la massima qualità dell’opera e una durabilità nel tempo senza sorprese, come prescritto da progetto, tutti i getti sono stati realizzati con
calcestruzzo con classe di resistenza RCK 400, con
precompressione orizzontale”.
Sviluppati in collaborazione con Doka anche i dettagli esecutivi del cassero autorampante MF240 e delle mensole Top 50
“Per poter garantire gli intensi cicli di getto, abbiamo utilizzato le
casseforme a telaio Framax Xlife di Doka, abbinate alle
casseforme rampanti MF240, sempre del produttore austriaco; abbiamo noleggiato da Doka un quantitativo di casseforme per
casserare completamente l’esterno e le strutture di quattro degli otto sili. L’impiego delle casseforme rampanti MF ci ha consentito di
lavorare al montaggio del ferro direttamente in quota con un considerevole risparmio sui tempi di getto”.
“I casseri erano infatti sempre in opera sulle mensole su tutto il perimetro esterno e
venivano sollevati con la gru a getto ultimato, quando la maturazione del calcestruzzo lo consentiva. Il tutto naturalmente in
assoluta sicurezza e con spazi di lavoro adeguati per tutte le lavorazioni. Rispetto ad altri sistemi non sospesi,
il risparmio di tempo è davvero enorme”.
Il primo getto delle pareti è stato eseguito assieme a quello delle travi rialzate su cui si impostano i sili metallici
La cassaforma rampante MF240 utilizzata da Pentah Costruzioni è stata concepita da Doka per
garantire cicli di lavoro regolari nella realizzazione di tutti i tipi di costruzioni elevate, per esempio grattacieli, pile di ponti e piloni. Il tutto, anche grazie a una
piattaforma di lavoro larga ben 240 cm chiusa da tutti i lati, in assoluta sicurezza. Semplice da montare, può essere movimentata in un'unica soluzione con un solo tiro di gru (come se l’intera cassaforma fosse un elemento monolitico).
Tutto nasce dalla base
Sottolinea Carini: “Indubbiamente l’aspetto più complesso da realizzare è stato il
getto del primo livello della struttura, quella appunto che comprendeva anche il solaio con le travi alte un metro; in stretta collaborazione con l’ufficio tecnico di Doka, abbiamo
messo a punto una configurazione del cassero apposita, proprio per garantire la
massima qualità del prodotto finito, anche in presenza di geometrie particolarmente complesse e articolate”.
Quattro delle otto strutture interne destinate a ospitare i sili di calce
Abbiamo utilizzato le
casseforme a telaio Framax Xlife che ci hanno
stupito positivamente per la semplicità d’uso, per la versatilità che hanno dimostrato anche su una pianta articolata come quella che dovevamo realizzare (la modularità arriva fino a un passo di soli 15 cm) e per la
qualità di finitura superficiale del calcestruzzo. Pur essendo, infatti, in un sito industriale, la Committenza tiene molto alla qualità complessiva di ogni elemento dell’intervento e con le casseforme Framax Xlife abbiamo
ridotto al minimo gli interventi di finitura dopo la scasseratura”.
“Nonostante l’uso intensivo a cui li abbiamo sottoposti i pannelli Framax Xlife
si sono dimostrati estremamente resistenti all’usura, sia dal punto di vista del telaio sia a livello di pannelli multistrato in legno; il
grande passo (135 cm, ndr) tra gli ancoranti ci ha consentito di
ottenere tempi di scasseratura particolarmente ridotti, un fattore importantissimo in un cantiere dove non c’era tempo da perdere".
La struttura quasi terminata, con i casseri autorampanti Doka sui due lati
"L’elevata rotazione ci ha anche consentito di
limitare la quantità di pannelli in cantiere, non solo permettendoci un considerevole risparmio economico, ma anche considerando il fatto che l’
area di stoccaggio era molto ridotta in relazione alle dimensioni del manufatto da realizzare e che ogni pannello in più poteva essere un problema”.
“Voglio sottolineare come la
soddisfazione personale di vedere che i nostri sforzi hanno prodotto il risultato che ci eravamo immaginati (nei tempi previsti) al momento della programmazione dell’attività del cantiere sia davvero uno degli stimoli che mi portano a fare questo lavoro che, indubbiamente, comporta davvero tanto sacrificio personale".
"Ci tengo a
ringraziare personalmente tutti i professionisti che, con il loro lavoro, ci hanno consentito di raggiungere questo importante risultato, dalle squadre che hanno montato il ferro, a chi ci ha assistiti nelle opere di movimento terra, fino alle imprese che si sono occupate dei getti del calcestruzzo”.