Nella trasformazione delle rotte di
traffico marittimo mondiale, dovuta alla parallela evoluzione delle
tratte commerciali (tra Cina ed Europa, ma anche dal Sud Est Asiatico al nostro Continente), il tratto di mare dell’
Alto Adriatico sta assumendo progressivamente un
ruolo fondamentale a scapito di altri porti tradizionali, europei che richiedono
tempistiche più lunghe non solo via mare, ma anche per la successiva distribuzione intermodale (soprattutto nelle tratte verso il Paesi dell’Est Europa).
I
porti commerciali più a Nord che si affacciano sull’Adriatico (essenzialmente tre: Trieste, Monfalcone e Mestre) stanno vivendo una
fase dinamica di trasformazione, calamitando importanti investimenti di
gruppi privati che intendono assicurarsi spazi strategici non solo dal punto di vista delle
banchine, ma anche dei retroporti con le loro preziose
aree di stoccaggio di merci e semilavorati.
Proprio uno di questi
investimenti ci aveva portato, qualche tempo fa, a
Porto Marghera, dove avevamo visto la demolizione di oltre 130.000 metri quadri di capannoni con
struttura in cemento armato e
tamponamenti in laterizio (qui l’articolo di
goWEM!) ad opera del
>>Gruppo Baldan<< , incaricato dalla proprietà dell’area, la
Magazzini Generali srl di Venezia che sta realizzando qui una importante area logistica all servizio della
filiera dell’automotive.
Nei giorni scorsi, con il Gruppo Baldan siamo tornati a Venezia per
assistere al secondo lotto di intervento che prevede la
demolizione di altre importanti strutture dell’
area industriale dismessa, in particolare degli imponenti
sili in cemento armato prima utilizzati per lo stoccaggio del cemento.
Sili che erano fondamentali per l’attività che prima qui si svolgeva, quella della
ex Sirma, uno stabilimento che produceva materiale refrattario per le acciaierie di tutto il Mondo.
No esplosivo, si top-down
La grande struttura complessiva di
stoccaggio, composta da
16 sili di circa
30 metri di altezza, di 350 cm di diametro, collegati da un coronamento in
lamierino metallico che ospitava i nastri per la
distribuzione del cemento, non era stata interessata dalla
prima fase della demolizione (completata a dicembre 2022) che invece aveva riguardato tutte le
strutture minori composte dai magazzini (di altezza ridotta) e dalle
strutture di lavorazione dell’ex Sirma (in genere strutture pluripiano in laterocemento).
Il
primo progetto di demolizione messo a punto dai tecnici incaricati dalla
Magazzini Generali aveva previsto una
demolizione dei sili con esplosivo, dato che in quella fase non si ravvisavano problematiche di
sicurezza o di
tutela delle strutture circostanti.
Tale soluzione è stata però
abbandonata successivamente, dato che le
aree liberate dai magazzini nel
2022 sono già in uso per lo stoccaggio delle
automobili (in gran numero); per evitare danni, anche minori, alle auto, si è preferito optare per una
demolizione top-down con
escavatori meccanici con
bracci per la demolizione a grande altezza.
Nello specifico, il Gruppo Baldan ha messo in campo
tre escavatori da demolizione di questo tipo, due dei quali in grado di raggiungere
altezze di lavoro di adeguate alla demolizioni dei sili, mentre il
terzo è stato utilizzato per la
demolizione delle strutture più basse e per il completamento delle
demolizioni dei sili una volta che la loro altezza fosse stata ridotta dalle macchine più grandi.
Il
Gruppo Baldan si è occupato anche della
riduzione volumetrica (con frantumatori oleodinamici) in situ del materiale demolito, della selezione dello stesso con la
separazione preliminare delle
armature metalliche e, infine, del
trasporto del materiale frantumato (circa 2.500 metri cubi) agli appositi siti di stoccaggio e
selezione, dove, attraverso
ulteriori processi di selezione e frantumazione, questo verrà
trasformato in MPS (Materia Prima Secondaria) utile per essere reimpiegato in altri cantieri, con
impatti positivi sull’impronta ambientali degli stessi.
Tre volte orgoglioso
Incontriamo
[Sergio Baldan], titolare con il fratello
[Paolo] del Gruppo Baldan, sul
cantiere di Marghera (l’imprenditore è, come molti suoi colleghi, perfettamente a suo agio nell’operatività della demolizione): “Sono
particolarmente orgoglioso di questo intervento di demolizione, essenzialmente per
tre motivi: il primo è, senza dubbio, la
conferma della fiducia del nostro
cliente che, dopo averci affidato la demolizione di una
serie di capannoni dismessi, ci ha commissionato anche questa demolizione, sempre sullo
stesso sito di intervento, decisamente più impegnativa, che abbiamo saputo affrontare grazie agli
investimenti in macchine operatrici che abbiamo messo in campo, come gruppo Baldan, in questi ultimi anni”.
Sergio Baldan
Sergio Baldan, titolare con il fratello
Paolo del Gruppo Baldan
Prosegue
[Baldan]: “C’è poi un
aspetto di strategia aziendale; negli ultimi anni abbiamo
lavorato duramente per garantire ai nostri clienti,
interventi ‘chiavi in mano’, in cui l’
efficienza operativa e il rispetto dei
cronoprogrammi vanno di pari passo con la
sicurezza assoluta delle operazioni di demolizione (per noi è una priorità dato che i nostri operatori sono per noi una famiglia e non devono mai essere a rischio)”.
“I nostri clienti oggi, trovano nel Gruppo Baldan, un
partner in grado di
seguire ogni aspetto di questo tipo di interventi, dalla demolizione con le
tecniche più avanzate fino allo
smaltimento nel rispetto delle
normative ambientali dei rifiuti da demolizione e la loro trasformazione in
materia prima secondaria con un impatto positivo sull’ambiente”.
Il terzo, ma forse per me paradossalmente più importante, è la qualità assoluta della squadra dei nostri operatori e tecnici che hanno dimostrato ancora una volta di avere davvero una preparazione di altissimo livello e, quello che più per me conta, di essere entusiasti del proprio lavoro.
Conclude
[Baldan]: “Devo
personalmente ringraziare tutti i miei collaboratori, sia quelli impegnati sul campo sia quelli del nostro ufficio tecnico. Senza di loro e senza la loro
dedizione non avremmo potuto
concludere questo intervento nei tempi e con la
massima qualità complessiva. Non potrei essere più
soddisfatto del risultato, ma soprattutto di come, facendo squadra, l’abbiamo raggiunto”.