L’accordo è valido dall’inizio dell’anno, ma ora in CGT cominciano a fare sul serio; facciamo riferimento all’accordo che il dealer CAT ha stipulato con Sandvik, colosso svedese fondato nel 1862 e specializzato tra l’altro nelle attrezzature da cava, frantumazione e riciclaggio. Accordo che ha preso corpo in occasione di un affollato Open Day tenutosi lo scorso sabato (18 giugno), a Rezzato nella suggestiva scenografia della Cava Eredi Ventura Andrea.
Ma Sandvik per CGT non significa solo vagli e frantoi, ma anche carri di perforazione, in cava c’erano un Commando DC125R e un Ranger DX800; il primo è un modello radiocomandato che Sandvik propone per la lavorazione delle pietre ornamentali, mentre il secondo è il modello più grande (con un diametro di perforazione da 76 a 127 mm) della gamma dedicata alle cave di medie dimensioni (come sono la maggior parte di quelle italiane) e alla tecnologia per fondazioni.
La gamma Sandvik di carri di perforazione copre in sostanza tutte le esigenze del mercato italiano delle cave; si va appunto dai modelli Commando DC125R (gommato) e Dino DC400R (cingolato), entrambi radiocomandati, per la lavorazione delle pietre ornamentali, ma anche per un’ampia gamma di opere civili (essenzialmente chiodature grazie alla loro slitta in grado di ruotare a 360°), alla serie Ranger (4 modelli, il DQ500, il DX600, DX700 e il DX800) per le perforazioni in cava in vista dell’abbattimento con l’esplosivo. La Serie Ranger, rispetto ad altri marchi concorrenti, ha una fondamentale differenza: l’intera sovrastruttura può ruotare a 360° sui cingoli (come un escavatore cingolato per intenderci), aumentando drasticamente la zona di copertura della macchina, con conseguente maggior produttività nell’allestimento della perforazione per la volata.
Sopra alla serie Ranger, salendo di peso e prestazioni c’è la gamma Pantera, composta da due modelli, la DP1100 e la DP1500, basati su sistemi can-bus e molto semplici da usare. Infine c’è l’unica (per ora) perforatrice Sandvik distribuita da CGT che lavora con martello fondo foro (da 4, 5 e 6”), il Leopard DI550; come tutti gli operatori sanno, questa tecnologia pone il martello sul fondo del foro, invece che sulla slitta di perforazione come avviene sugli altri modelli. Per tutti i modelli di carri da perforazione i tempi di consegna oscillano da sei a otto settimane dalla data dell’ordine, una tempistica piuttosto breve per mezzi di questo tipo, estremamente versatili dal punto di vista delle opzioni di allestimento, che, di fatto rendono ogni macchina in pratica unica.
Ovviamente in evento CGT dedicato alla cava le macchine Caterpillar non potevano mancare; a Rezzato hanno fatto bella mostra di sé, tra le altre (c’era anche un 323F, diversi gommati, e macchine compatte), un escavatore cingolato 336F XE Ibrido, una pala gommata 972M XE, un dumper articolato 730C.
La dimostrazione di CGT non si è concentrata solo sulle macchine, ma soprattutto sull’elettronica che i mezzi della gamma XE (che rappresenta in CAT il non plus ultra della tecnologia) hanno a bordo di serie. Si è parlato di sistemi di pesatura automatica sia a bordo delle pale sia sugli escavatori, sistemi che consentono di incrementare davvero molto la produttività del cantiere (l’operatore sa in ogni istante quando ha caricato e quando deve ancora caricare per arrivare al peso ottimale), evitando contemporaneamente di circolare su strada con mezzi sovraccaricati (con le conseguenti multe salatissime).
Interessante poi il sistema, sempre montato sul 336F XE, per il controllo delle quote di scavo che consente automaticamente di riportare la benna sempre alla stessa profondità (riducendo drasticamente il rischio, esempio, della rottura delle tubazioni) o quello che semplifica la realizzazione delle scarpate. Lo stesso sistema può essere utilizzato per impostare blocchi nel sollevamento del braccio verso l’alto, particolarmente utili in presenza di linee elettriche aeree, ad esempio
Infine e qui rasentiamo la fantascienza, la compartecipata Red Bird ha dato dimostrazione dell’uso dei droni per il telerilevamento e il controllo dinamico delle cave. Del tutto in automatico i droni rilevano le aree richieste e, a partire da questi dati, è possibile fare davvero di tutto, dal controllo e confronto del materiale scavato e dell’evoluzione del fronte di cava, all’ottimizzazione dei percorsi all’interno della cava stessa, fino alla gestione della sicurezza con livelli di precisione davvero elevati e costi drasticamente più bassi rispetto ai sistemi di rilevazione tradizionali.
E ricordatevi che controllo, oggi, fa rima con redditività, il Sacro Gral di ogni imprenditore…