Un classico caso di amarcord, come, a volte, ci capita di imbatterci quando visitiamo i canteri di demolizione in giro per l’Italia; questa volta tocca a un pezzo di storia del divertimento anni ’80 e ’90 (tra paninari, metallari e poi dark e la meteora grunge); accompagnati da >>CGT<< per vedere al lavoro il nuovo Caterpillar 323DEM, la versione da demolizione sviluppata da CGT, siamo stati, infatti, ospiti della >>Maggini Elio<< di San Mauro a Signa, impegnata nella demolizione della discoteca Happy Land a Campi di Bisenzio.
Un pezzo di storia davvero, che si inserisce a buon diritto nell’epopea (che aveva toccato l’apice tra la metà degli anni ’80 e la fine dei ’90) delle discoteche, un fenomeno di costume che aveva visto sorgere locali in ogni paesino d’Italia, frequentatissimi da giovani e giovanissimi (questi di solito la domenica pomeriggio) durante il fine settimana.
Nomi resi celebri e frequentati da dj quasi mitologici, come il Bandiera Gialla di Rimini, il Cocoricò di Riccione, l’Hollywood a Milano o il Piper di Roma. Tra questi, un posto importante ha ricoperto anche proprio la struttura che vediamo oggi demolita; l’Happy Land era frequentato da ragazzi che arrivavano non solo dalla Toscana, ma anche da Milano e Roma e che, ancora oggi, lo ricordano con affetto e malinconia (basta guardare quante foto circolano sui social per capire l’impatto che ha avuto il locale nell’adolescenza di tante persone, oggi diversamente giovani).
A progettarla, negli anni 80, fu l’architetto Claudio Pellicoro, che poi ha firmato progetti importanti in Italia e all’estero; la struttura si articolava su due piani e comprendeva una pizzeria, due piscine, di cui una coperta riscaldata, e tre piste da ballo, oltreché un grande giardino. La sua volumetria non è mai cambiata durante gli anni (cosa inusuale dato che questo tipo di strutture subivano spesso aggiunte o rifacimenti per aggiornare la propria offerta di divertimento).
Happy Land aveva chiuso definitivamente i battenti nel 2006 e oggi l'area era in avanzato stato di degrado. La demolizione di oggi è propedeutica a un intervento di lottizzazione destinato a realizzare una serie di nuove residenze, complessivamente 20 unità abitative che verranno costruite da un’altra impresa.
La meccanizzazione come scelta di impresa
Sul cantiere incontriamo il titolare della Maggini Elio, [Stefano Maggini] (toscano verace, amatissimo dai suoi dipendenti, come ci confermano anche gli operatori in cantiere), imprenditore con il lavoro nel sangue (di quelli che arrivano prima di tutti e vanno via dopo e che, spesso, la domenica sono in azienda per controllare se tutto è a posto) e ci facciamo raccontare la storia imprenditoriale di famiglia: “La Maggini nasce nel 1966, subito dopo l’alluvione di Firenze; fondata da mio padre Elio, inizia la sua attività nel settore dell’estrazione inerti nella zona di Signa”.
Stefano Maggini
Stefano Maggini, Titolare della Maggini Elio
“Fin da subito, abbiamo impostato l’attività investendo in macchine operatrici, iniziando dapprima con modelli di piccola dimensione come la pala cingolata con retroescavatore FL4 (modello leggendario prodotto da Fiat Allis, ndr), per poi progressivamente ampliare la nostra flotta di mezzi, con il crescere dell’azienda”.
Continua [Maggini]: “Una volta esaurita la disponibilità di inertida estrarre, abbiamo cominciato ad entrare nel settore del movimento terra; anche in questo caso, la meccanizzazione ha svolto un ruolo importante, dato che siamo convinti da sempre che sia necessaria per garantire la redditività aziendale. Sono di quei tempi l’acquisto delle prime pale cingolate FL8, ma anche dei primi escavatori montati in retrofit sui trattori agricoli, il primo in assoluto fu un trattore OM con il braccio da scavo Antonelli”.
“Dopo pochi anni, sul finire degli anni ’90, abbiamo cominciato a concentrare la nostra attività nel settore della demolizione che ora, dopo tanto tempo, è diventata la nostra attività primaria. In questo quadro generale abbiamo deciso di acquistare da CGT il nuovo escavatore da demolizione Caterpillar 323 DEM, macchina che si aggiunge al nostro parco, che complessivamente conta 30 unità. Oggi diamo lavoro a 19 persone, con alcuni dipendenti che sono con noi da più di 30 anni".
Per me questo risultato è davvero fonte di grande orgoglio e soddisfazione, dato che ritengo, e non lo dico per fare retorica, che i miei dipendenti siano davvero parte della mia famiglia. Una famiglia di cui in ogni momento sento di avere la responsabilità come imprenditore.
Ottimi riscontri da parte di [Maggini] per il nuovo Cat 323 DEM: “Abbiamo acquistato il 323 DEM convinti della versatilità della macchina che ha una taglia dimensionale che si adatta perfettamente alle demolizioni che ci troviamo ad affrontare nelle nostre zone di intervento. Ci ha anche convinto all’acquisto il fatto che la macchina ha due bracci: uno da demolizione e uno da scavo che possono essere sostituiti in circa 45 minuti”.
“Questo significa che possiamo effettuare senza problemi tantissime lavorazioni dallo scavo alle demolizioni (con tra l'altro tutte le tecnologie che contraddistinguono gli escavatori Caterpillar Next Gen) senza dover investire in più macchine che rischierebbero di rimanere ferme per lunghi periodi. E, come è evidente, tale versatilità ha impatti positivi sia sulla redditività aziendale in generale sia sulla produttività di questa macchina in particolare. Abbiamo anche scelto di acquistare da CGTun contratto di assistenza a valore aggiunto che sfrutta il monitoraggio da remoto per fornire interventi preventivi; in questo modo non avremo sorprese evitando il rischio di fermi macchina imprevisti”.
Conclude [Maggini]: “Siamo davvero convinti che questa macchina ci consentirà di cogliere più opportunità di lavoro, in un mercato che, sebbene turbato da una serie di fattori internazionali sui quali non abbiamo possibilità di intervenire, per i prossimi anni continuerà, nelle nostre zone, ad essere buono. Guardo al futuro, con un orizzonte di un anno e mezzo, con ottimismo; devo dire che in periodi come questo, in cui il mercato può cambiare orientamento velocemente, l’importante è fare passi ponderati, per non rimanere esposti in caso di fermi imprevisti o di fattori imponderabili".
E in questo ritengo che la nostra azienda fino ad oggi si sia mossa con il giusto equilibrio di prudenza e rischio imprenditoriale. Siamo solidi e siamo di conseguenza fiduciosi.
10 ore e (quasi) non le senti
A Campi di Bisenzio la Maggini Elio è stata incaricata dalla committenza della demolizione completa della struttura esistente, con un volume da demolire, vuoto per pieno, di circa 2.500 metri cubi; prima di iniziare le opere di demolizione, l’impresa ha eseguito uno strip-out completo delle componenti removibili, che sono state differenziate e avviate al processo di riciclaggio o alla discarica come da norma di legge.
13 metri in quota
La demolizione, eseguita appunto con il Caterpillar 323 DEM, richiede una quota massima di intervento di circa 13 metri, ampiamente alla portata del braccio da demolizione che vediamo montato sulla macchina al lavoro durante la nostra visita in cantiere.
Alla guida del 323 DEM troviamo [Alessandro Carpinelli], operatore che di esperienza nelle demolizioni ne ha davvero molta, a cui chiediamo le impressioni sia sul cantiere sia sulle prestazioni dell’escavatore: “Il cantiere di per sé non è complesso, si tratta di una struttura a due piani a travi e pilastri in calcestruzzo con tamponamenti il laterizio. Abbiamo molto spazio a disposizione per la logistica e le strutture da demolire sono piuttosto isolate, quindi non presentato problematiche di sorta”.
Alessandro Carpinelli
Alessandro Carpinelli, Operatore di Maggini Elio
Continua [Carpinelli]: “Lavoriamo qui con il nuovo Caterpillar 323 DEM, una macchina davvero interessante; è una macchina estremamente stabile, anche quando si lavoraperpendicolarmente ai cingoli, si disimpegna molto bene anche negli spazi stretti dove, ad esempio un 330 non riuscirebbe a muoversi con altrettanta agilità. La macchina è in sagoma e può essere spostata da cantiere in cantiere senza un trasporto eccezionale e per noi questo è un grande vantaggio”.
“La disponibilità di due bracci, poi, è un fattore molto importante, mi consente, in poco tempo (poco più di mezz’ora, anche grazie agli innesti rapidi per la tubazione stacco e attacco bracci), di avere sempre a disposizione il braccio più adatto per ogni lavorazione necessaria su questo tipo di cantieri".
Sia con il braccio corto sia con quello lungo, anche quando si demolisce alla massima altezza raggiungibile, la risposta è sempre veloce, precisa, stabile con tutta la potenza necessaria a lavorare in assoluta tranquillità.
“Da non sottovalutare poi l’espetto del comfort in cabina; in questo, il Caterpillar 323 DEM è davvero un fuoriclasse: passi 10 ore sulla macchina e scendi, a fine giornata, quasi riposato".
"Molto buona anche la visibilità sia frontale (anche alla massima altezza, grazie alla cabina inclinabile) sia laterale. Dove non arriva l’occhio dell’operatore, ci pensano le telecamere, supportate da un monitor in cabina davvero grande e ben posizionato, visibile senza problemi anche in pieno sole”.
“Il braccio da scavo, che utilizzeremo qui per scavare fino a raggiungere la quota di imposta per le fondazioni delle nuove costruzioni, è ben progettato, più lungo di un metro e mezzo rispetto a quello montato sui 323 di serie, consentendomi di effettuare le demolizioni di strutture più basse di questa. Entrambi i bracci sono robusti, hanno davvero molte protezioni che scongiurano danneggiamenti e mi consentono di lavorare più serenamente”.
Conclude [Carpinelli]: “In questo cantiere montiamo una pinza da 18 quintali, perfetta anche per lavorare alla massima altezza con il braccio lungo. Devo dire che prima di provare la versione DEM progettata da CGT (e poi di lavorare sui nostri cantieri), mai avrei pensato di poter effettuare lavori di questo tipo con un 323 di serie".
È stata davvero una bella sorpresa, devo fare davvero i miei complimenti a CGT per essere riusciti a realizzare questa macchina.
Pensato per il mercato italiano (ma non solo)
Delle logiche progettuali alla base del nuovo escavatore da demolizione 323 DEM (ma anche del suo fratello più piccolo 315 DEM) parliamo con [Davide Bianchi], responsabile degli specialisti di prodotto in CGT: “Il progetto di un escavatore da demolizione nella classe delle 29 tonnellate arriva da lontano, dall’ascolto dei nostri clienti italiani che da tempo ci chiedevano una macchina compatta, agile e allo stesso tempo potente. Ci sollecitavano anche una macchina ‘nativa’ da demolizione, cioè progettata appositamente per questa applicazione e non adattata in seguito”.
Davide Bianchi
Davide Bianchi, responsabile specialisti di prodotto CGT
Continua [Bianchi]: “Abbiamo così deciso, in accordo con Caterpillar, di sviluppare un escavatore che soddisfacesse queste esigenze, rispettando allo stesso tempo le stringenti norme in fatto di sicurezza e qualità di Caterpillar. Per questo è nato non solo il 323 DEM (Certificato CE da CGT) che vediamo in cantiere a Campi di Bisenzio, ma anche il 315 DEM, macchina estremamente compatta che consente ai demolitori e alle imprese un mezzo in grado di muoversi senza problemi nei cantieri urbani più congestionati”.
“Personalmente la soddisfazione di vedere al lavoro in cantiere il 323 DEM ci ripaga degli investimenti economici e degli sforzi di progettazione e ingegnerizzazione che sempre sono dietro a un progetto di questo tipo, per nulla semplice da realizzare, soprattutto con gli standardche ci eravamo prefissi".
Sono convinto che questi nuovi modelli sul mercato italiano (ma non solo) ci daranno davvero molte soddisfazioni e i primi feedback dei clienti che li hanno acquistati sono molto positivi e confermano questa mia opinione.
Dei dettagli tecnici del nuovo Caterpillar 323 DEM sviluppato da CGT discutiamo con [Emanuele Eusebio], Responsabile Ufficio Omologazioni e Soluzioni Speciali di CGT: “Sono davvero molte le novità, rispetto al modello standard, di questo 323 DEM; innanzitutto si tratta di una macchina che può essere trasportata in sagoma senza dover utilizzare un trasporto eccezionale (la macchina e i due bracci, quello da demolizione e quello retrofit comprensivi di cavalletto con pulpiti, possono essere movimentati con due soli bilici). Per una macchina che, con il braccio da demolizione montato, arriva a pesare 29,1 ton si tratta di un risultato per nulla scontato”.
Emanuele Eusebio
Emanuele Eusebio, Responsabile Ufficio Omologazioni e Soluzioni Speciali di CGT
Il carro a carreggiata variabile HVG del Caterpillar 323 DEM
“Questo è un asset amatissimo dai nostri clienti, così come è altrettanto apprezzato il robustissimo carro a carreggiata variabile HVG, con pattini da 500 mm (che passa dai 2,5 metri della larghezza di trasporto ai 3 m di quella di lavoro in pochi minuti) che pesa 9000 kg, consentendoci, grazie anche a un attento lavoro di bilanciamento dei pesi e del baricentro, di garantire massima stabilità, anche laterale alla macchina senza bisogno di aggiungere contrappesi addizionali”.
Continua [Eusebio]: “Ovviamente, un escavatore da demolizione che, quando monta il braccio lungo, arriva a un’altezza al perno di 16,77 metri (17 metri di altezza di lavoro con attrezzatura da due tonnellate, attacco rapido compreso), non poteva non avere la cabina inclinabile che massimizza la visibilità in ogni parte della curva di lavoro, aumentando la sicurezza in cantiere”.
“Sicurezza che è garantita dalle protezioni ROPS, ma anche dai cristalli (non plastiche) stratificati, così come da una serie di soluzioni tecnologiche che riducono il rischio di incidenti (come il sistema 2D e-fence che limita il campo di lavoro in un range stabilito dall’operatore sia in altezza sia orizzontalmente). Altro fiore all’occhiello: il sistema di controllo della stabilità, nativo CGT, ma con parametrizzazioni Caterpillar, allo scopo di garantire agli operatori il family feeling caratteristico dell’intera gamma di escavatori di Cat”.
“L’interessante altezza massima di lavoro non è il solo vantaggio del braccio in tre pezzi del 323 DEM (realizzato da CGT utilizzando dove possibile le componenti originali Caterpillar) che, grazie a una geometria ad hoc progettata esplicitamente per la demolizione, garantisce prestazioni di vertice su tutta la curva di lavoro”.
La protezione sul cilindro del braccio è telescopica
Da sottolineare che la scelta (ovvia per noi, ma non per niente scontata) di utilizzare quando possibile componenti originali Caterpillar per l’intero progetto del 323 DEM garantisce anche ai clienti di avere i ricambi e le componenti necessarie in caso di guasto o danneggiamento, in una finestra temporale davvero ristretta, come consuetudine per le macchine Caterpillar”.
Conclude [Eusebio]: “La macchina, infine, prevede la possibilità di una gamma davvero ampia di personalizzazioni: si va dalle telecamere aggiuntive sul braccio - quella con la funzione 360° è standard sul 323 DEM -, ai fari addizionali, fino al sistema di ingrassaggio automatico”.