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2023 anno difficile per l'acciaio

2023 anno difficile per l'acciaio

Questo 2023 sarà un anno piuttosto difficile per l’acciaio, stando all’outlook delineato dall’Ufficio Studi siderweb, in un contesto di diminuzione o stagnazione della domanda di acciaio e di prezzi dell’energia e delle materie prime ancora elevati, anche se in un trend di graduale ridimensionamento.
Inoltre si prevede un calo di poco più del 10% del prezzo del gas rispetto alla media del 2022, del 14,5% dell’energia elettrica e del 12,4% del carbon coke.
Per quanto concerne le materie prime, le diminuzioni dei prezzi sono più contenute (-7,2% il minerale di ferro e -4,7% il rottame), anche perché i prezzi erano già calati nel 2021.

"La contemporanea riduzione dei prezzi delle fonti energetiche e delle materie prime – dichiara Gianfranco Tosini dell’Ufficio Studi siderweb - favorirà l’abbassamento dei costi di produzione dell’acciaio di circa il 7% per il forno elettrico e di oltre il 13% per l’altoforno, aprendo lo spazio per un calo dei prezzi di vendita dei prodotti".
Considerando che quest’anno la domanda di acciaio dovrebbe diminuire di circa il 3% secondo lo Short Range Outlook di ottobre della World Steel Association e che i prezzi di vendita caleranno mediamente del 10%, "è plausibile ritenere che il fatturato delle aziende produttrici di acciaio registrerà un calo di circa il 13% nel 2023 rispetto al 2022 – continua Tosini -. Conseguentemente, la redditività della gestione industriale il prossimo anno subirà una diminuzione di oltre un punto percentuale scendendo al 2,5% dal 3,5% di quest’anno, praticamente dimezzandosi rispetto al 5% nel 2021".

In Italia nel 2021 (ultimo dato disponibile, fonte Bilanci d’Acciaio 2022), la filiera dell’acciaio ha generato un fatturato di 79,18 miliardi di euro. L’incidenza dell’utile sul fatturato è passata dallo 0,63% del 2020 al 4,5% del 2021.
Il 2022 è stato un anno ancora positivo per le imprese siderurgiche nazionali, nonostante l’incremento esponenziale del costo degli input energetici, le difficoltà di approvvigionamento a causa delle crisi bellica e geopolitica e il rallentamento della domanda e della produzione, in particolare nel secondo semestre. Tra gennaio e novembre, lo dice Federacciai, l’Italia ha prodotto 20,35 milioni di tonnellate di acciaio, in calo dell’11,2% su base annua.

Fonte Madeinsteel