La casa di Ippocrate

Negli ultimi mesi, anche per merito degli investimenti del PNRR, abbiamo spesso parlato di nuovi edifici scolastici; erano in quei casi scuole primarie o secondarie, oggi, invece, andiamo in un cantiere dove è in corso la costruzione di due edifici destinati a potenziare la capacità didattica della Facoltà di Medicina dell’Università di Udine, nello specifico la nuova sede del Dipartimento di Area Medica (il finanziamento qui non è PNRR, ma diretto dai fondi dell’Università di Udine con i contributi del MUR e della Regione Friuli Venezia Giulia).
Entriamo sul sito di costruzione accompagnati da [Marco Melchiorre], responsabile di cantiere per la >>I.C.I. Soc. Coop.<<  di Ronchi dei Legionari che è stata incaricata, in ATI con >>Ranzato Impianti<<  e con >>ED Impianti<< , di costruire due edifici: il primo destinato a ospitare aule per studenti e il secondo in cui troveranno posto i laboratori della Facoltà di Medicina.

Il progetto dell’intervento è stato redatto dallo studio >>CMR<<  dell’architetto [Massimo Roj] (direttore lavori è l’ing. [Marco Ferrario]) e si articola in due corpi distinti, collegati fra loro da una pensilina di accesso in elementi metallici, il primo dedicato alle aule e l’altro ai laboratori che ospiterà anche gli uffici dei docenti che di affacceranno, seguendo la planimetria a corte dell’ultimo piano, su un giardino pensile.
L’edificio Aule si compone di un piano interrato e due piani fuori terra a doppia altezza più vano tecnico in copertura e ospiterà complessivamente otto aule didattiche su due piani (tre delle quali da 198 posti).

L’Edificio Laboratori si articolerà invece su un piano interrato e tre piani fuori terra a cui si aggiungerà un vano tecnico in copertura.

Entrambi gli edifici, progettati secondo il concetto progettuale InsideOut (le funzioni interne caratterizzano i principi progettuali, mediante lo studio dei flussi di persone e funzioni) saranno certificati LEED.

Il cantiere e il getto dei solai

Un ulteriore dettaglio, risultato di una pianificazione attenta di risorse e della volontà di mantenere alto il livello dei servizi di formazione erogati: i due nuovi padiglioni verranno anche utilizzati per la didattica e i relativi servizi, quando inizieranno le opere di riqualificazione delle strutture storiche della Facoltà di Medicina.
Ci spiega [Marco Melchiorre], responsabile di cantiere per I.C.I. Coop: “I due edifici, al servizio della Facoltà di Medicina, sorgono nel giardino dell’ex convento dei frati cappuccini ora di proprietà dell’Università di Udine. Questo appalto, che gestiamo in ATI, è in linea con il nostro operare ordinario; lavoriamo, infatti, prevalentemente con Appalti Pubblici e siamo attivi sul territorio da oltre 30 anni, nella costruzione e progettazione di opere edili civili, industriali e infrastrutturali”.

Marco Melchiorre

Marco Melchiorre, Responsabile di cantiere per I.C.I. Coop
“I lavori, iniziati a marzo 2024, verranno terminati entro il 2025; i primi mesi sono stati complessi in quanto il clima questo’anno in primavera non è stato affatto clemente, con piogge intense per lunghi periodi che hanno reso difficile il lavoro di scavo e sbancamento e i conseguenti getti delle strutture interrate sia orizzontali sia in elevazione”.

Sottolinea [Melchiorre]: “Ci conforta il fatto che, se si escludono i giorni di pioggia, il cronoprogramma dei getti dei solai è stato rispettato; questo ci fa ben sperare per il proseguo delle lavorazioni.
Le stime preliminari che avevamo redatto in collaborazione con >>Sinedil<< , che sta realizzando i cementi armati, e con >>Albafer<< , che segue le armature, si sono dimostrate quindi corrette”.
“In questo momento stiamo gettando i solai dell’edificio che ospiterà i laboratori (la nostra visita è avvenuta a metà luglio, ndr); in questo edificio ogni solaio ha una superficie complessiva di 1.400 metri quadri (con travi perimetrali ribassate e nervature assiali) e, considerando dei tempi di armo, posa del ferro e getto, richiede un mese di lavoro”.
“Abbiamo gestito in maniera ottimale le casseforme, fornite da >>Doka<< , di fatto utilizzando lo stesso materiale impiegato per la palazzina destinata alle aule, integrandolo solo con le componenti mancanti, dato che le superfici della palazzina laboratori erano superiori; questo fattore, oltre a un'evidente ottimizzazione dei costi di nolo, è stato esiziale, visti gli spazi davvero ridotti a disposizione per le operazioni di cantiere (ulteriormente limitati dalla necessità di salvaguardare una serie di alberature sul lato adiacente al convento)”.

La corretta pianificazione della logistica di cantiere, stoccaggi dei materiali da costruzione compresi, ha svolto un ruolo fondamentale su questo sito di costruzione; il lotto, infatti, è occupato per la gran parte dall’impronta a terra degli edifici e resta poco spazio di manovra per i mezzi di cantiere, in particolare per le autobetoniere e le autobetonpompe utilizzate per il getto dei calcestruzzi

Meno materiale, più velocità: il sistema solaio Dokadek al lavoro

Le cassaforme Doka hanno giocato un ruolo essenziale nelle dinamiche del cantiere, consentendo un considerevole risparmio sia nei tempi di armo e disarmo sia dal punto di vista del materiale necessario per la casseratura dei vari getti, come conferma [Melchiorre]: “Il primo edificio, quello destinato a ospitare le aule, era caratterizzato da una superficie di solaio relativamente minore (circa 900 m2), ma con una altezza interpiano maggiore rispetto a quella della struttura per i laboratori che stiamo attualmente gettando; nel primo si arrivava a sei metri di altezza, con conseguenti impatti sulla progettazione dei sistemi di puntellazione (anche in quel caso Doka) e sul tempo complessivo di getto (un mese di lavoro per ogni solaio gettato)”.
"L’edificio attualmente in costruzione, quello che ospiterà i laboratori, poggia su 52 isolatori sismici (forniti da Fip Mac) e per quanto riguarda i solai (spessore 25 cm), è stato casserato con sistemi Dokadek 20 da 100x200 cm sostenuti da puntelli per solai Eurex 30 Top (due per pannello da due m2)”.

Sottolinea [Melchiorre]: “La geometria e le caratteristiche tecniche dei casseri, pur trattandosi di un solaio impegnativo, ci hanno consentito, rispetto ad altri sistemi tradizionali, di utilizzare molti meno puntelli, con conseguenti vantaggi dal punto di vista della velocità delle operazioni di casseratura".

"I casseri Dokadek 30 si sono dimostrati estremamente versatili e sono stati utilizzati per gestire senza particolari problematiche anche il perimetro della struttura dove dovevamo realizzare travi a profilo ribassato".

Impiegando i moduli Dokadek 30 da 122x244 cm abbiamo apprezzato le doti del sistema solaio di Doka che ci ha permesso di minimizzare l’impiego di elementi di compensazione, con, di nuovo, vantaggi dal punto di vista delle tempistiche di cantiere.

Prosegue [Melchiorre]: “Sia il Dokadek 20 sia il Dokadek 30, inoltre, si montano dal basso, riducendo al minimo i rischi per gli operatori; la procedura di montaggio, una volta acquisita, è particolarmente semplice, veloce e chiaramente definita e impedisce alla squadra di tentare improvvisazioni che potrebbero generare rischi inutili”.
Notevoli le quantità in gioco, soprattuto se si considera che la superficie dell’area non era particolarmente estesa: “Nel complesso le due strutture che compongono l’appalto che stiamo realizzando, prevedono 8.000 m2 di solai monolitici gettati in opera, a cui si aggiungono 900 metri lineari di pilastri e 5.500 m2 di tamponamenti sempre gettati in opera, sui quali verranno installati elementi prefabbricati in calcestruzzo di finitura, studiati per ottimizzare la risposta degli edifici in fatto di criteri di esposizione solare, prestazione energetica e comfort indoor”.
“Per il getto dei solai, abbiamo utilizzato un calcestruzzo RCK35 XC1, con aggregati di diametro massimo di 16 mm, fornito da >>General Beton<<  in classe S5 (per garantire la massima lavorabilità), con l’aggiunta di un additivo ritardante viste le alte temperature ambientali durante il getto. Per la massima protezione del getto durante la maturazione, alla conclusione del getto stesso, stendiamo un manto di tessuto non tessuto che viene costantemente bagnato per garantire le corrette caratteristiche di maturazione del calcestruzzo”.

[Melchiorre] è soddisfatto del rapporto con il fornitore di strutture provvisionali: “Il rapporto con Doka è stato molto buono, anche attraverso l’agente di zona [Mauro Ronchin], che è sempre stato molto presente e ha ogni volta fornito risposte in tempo celere alle nostre richieste; questo non è un elemento scontato, pur essendo molto importante per imprese come la nostra in cui la velocità di risposta e il rispetto dei relativi cronoprogrammi sono fattori esiziali".

I nostri clienti si aspettano da noi qualità e efficienza e, di conseguenza, noi chiediamo ai nostri fornitori lo stesso livello di servizio. E Doka si è dimostrata all’altezza delle nostre aspettative.

Continua [Melchiorre]: “Molto bene anche il loro servizio di logistica; in un caso avevamo cambiato in corso d’opera un dettaglio costruttivo e necessitavamo di più puntelli. Con due telefonate e una mail di conferma avevamo già la settimana dopo il materiale che ci serviva in cantiere”.

Dal punto di vista dello stato d’avanzamento, [Melchiorre] è ottimista: “Le lavorazioni del getto dei solai saranno chiuse a settembre 2024; nel frattempo a fine agosto cominceremo a montare i pannelli prefabbricati sull’edificio aule, per poi procedere con quelli dei laboratori”.
“Continueremo poi con l’installazione delle lesene che scandiscono le facciate e ne caratterizzano l’architettura; si tratta di elementi tubolari frangisole in acciaio con passo di 240 cm su tutta l’estensione verticale dei prospetti degli edifici. In acciaio saranno anche tutte le scale esterne di servizio”.

“Si procederà poi a uno degli elementi più impattanti del progetto: la realizzazione dell’impiantistica che, soprattutto nell’edificio dei laboratori, prevede la predisposizione oltre dei normali impianti di climatizzazione e riscaldamento, anche di quelli di adduzione dei gas medicali e di ogni altro impianto necessario all’attività di ricerca. Sul tetto dell’edificio aule è anche previsto un impianto fotovoltaico”.

“L’intero cantiere si dovrebbe quindi concludere entro il termine del primo semestre 2025”.

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