Lunga vita alla lanca

Il Po è il fiume (con il Tevere in verità) per antonomasia d’Italia; è stato protagonista di libri (lo scrittore di letteratura horror americana Howard Phillips Lovecraft sembra abbia tratto ispirazione per le ambientazioni delle sue opere nei paesaggi del Delta), film (chi non ricorda “Il Mulino del Po”) e, soprattutto, per secoli, con il suo grande bacino fluviale che si estende lungo tutta la pianura padana, ha rappresentato l’asse portante sul quale, da oltre 3.000 anni sono sorte città millenarie.

Un fiume che nel corso dei secoli ha subito uno sfruttamento per lungo tempo scriteriato che lo avevano portato alla soglia del collasso ambientale (soprattutto durante la crescita industriale del Nord Italia del secolo scorso).

Da qualche tempo l’aria è cambiata e, grazie anche alla costruzione di numerosi depuratori e a un impiego più razionale delle sue acque per l’agricoltura, il grande fiume sta mostrando segni di deciso miglioramento.

Un miglioramento frutto anche delle politiche di investimento italiane e dell’Unione Europea, non da ultimo il PNRR che, con il suo Investimento intitolato appunto “Rinaturazione dell’area del Po”, ha messo in campo 360 milioni di euro di investimenti per migliorarne l’equilibrio idrico e ambientale.
Oggi siamo stati in uno degli innumerevoli interventi aperti lungo i 652 chilometri del grande fiume, precisamente a Gualtieri, in provincia di Reggio Emilia, dove abbiamo visto al lavoro l’ >>Impresa Cois<<  su incarico dell’ >>Aipo<< , l’Agenzia Interregionale per il fiume Po.

Un pennello per l’ecosistema

L’intervento in questione riguarda la realizzazione di un bypass di collegamento, in sponda destra del fiume, volto a aumentare e regolarizzare il flusso idrico verso una lanca adiacente, con l’obiettivo di mantenerne vitale l’ecosistema collegato.
Il bypass, della lunghezza complessiva di oltre 310 metri, ha una sezione trapezoidale variabile (che progressivamente si riduce verso la lanca) larga otto metri, che nel punto di maggiore profondità raggiunge i quattro metri.

100.000 metri cubi

Nel complesso, l’Impresa Cois prevede di scavare quasi 100.000 metri cubi di terreno, tra l’abbassamento del pennello idraulico e lo scavo del canale per la riapertura della lanca.
Oltre alle operazioni di scavo e riporto, Impresa Cois ha anche gestito le operazioni di disboscamento e decespugliamento delle scarpate arginali con conseguente cippatura del materiale di risulta, nonché le operazioni di asportazione del cotico erboso fino a una profondità media di 50 centimetri.

Il bypass verrà protetto dalla realizzazione di un nuovo pennello spondale della lunghezza complessiva di 140 metri con quota di coronamento posta a 19,6 metri s.l.m.m. e caratterizzato da una larghezza al colmo di otto metri.
Importanti le opere di protezione dall’azione erosiva del flusso fluviale: composte da tappeti zavorrati, da due strati di burghe metalliche, un manto di massi ciclopici di prima categoria, con un ulteriore rinforzo di massi di saturazione (questi ultimi con pesi compresi fra 50 e 300 kg).

La sponda del canale, invece, sarà consolidata da una biorete con strato di pacciamatura (proveniente dalla triturazione del legname e delle ramaglie insistenti nell’area di cantiere); su questa verrà effettuata la piantumazione di talee di salice e effettuato un intervento di inerbimento sul fondo con l’obiettivo di evitare la proliferazione di essenze infestanti.

Una questione di equilibrio

Lo scavo e la relativa movimentazione è stato gestito da Impresa Cois con l’impiego di escavatori cingolati e dumper articolati per il trasporto del materiale (in generale sabbie di fiume); come sottolinea [Giacomo Cois], titolare con il padre e la sorella dell’omonima impresa: “Il lavoro di scavo e di conferimento in sé non presenta particolari criticità".

Si tratta di movimentare materiale scarsamente compatto e l’impiego dei dumper articolati ci consente di lavorare senza problemi e in assoluta efficienza su terreni impossibili da gestire con tradizionali autocarri.

Giacomo Cois

Giacomo Cois, Amministratore delegato dell’Impresa Cois
Continua [Cois]: “abbiamo posto particolare attenzione nel dimensionamento del parco mezzi da utilizzare in questo cantiere; tenendo in considerazione il circuito medio che i dumper dovevano percorrere per trasportare il materiale scavato nelle nuove aree di stoccaggio, abbiamo abbinato tre dumper Caterpillar 730 a un escavatore cingolato Caterpillar 340 Next Gen. In questo modo abbiamo massimizzato la produttività oraria, quasi azzerando i tempi morti tra il carico di un dumper e l’altro”.
Conclude [Cois]: “Altro fattore importante per la produttività, soprattutto dal punto di vista dell’accuratezza dello scavo: tutti i nostri mezzi (in questo caso il 340 Next Gen e il bulldozer Caterpillar D8T utilizzato per stendere il terreno nelle aree di riporto) sono equipaggiati con sistemi satellitari 3D Trimble. Una volta caricato il disegno tridimensionale fornitoci dai progettisti e da Aipo sulle macchine, gli operatori hanno potuto lavorare in assoluta tranquillità, azzerando le rilavorazioni e, di conseguenza, riducendo drasticamente i tempi necessari a realizzare l’opera rispetto a quelli necessari con sistemi tradizionali".

Non solo: abbiamo risparmiato tempo garantendo alla Committenza tolleranze centimetriche e senza dover posare modine e effettuare rilievi manuali che, tra l’altro, avrebbero ridotto la sicurezza in cantiere (meno uomini a terra nei pressi delle macchine significa meno rischi per il nostro personale).

Gli operatori dell'impresa Cois al lavoro nel cantiere di Gualtieri

Investire per crescere

Gli investimenti nel parco macchine non sono solamente rivolti a aumentare la produttività aziendale, ma, come ci spiega [Giacomo Cois]: “Investire nell’ammodernamento e nella differenziazione del nostro parco è per noi un aspetto strategico; ci consente non solo di essere molto più competitivi a livello di produttività, ma anche di ridurre l’impronta ambientale dei nostri cantieri, un fattore questo che sempre più Committenti, pubblici e privati, ritengono fondamentale nella scelta dei fornitori, soprattutto di quelli che operano nel movimento terra”.
“In questo cantiere abbiamo utilizzato complessivamente due escavatori cingolati Caterpillar Next Gen che rappresentano lo stato dell’arte nel loro segmento operativo, coadiuvati da tre dumper articolati Caterpillar 730 e da un bulldozer D8T per la stesa del materiale. Una squadra di mezzi (condotti da operatori di grande esperienza) che ci ha consentito di lavorare presto, con precisione e nell’assoluto rispetto dell’ambiente”.
Continua [Cois]: “Infatti, c’è un altro aspetto da non dimenticare, quando si parla di investimenti costanti e coerenti nel parco macchine: avere una flotta moderna e ben manutenuta (quasi sempre sigliamo contratti di manutenzione e assistenza molto completi) ci consente di aumentare l’up time dei nostri mezzi, scongiurando guasti e fermi macchina che potrebbero impattare negativamente sui tempi di consegna e sul rispetto dei cronoprogrammi. Un evento questo che vogliamo scongiurare a tutti i costi”.
“Infine è proprio in cantieri come questo, in cui si lavora in prossimità di aste fluviali o bacini lacustri, spesso sottofalda, che mezzi in perfette condizioni diventano fondamentali: utilizzando escavatori, dumper e dozer correttamente mantenuti evitiamo completamente dispersioni nell’ambiente di olii o carburanti".

Per noi è importante restituire l’ambiente in cui abbiamo lavorato nelle stesse condizioni in cui lo abbiamo trovato; non lasciare traccia del nostro lavoro, se non nelle opere di miglioramento dell’ambiente (di cui andiamo particolarmente orgogliosi), è per noi un grande vanto, da oltre 50 anni al centro delle nostre preoccupazioni.

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