CGT, menù completo da cava

L’accordo è valido dall’inizio dell’anno, ma ora in CGT cominciano a fare sul serio; facciamo riferimento all’accordo che il dealer CAT ha stipulato con Sandvik, colosso svedese fondato nel 1862 e specializzato tra l’altro nelle attrezzature da cava, frantumazione e riciclaggio. Accordo che ha preso corpo in occasione di un affollato Open Day tenutosi lo scorso sabato (18 giugno), a Rezzato nella suggestiva scenografia della Cava Eredi Ventura Andrea.

Il vaglio sgrossatore QE341, macchina da 74,5 kW con peso operativo di 17,5 tonnellate e dimensione del piano vagliante di 3.500x1.240 mm
L’obiettivo strategico è di quelli di lungo respiro: diventare in sostanza un full liner per i prodotti mobili in cava, sfruttando le sinergie tra i vari marchi e proponendo un livello di servizio omogeneo per tutti i prodotti commercializzati. CGT, in definitiva, si propone come un fornitore di soluzioni per i propri clienti, obiettivo più consono con i tempi post crisi dove avere buoni prodotti non basta più, occorre invece affiancare i clienti con uno spettro più ampio, volto alla risoluzione delle loro problematiche a 360°.

Obiettivo strategico che trova puntuale conferma nell’organizzazione dell’appuntamento a Rezzato, con dimostrazioni, certo, dei vagli e dei frantoi di Sandvik (ma ci sono anche tantissime perforatrici di ogni tipo e dimensione non dimentichiamocelo), ma anche con suggestive demo delle tecnologie montate sulle macchine Caterpillar, fino ad arrivare ai droni Red Bird (recentemente entrata nella famiglia CAT) che consentono di mappare tridimensionalmente le cave per aumentare la redditività operativa degli operatori.

Tanta roba per una sola giornata; cercheremo quindi di riportarvi con ordine quello che abbiamo potuto vedere, a partire, com’è ovvio, dai vagli e dai frantoi a marchio Sandvik.

 

Potenza semplice

In cava, CGT ha portato due vagli sgrossatori (il QE241 e il QE341) e due frantoi a mascelle (Il QJ241 e il QJ341); le quattro macchine, che hanno anche dato prova delle proprie capacità nel corso di una serie di sessioni di prova, erano a Rezzato a rappresentare la gamma Sandvik commercializzata in Italia che comprende oltre 30 prodotti, tra frantoi a mascelle (da 30 a 135 ton), frantoi a cono (da 30 a 70 ton), frantoi ad urto (da 37 a 60 ton), vagli selezionatori (a due e tre piani), vagli sgrossatori (piani vaglianti da 3,3 a 5,4 metri) e impianti semi-mobili (pesi operativi da 33 a 76 ton, con frantoi a mascelle, ad urto e a cono).

In cava ci hanno impressionato gli accorgimenti tecnici, presenti sia sui vagli sia sui frantoi, appositamente pensati per semplificare le manutenzioni ordinarie e straordinarie; sempre a livello di progettazione, in Sandvik, anche rispetto ai risultati della concorrenza, sono riusciti a ridurre al minimo le dispersioni di materiale attorno alle macchine, riducendo di conseguenza gli interventi per la pulizia del piazzale che abbattono la produttività complessiva. Altro fattore interessante: gli impianti idraulici utilizzano davvero molto le tubazioni rigide; visto il livello di vibrazione a cui sono sottoposti nel normale uso delle macchine, questo è un vantaggio in termini di affidabilità, abbattendo drasticamente i fenomeni di trafilamento.

L’elettronica infine: Sandvik (e qui la logica Caterpillar si sposa benissimo) ha messo a punto sistemi in grado di autoregolarsi, aumentando o diminuendo la velocità di lavorazione a seconda del materiale presente nella camera di frantumazione e della velocità istantanea del motore, con conseguente aumento della produzione e minori usure di mascelle e corazze (anche il consumo di carburante ne beneficia). Nonostante poi siano dei colossi, le macchine sono molto semplici da attivare: dopo aver girato la chiave, basta la pressione su due tasti per attivare completamente i vagli e i frantoi. Chi è abituato a lavorare con sistemi tradizionali, capisce benissimo di quale semplificazione stiamo parlando…

I frantoi a mascelle Sandvik riescono a gestire, soprattutto nel caso di frantumazione di intenti da demolizione, molto bene il problema della gestione del ferro d’armatura, limitando i fenomeni di intasamento. Quando comunque il tondino si blocca, Sandvik ha progettato i propri frantoi dotandoli di tunnel per il passaggio del frantumato (i nastri si possono abbassare) molto ampi e, quindi, consentendo interventi veloci senza pericolosi contorsionismi.  

Poi ci sono i mulini ad urto della serie Prisec, adatti alla frantumazione e al riciclaggio degli inerti (per la gestione del ferro ci sono diversi accorgimenti tra cui il deferrizzatore standard), che sono configurabili direttamente in cantiere sia come primari sia come secondari e sono coperti da una serie di brevetti. Questo consente di produrre con una singola macchina un grande spettro di materiali, tutti con l’elevata qualità tipica dei mulini a martelli. Tutti questi mulini sono disponibili con o senza vagli integrati (ciclo chiuso).

Dai frantoi a vagli: quattro compongono la gamma di vagli sgrossatori di Sandvik, che sono progettati per lavorare anche con tutti i nastri da un singolo lato (valore aggiunto negli impianti di riciclaggio dove lo spazio è poco); ci sono poi quattro modelli di vagli selezionatori, tre dei quali (i più grandi) sono equipaggiati dal sistema brevettato Double Screen (in sostanza due vagli in serie, regolabili autonomamente sia per inclinazione sia per frequenza di vibrazione che per direzione di movimento) che permette, a parità del piano di vagliatura, di avere un incremento della produzione di circa il 30% rispetto a un sistema tradizionale.

Non solo frantumazione

Ma Sandvik per CGT non significa solo vagli e frantoi, ma anche carri di perforazione, in cava c’erano un Commando DC125R e un Ranger DX800; il primo è un modello radiocomandato che Sandvik propone per la lavorazione delle pietre ornamentali, mentre il secondo è il modello più grande (con un diametro di perforazione da 76 a 127 mm) della gamma dedicata alle cave di medie dimensioni (come sono la maggior parte di quelle italiane) e alla tecnologia per fondazioni.

La gamma Sandvik di carri di perforazione copre in sostanza tutte le esigenze del mercato italiano delle cave; si va appunto dai modelli Commando DC125R (gommato) e Dino DC400R (cingolato), entrambi radiocomandati, per la lavorazione delle pietre ornamentali, ma anche per un’ampia gamma di opere civili (essenzialmente chiodature grazie alla loro slitta in grado di ruotare a 360°), alla serie Ranger (4 modelli, il DQ500, il DX600, DX700 e il DX800) per le perforazioni in cava in vista dell’abbattimento con l’esplosivo. La Serie Ranger, rispetto ad altri marchi concorrenti, ha una fondamentale differenza: l’intera sovrastruttura può ruotare a 360° sui cingoli (come un escavatore cingolato per intenderci), aumentando drasticamente la zona di copertura della macchina, con conseguente maggior produttività nell’allestimento della perforazione per la volata.

Sopra alla serie Ranger, salendo di peso e prestazioni c’è la gamma Pantera, composta da due modelli, la DP1100 e la DP1500, basati su sistemi can-bus e molto semplici da usare. Infine c’è l’unica (per ora) perforatrice Sandvik distribuita da CGT che lavora con martello fondo foro (da 4, 5 e 6”), il Leopard DI550; come tutti gli operatori sanno, questa tecnologia pone il martello sul fondo del foro, invece che sulla slitta di perforazione come avviene sugli altri modelli. Per tutti i modelli di carri da perforazione i tempi di consegna oscillano da sei a otto settimane dalla data dell’ordine, una tempistica piuttosto breve per mezzi di questo tipo, estremamente versatili dal punto di vista delle opzioni di allestimento, che, di fatto rendono ogni macchina in pratica unica.

Macchine e tecnologie, la coppia perfetta

Ovviamente in evento CGT dedicato alla cava le macchine Caterpillar non potevano mancare; a Rezzato hanno fatto bella mostra di sé, tra le altre (c’era anche un 323F, diversi gommati, e macchine compatte), un escavatore cingolato 336F XE Ibrido, una pala gommata 972M XE, un dumper articolato 730C.

La dimostrazione di CGT non si è concentrata solo sulle macchine, ma soprattutto sull’elettronica che i mezzi della gamma XE (che rappresenta in CAT il non plus ultra della tecnologia) hanno a bordo di serie. Si è parlato di sistemi di pesatura automatica sia a bordo delle pale sia sugli escavatori, sistemi che consentono di incrementare davvero molto la produttività del cantiere (l’operatore sa in ogni istante quando ha caricato e quando deve ancora caricare per arrivare al peso ottimale), evitando contemporaneamente di circolare su strada con mezzi sovraccaricati (con le conseguenti multe salatissime).

Interessante poi il sistema, sempre montato sul 336F XE, per il controllo delle quote di scavo che consente automaticamente di riportare la benna sempre alla stessa profondità (riducendo drasticamente il rischio, esempio, della rottura delle tubazioni) o quello che semplifica la realizzazione delle scarpate. Lo stesso sistema può essere utilizzato per impostare blocchi nel sollevamento del braccio verso l’alto, particolarmente utili in presenza di linee elettriche aeree, ad esempio

Infine e qui rasentiamo la fantascienza, la compartecipata Red Bird ha dato dimostrazione dell’uso dei droni per il telerilevamento e il controllo dinamico delle cave. Del tutto in automatico i droni rilevano le aree richieste e, a partire da questi dati, è possibile fare davvero di tutto, dal controllo e confronto del materiale scavato e dell’evoluzione del fronte di cava, all’ottimizzazione dei percorsi all’interno della cava stessa, fino alla gestione della sicurezza con livelli di precisione davvero elevati e costi drasticamente più bassi rispetto ai sistemi di rilevazione tradizionali.

E ricordatevi che controllo, oggi, fa rima con redditività, il Sacro Gral di ogni imprenditore…

Correlati

Abbiamo visitato un cantiere a 2.000 metri di quota a Pian del Pra, dove la Sevis di Soraga sta realizzando un nuovo bacino per l’innevamento con una flotta di macchine di CGT Noleggio

Abbiamo intervistato Luciano Ciancarella, titolare General Tractor Italia, concessionario macchine compatte CAT per l'Abruzzo

News