Il cuore della montagna

Valle del Serchio, provincia di Lucca; oggi vi portiamo, su invito di >>CGT<< , in una cava di materiale calcareo che produce sabbie, pietrisco, stabilizzato, spezzato, ghiaione con pezzature varie. Non una cava qualunque, ma una delle più importanti d'Italia, con una tradizione che dura da 50 anni ( festeggiati nel 2024).

Una storia produttiva, certo, ma anche una altrettanto interessante storia di due famiglie di imprenditori che hanno deciso di unire le forze (cosa per niente comune nell’Italia degli individualismi, dove da sempre ognuno fa sempre meglio degli altri) per dar vita a un progetto più importante, capace di imporsi sul tessuto produttivo locale (e anche regionale) come esempio di efficienza, visione industriale e concretezza.


Il sito estrattivo che visitiamo oggi è quello di >>Cave Pedogna<< , sul fondovalle del Serchio, precisamente a Villa a Roggio. Una cava in cui le macchine operatrici hanno un colore solo, quel giallo >>Caterpillar<< , incarnato in Italia da CGT.

Una visita che ha anche un altro interessante risvolto: entrambe le aziende festeggiano importanti traguardi aziendali nel 2024: i 50 anni, come abbiamo accennato, di Cave Pedogna e i 90 anni di CGT. 140 anni cumulativi di storia imprenditoriale, all’insegna della collaborazione reciproca (da quando esiste Cave Pedogna) meritano sicuramente un articolo, perciò cominciamo!

Lumini e Del Debbio: due famiglie, un solo obiettivo

[Vittorio Lumini] e [Massimo del Debbio], che incontriamo negli uffici di Cave Pedogna, sono ‘due gemelli diversi’; ‘gemelli’ perché condividono (pur appartenendo a due generazioni differenti, dato che il padre di Massimo era stato il primo socio di Vittorio) la stessa passione imprenditoriale, ‘diversi’ per carattere e per formazione.
Da sinistra Vittorio Lumini e Renzo Del Debbio, fondatori di Cave Pedogna
Da sinistra: Vittorio Lumini e Massimo del Debbio
[Vittorio] è ‘uomo di cava’, di quelli che guardano un fronte e capiscono come coltivarlo e cosa nasconde sotto lo scotico, [Massimo], invece, è di quelli a perfetto agio fra i numeri e l’analisi gestionale. Il binomio genera una somma che è più delle parti (come d’altra parte, a ben pensarci, è capitato tra le due famiglie fin dalla fondazione di Cave Pedogna nel 1974). Assieme a loro, come direttore di cava è attivo anche il cugino di Massimo, l'ingegner [Paolo Del Debbio].
Intervista a due, dunque, con portavoce, per diritto di anzianità (87 anni compiuti, anche se l’entusiasmo è quello di un ventenne) [Vittorio Lumini] : “Cave Pedogna nasce nel 1974, per superare il blocco delle attività estrattive nell’alveo del Serchio (nei primi anni ’70), con l’attivazione di una cava di monte per poter soddisfare le richieste di inerte che arrivavano dalle imprese stradali e edili della Regione".

"Con [Renzo Del Debbio], il padre di Massimo, decidemmo di aprire un unico sito estrattivo, invece di disperdere le forze; da subito iniziammo ad operare nel sito dove siamo tutt’ora attivi. Anche la scelta di affidarci a un unico fornitore di macchine operatrici per le attività di cava è stata condivisa fin da subito e da allora ci serviamo da CGT per quel che riguarda il nostro parco macchine, completamente composto da mezzi Caterpillar”.
Continua [Lumini]:"L’investimento si è intensificato per sfruttare le occasioni connesse ai mondiali di Italia ’90; in quegli anni il nostro parco macchine è cresciuto in maniera importante, con corpose commesse dalle più grandi imprese attive a quei tempi (ad esempio Italstrade)".

Anche con la crescita del numero di macchine acquistate abbiamo continuato un rapporto di esclusiva con Caterpillar, dato che, oltre alla qualità dei prodotti, siamo stati sempre soddisfatti del notevole livello di professionalità che CGT ci ha fornito nei servizi di assistenza e manutenzione, estremamente veloce e puntuale.

Sottolinea [Lumini] : “D’altra parte la nostra cava deve produrre, per il proprio equilibrio industriale, dai 4.000 ai 5.000 metri cubi al giorno e quindi non possiamo permetterci di avere macchine ferme per lunghi periodi; occorre avere un partner che intervenga subito e CGT ha dimostrato, in 50 anni di rapporto, di avere tutte le carte in regola”.

“Dagli anni ’70 abbiamo fatto tanta strada e oggi diamo lavoro a 27 persone (con una capacità produttiva potenziale di 1 milione di metri cubi all’anno), ma non è sempre stata una strada in discesa, anzi abbiamo dovuto superare, con tanta volontà e ostinazione, numerosi ostacoli".
"Negli anni ’90, ad esempio, la cava dovette interrompere la produzione per diversi mesi; in quel periodo, come ho accennato prima, avevamo attivato una importante mole di investimenti (il nuovo impianto di frantumazione, un D11, una pala 990 e una pala 992) e il blocco ci mise in fortissima difficoltà”.
“Dovevamo onorare ogni mese le cambiali e decisi di chiamare (con il cuore che batteva fortissimo) in CGT, per discutere della questione con l’allora responsabile grandi clienti [Veriano Morucci] : dopo avermi ascoltato, [Morucci] (me lo ricordo perfettamente) mi disse ‘non ci sono problemi onoriamo noi le cambiali’. Lo fecero per quattro mesi, il periodo in cui la cava restò ferma per cause di forza maggiore: un gesto come questo ha un’importanza incommensurabile per un imprenditore e ha contribuito a rendere davvero solido il nostro rapporto con CGT. Ecco la differenza (afferma Lumini con commozione, ndr) tra un fornitore e un partner su cui si può contare. Torno a ripeterlo: la fortuna della Caterpillar sul territorio nazionale è avere un dealer come CGT”.
“Oggi la nostra cava è fra le più grandi d’Italia di questa tipologia, si estende per circa 100 ettari con circa 15 milioni di m3 da estrarre; coltivare una cava di monte di questo tipo è molto più complesso del lavoro in una cava di materiale alluvionale: richiede investimenti importanti nella preparazione che hanno tempi di rientro molto lunghi e, soprattutto, non si ha mai la certezza assoluta del materiale sottostante lo strato di scotico”.

La nostra cava passa da una quota di 140 metri sul livello del mare a oltre 500 e ogni zona ha le sue caratteristiche che, per essere gestite al meglio, richiedono esperienza e l’unico modo per farla è lavorare ogni giorno sul campo con umiltà, esperienza, passione e determinazione.

“Devo anche dire che, sebbene non siano mai da sottovalutare, entrambe le nostre famiglie sono abituate al lavoro e non si fanno spaventare dalle avversità; mio padre lavorava per un cotonificio della zona e mio nonno aveva contribuito alla costruzione, senza macchine operatrici, della presa dell’acqua necessaria per dare corrente al cotonificio stesso”.

“Il lavoro, anche duro, quindi non ci ha mai spaventato: Io ad esempio ho cominciato a nove anni, durante l’estate, a raccogliere vetrici (i rami di salice, ndr) che servivano agli artigiani per fare canestri. A dodici anni, finite le elementari, in occasione della nostra fiera di Paese i miei genitori mi regalarono un barroccio con il suo asino che mi consentì (era da poco finita la Seconda Guerra Mondiale) di raccogliere la sabbia nel Serchio da vendere a chi ristrutturava le case”.
“A 16 anni mi misi in società con [Luciani] (la mia quota fu poi rilevata da Colabeton dopo anni), un mio conoscente appena più grande (io non avevo la patente) e mio padre mi comprò un motocarro Guzzi 500 (che costava 1 milione e 60.000 lire). Da lì partimmo a lavorare per poi nel 1957 creare in società con [Romano Luciani], dato che lavoravamo entrambi nel trasporto legnami”.

“Nel tempo ho creato tante società, ma l’unica che è andata avanti nel tempo è quella stata con la famiglia [Del Debbio], quella che gestisce tutt’ora questa cava, fondata con [Renzo] (ora la famiglia è rappresentata da [Massimo]) con cui condividevamo e condividiamo tutt’ora valori importanti: onestà, passione per il lavoro, spirito di sacrificio”.
Conclude [Vittorio Lumini]: “Nonostante tutte queste complessità siamo fiduciosi per il futuro, dato che sono partiti o stanno partendo importanti lavori di infrastrutturazione che avranno bisogno del nostro materiale nei prossimi anni (terza corsia Firenze-Pistoia, numerose linee ferroviarie, i lavori al porto di Livorno). Le prospettive quindi sono buone, anche se, come sempre, non mancano fattori di incertezza che però non dipendono da noi”.

Caterpillar (e CGT) ovunque!

Come dicevamo il sodalizio tra CGT e Cave Pedogna arriva da lontano ed è oggi più solido che mai; lo testimoniano le decine di macchine Caterpillar che lavorano al sito estrattivo. Attenzione non stiamo parlando di macchinette, qui sono di casa i dumper rigidi 777D e 775D, dumper articolati 730, 740 e 745, le pale gommate 988K, 992G, 980M e 980H, gli escavatori cingolati della taglia del 374 Next Gen (uno degli ultimi arrivi), i dozer D11R e D7R.
Un parco macchine che farebbe mangiare la polvere a molti degli stand delle fiere di settore più importanti, a testimonianza di quanto il marchio americano sia apprezzato da queste parti.

Come sono apprezzati anche i servizi di CGT, dal punto di vista dell’assistenza e della manutenzione, come conferma [Lumini]: “Senza i servizi erogati da CGT che ci affianca da anni con grande professionalità sarebbe stato impossibile affidarci a un unico fornitore. I loro meccanici (con alcuni dei quali abbiamo davvero un rapporto storico) conoscono a fondo le nostre esigenze e intervengono prontamente, risolvendo i problemi consentendoci di mantenere inalterata la produttività della cava".

Senza un servizio di questo tipo sarebbe impossibile per noi restare fedeli per così tanto tempo a un marchio

Anche gli ultimi arrivi sono stati messi subito al lavoro, dato che qui ogni anno si producono un milione di metri cubi di materiale. Sul fronte alto di cava abbiamo, infatti trovato un 374 Next Gen che lavorava fianco a fianco con un dozer D11R (il suo gemello lavorava contemporaneamente sul fronte opposto della cava, in abbinata in questo caso con un Cat 365C).
Ovunque, anche durante la nostra visita era un via vai continuo di dumper sia rigidi sia articolati, impegnati a trasportare il materiale alle tramogge di carico del grande e perfettamente manutenuto impianto (servito tra l’altro da una gru a torre, impiegata fruttuosamente per la manutenzione straordinaria e per la movimentazione in cava) o a raccogliere il materiale lavorato da stoccare nei vari cumuli in attesa di essere consegnato ai clienti.
Tanto via vai certo, ma ancora più ordine e organizzazione, in una cava ordinata e estremamente organizzata, a confermare le parole di [Lumini]: “Per noi la sicurezza è tutto; i nostri operai sono la nostra famiglia e non investiremo mai abbastanza per tutelare la loro sicurezza sul lavoro. E anche da questo si capisce il motivo per cui l’attività va avanti da 50 anni, prosperando nonostante i tanti periodi di crisi che il settore ha attraversato nel frattempo. Come si dice: chapeau”!

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