La voce “trasporti” nel bilancio sia delle imprese sia (sopratutto) in quello dei noleggiatori è una di quelle pesanti, che possono influenzare l’intera redditività aziendale; non è solo una questione di ottimizzazione delle tratte, ma (e ci sentiamo di dire soprattutto) tocca anche da vicino la qualità del servizio di noleggio; consegnare la macchina in orario (anche il ritiro veloce non è da sottovalutare) è un aspetto fondamentale, percepito dal cliente con grande favore e, quindi, un servizio indispensabile, da garantire con le unghie e con i denti.
Per riuscire a mantenere questo livello di servizio, è necessario avere un parco di autotrasporto ampio, articolato, efficiente e tecnologicamente aggiornato ed è proprio su quest’ultima caratteristica che vogliamo oggi concentrarci, presentandovi un semirimorchio estensibile appena entrato nel parco trasporti della O.Mec di Ancona. Il semirimorchio fa parte di un ordine complessivo di tre carrelloni, due fissi e uno, appunto, estensibile, costruiti per O.Mec dalla FGM di Frosinone. I tre semirimorchi sono stati progettati in stretta collaborazione fra O.Mec e FGM, tenendo in considerazione anche i minimi dettagli, come ad esempio le colorazioni: è stato scelto l’arancione, dato che gran parte del parco macchine per le grandi altezze di O.Mec è a marchio JLG (ed è arancio e crema per l’appunto).
Anche occhio vuole la sua parte, come recita l’adagio popolare, ma è soprattutto sulla tecnologia che vogliamo concentrarci.
La filosofia FGM, alla base della progettazione e della successiva costruzione del semirimorchio estensibile FGM 37 GWP (ma anche degli altri due fissi acquistati da O.Mec), tende a garantire all’utilizzatore finale la massima versatilità applicativa del semirimorchio (guarda il video del carico sul semirimorchio di una JLG 1850SJ Ultraboom con braccio da 58 metri); a questo scopo è stata stata studiata una gamma completa e articolata di legature diverse una dall’altra in relazione alle macchine da trasportare, ma, soprattutto, si è lavorato moltissimo sull’interasse e i passi degli assali per garantire la migliore distribuzione possibile dei pesi tra gli assi e la ralla.
FGM ha, infatti, scelto una soluzione che non alleggerisce troppo la ralla, caricando meno peso sugli assali rispetto ad altre soluzioni sul mercato: questa scelta progettuale garantisce una maggiore trazione del trattore stradale, con di conseguenza una maggiore stabilità della zona ralla quando la superficie stradale sia liscia, bagnata o in presenza di dossi.
Accennavamo prima ai sistemi di legatura: sull’ FGM 37 GWP sono quattro e prevedono asole sulla costola laterale del telaio con ganci sotto la costola stessa e golfare a scomparsa sul piano di carico. A richiesta FGM può realizzare asole aggiuntive, realizzate su disegno del cliente, da inserire sul piano di carico. Dal punto di vista delle legature si possono utilizzare catene, cinghie e cavi in acciaio. L’obiettivo è quello di eseguire una legatura di altissima sicurezza con tempi di realizzazione molto contenuti.
Dove non c’è acciaio, c’è alluminio; questa in sintesi la filosofia FGM per il 37 GWP. Le tipologie di acciaio impiegate, il Domex 500 e il Domex 700, garantiscono una resistenza più che adeguata senza impattare troppo sulle capacità di carico disponibili. Il semirimorchio allungabile, infatti, ha una tara di soli 12.300 kg e può garantire una portata di 26.700 kg (le versioni normali hanno, invece una tara di 10.800 kg e una portata di 28.200 kg).
Quale trattrice hanno scelto O.Mec e FGM per questo concentrato di tecnologia? Un Iveco Stralis 480 Euro 6; sull’Iveco la normativa è stata rispettata con tecnologia Hi-eSCR, con common rail che lavora a 2.200 bar e che, in questo modo, abbatte drasticamente l’emissione di PM.