Cavare: a cavallo tra Arte e Scienza

Arriviamo nella cava di Cerano in una mattinata di tardo novembre, primo giorno di tregua dopo le piogge torrenziali che hanno flagellato il Piemonte per una settimana. Nonostante questo la cava ci appare subito estremamente ordinata e ben organizzata, una prima impressione confermata poi, ve lo anticipiamo, nella visita che abbiamo effettuato con uno dei due titolari della Elmit (che gestisce la cava), Alessandro Riva.

A colpirci positivamente, fra gli altri (numerosi) dettagli, una presenza e un’assenza. Per arrivare al sito percorriamo una lunga strada asfaltata in perfetto stato di manutenzione che si chiama appunto via Elmit. Il motivo? Semplice, l’ha realizzata la proprietà della cava per far transitare, a senso unico i mezzi in entrata e in uscita, in assoluta sicurezza. Qualche chilometro di manto in asfalto, non se ne vedono molti di questi tempi di crisi strisciante, almeno in Italia.

Mescolatore? Sì, grazie!

Sul sito estrattivo lavora anche un impianto di calcestruzzo Liebherr con mescolatore e doppia baia di carico
E l’assenza? Manca completamente la ruggine. Il grande impianto di selezioni inerti, verniciato di grigio per mimetizzarsi (soprattutto con la nebbia) nel panorama, è manutenuto in perfetta efficienza in tutte le sue parti, anche quelle più nascoste.

In Elmit da questo punto di vista sono categorici e riservano lo stesso trattamento anche per l’impianto di calcestruzzo, a marchio Liebherr: un gioiellino con mescolatore e doppia baia di carico (e anche di questi in giro nel nostro Paese non ce ne sono tanti).

Sia la presenza sia l’assenza (strano binomio) hanno però un’unica ragion d’essere: la volontà della proprietà di Elmit di lavorare nella massima efficienza e nel rispetto ambientale più rigoroso. Come ci conferma, appunto, Alessandro Riva nella nostra intervista esclusiva.

Evoluzione e innovazione

“Elmit nasce nel 1964, lungo l’alveo del fiume Ticino, in una zona molto ricca di quarzo. Il primo impianto si occupava della selezione dei ciotoli di quarzo che venivano impiegati per la realizzazione delle ferroleghe, soprattutto per integrare in fonderia l’alluminio. La selezione era ancora manuale e presto accanto a questa attività l’azienda cominciò a commercializzare ghiaie e sabbie per il settore delle costruzioni e delle infrastrutture”.

“Negli anni ’70 le modifiche e le implementazioni all’impianto hanno naturalmente portato ad aumentare il peso economico della produzione degli aggregati (erano gli anni del boom edilizio e infrastrutturale). Il 1978 è una data chiave, viene istituito anche in Piemonte il Parco del Ticino (sulle orme della Lombardia) e l’impianto si trova in un’area soggetta a tutte le normative dell’ente parco”.
Il primo dumper rigido Perlini prodotto dai nuovi imprenditori che hanno rilevato lo storico marchio, un 405, è stato consegnato proprio alla Elmit
Continua Riva: “Dopo alcuni anni di difficile convivenza con le restrittive normative dell'attività estrattiva nel parco, si è deciso di spostare la produzione, proprio perché consci dell’incongruità dell'attività (anche se realizzata nel più rigoroso rispetto delle normative ambientali) in quel territorio. Già allora, infatti, avevamo impostato importanti interventi di rinaturazione e, nell’area soggetta a cava, avevamo anche realizzato una serie di laghetti che erano diventati centro di ritrovo estivo di tutta la zona”.

“Il nuovo sito individuato, anche in accordo con la Regione e i Comuni del territorio (Cerano e Trecate), insisteva sempre sul terrazzo alluvionale del Ticino, ma era fuori dai confini del Parco; dopo aver acquisito sul mercato i treni necessari, abbiamo preparato un progetto che si basava sul principio dello scavo con arretramento del terrazzo, in modo da realizzare una coltivazione facilmente ripristinabile, nel momento in cui sarebbero iniziati gli interventi di rinaturazione”.

Qualità mobile

La gestione e preparazione di granulometrie fini viene gestita da Elmit anche con un vaglio Powerscreen
Prosegue RIva: “L’obiettivo, sull’intera area di cava era già in origine quello, una volta terminata l’attività, di ripristinare completamente il piano agricolo di coltivazione (sono già impostate le strutture di adduzione idrica per la futura irrigazione dei campi)”.

“Le bonifiche sono iniziate nel 1982 e nel 1984 sono iniziati i primi scavi che, secondo il piano di coltivazione, erano dimensionati per ribassare il terreno nella zona in cui sarebbe sorto l’impianto di selezione e trattamento degli inerti (per abbatterne l’impatto visivo sul territorio)”.

La cava come industria

Riva ci tiene a sottolineare come: “Impianto che entra in attività nel 1987, comprensivo di uffici annessi; un particolare questo non irrilevante perché da sempre abbiamo voluto interpretare l’attività estrattiva con i principi imprenditoriali tipici del settore industriale. Principi che hanno contraddistinto la nostra attività fino ad oggi e che ci consentono di dare lavoro a 40 persone, nel totale rispetto dei principi più restrittivi di sicurezza e qualità e di controllo dell’impatto ambientale di ogni nostra attività”.

"Dal 1987, progressivamente, seguendo le logiche di un coerente piano industriale, abbiamo diversificato e ampliato il ventaglio dei prodotti che possiamo offrire, cercando di offrire ai nostri clienti un servizio completo:  ai prodotti tradizionali del mercato dell'edilizia e delle infrastrutture abbiamo affiancato la selezione di sabbie silicee per impianti sportivi (1991) e, nel 2001, il servizio di recupero di materiali provenienti da scavi e demolizioni e la successiva trasformazione degli stessi in misto stabilizzato riciclato”.

Ritorno all'agricoltura

La vocazione agricola dei terreni viene ripristinata immediatamente, porzione per porzione, com'è evidente da questa immagine
“Tra l’altro, come Elmit siamo stati tra i primi in Italia che, per agevolare la manutenzione dell'impianto aggregati, abbiamo installato una gru a torre. La produttività ne ha sicuramente giovato, così come, fattore che non sottovalutiamo affatto, la sicurezza”.

“Sull’impianto di Cerano - conclude Riva - abbiamo già un nuovo programma di investimenti volto ad aumentarne ulteriormente l’efficienza. Come dicevo prima, infatti, siamo convinti che gli investimenti produttivi siano l’unica strada per poter competere con successo nel nostro mercato, in cui il prezzo della materia prima (ma anche nel prodotto finito, se parliamo di calcestruzzo) è molto compresso (in alcuni casi anche senza alcuna logica industriale) e non accenna a dare segni di recupero”.

Calcestruzzo? Si se di qualità

In Elmit, oltre agli aggregati, seguono anche l’intera filiera del calcestruzzo, come ci conferma Riva: “Nel 2003 abbiamo attivato la produzione e commercializzazione di calcestruzzo premescolato, affiancata poi, nel 2006, dai servizi chiavi in mano per la fornitura in opera di pavimentazioni industriali in calcestruzzo e da quelli di pompaggio del calcestruzzo e trasporto di aggregati, macerie e calcestruzzo”.

“Ogni nuova attività si è inserita, ampliandolo e arricchendolo, in un piano organico in cui Efficienza è la parola chiave da sottolineare”.

“Non si tratta solo di filosofia imprenditoriale, ma di esempi concreti. Siamo stati fra i primi in Piemonte a volere un impianto per il calcestruzzo con mescolatore e modulo di recupero del materiale reso (tra l’altro acquistato dalla Liebherr come la pala gommata che abbiamo visto oggi al lavoro), ma anche a produrre e commercializzare calcestruzzo con un impianto completamente automatizzato”.
L'impianto di Cerano è stato tra i primi in Italia ad utilizzare una gru a torre per agevolare le operazioni di manutenzione
“Faccio riferimento al nostro sito produttivo di Mortara, attivo dal 2010, che può essere completamente gestito in remoto. Sull’impianto, per la gestione ordinaria, non abbiamo personale e garantiamo carico e accesso ai nostri clienti, direttamente dalla sala operativa di Cerano”.

“Sul sito di Cerano, oggi riusciamo a raggiungere una produzione con carichi ogni  otto minuti; a ciò servono due bocche di carico, ognuna con un possibile diverso mix design; la scelta del mescolatore ci consente di poter garantire ai nostri clienti un calcestruzzo di alta qualità, certificato, estremamente omogeneo, con ricette controllate fino al più piccolo dettaglio”.

“Sappiamo con certezza i quantitativi che partono con ogni singola betoniera, garantendo ai nostri clienti una tracciabilità completa del prodotto che verrà gettato nei loro cantieri. L’impianto Liebherr può anche realizzare forniture a secco o di misto cementato, senza problemi”.

“Tra l’altro, voglio ricordare che, come strategia aziendale, non solo la gran parte del calcestruzzo che produciamo nei nostri impianti viene trasportato con una flotta di betoniere di nostra proprietà,ma viene anche gettato con betonpompe e pompe per cls di Elmit, proprio con l’obiettivo di poter controllare fino al dettaglio la qualità del nostro prodotto”.

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