Dopo aver pubblicato i dati riguardanti Catepillar, Komatsu, Volvo CE ed Hitachi CM e in attesa di conoscere fra qualche settimana ulteriori dettagli sui risultati consolidati del 2015 di Liebherr e JCB, che, da società non quotate in borsa, non pubblicano i bilanci trimestrali, vediamo invece quelli di un altro gruppo di top player mondiali come Doosan, Case, Terex e le cinesi Zoomlion e Sany.
Con eccezione di quest’ultima, tutte hanno riscontrato una riduzione del volume di vendita YoY. Si è tuttavia evidenziata anche una tendenza ad un maggior controllo dei costi e quindi ad un miglioramento negli utili, quanto meno per Doosan, Sany e Case. Anche da questo secondo lotto di analisi si evidenzia uno spunto di ripresa in Cina, testimoniato da un +38% YoY di vendite per Doosan e dal miglioramento dei margini nell’area APAC per Case e Sany, in quest’ultimo caso, con percentuali che definiremmo portentose.
Non sembra aver colto questo flusso positivo Zoomlion, che ha avuto invece un nuovo trimestre al ribasso, dopo aver chiuso il peggior anno fiscale degli ultimi 15 anni. Per Terex, che segna un trimestre in calo contenuto di vendite (-4,6%) e con margine operativo negativo (2,9%), da segnalare un dato in controtendenza rispetto a tutta la concorrenza: la crescita nel mercato sudamericano.
La casa coreana ha dichiarato un volume di vendita di 1.433,6 miliardi di kwon (al cambio circa 1,07 miliardi di euro), con una diminuzione del 6,3% nel confronto YoY. Di opposta tendenza gli utili che il management di Doosan ha saputo riportare in positivo. Troviamo infatti un EBIT pari a 111,2 miliardi di kwon (equivalenti a 83 milioni di euro), praticamente triplicato rispetto ad un anno fa, con un margine passato dal 2,5% del 1Q 2015 al 7,8% del primo trimestre di quest’anno. L’azienda è tornata a generare profitti, esattamente 59,6 milioni di euro, rispetto alla perdite di quasi 33 milioni di euro del primo trimestre 2015.
Il risultato migliore lo ottiene il marchio “Doosan-Bobcat” che guadagna il 3% YoY, arrivando a rappresentare il 67% del volume d’affari totale (circa 717 milioni di euro); peggiorano invece le macchine grandi, con un -16,3% YoY per 278 milioni di euro, mentre i restanti 75 milioni di euro arrivano dalla divisione “motori” scesa del 35,6% rispetto ad un anno fa. Fra le regioni si nota in particolare l’ottimo risultato della Cina che, finalmente, almeno per Doosan, inverte decisamente la tendenza, tornando a crescere con un +38,2% YoY per poco più di 102 milioni di euro. Altra area molto positiva è stata EMEA che, guadagnando il 13,7%, ha portato nelle casse coreane l’equivalente di 191 milioni di euro. Stabile l’area Nordamericana (NAO) scesa del 2,7% YoY, per quasi 500 milioni di euro, mentre perde oltre il 32% la regione APEM (Asian-Pacific and Emerging Markets) con un volume d’affari di 173 milioni di euro.
Alla luce di questi risultati, il management di DI conferma l’outlook di inizio anno che prevedeva, per il 2016, un incremento del volume d’affari di quasi 2 punti percentuali, per un valore assoluto di 6.106,4 miliardi di kwon (circa 4,57 miliardi di euro), con un margine sull’EBIT dell’8,9% rispetto al -0,8% registrato a fine 2015.
Passando invece a CNH Industrial, e in particolare al comparto Macchine per le Costruzioni, riconducibile al marchio Case, che rappresenta il 9% del fatturato complessivo del gruppo, troviamo una riduzione delle vendite pari all’11% YoY, in valore assoluto 536 milioni di dollari (475 milioni di euro), mentre gli utili migliorano leggermente, garantendo, con 14 milioni di dollari, un margine operativo del 2,6%. L’incremento degli utili per Case è in gran parte dovuto ai buoni margini di vendita ottenuti in Nord-America e nell’area Asian-Pacifica, che hanno compensato le reiterate difficoltà del mercato sudamericano. Andando appunto a valutare le singole regioni, i 475 milioni di euro di Case sono arrivati per il 53% dall’area NAFTA, per il 22% da EMEA, per il 16% da APAC e per il restante 9% da LATAM. La divisione per tipologie di macchine invece vede le macchine leggere rappresentare il 52% dei ricavi, quelle pesanti il 45%, mentre il restante 3% è relativo a mezzi di altra tipologia.
L’outlook per l’anno fiscale in corso prevede nell’area NAFTA un andamento in linea con il 2015 per le macchine leggere e tra piatto e -5% per le pesanti; in Sud America, tra -5% e -10% YoY le leggere e tra stabile e -5% le pesanti; in EMEA si ipotizza l’esatto contrario: tra stabile e -5% per le leggere e tra -5% e -10% per le pesanti. Infine APAC, dove per entrambe le tipologie di macchine l’andamento previsto è tra lo stabile ed il -5%.
Nel corso del 2015, Sany aveva raccolto complessivamente 23,4 miliardi di yuan (3,15 miliardi di euro al cambio di questo periodo), il 44,2% dei quali realizzati nei mercati internazionali. Gli 1,35 miliardi di euro raccolti hanno significato un incremento dell’11,2% del volume d’affari realizzato lontano dalla Cina. L’impresa cinese ha incrementato le vendite in modo particolare in India, ma anche nel resto dell’Asia ed in Sud America.
Nei prime tre mesi del 2016, Sany Heavy Industries ha invece annunciato un incremento record (+338,5%) degli utili, senza tuttavia indicare le vendite effettive. Va infatti rilevato che, pur rappresentando il 65% degli utili realizzati in tutto il 2015, il valore assoluto di questo parametro, nel 1Q 2016, è stato di poco superiore ai 90 milioni di yuan, cioè circa 12 milioni di euro. In termini numerici il gruppo ha dichiarato di aver venduto 3.845 escavatori nel corso del trimestre, di cui il 65% in marzo, concentrati soprattutto in Cina, dove la market share di Sany resta intorno al 17%. Un fattore significativo di ripresa per il mercato cinese è rappresentato dall’implementazione del piano “One Belt and One Road”, la cosiddetta “Nuova via della Seta”, che sembra aver finalmente trovato il supporto economico per essere messa in pratica. Anche il settore immobiliare è parso fornire qualche segnale incoraggiante proprio sul finire del trimestre.
A livello internazionale, anche per il costruttore cinese sono arrivati ottimi segnali dal BAUMA, in particolare grazie a clienti provenienti dall’India, i quali proprio a Monaco hanno firmato ordini di macchinari per 200 milioni di yuan (circa 27 milioni di euro), certificando come quello indiano sia oggi uno dei mercati a più forte crescita a livello mondiale.
Per il gruppo di Westport, Connecticut, il risultato complessivo di vendita è stato di poco superiore a 1,4 miliardi di dollari, al cambio attuale 1,25 miliardi di euro, con una perdita percentuale del 4,6% nel confronto anno su anno. EBIT a -41,7 milioni di dollari, con margine operativo negativo pari al -2,9% delle vendite, rispetto ai +44,2 milioni di dollari e +3% dello stesso periodo di un anno fa.
A livello regionale il gruppo ha perso il 7% nel mercato Nordamericano, che rimane il primo per volumi di vendita, con il 43% del totale (537 milioni di euro circa). Cala molto più pesantemente l’area che raccoglie i paesi dell’Europa Orientale, del Medio Oriente e dell’Africa. Il -28% YoY significa un centinaio di milioni di euro nel trimestre. Vanno decisamente meglio gli affari in Europa Occidentale, dove Terex ha migliorato i propri conti del 2%, per un volume d’affari che ha raggiunto i 425 milioni di euro, e, contrariamente alle concorrenti, in Sud America, dove il gruppo torna a crescere anche in questo caso con un +2%, per 50 milioni di euro totali.
Fra le divisioni, aumentano leggermente le Piattaforme Aeree (+0,6%), raccogliendo l’equivalente di 457 milioni di euro, soprattutto grazie ad una discreta crescita in Europa Occidentale. Perde invece il 13% YoY il comparto “Gru”, scendendo a 270 milioni di euro, a causa soprattutto del mercato nord americano, non compensato dal leggero miglioramento dell’Europa Occidentale. Diminuisce del 7,7% YoY anche il settore “Material Handling and Port Solutions”, per un volume d’affari di 279 milioni di euro. Tornano invece a crescere le macchine da costruzione che, guadagnando il 16,6% YoY, portano nelle case di Terex, circa 125 milioni di euro, soprattutto grazie ad una buona tenuta del mercato nord americano, mentre quello tedesco delle compatte è rimasto debole anche nel 1Q 2016. In base a questi elementi, l’AD di Terex, John L. Garrison, ha confermato di attendersi, per l’anno fiscale in corso, una riduzione del 10% YoY, in base alla quale il volume d’affari del gruppo dovrebbe raggiungere i 5,2 miliardi di euro, secondo il cambio di questo periodo.
Ancora un trimestre difficile per l’azienda cinese Zoomlion, che controlla fra le altre le italiane Cifa e Ladurner e che, come noto ha presentato un’offerta d’acquisto proprio di Terex. Il gruppo ha dichiarato un fatturato di poco superiore ai 3 miliardi di yuan, corrispondenti, secondo il cambio attuale, a circa 405 milioni di euro, evidenziano una riduzione YoY del 20,07%. Anche le perdite dichiarate sono aumentate rispetto al primo trimestre di un anno fa (-72,25%), arrivando a -660 milioni di yuan (89 milioni di euro).
Questo primo quarto 2016, molto negativo, segue la chiusura del FY 2015 che, seguendo altri tre anni di ribassi, è stato il peggiore a livello di profitti degli ultimi 15, per la casa guidata fin dalla sua fondazione da Zhan Chunxin. Come già rilevato nei giorni scorsi, dato il calo particolarmente evidente degli utili, molti analisti hanno messo in forte dubbio la chiusura dell’acquisizione di Terex da parte cinese, e, mentre il management della società statunitense ha provato a rassicurare gli investitori, non è invece arrivato alcun commento, almeno per ora, da parte del management asiatico. Per avere un quadro più chiaro delle decisioni di Zoomlion si dovrà probabilmente attendere la riunione generale del 29 giugno prossimo, che si svolgerà nella sede centrale del gruppo al 361 di Yin Pen South Road, Changsha City, Provincia di Hunan, quando verrà approvato il bilancio definitivo dell’Anno Fiscale 2015.
I risultati di altri cinque top player delle macchine da costruzione sembrano aver certificato la tendenza alla contrazione dei volumi del mercato mondiale, anche se, a ulteriore conferma di quanto segnalato nell’articolo precedente, l’India sta mostrando ampi segnali di crescita e, trattandosi di un territorio enorme con un bisogno di sviluppare in modo endogeno infrastrutture ed alloggi, questo potrebbe influenzare in maniera significativa e ovviamente positiva il venduto a livello globale.
Non vanno ovviamente trascurati nemmeno i segnali positivi provenienti dalla Cina, confermati da Doosan, Sany e in parte da Case. L’altro grande malato, il Sud America, nonostante i risultati di Terex, non sembra mostrare la stessa “voglia” di uscire dalla crisi, come testimonia peraltro la recente notizia della cancellazione di 61 progetti infrastrutturali da inizio anno da parte di vari stati brasiliani. In attesa di vedere cosa succederà nei prossimi mesi in Russia, la vecchia Europa, nonostante tutte le problematiche, più politiche che economiche a dire il vero, sembra offrire buone prospettive di crescita, mentre sono contrastanti i dati provenienti dagli Stati Uniti, come peraltro sempre accade in un anno elettorale, come appunto il 2016.