Oltre al ferro c’è (molto) di più

Qual è il sogno ricorrente degli appassionati di pale, camion, dumper e escavatori? Non un mondo pieno di dumper elettrici volanti (beh, forse anche), ma almeno un mondo dove i dumper articolati non sembrino camere di tortura su ruote. Bene, >>Caterpillar<<  — sì, quel “fenomeno” con cui non giochi mai a Risiko perché vince sempre — ha deciso che basta.

L’ultima release dei nuovi dumper articolati Caterpillar, che saranno disponibili in Italia da metà 2026, con funzioni automatiche integrate promette di trasformare il lavoro in cantiere, alleggerendo la fatica’degli operatori e, forse, pure il bilancio delle riparazioni.

Naturalmente, dietro lo slogan luccicante “più prestazioni, più sicurezza, più efficienza” ci sono specifiche che fanno pensare “ok, forse non è solo marketing”. In questo articolo in stile goWEM! (ovvero: un po’ ironico, un po’ tecnico, del tutto curioso), esploreremo cosa cambia realmente, dove sono le magagne possibili, e se davvero questo passo avanti è una rivoluzione… o solo un restyling ben finanziato.

Divideremo il tutto in tre capitoli: Motori e controllo, Sicurezza e assistenza, Autonomia, algoritmi e sogni.

Motori e controllo

Partiamo dal cuore pulsante del mezzo: il motore. La nuova generazione dei dumper articolati Cat (modelli 725, 730, 730 EJ, 735) monta il motore Cat C13 (versioni B o A a seconda del modello), con potenze che variano da 257 a 316 kW (345-424 cavalli) a seconda dell’allestimento.
Un dettaglio che Caterpillar sottolinea è il salto in efficienza: per il modello 725, si parla di un miglioramento fino al 14% rispetto alla versione precedente. Certo, un “14% più efficiente” può essere tutto o niente — dipende da come lo misuri (condizioni del cantiere, carico, gestione del carburante). Ma se fosse anche solo metà di quello, è già un bel guadagno.

Automatic Retarder Control (ARC)

In aiuto del motore, il sistema di Automatic Retarder Control (ARC) entra in scena quando serve “gestire la frenatura e regolare automaticamente il regime motore”. Nessun intervento manuale necessario nelle discese o nei rallentamenti intensi.
Un altro assist è l’automatic traction control: quando le ruote rischiano di pattinare su terreni scivolosi, il sistema interviene da solo. No panico, nessun “spin-dance”, nessuna abilità da pilota richieste.

Infine, il limite di velocità impostabile (sia da operatore sia da manutenzione) aggiunge un tocco di disciplina: non puoi scorrazzare come sul kart se un tecnico ha detto “massimo 25 km/h qui”.

Ironia (ma non troppo): è bello sapere che il tuo dumper sa frenare meglio di te quando vedi un burrone, anche se il burrone è solo una roccia nascosta.

Sicurezza e assistenza

Qui Caterpillar ha deciso di fare sul serio. Non basta un motore figo: serve che il mezzo non rischi di ribaltarsi alla prima curva male imboccata.
Quando il mezzo avverte un’accelerazione laterale critica — magari durante una curva stretta o una discesa ripida — scatta un allarme visivo e acustico, riduce la potenza e applica i freni se serve.

Un altro colpo di genio tecnico: la funzione Auto Wait Brake (AWB). Immagina di essere fermo, leva non in “Park”, e magari hai dimenticato di azionare il freno di servizio. AWB, in meno di un secondo, applica i freni da solo. Dopo 8 secondi, mette la trasmissione in folle. Premi l’acceleratore? Riparte. Questo elimina l’ansia da “mi scivola giù in pendenza”.

In parallelo, si prevede un limite altezza del cassone: puoi impostare un’altezza massima di sollevamento per prevenire collisioni con ostacoli (cavi, strutture, travi) sopra il cassone. E per chi ha bisogno di scaricare sui bordi o su pendii, il modello 730 EJ offre un sistema di ejector: scarica il materiale senza sollevare il cassone e in movimento, così da mantenere migliore stabilità e velocizzare i tempi di ciclo.

E non basta: optional interessanti includono sensori radar per rilevamento oggetti (anteriore/posteriore), visione a 360° con telecamere multiple, e monitor secondario configurabile per l’operatore.

Orientarsi come si deve

Nota tecnica nerd: nell’ambito dell’automazione, c’è un recente studio (giugno 2025) che propone un metodo per stimare posizione, orientazione e angolo articolazione di dumper usando più ricevitori GNSS (e combina QZSS-CLAS e RTK) — praticamente, un camion che si orienta da solo con satelliti.

Autonomia, algoritmi e sogni

Ok, non siamo ancora in “camion senza conducente”, ma i passi sono concreti.

Una chicca: Operator Coaching, uno strumento integrato opzionale che monitora 14 comportamenti dell’operatore (accelerazioni, uso marce, curve, velocità su pendenze, ecc.). Fornisce consigli, video animati e mappe GPS dove si sono attivati flag (punti critici). Un vicino di casa del simulator gaming, ma reale: se fai una curva troppo veloce, il tuo dumper te lo dice.

Qualche ben informato sottolinea che i nuovi modelli “saranno più user-friendly che mai”, con identità operatori (ID fino a 50 utenti) push-to-start, touchscreen con jog dial per la navigazione – sì, come su uno smartphone, ma nel cofano della bestia.

Save the date

Caterpillar ha anche confermato che la produzione partirà dal modello 730. Un aspetto che incuriosisce: il passaggio da “oggetto meccanico con assi e pistoni” a “macchina che pensa un po’ da sola”.
 
In parallelo, Caterpillar non è nuova all’idea di autonomia: il suo sistema MineStar Command for Hauling è già usato su grandi camion da miniera, e l’azienda pare voler estendere queste tecnologie anche ai modelli articolati per cave o cantieri. Il prossimo grande fratello del dumper è dietro l’angolo.
Il sogno (con cautela): in un futuro non troppo remoto, potremmo avere “turni notturni” in cava senza operatore umano a bordo, solo supervisione remota. E pazienza se qualcuno inizialmente si lamenterà che “il mio dumper non ha capito il mio stile di guida”.

Conclusione: rivoluzione o restyling?

Mettiamola così: non siamo ancora ad avere dumper che fanno “la spesa da soli”, ma ciò che Caterpillar ha annunciato è un robusto cambio di paradigma. Quando un mezzo ha motori che si gestiscono da soli, freni che sanno quando intervenire, sensori che vedono ciò che tu non puoi, e coaching per renderti un pilota migliore… beh, qualcosa sta effettivamente cambiando.

Certo, restano domande: il costo dell’elettronica, la robustezza in condizioni estreme, l’obsolescenza dei sistemi digitali, e l’adeguamento degli operatori che dovevano “mettere mano e braccio” ma ora devono saper interagire con interfacce (touch, joystick, software). Per non parlare dell’impatto positivo e reale in cantiere: meno incidenti? meno tempi morti? risparmio netto sul carburante?

Il tempo — e le prime consegne da metà 2026 — lo diranno. Ma se un giorno vedrete un dumper che quasi ride quando evita un urto su una roccia, sappiate che non è un bug: è funzione.

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