Efficienza e innovazione; un binomio vincente (non lo ripeteremo mai abbastanza spesso) soprattutto in tempi di mercati complicati. E’ vero che il
2018 ha segnato un primo segnale di crescita anche nell’attività estrattiva delle cave, ma è altrettanto certo che la situazione è quanto mai ancora nebulosa per questo mercato, complice una politica incerta e titubante (se non ostile) rispetto alle grandi opere.
Consumi giù, efficienza su
La pala gommata 457 è la più grande della gamma JCB con di peso operativo massimo di 24,6 ton
Gli imprenditori non possono non essere attenti a queste dinamiche e i migliori fra loro ci hanno dimostrato che l’unica strada per superare le secche della crisi è quella che passa per una
reazione dinamica: da una parte reinvestire gli utili fatti negli “anni buoni” e dall’altra rivedere drasticamente la propria
gestione dei siti estrattivi, per renderla più efficiente e produttiva.
E’ quello che hanno fatto i
fratelli Di Pinto di Bisceglie, titolari dell’omonima azienda, la
F.lli Di Pinto srl: l’acquisto di una
nuova pala gommata si è trasformato, infatti, nell’occasione per fare meglio e più velocemente (spendendo meno soldi) l’attività di produzione, stoccaggio e consegna inerti.
Tre generazioni di cavatori
Sono
tre generazioni che la famiglia Di Pinto lavora nel segmento estrattivo e, oggi, è una
realtà importante sul proprio territorio; l’attività è cominciata nel 1958 e attualmente sono i nipoti dei fondatori,
Mauro e Vito Di Pinto appunto, che guidano l’azienda, che si articola dall’estrazione fino alla definitiva commercializzazione degli inerti cavati.
L'altezza di scarico di 2.923 mm consente agevolmente di caricare ogni tipo di autocarro
Recentemente, e precisamente
dal 2003, i titolari hanno deciso di aggiungere all’attività tradizionale un ramo di azienda che segue il
recupero e riciclo di inerti che provengono dai
cantieri di demolizione sparsi sul territorio.
Questo tipo di attività (assieme allo stoccaggio delle terre di scavo e smarino), in effetti, è stato di
grande aiuto ai cavatori di tutta Italia per dare continuità e respiro alle proprie attività, soprattutto quando la crisi stava colpendo duramente il segmento delle costruzioni.
A dimostrazione, appunto, di quanto le famiglie Di Pinto (in azienda sono titolari anche le mogli dei due fratelli) siano attente all’
ottimizzazione della propria azienda; un’ottimizzazione che non poteva che passare anche attraverso lo svecchiamento del parco macchine, proprio per avere un
vantaggio competitivo in termini di
produzione oraria da una parte e di
abbattimento del consumo di carburante dall’altra.
Sulla JCB 457, spinta e potenza sono garantite anche a bassi regimi del motore
La trasmissione standard è a quattro marce con in opzione la trasmissione a 5 marce e lock-up
Entrambi i fattori sono stati alla base della valutazione di quello che il mercato offriva al momento di comprare uno degli elementi fondamentali per un cavatori: la
pala gommata. E dall’analisi, in questo caso è risultata vincente
JCB.
Più precisamente, l’ammiraglia della gamma del produttore britannico: la
pala gommata 457, consegnata alla F.lli Di Pinto, dal concessionario di zona di JCB, la
Bamac di Modugno.
Produttività a 360°
Da buoni cavatori, i fratelli Di Pinto hanno analizzato e soppesato ogni aspetto, non solo quello (sempre importante) del costo di acquisto; la
produttività e l’efficienza nel consumo del carburante sono stati i due fattori principali di scelta.
E per entrambi la JCB 457 ha convinto; il
motore MTU da 7,7 litri (Stage IV) che eroga una
potenza di 191 kW a 1.600 giri al minuto (bella robusta anche la
coppia che arriva a 1.150 Nm, ben il 6% in più del modello JCB precedente), ha curve di potenza e coppia che forniscono,
anche ai bassi regimi tutta la forza necessaria per lavorare.
Nella foto, Domenico Minnini, commerciale di Bamac, tra i titolari della F.lli Di Pinto, Vito (a sinistra) e Mauro (a destra)
Questo significa
meno consumi, meno costi di manutenzione e
più durata per ogni componente. Tutti soldi che restano in tasca alla fine del mese, in sostanza.
Non basta, sono state molto apprezzate (e qui di nuovo emerge la lungimiranza dei titolari) la
semplicità di manutenzione e gli elevati intervalli di realizzazione della stessa. La 457, infatti, monta il
cofano motore che si apre elettricamente, senza bisogno di intervenire sui parafanghi posteriori. Più velocità quindi per gli interventi sul propulsore e
nessun problema per i controlli ordinari di filtri e livelli.
Il motore della JCB 457 è un MTU da 7,7 litri di cilindrata che eroga 191 kW di potenza a 1.600 giri
La pala gommata JCB 457 monta benne con volumi compresi fra 3,1 e 3,5 metri cubi (per materiali leggeri sono disponibili benne speciali)
la lunghezza di trasporto della JCB 457 arriva a 8.521 mm, mentre la larghezza misurata esterno pneumatici è di 2.699 mm
Apprezzate poi le doti di potenza della JCB 457, a partire dalla forza di penetrazione, per una
imbennata fluida (la 457 garantisce 17.200 daN) e la
velocità sul ciclo di carico (sollevamento a benna piena 5,8 secondi, tempo di abbassamento 1,2 secondi).
Come dire, in cava, ogni secondo e ogni metro cubo caricato fanno (oggi più che mai) la differenza.
La cabina, una specialità JCB (come il the per gli inglesi)
La
cabina Command Plus, presentata qualche anno fa da JCB e ora presente su tutte le pale gommate della Casa britannica, è stata senza dubbio
apprezzatissima dai titolari della F.lli Di Pinto.
La cabina, fra le
più silenziose sul mercato, ha una vetratura anteriore che garantisce la
visibilità completa della benna e dello spazio circostante (i vetri arrivano fino al pavimento);
molto buona anche la posizione dei montanti anteriori, estremamente sottili e spostati sul lato della cabina, sui quali trovano posto molti fra i comandi ausiliari più importanti (semplicissimi da raggiungere).
Cabina con (molta) vista
La cabina Command Plus di JCB, vetratura anteriore fino al pavimento e montanti laterali leggeri e spostati sul lato. Molto silenziosa
Anche l'
impianto di condizionamento (e nelle cave pugliesi ce n’è davvero bisogno)
è stato migliorato, reso
più efficiente ed è dotato di bocchette più numerose e meglio disposte.
Il
sedile standard con sospensioni ad aria ha, infine, davvero
molti punti di regolazione, soprattutto a livello lombare che fanno davvero molto in fatto di
comfort per l’operatore durante le lunghe giornate di lavoro in cava.
E anche questo, non dimentichiamolo alla fine significa produttività.