Nel 2017, la notizia dell’acquisizione di Cofiloc da parte del Gruppo Kiloutou aveva
scosso profondamente il mercato del noleggio italiano, finora vissuto in un sonnacchioso ritmo di crescita fatto di
pochi operatori dimensionalmente adeguati e di una miriade di piccoli o piccolissimi noleggiatori.
Lo scossone aveva ragione d’essere per due motivi: Kiloutou era il
primo gruppo internazionale specializzato nel noleggio che affrontava l’Italia con un
piano di crescita ambizioso e, soprattutto, l’acquisizione di Cofiloc era (nell’opinione di tutti gli osservatori più attenti) il
primo tassello di un domino destinato a sconvolgere gli equilibri del mercato del noleggio italiano.
A distanza di 3 anni quel domino
continua ancora a correre, tessera dopo tessera; Kiloutou ha acquisito nell’ordine Cofiloc, Elevo (nel 2018) e Sticar (nel 2019), mentre Nacanco è entrata a far parte della storica rivale di Kiloutou, Loxam (sotto il brand Lavedon).
E le tessere (una conferma vi arriverà anche dalla nostra intervista) non hanno finito di cadere…
Yann Canari
Yann Canari, amministratore delegato Kiloutou Italia
Non solo: la nostra curiosità era sopratutto rivolta al
processo di integrazione delle varie realtà che Kiloutou ha acquistato, dato che, avendo le risorse finanziarie, è piuttosto semplice acquistare aziende, mentre il difficile arriva quando si deve affrontare il processo di armonizzazione (strumenti informatici, reti vendita, punti vendita, listini e chi ne ha più ne metta).
Per questo, durante questi giorni di quarantena, abbiamo voluto intervistare l’amministratore delegato di Kiloutou Italia,
Yann Canari, che da fine 2019 è stato incaricato dal gruppo francese di gestire lo sviluppo del mercato italiano.
Un compito non da tutti, ma che Canari, anche dopo la nostra chiacchierata, ci sembra abbia decisamente le
carte in regola per portare a termine al meglio.
Storia di un fabbro d’aziende
Sono
20 anni che, come ci racconta, Canari è in Kiloutou; entrato come commerciale, ha via via acquisito ruoli di maggiore importanza fino a
diventare membro del comitato direttivo del colosso francese.
E questo dice già molto sulla determinazione professionale del nuovo AD di Kiloutou Italia, come ci conferma anche direttamente: “Il mio primo incarico in Kiloutou è stato nel
settore commerciale, presso la filiale di Lione; con il passare degli anni, ho acquisito nuove esperienze, fino a diventare
responsabile di zona della Borgogna e della Franca Contea (nella Francia Orientale). Sempre come responsabile ho seguito successivamente il
Sud-Est della Francia (Nizza, Cannes, fino a Avignone). L’obiettivo in questo caso era quello di migliorare le performance di quella regione, regione che poi è stata estesa a tutto il sud della Francia da Marsiglia al confine con l’Italia”.
Nel titolo lo abbiamo chiamato
fabbro; non ce ne voglia Canari, anche perché per noi la professione del fabbro è tra le
storicamente più nobili e apprezzate (senza i fabbri le spade dei re non ci sarebbero state, così come le loro corone). Il fabbro plasma la materia prima grezza, lavorando con un
dualismo raro nelle professioni, dato che passa dai colpi di mazza sull’incudine al lavoro di fino con i ceselli per dar luogo a oggetti nuovi, che hanno al loro interno tutti gli elementi della fusione, ma sono
qualcosa di più e di meglio.
Cofiloc è entrata a far parte del gruppo Kiloutou nel 2018, venduta al colosso francese dalla famiglia Buso
Il lavoro nel Sud-Est della Francia, nella nostra narrazione è senza dubbio stato il primo lavoro per Canari come fabbro di Kiloutou. Un lavoro che è continuato, con un deciso scatto di livello e responsabilità, dopo l’ingresso nel comitato direttivo di Kiloutou nel quale sono state poste le basi per la
prima espansione internazionale del Gruppo.
Continua Canari: “La prima opportunità in questo senso si è presentata in
Polonia: il gestore di alcune nostre filiali aveva due punti noleggio in quel Paese che Kiloutou ha internalizzato, incaricandomi di sviluppare le attività di noleggio”.
Da due a 34 filiali in 5 anni, un ottimo score per Kiloutou in Polonia sotto la direzione di Yann Canari
Da notare: a Pozan (500.000 abitanti) ci sono 4 filiali Kiloutou. Un esempio delle prospettive italiane?
Incarico portato a termine piuttosto bene se, dopo cinque anni, oggi
Kiloutou ha 34 filiali in Polonia ed è il secondo attore per dimensioni e fatturato del Paese.
Canari: “Per aggredire al meglio il mercato polacco abbiamo individuato
tre realtà di noleggio già attive e le abbiamo acquisite, integrandole fra loro e uniformandone l’attività agli standard del gruppo Kiloutou”.
Sono stato incaricato di sviluppare il mercato italiano, dapprima integrando le acquisizioni già effettuate, per poi verificare nuove potenzialità di sviluppo. [Yann Canari]
Stante questi risultati, la
proposta di venire in Italia a omogeneizzare e integrare le recenti acquisizioni di Kiloutou è stata una naturale conseguenza, come ci precisa Canari: “Sono arrivato in Italia
alla fine del 2019, sia in veste di Amministratore delegato di Kiloutou Italia sia come Amministratore delegato di Sticar, la nostra ultima acquisizione nel vostro Paese (dopo Cofiloc e Elevo, ndr)”.
“L’obiettivo è davvero
molto simile a quello che ho raggiunto in Polonia; far sì che le nostre acquisizioni diventino
una sola realtà, omogeneizzando le varie esperienze, cercando di apportare le nostre esperienze a livello di gruppo, la nostra filosofia imprenditoriale,
senza per questo dimenticare quanto di buono sia stato fatto, sui propri territori, dalle imprese che abbiamo acquisito”.
Fusione (per niente fredda) a tre
Continua Canari: “Devo dire che anche le condizioni di partenza italiane sono simili a quelle polacche: abbiamo
tre aziende con posizionamenti differenti sul mercato, frutto dell’esperienza e della volontà dei tre imprenditori che le hanno fondate, tutte con dimensione relativamente ridotta, con al massimo poco più di 100 dipendenti”.
“Anche i
settori di riferimento sono diversi: Sticar è specializzata nei
carrelli elevatori, Elevo ha un posizionamento molto preciso nel segmento del
sollevamento, mentre Cofiloc ha un’
offerta più ampia che spazia anche nel movimento terra (in Polonia la condizione di partenza che ho dovuto gestire era leggermente differente con due imprese specializzate nel sollevamento e una nel noleggio delle piccole attrezzature)”.
Nel portafoglio di Elevo, il sollevamento era la quota quasi totale dei noleggi
“Le acquisizioni sono state effettuate con
una logica molto stringente: aggiungere al perimetro operativo di Kiloutou tre realtà complementari, in grado, una volta integrate correttamente, di
poter portare ciascuna il proprio contributo per dare vita a un portafoglio di offerta (e di conseguenza di clienti) il più ampio possibile”.
Continua Canari: “Tutte sono poi realtà padronali che non hanno mai dovuto confrontarsi con le logiche tipiche di un gruppo industriale come Kiloutou. Sono convinto che in quest’ottica, anche
per il personale di queste aziende si aprono interessanti opportunità di crescita e miglioramento professionale e questo è sempre stato uno dei miei obiettivi principali sia in Polonia sia in Italia”.
Crescono gli uomini, crescono le aziende
L'obiettivo di Kiloutou è quello di sviluppare una crescita organica basata anche sull'evoluzione professionale del personale delle aziende che acquisiamo [Yann Canari]
“Anche perché l’obiettivo di Kiloutou non è ovviamente quello di acquistare imprese e lasciare che il risultato della loro fusione rimanga delle stesse dimensioni di fatturato e dipendenti, ma piuttosto di
contribuire alla loro crescita in termini dimensionali, di forza lavoro, di perimetro operativo e di ricavi. In questo processo è fondamentale che anche le risorse umane già presenti nelle aziende acquisite seguano un processo di crescita ben strutturato”.
“Risulta quindi evidente che, anche in Italia,
non vogliamo solo crescere attraverso un processo di acquisizioni, ma anche (e soprattutto) investendo capitali e risorse per aprire nuove filiali che implementino le reti che abbiamo acquistato”.
“Anche per l’
armonizzazione della rete delle filiali il discorso è simile: tenendo conto dei mercati di sbocco differenti delle tre realtà che abbiamo acquisito,
non è detto che filiali vicine debbano essere accorpate. Certo potrà succedere, ma è altrettanto probabile che punti vicini vengano entrambi mantenuti, soprattuto se, lo ripeto, si specializzeranno in ben determinate tipologie di noleggio”.
Sticar è l'ultima acquisizione di Kiloutou in Italia, nel 2019
“Un’attività, invece, tipica del mio incarico italiano sarà quella di
capire meglio le dinamiche del mercato dei carrelli elevatori; in Kiloutou, infatti, conosciamo molto bene il noleggio nel settore del sollevamento e del movimento terra, mentre abbiamo meno esperienza nel settore in cui era specializzata Sticar. Per non si tratta di un’opportunità interessante da valutare per allargare il nostro perimetro di offerta, anche in ottica di una crescita professionale di tutto il gruppo”.
Ascoltare, integrare e non imporre
Voglio sottolineare come, pur avendo ovviamente procedure operative consolidate all’interno del nostro Gruppo, la visione di Kiloutou tenda sempre a
tenere in alta considerazione l’esperienza sul territorio, soprattutto quella maturata negli anni, delle imprese che acquisiamo”.
“E’ per noi un elemento imprescindibile che
fa parte del DNA aziendale e che, credo, sia uno dei fattori che ha reso la nostra azienda uno dei gruppi europei più importanti nel settore del noleggio delle macchine e delle attrezzature”.
Kiloutou ha nei propri valori il rispetto dell'esperienza imprenditoriale delle società che acquisiamo. Anche in Italia vogliamo contribuire alla crescita, integrando nel nostro sistema gli innegabili punti di forza che le tre aziende acquisite indubbiamente hanno. [Yann Canari]
"Cerchiamo quindi di contribuire a
ottimizzare le esperienze che troviamo sul campo, ma anche di adattarci a modi di operare e consuetudini che sono diverse da mercato a mercato, sapendo bene che per alcuni ambiti operativi le imprese che acquisiamo hanno un’
esperienza superiore alla nostra.
"Esperienza che sarebbe poco saggio lasciare andare sprecata, non rendendola un
patrimonio comune dell’intero nostro gruppo”.
“Parte importante del mio incarico è
valutare le aziende che abbiamo acquisito, il loro modo di lavorare, le loro peculiarità per poi avviare un processo di integrazione che ci consenta di armonizzarle al meglio nei nostri standard operativi. Se ben gestito questo processo consente un duplice risultato:
migliora le performances delle aziende che acquisiamo e arricchisce di esperienze nuove anche il nostro gruppo nel suo complesso”.
Cofiloc ha una portafoglio noleggio dedicato sia al sollevamento sia al movimento terra
“Fino alla crisi del Coronavirus che ha obiettivamente rallentato tutti i programmi, avevamo un
gruppo di esperti che lavoravano a tempo pieno per capire al meglio i processi delle tre imprese italiane acquistate per poi
integrarle nei nostri standard operativi”.
“Un lavoro davvero importante e molto impegnativo, se considerate che coinvolge anche l’integrazione di tutti i sistemi informatici e ovviamente ogni pratica di vendita, assistenza, presenza sul campo, il posizionamento di brand, il portafoglio prodotti e il listino prezzi”.
“C’è infine un altro fattore da considerare; in Italia,
nessuna delle imprese aveva esperienza con le piccole attrezzature, che viceversa sono una voce importantissima in Kiloutou. Ovviamente la valutazione di metodi e modi per introdurre questo ventaglio di prodotti nell’offerta italiana è stata una
priorità”.
“L’
esperienza pilota, coordinata da
Alban de Colombel, che abbiamo fatto nella filiale di Bellusco, alle porte di Milano, è un esempio di come il processo di integrazione possa portare importanti vantaggi alle aziende acquisite; i risultati della prima sperimentazione
sono stati molto positivi e, quindi, pensiamo di estendere i nostri punti noleggio dedicati alle piccole attrezzature anche ad altre filiali”.
La sperimentazione a Bellusco con il noleggio delle piccole attrezzature ha fornito risultati interessanti e incoraggianti
Il nostro obiettivo, inoltre, è quello di creare delle
filiali specializzate nel noleggio delle piccole attrezzature: si tratta di un passo importante, ma anche necessario, dato che riteniamo che questa attività di noleggio debba avere una griglia di filiali più densa rispetto al classico noleggio di macchine operatrici per il sollevamento e il movimento terra”.
Un mondo nuovo, ma conosciuto
L’ultima domanda è d’obbligo, anche in tempi incerti di Coronavirus.
Come percepisce Canari, sulla scorta dei primi mesi di lavoro, il
mercato del noleggio italiano e quali sono le sue opinioni sull’evoluzione di tale mercato nel breve e medio periodo?
La risposta, quando ancora il lockdown è attivo in tutto il Paese non poteva essere che prudente: “Il mercato del noleggio in Italia, rispetto a quello francese,
sconta un ritardo temporale che posso quantificare in circa 20 anni ed è, in effetti, il meno maturo tra i grandi Paesi europei. Abbiamo oggi
4 realtà strutturate (oltre a Kiloutou) che affrontano il noleggio con criteri moderni e un
grande numero di piccoli noleggiatori, alcuni ben organizzati, che offrono servizi in ambito provinciale”.
“Ritengo che l’entrata recente di Kiloutou e di un altro gruppo internazionale nostro diretto concorrente,
possa essere un importante fattore di evoluzione per il mercato del noleggio in Italia, spingendo verso la professionalizzazione del comparto in generale. Come Kiloutou diamo estrema importanza
alla sicurezza operativa e alla qualità del nostro parco macchine e di conseguenza, rispetto ai piccoli noleggiatori (che spesso hanno un parco macchine più vecchio), abbiamo un posizionamento di prezzo più alto”.
Elevo acquisto del 2018
Elevo è stata acquisita dal gruppo Kiloutou nel 2018
Continua Canari: “Sono certo che questo delta sia più che giustificato non solo dalla qualità del nostro parco macchine (che vuol dire anche efficienza operativa e redditività per i nostri clienti), ma anche dal
livello dei nostri servizi di assistenza, che sono uniformi in tutti i territori che seguiamo”.
“Un cliente che si affida a Kiloutou è sicuro di poter contare
sullo stesso standard di servizio ovunque stia noleggiando, potendo appoggiarsi a un’organizzazione che investe con continuità nella tecnologia, nel rinnovo e nella manutenzione del proprio parco macchine, seguendo
processi tracciabili e sicuri”.
“Il nostro obiettivo è quello di contribuire a innalzare il livello di sicurezza per quel che riguarda il noleggio operativo in Italia, dato che siamo davvero convinti che questo debba essere il nostro contributo più importante per un mercato destinato nei prossimi anni a crescere molto velocemente”.
Nonostante la complicatissima situazione dovuta al Coronavirus, posso dire che per noi l'Italia ha ancora un grande potenziale di crescita e presenta molte occasioni di investimento. Ci saranno parecchie sorprese in futuro. [Yann Canari]
“
Non abbiamo ancora finito di crescere in Italia; anzi è vero il contrario. La mia presenza qui lo dimostra e, quindi, nel prossimo futuro
potrete avere altre sorprese. Abbiamo grandi ambizioni per questo Paese e Kiloutou ha le idee ben chiare in questo senso. Ovviamente, il Coronavirus ha
innescato delle dinamiche economiche che non possono essere ancora ben delineate nelle loro conseguenze future, ma la nostra linea
non sarà certo cambiata dalla crisi sanitaria”.
“E’ molto difficile oggi, nel pieno della crisi, fare previsioni o scenari, ma sono convinto che, non appena l’emergenza sarà finita, l’economia italiana
saprà riprendere la via della crescita. Sarà un processo per tappe successive, graduale e dipendente dalle varie misure messe in campo, ma sono altrettanto certo che il
noleggio sarà uno dei settori che per primo saprà cogliere i benefici del nuovo ciclo economico, proprio per le caratteristiche del nostro tipo di business che risulta molto più reattivo rispetto ai segmenti tradizionali”.
“Molto difficilmente comunque quest’anno il rimbalzo potrà sanare il crollo dei primi tre mesi, anche per la semplice impossibilità materiale (nel caso ci fossero fortissimi interventi dei Governi) delle filiere interessate a mettere in campo le risorse necessarie per colmare il fossato che si è scavato. Non bisogna dimenticare che le misure per evitare un secondo picco epidemico, impatteranno sulla produttività di tutte le imprese, dilatando quindi i tempi della ripresa economica”.
Concude Canari: “Sono comunque
piuttosto fiducioso che l’economia italiana, europea e internazionale saprà riprendere velocemente la strada della crescita, proprio perché a livello internazionale gli Stati e le Autorità finanziarie, dopo un primo periodo di disorientamento, hanno decisamente imboccato la
strada del sostegno al mercato e alle imprese. E i risultati non tarderanno ad arrivare”.