Un coreano sul Taro

Siamo arrivati a Fornovo di Taro in una giornata di inverno vero, come quest’anno se ne sono viste poche: freddo, pioggia quasi gelata, neve sulle colline attorno al Taro. Eppure nella cava di Fornovo di Taro dell’impresa Scaramuzza Fabrizio srl si lavorava come niente fosse, anzi, il titolare che ci ha accolto in cava era quasi dispiaciuto il giorno prima di aver dovuto smettere di lavorare perché “continuava a piovere a dirotto”.

Sono questi gli imprenditori che ci piacciono, così come ci è piaciuto il nuovo “bambino” appena aggiunto dalla Scaramuzza in flotta, un escavatore cingolato Doosan DX300LC-5 (peso operativo che arriva a 30,9 tonnellate) che verrà utilizzato sia in cava sia nei cantieri attivi dell’impresa di Salsomaggiore.

Da sinistra a destra: Giuseppe Simmini, agente di zona per DMO, Mattia Scaramuzza, titolare dell'impresa omonima, e Gabriele Silvagni, presidente di DMO


Siamo anche molto soddisfatti di essere stati i primi a riprenderlo (qui il video della prima discesa ufficiale dal carrellone) al suo “primo giorno di scuola”, con ai comandi Mattia Scaramuzza che, con il padre Fabrizio è il titolare dell’impresa omonima. Con Scaramuzza abbiamo anche chiacchierato delle prospettive di mercato che ci sono in questa valle per i prossimi anni, così come della notevole qualità degli impianti di frantumazione e calcestruzzo presenti nella cava di Fornovo 

Alla fine della visita confermiamo l’impressione iniziale, l’impresa è di quelle che lavorano veramente bene, basta guardare l’impianto di frantumazione o quello per il calcestruzzo, entrambi rifatti a nuovo quando la Scaramuzza ha rilevato la cava (che non dimentichiamolo è in frangia al Taro e che, quindi, deve rispettare una montagna di normative).

Ma ora occupiamoci del bimbo nuovo degli Scaramuzza, il DX300LC serie 5, appunto, consegnato dal dealer di zona di Doosan, la DMO di Russi (provincia di Ravenna). Quasi dimenticavamo, in cantiere abbiamo avuto la sorpresa di trovare anche il presidente e amministratore delegato di DMO, Gabriele Silvagni.

Cuore Scania

Già da subito, l’orecchio esperto sente una prima differenza, scendendo dal carrellone il motore Scania fa le fusa come un gattone soddisfatto e continua a farle anche quando Scaramuzza sale su un cumulo di ghiaia e comincia a caricare i dumper articolati in servizio nella cava. E, attenzione, lo fa in modalità Power+, quindi chiedendo il massimo all’escavatore.

Poco rumore, ma tanta potenza disponibile; lo Scania eroga, infatti, 202 kW a 1.800 giri e rispetta le normative Stage IV senza il bisogno del filtro antiparticolato (ci sono ovviamente la riduzione catalitica selettiva con Adblue e il catalizzatore di ossidazione); tanta potenza a bassi regimi significa una gestione ottimale del motore, anche grazie al sistema di iniezione Common Rail XPI che lavora a pressione davvero molto elevata (2400 bar) e a un turbocompressore a geometria variabile che consente una risposta particolarmente pronta alle richieste dell’operatore.

Ma la potenza è nulla senza l’idraulica e anche qui, la nuova generazione di Doosan ha fatto un bel salto avanti; il rapporto tra motore e impianto idraulico (2 pompe a pistoni assiali tandem da 248 litri al minuto) è, infatti, gestito da un sistema elettronico di ottimizzazione della potenza che in Doosan chiamano e-EPOS e che consente di ottimizzarne l’efficienza in tutte le condizioni di lavoro, riducendo complessivamente i consumi di carburante fino al 15% rispetto alla serie 3.

Bene anche i due gruppi separati per il radiatore del motore e quello dell’olio idraulico; con la gestione elettronica della ventola idraulica del secondo, si riesce a tenere sempre l'olio a temperatura ottimale, abbattendo consumi e rumore.

Gli estrogeni? Solo dove serve!

La tendenza attuale per tutte le Case principali che producono macchine da cantiere è quella di effettuare attente analisi agli elementi finiti per irrobustire solo e soltanto le componenti maggiormente sollecitate; questo per evitare inutili aumenti di peso (e di costo aggiungiamo noi che siamo maligni). Anche Doosan segue questa linea e, sul DX300LC, come su tutta la serie 5, rafforza sia il sottocarro a X sia il braccio e il bilanciere, soprattutto nella struttura centrale e sulla flangia terminale (ci sono anche un bel po’ di barre di rinforzo supplementari in più). Per il punto di snodo della benna Doosan ha poi scelto le boccole EM (che sta per Enhanced Macrosurface) con rivestimento autolubrificante, aumentando anche lo spessore dello snodo (in polimero).Sempre parlando del sottocarro, da sottolineare la scelta di unire molla e ruota tendicingolo (più durata e manutenzione più semplice), le maglie autolubrificanti a tenuta della catena e le nuove ruote motrici heavy dutyin getto di acciaio. I rulli superiori del sottocarro sono in acciaio forgiato a tempra profonda e ci sono anche due piastre antiscingolamento di serieper tenere i cingoli allineati e aumentarne la protezione. Ah si, c’è anche la lubrificazione permanente dei rulli dei cingoli.

Anche i reni vogliono la loro parte

Partiamo dal capitolo rumorosità e vibrazioni, fondamentale per la valutazione di un escavatore, soprattutto quando se ne fa un impiego intenso e continuativo; su entrambi gli aspetti Doosan ha fatto bene sulla serie 5, con una rumorosità interna che non supera i 71 dB e un sistema di sospensione della cabina ripensato, anche più efficiente rispetto ai tradizionali smorzatori viscoelastici. Dove non arriva il sistema di sospensione, arriva certamente il nuovo sedile a sospensione pneumatica, con riscaldamento di serie.Efficiente anche il sistema di aria condizionata con il condizionatore, che mette in campo un bel numero di bocchette ben posizionate e la possibilità di personalizzare il flusso d’aria tra cinque modalità differenti.


A sinistra il pedale pedale proporzionale a due vie per gli accessori, a destra quello per l’avanzamento rettilineo; bello e ben posizionato il monitor LCD


Capitolo visibilità e sicurezza operativa; sono sicuramente migliorate, rispetto alla serie tre, la visibilità a destra e quella anteriore con vetrature più ampie e montanti meglio disegnati; ovviamente c’è la retrocamera di serie, le cui immagini sono richiamabili sullo schermo LCD da 7”, full color, molto luminoso anche nelle condizioni di luce più difficili. Dallo schermo si può tenere sotto controllo praticamente tutto (produttività, consumi, segnali di manutenzione, settaggio delle attrezzature) e impostare una delle quattro modalità di lavoro (Power+, Power, Standard e Economy).Semplicissimo l’accesso in cabina con i punti di appoggio tutti al punto giusto, piastre antiscivolo sul retro dell’escavatore un corrimano posizionati in posizioni strategiche per consentire sempre una presa perfetta su due punti.


Gruppo comandi di destra molto ben organizzato: in basso (nella foto) i comandi per il condizionatore, il tergicristalli e l'autoradio
Dal punto di vista dei comandi, il joystick è a corsa corta, incorpora i pulsanti per il Power Boost e per la decelerazione ed è molto sensibile; molto bello il selettore (di derivazione automobilistica) con manopola jog/shuttle dal quale si possono controllare tantissime funzioni della macchina. Sempre sulla destra, la console dei comandi è molto ben disegnata, per un controllo diretto e veloce su tutte le funzioni secondarie (condizionatore, autoradio, tergicristalli, luci, innesto disinnesto cambio automatico).Sul pavimento, bello piatto per facilitare la pulizia, ci sono, da sinistra a destra: il pedale proporzionale a due vie per gli accessori e quello per l’avanzamento rettilineo (in alcune occasioni, come sui movimenti combinati, davvero utilissimo).

Una vita sugli escavatori, per passione Come sottolineavamo all’inizio, il “battesimo del fuoco” del nuovo Doosan DX300LC-5 è stato seguito personalmente da Mattia Scaramuzza, che aveva già, ovviamente, testato l’escavatore della Casa coreana prima dell’acquisto: “Praticamente sono nato sugli escavatori, ci sono salito le prime volte a 10 anni e da allora sono la mia passione. Ovvio, ora che sono titolare con mio padre dell’azienda, le priorità sono altre, ma appena posso torno a salirci, è sempre un piacere. Ho provato il nuovo Doosan - continua Scaramuzza - dato che dovevamo sostituire una macchina ormai diventata obsoleta e sono rimasto colpito dalla fluidità operativa, anche quando si chiede molto al mezzo, in fatto di movimenti simultanei e impegnativi”.

Anche il nuovo motore Scania fa davvero bella figura; potente, ma parco nei consumi, anche quando la macchina lavora in modalità Power. E poi il DX300LC-5 è molto silenzioso, cosa che non guasta mai quando si debba lavorare per otto o dieci ore di seguito. Lavorando esclusivamente con clienti privati, dobbiamo avere un parco macchine efficiente, produttivo e aggiornato e, almeno dalle prime impressioni anche sul lavoro di tutti i giorni, l’escavatore di Doosan ha tutte queste caratteristiche. Come impresa Scaramuzza - conclude Mattia - lavoriamo con Silvagni ormai da tantissimi anni e devo dire che, ora con Doosan e DMO, anche questa volta la nostra fiducia è stata ben riposta”.

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