Case, tris d'assi per Maccari Scavi

Siamo davvero molto soddisfatti che l’alzataccia (da Trieste a Roma è lunga) fatta per visitare, ospiti di Case Costruction Equipment e del suo concessionario per il Lazio, Romana Diesel, non sia andata sprecata. Siamo, infatti, andati a Roma, per vedere in prima persona il nuovissimo Case CX350D da 35,8 tonnellate, appena consegnato alla Maccari Scavi. L’occasione è anche stata ghiotta per parlare in prima persona con l’amministratore delegato della Maccari, Giampiero Maccari e per conoscere la sua opinione sulle macchine Case e sull’evoluzione del mercato romano del movimento terra.

Il CX235C SR di Case è un escavatore a ingombro di rotazione ridotta (SR) dal peso operativo di 26 tonnellate


E si, abbiamo parlato di macchine al plurale, non a sproposito, dato che Maccari ha già acquistato prima del CX350D (il primo in assoluto tra l’altro consegnato da Case Construction Equipment in Italia), anche due escavatori a ingombro di rotazione ridotto della serie C, un CX145C SR e un CX235C SR, macchine rispettivamente da 15,5 e da 26 tonnellate di peso operativo.

Questa densità di “Aquile” a Roma non poteva essere altrimenti, sia per un fattore simbolico (l’Aquila è uno dei simboli delle Legioni romane) sia per un altro fattore meno romantico, ma molto più concreto: la presenza di Romana Diesel, uno dei più importanti dealer del gruppo CNH Industrial (segue anche Iveco e Irisbus, oltreché Case e New Holland Agricolture) d’Europa. Una presenza fatta, come vedremo di attenzione capillare sul territorio, prossimità ai clienti e, non da ultimo, di una organizzazione industriale che non molti, almeno nel segmento dei mezzi da cantiere, possono vantare.

Ma andiamo con ordine e cominciamo a sentire cosa ha detto ai nostri microfoni Giampiero Maccari, romano doc e, come tale, dotato di due caratteristiche fondamentali per un imprenditore: scarpe robuste e cervello (molto) fino.

Passione di famiglia

Come abbiamo anticipato, incontriamo Maccari tra un cantiere e l’altro e lo intervistiamo (qui il tempo è prezioso, anche se l’imprenditore è di quelli di una volta, attento e disponibile) davanti a un piatto di penne cacio e pepe. Fin dalla prima domanda emerge l’orgoglio per il proprio lavoro che è, poi, il lavoro di famiglia dato che, come ci conferma Maccari: “l’azienda è stata fondata da mio padre nel 1992 e fin da subito ci siamo occupati di scavi e sbancamenti nell’area di Roma e nel Lazio più in generale. Nel tempo abbiamo sviluppato la nostra attività, con particolare attenzione alla qualità, per questo abbiamo ottenuto una serie di Iscrizioni SOA, fondamentali per poter accedere a appalti e gare di dimensioni più rilevanti. Oggi, siamo in grado di eseguire un vasto spettro di lavori, da quelli di movimento terra, appunto, alle urbanizzazioni, ai consolidamenti, alle demolizioni fino ai lavori di asfaltatura stradale. La crescita negli anni ci ha portato a dare lavoro, ad oggi, a 25 persone. Certo dal 2007 in poi la crisi ha morso duro, soprattutto nel 2012, ma, lavorando con attenzione ai costi e reinvestendo in azienda, siamo riusciti a superare i momenti più duri, acquisendo anche spazi lasciati liberi da nostri concorrenti che non ce l’hanno fatta. E’ stato fondamentale, ripeto, credere nella propria azienda, continuando a investire”.

E l’aggiornamento del parco macchine - afferma Maccari - è la conseguenza naturale di questa logica imprenditoriale; oggi abbiamo 20 autocarri, 15 escavatori, 10 pale (tra gommate e cingolate). Tra gli escavatori, ci sono appunto, gli ultimi arrivati, tre escavatori cingolati Case, un CX145C SR, un CX235C SR (macchina molto particolare, unica venduta sul mercato italiano che Maccari aveva visto al Case Customer Centre di Parigi, ndr) e, ultimissimo, un CX350D. Per filosofia aziendale tutti e tre li abbiamo voluti full optional, con impianto di ingrassaggio centralizzato, valvole prioritarie, attacchi rapidi e griglie di protezione. Sono infatti convinto che, per le macchine (che sarei felice lavorassero 24 ore su 24), la priorità sia l’efficienza. Proprio sull’aspetto efficienza sono particolarmente soddisfatto di tutte e tre le macchine che ho acquistato da Case: i nuovi escavatori consumano molto meno delle macchine di altri marchi che ho in proprietà. In particolare il CX350D è davvero un escavatore di alto livello sotto tutti gli aspetti; veloce, reattivo ai comandi, potente e, anche sulla rotazione, per nulla influenzato dal suo peso. L’abbiamo voluto full optional, ripeto per essere tranquilli di poter lavorare al meglio su ogni cantiere”.

Questo tipo di approccio ci ha portato nel tempo - continua Maccari - ad acquisire appalti sempre più importanti, ultimo tra questi quello relativo al subappalto per la movimentazione terra e le predisposizioni degli impianti fognari del nuovo Centro Religioso e Culturale per la Chiesa dei Mormoni di Roma. Si tratta di un lavoro estremamente impegnativo sia per le dimensioni (più di 58.000 metri quadri di superficie totale) sia per gli standard qualitativi che la Committenza ci ha chiesto, tipici di un’edilizia americana e internazionale di alto profilo. Siamo quindi molto orgogliosi di questo incarico, che sta procedendo secondo il cronoprogramma approvato con la direzione lavori e la committenza e che è un importante conferma che la nostra attenzione spasmodica alla qualità e alla serietà imprenditoriale è la strada giusta, anche in questi periodi di mercato che sono comunque sempre molto complessi. E’ uno sprone a far sempre meglio - conclude Maccari - nel solco dell’efficienza e della qualità d’impresa”.

La star di Maccari

Incontriamo gli escavatori di Maccari Scavi nel deposito dell’azienda e, dopo averle fatte schierare come si deve, diamo un’occhiata sotto i cofani del "fratellone grande", il nuovissimo escavatore cingolato CX350D. Per gli appassionati del controllo costi, abbiamo subito una gradita sorpresa, la nuova versione D fa un bel salto in avanti per quel che riguarda i consumi, abbattendoli dell’8% rispetto ai pari modello della serie precedente.

Questo grazie a un’efficiente motorizzazione Isuzu da sei cilindri e 7,79 litri, in regola (ci viene da dire ovviamente) con lo Stage IV, senza il bisogno (e anche qui si abbattono i costi operativi ) del DPF, ma solo con SCR e DOC. Il risparmio di carburante non è solo una questione di nuovo motore, ma anche di gestione elettronica dello stesso, gestione che consente di avere una pressione di iniezione estremamente alta e, quindi, una maggiore efficienza di consumi. Per niente influenzate le prestazioni, dato che l’Isuzu eroga 200 kW a 1.900 giri e che la potenza arriva davvero con efficienza ai joystick dell’operatore, grazie a un’ottima integrazione con l’impianto idraulico che vede due nuove pompe (da 300 litri ognuna) controllate elettricamente che, assieme alla nuova valvola di controllo principale, aumentano significativamente la velocità sul ciclo (in Case ci dicono che l’incremento è del 12% e Giampiero Maccari ci conferma che l’escavatore è molto reattivo e veloce).

Sempre dal punto di vista delle soluzioni tecnologiche per aumentare l’efficienza, segnaliamo sul CX350D il sistema BEC (che sta per Boom Economy Control) che migliora l’efficienza mentre si abbassa il braccio, l’SWC (altro acronimo inglese per Swing Relief Control) che svolge lo stesso compito quando ruota la torretta e l’SSC, che massimizza la gestione della pressione, mentre si scava o si compiono operazioni di livellamento. Giusto per essere chiari, il tutto succede senza che l’operatore se ne accorga e senza che le prestazioni vengano intaccate, anzi con diretto beneficio sulla simultaneità complessiva dei movimento.

Dicevamo delle prestazioni. Eccole: forza di penetrazione, 16.450 daN, forza di strappo alla benna, 22.970 daN (con l’auto power boost attivato si arriva a 24.980 daN).

La forma è la stessa, ma tutto (o quasi) è cambiato

Tantissime sono le novità per quel che riguarda la struttura del nuovo CX350D; i progettisti di Case hanno cambiato davvero molto, introducendo praticamente in ogni ambito numerosi miglioramenti e, molto spesso ripensando completamente interi componenti.
E’ questo il caso del sottocarro, del braccio e dell’avambraccio, tutti completamente riprogettati per garantire la massima robustezza, senza per questo gravare l’escavatore con pesi inutili (tra l’altro le forze di sollevamento se ne sono giovate non poco). Maggiore controllo dei pesi non vuol dire lesinare acciaio, un occhio critico può vedere subito che in tutte le zone sottoposte a stress sono state, rispetto alle serie precedenti, inserite piastre strutturali di maggiore spessore. In particolare il sottocarro ha una forma completamente nuova che, semplificando le procedure di saldatura in stabilimento, aumenta la propria affidabilità nel tempo. Cambiate anche le pendenze delle protezioni laterali dei cingoli che ora semplificano la rimozione di fango e detriti.

E la cabina? Grande, spaziosa (con davvero tanto spazio per le gambe) e ben organizzata, con una notevole visibilità frontale e laterale (ma anche quella posteriore non è male, in Case sono riusciti a contenere l’effetto “culone” di tanti nuovi escavatori Stage IV), anche grazie alle telecamere di serie (posteriore e sul lato destro) le cui immagini vengono riportate su un enorme schermo LED da 178 mm. La struttura è ovviamente ROPS-FOPS, con protezione FOPS di livello 2 per la testa.

Il sedile è tutto nuovo, con schienale alto, tantissimi punti di regolazione e sospensione ad aria, mentre tutti i comandi principali sono ben raggruppati con una rigorosa organizzazione visiva ed ergonomica. Buona la pressione sonora in cabina che raggiunge i 71 dB(A). Opzionale (peccato) il pacchetto luci a LED che dà un vantaggio davvero impagabile quando si debba avere un’ottima profondità di illuminazione in condizioni di lavoro serali o notturne. 


Mercato difficile? Più impegno!

Il mercato che seguiamo, in particolare sull’area di Roma, è da anni forte contrazione” - comincia così Antonello Schettino, responsabile movimento terra di Romana Diesel che abbiamo intervistato presso la sede principale del dealer CNH Industrial e continua - “di conseguenza noi raddoppiamo gli sforzi, cercando il più possibile al fianco dei nostri clienti e, allo stesso tempo, di acquisire quote di mercato. In questo modo siamo certi che, nel momento in cui la tendenza si invertirà, potremo partire avvantaggiati sulla nostra concorrenza”.

Già ora - sottolinea Schettino - siamo il market leader nel Lazio come quote di mercato e siamo pronti a intercettare i timidi segnali di ripresa legati alle iniziative del superammortamento e della legge Sabatini. La nostra forza risiede anche nell’ampio ventaglio di prodotti che siamo in grado di fornire ai nostri clienti: poter permutare un trattore agricolo (Romana Diesel è anche concessionario New Holland Agricolture) o un Daily quando si acquista una pala o un escavatore, sempre parlando con lo stesso interlocutore, è senza dubbio un vantaggio per i nostri clienti. Ci aiuta anche il fatto di seguire (con anche servizi postvendita, assistenza, noleggio a lungo termine - non facciamo altre forme di noleggio - e buy back) le grandi imprese italiane all’estero, su mercati che stanno ancora chiedendo macchine da costruzione: tra i nostri clienti ci sono Salini Impregilo, Condotte, Europea 92. Ad esempio in Algeria stiamo gestendo, anche come assistenza, per Condotte e Europea 92, oltre 150 macchine sulla nuova linea di alta velocità algerina”.

“Oltre ai settori del movimento terra e dell’agricoltura (che ci sta dando molte soddisfazioni per le pale, seguiamo anche il segmento industriale, con interessanti prospettive sia nelle macchine compatte (in particolare gli skid) sia in quello, nuovamente, delle pale gommate. In tutti i segmenti comunque, stiamo puntando sulla qualità del servizio (abbiamo strutture specializzate per ogni marchio che trattiamo) e sulla prossimità ai clienti, fattori che ritengo fondamentali, in un mercato, estremamente esigente e tradizionale, come quello del movimento terra e delle costruzioni più in generale. Un esempio fra tanti: abbiamo cinque macchine heavy line pronte per essere messe a disposizione dei nostri clienti per metterli in condizione di continuare a lavorare quando ci fossero esigenze di interventi di riparazione. Anche questo è il compito di un dealer, non solo quello di vendere le macchine”.

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