Friuli Venezia Giulia, tra e montagne e il mare. E’ questo uno dei territori fra i più belli d’Italia, ma facilmente può diventare molto complesso da gestire quando occorra scavare appena sotto il livello del suolo.
Perché? Semplice, qui l’acqua, anche in periodo di siccità come quello che ha caratterizzato quest’ultimo inverno, non manca davvero mai. La vicinanza tra monti e mare e la composizione del terreno, infatti, fanno sì che le falde corrano appena sotto il livello del suolo, spesso addirittura dando origine a fontanili naturali.
Acqua protagonista
Nonostante l'inverno poco piovoso, l'acqua era ovunque in cantiere
In questo complicato contesto, siamo andati a visitare uno dei cantieri che vede impegnata la filiale italiana della belga >>Denys Nv<< nella realizzazione di un lotto del metanodotto sulla dorsale Mestre Trieste. Abbiamo incontrato i referenti di Denys sul cantiere, per vedere all’opera gli escavatori Next Gen che >>CGT<< ha noleggiato all’impresa belga.
Poca linea, tanti attraversamenti
Non è solo l’acqua a rendere complesso il lotto che Denys sta realizzando e la cui costruzione terminerà a giugno 2022, ma anche la stessa morfologia del territorio che frammenta la costruzione del metanodotto in moltissimi microcantieri, con molti attraversamenti e pochi tratti continuativi di condotta da posare, come ci conferma [Alessandro Rossetti], project manager di Denys: “Denys è una società belga che opera a livello internazionale (in Europa, ma anche in Africa e Middle East) e che è attiva già dal 1923; dagli anni ’60 del secolo scorso si è sviluppata la divisione che si occupa di pipeline. Attualmente la nostra offerta produttiva oltre a tutti i tipi di infrastrutture di trasporto oil&gas, riguarda le trivellazioni, il tunnelling, le infrastrutture, fino al restauro di opere storiche”.
Alessandro Rossetti
Alessandro Rossetti, project manager di Denys Nv
“Questo è il primo appalto che seguiamo in Italia, come main contractor, per conto di un primario cliente italiano e abbiamo a questo scopo attivato e qualificato Denys Italia. Parliamo di 32 km di linea DN400 (16”), che attraversa un territorio caratterizzato da un’importante presenza d’acqua che richiede la realizzazione intensiva di sistemi di dewatering (dai wellpoint ai deepwells); sul percorso sono presenti otto interventi di microtunnelling (con lunghezze dai 200 ai 700 metri) e una TOC molto importante (subappaltata a un operatore specializzato), quella che sottopassa il fiume Tagliamento, estendendosi per 861 metri in trivellazione orizzontale controllata”.
Il cantiere ha una complessità decisamente superiore a quella media di questo tipo di interventi, dovuta ai numerosi sottoattraversamenti e alla presenza di falde molto superficiali. [Alessandro Rossetti]
Continua Rossetti: “Ovviamente lungo la tratta sono previsti tutti gli impianti necessari alla corretta gestione del flusso di metano (PIDI, PIDA, PIL), fino ad arrivare a Gonars dove realizzeremo, in fregio alla stazione già esistente, una stazione di lancio e ricevimento PIG. Infine, costruiremo anche un importante impianto HTRS100, destinato alla rigassificazione e riscaldamento del gas”.
“Il lotto ha una difficoltà realizzativa superiore alla maggior parte dei metanodotti tradizionali, dato che prevede, oltre agli interventi sopra descritti, anche un grandissimo numero di attraversamenti minori (fossi, strade, altri impianti di rete) che comportano un importante sforzo organizzativo e gestionale dei cantieri. Un dato può dare l’idea: i tratti più lunghi di linea non superano i 300 metri. I lavori dovranno essere conclusi entro giugno 2022”.
Il Caterpillar 336 Next Gen impegnato nel riempimento della palancolata realizzata per un sottoattraversamento stradale
“Una volta terminata e messa in rete la nuova linea, ci occuperemo della dismissione della vecchia linea diventata obsoleta”.
“Per concludere voglio sottolineare alcune considerazioni generali: abbiamo posto particolare attenzione al rispetto ambientale, in accordo con le indicazioni operative della committenza: tutti i nostri mezzi principali in cantiere sono Stage V (escavatori, sideboom) e quindi con emissioni in atmosfera estremamente basse".
Il noleggio come scelta strategica
In cantiere, incontriamo anche [Pietro Galloni], responsabile cantiere per Denys: "Questo lotto del metanodotto è davvero complesso; il cantiere dove siamo oggi è un esempio preciso delle problematiche da affrontare su tutta la tratta: pochissimi spazi operativi, piste di larghezza ridotta, presenza abbondante d’acqua che richiede importanti interventi di drenaggio con pompe e linee di wellpoint. In queste condizioni operative, anche il semplice riempimento della palancolata realizzata per gestire un sottoattraversamento può diventare un’operazione complessa”.
“Siamo molto soddisfatti di aver noleggiato i mezzi d'opera, soprattutto in considerazione delle condizioni operative di questo cantiere. Il noleggio è stata una scelta strategica sui cantieri che stiamo gestendo in Friuli Venezia Giulia; abbiamo noleggiato da CGT numerosi escavatori cingolati sia in versione GC (utilizzati per le operazioni ancillari) sia Next Gen (principalmente incaricati dello scavo di linea e delle operazioni di finitura che richiedono precisione)".
“Questo ci ha consentito di avere una flotta moderna, in regola con le normative antinquinamento più rigorose (le macchine sono tutte Stage V), ma soprattutto di massimizzare la sicurezza in cantiere”.
Continua Galloni: “Non solo, i quattro escavatori 336 Next Gen (affiancati da altri GC) sono stati noleggiati completi di sistema satellitare 3D; questo ci ha consentito un’elevatissima precisione di lavoro, evitando di spostare materiale inutile, con la contestuale riduzione delle rilavorazioni in cantiere. Rilavorazioni che, vista la notevole articolazione dei siti di lavoro (stiamo realizzando tantissimi interventi di miicrotunnel), avrebbero avuto un impatto importante sulla redditività operativa complessiva”.
Non semplici fornitori
A sinistra Alex Ambroggi di CGT, a destra Pietro Galloni di Denys Italia
“Ci siamo rivolti a CGT, non solo perché l'estensione dela loro flotta a noleggio ci ha consentito di avere le macchine giuste in ogni momento e per ogni lavorazione, ma anche per il loro servizio di assistenza durante tutto il periodo del noleggio".
"Anzi, per essere più precisi, i servizi CGT ci sono stati utili anche in preparazione dei cantieri, dato che i loro specialisti hanno provveduto a caricare sugli escavatori i progetti delle lavorazioni da portare a termine, eseguendo anche un utilissimo processo di fine tuning".
Noleggio full optional
I quattro 336 Next Gen sono stati noleggiati con sistema satellitare 3D completo
"Avere il rilievo sull’escavatore, aumenta la sicurezza del cantiere, dato che segnala anche la presenza di linee elettriche e altri elementi che potrebbero generare rischi. Molto apprezzato anche il servizio di formazione sul corretto e completo impiego dei sistemi 3D che CGT ha erogato ai nostri operatori”.
Da sinistra Alex Ambroggi di CGT, Mauro Benvenuti, operatore sul 336 Next Gen e Pietro Galloni, responsabile di cantiere per Denys
Conclude Galloni: “C’è infine un altro aspetto che ci ha orientato verso il servizio di noleggio CGT: l’assistenza in cantiere; come Denys dobbiamo solamente seguire la manutenzione ordinaria, tutto il resto viene gestito da CGT che ci mette anche a disposizione un efficiente sistema di controllo e monitoraggio in remoto delle macchine, davvero molto utile per valutare l’efficienza in cantiere di ogni singolo mezzo”.
[Daniel Bana], Coordinatore del Gruppo Nuove Tecnologie di CGT: “Il grande vantaggio per Denys di aver noleggiato mezzi CGT di ultima generazione equipaggiati con sistemi 3D è immediatamente evidente: con soli due topografi (non c’è più bisogno di picchetti e modine) l’impresa sta gestendo un lotto di oltre 40 km di metanodotto, suddiviso in numerosi microcantieri che rendono le operazioni ancora più complesse”.
Daniel Bana
Daniel Bana, coordinatore Gruppo Nuove Tecnologie di CGT
Continua Bana: “Proprio per coordinare la notevole estensione del cantiere, abbiamo fornito a Denys due base station con portata potenziata che gestiscono ognuna l’operatività di due 336 Next Gen con sistemi 3D; il vantaggio è immediato, soprattutto nelle lavorazioni complesse come la realizzazione di cavalletti o dei tratti in curva".
Forniamo ai clienti un servizio di consulenza a 360° dall'individuazione dei sistemi più adatti, fino alla formazione e all'assistenza in remoto e in cantiere [Daniel Bana]
"Si riducono drasticamente le rilavorazioni dovute ai sempre possibili errori umani, diminuisce il consumo di gasolio giornaliero (e di questi tempi è un fattore fondamentale), ma, soprattutto, aumenta la sicurezza in cantiere, dato che nello scavo non c’è più bisogno dell’operatore per i controlli”.
Conclude Bana: “Come Gruppo Nuove Tecnologie non ci limitiamo a fornire le soluzioni tecnologiche, ma assicuriamo ai nostri clienti una serie di importanti servizi aggiuntivi: dalla formazione del personale (topografi, ma anche operatori) all’assistenza da remoto o in cantiere in caso di problemi, fino al fine tuning del progetto del cliente per rendere ancora più efficiente e preciso il lavoro delle macchine".
"Un ultimo fattore da non sottovalutare: con i nostri sistemi, i clienti hanno in ogni istante il controllo completo e aggiornato dell'avanzamento del cantiere, riuscendo in questo modo a intervenire tempestivamente per aumentarne la redditività operativa. L’idea è quella di consentire ai nostri clienti di concentrarsi sul lavoro che fanno meglio: costruire. Alla tecnologia per farlo prima e con più efficienza pensiamo noi”.
Il cuore della Next Gen
Per tonnellaggio, capacità operative e versatilità i quattro escavatori 336 noleggiati da Denys per la costruzione del metanodotto, sono il cuore della nuova gamma Next Gen di Caterpillar. Spinti da un motore Stage V da 234 kW, hanno la loro caratteristica distintiva nella dotazione tecnologica di serie (che è ulteriormente potenziata dai sistemi completi satellitari 3D voluti da Denys).
La serie Next Gen garantisce mediamente consumi ridotti del 15% e produttività aumentata del 40%
Troviamo sulla versione base il Cat Grade standard 2D che permette di tenere sotto controllo in tempo reale la profondità, la pendenza e la distanza in orizzontale attraverso il monitor touchscreen standard, lo Standard Grade Assist che automatizza i movimenti del braccio, dell'avambraccio e della benna, consentendo all’operatore, con una sola leva, di mantenere agevolmente il livello previsto e, infine, il Cat Payload che assicura la massima precisione nel carico (permettendo di massimizzare i viaggi, riducendo il carburante e evitando multe per sovraccarico se si lavora su strada).
Binomio vincente
15% di consumi in meno, 45% d produttività in più: binomio vincente per il 336 Next Gen
Ovvio, tutte le versioni base vengono considerevolmente potenziate dalle opportunità offerte dai sistemi 3D completi, a partire dalla possibilità di caricare e aggiornare in tempo reale i progetti, di condividere i dati e le prestazioni di ogni escavatore, nonché di controllare la redditività letteralmente per ogni fase delle lavorazioni.
Un sistema completo e integrato che in CGT sottolineano che mediamente garantisce il15% di consumi in meno e il 45% di produttività in più rispetto alle serie precedenti. Un dato non da poco in tempi di gasolio alle stelle…