Visione emiliana, tecnologia tedesca

La famiglia Magni due cose senz'altro le sa fare bene: fondare aziende di successo e immaginare nuove soluzioni tecnologiche in settori che altri ritengono maturi. La prima capacità trova conferma appunto nella fondazione nel 2012 di Magni Telehandlers, da parte di Riccardo Magni e dei suoi quattro figli, che segue quella ad opera del padre di Riccardo, Pietro, che nel 1972 aveva creato la Fargh, poi entrata in joint venture con il gruppo Manitou.

La seconda "caratteristica di famiglia" l'abbiamo invece toccata con mano la scorsa settimana, andando a visitare lo stabilimento di Castelfranco Emilia per vedere da vicino l'ultimo nato di casa Magni Telehandlers, il sollevatore telescopico RTH 5.39S, presentato in anteprima assoluta al Bauma 2016 (dove aveva suscitato un bel polverone tra gli addetti ai lavori) e ora a tutti gli effetti entrato nella catena commerciale e distributiva del produttore emiliano.

 

La visita è stata anche l'occasione per un approfondimento sulle soluzioni tecnologiche Bosch Rexroth che Magni ha scelto per il suo telescopico, risultato di una strettissima collaborazione con il colosso tedesco, come ci ha confermato Eugenio Magni che abbiamo intervistato in proposito durante la nostra visita.

Andiamo però con ordine e cominciamo ad analizzare le caratteristiche che rendono interessante e innovativo il nuovo RTH 5.39s.



Un agile Colosso

Innanzitutto una precisazione che da la misura del senso di innovazione in Magni Th, l'RTH 5.39s che abbiamo visto in fabbrica è il sollevatore telescopico rotativo più alto al mondo con i suoi 38,72 metri di altezza di sollevamento; detto questo, il nuovo nato di Casa Magni si distingue anche per una serie nutrita di soluzioni tecnologiche inettezza ti, alcune decisamente "fuori dal coro".

L'RTH 5.39s è stato pensato esplicitamente per mercati evoluti, nei quali l'innovazione tecnologica volta all'implementazione dell'efficienza è un valore riconosciuto, anche dal punto di vista dei prezzi di vendita. In Magni affermano di avere ottimi riscontri sulla costa est degli Stati Uniti e in Corea, mentre in l'Europa spicca l'Olanda.

Interessante la portata massima che viene mantenuta, dettaglio non da poco, sia con stabilizzatori estesi sia su gomma: 5 tonnellate che al massimo sbraccio arrivano a 300 kg, mentre alla massima altezza L'RTH 5.39s porta 2 tonnellate.

Di nuova concezione, soprattutto per un sollevatore telescopico, la gestione degli sfili; il braccio è composto da sei elementi: i quattro più leggeri vengono gestiti da un cilindro e da delle catene di sfilo, mentre lo sfilo più pesante viene seguito da un cilindro indipendente che interviene quando il braccio supera i 30% di inclinazione. Questa soluzione tecnologica consente di mantenere portate interessanti all'aumentare dello sbraccio e, contemporaneamente, di raggiungere l'altezza record di 38,72 metri. Un brevetto, poi, tutela la soluzione scelta per la gestione delle tubazioni che corrono tutte all'interno del braccio: negli sfili di sezione più ridotta Magni ha scelto di montare i tubi termosaldandoli fra loro (non si usa la colla) per mantenerne nel tempo la corretta disposizione, abbattendone usure e possibili avarie.

Sulla testa del braccio, Magni monta un sistema di riconoscimento automatico degli accessori (che sono intercambiabili su tutti i modelli prodotti da Magni) che consente  di riconoscerne la tipologia e di settari quindi in automatico, con semplice conferma dell'operatore, i parametri operativi (portate, pressioni) per una loro gestione ottimizzata.

La potenza è nulla senza il controllo

L'RTH 5.39s è stato progettato con un obiettivo importante: l'ottimizzazione del rapporto peso prestazioni. La flagship di Magni nel segmento dei rotativi pesa, infatti, 23,85 tonnellate, ben distribuite sui due assali (11,95 ton su quello anteriore e 11 sul posteriore) in modo da avere l'omologazione stradale europea con Patente C senza l'impiego di mezzi di scorta.

Un risultato ottenuto anche traslando la cabina verso il fronte della macchina (una differenza anche visiva sostanziale rispetto ad altri modelli sul mercato) che garantisce, tra l'altro, una migliore visione delle forche. La cabina (comune a tutti i modelli di sollevatori rotativi di Magni che sono attualmente 12) è uno dei fiori all'occhiello di Magni: pressurizzata, è dotata di un sistema di condizionamento molto efficiente, garantisce una visibilità operativa di alto livello e, soprattuto, implementa un sistema di controllo che, di fatto, fa a meno di tutti i tradizionali comandi a pulsante, integrandone le funzioni (50 differenti) all'interno di un schermo touch molto grande che consente, mediante cinque videate, ognuna dedicata a un gruppo di funzioni, di gestire tutte le funzioni del rotativo.

Nel dettaglio, con pochi semplici click, l'operatore può accedere alla pagina di guida, a quella dedicata ai servizi di cabina (condizionamento, illuminazione), a quella riservata alla stabilizzazione, al diagramma di carico dinamico e, infine, a quella di personalizzazione, da dove è possibile gestire, in modo semplice e intuitivo, tutte le velocità idrauliche del telescopico, ponendo anche limitazioni sulle zone di lavoro (vincoli in rotazione e in altezza di lavoro).

Dal touchscreen si può anche gestire l'intera diagnostica della macchina, senza l'ausilio di strumenti esterni per eseguire la manutenzione sul software e sull'impianto elettrico, che, tra l'altro, è in gestito in canbus con una riduzione di circa due terzi nei cablaggi elettrici e,  quindi, con il contestuale abbattimento di possibili guasti e dei relativi tempi di manutenzione e riparazione.

La trasmissione è idrostatica in alta pressione e monta una pompa Bosch Rexroth 4VG110 abbinata a un motore, sempre Bosch Rexroth, 6VM150, entrambi a controllo elettronico che consente di selezionare la modalità di guida ideale in base alle condizioni di funzionamento.

Un'idraulica da primi della classe

Dal punto di vista dell'idraulica, per tutti i suoi rotativi, Magni ha scelto le soluzioni Bosch Rexroth; sul modello che abbiamo visto in stabilimento monta la pompa a portata variabile ad alta pressione A11VO60 (350 bar, pressione che consente di ridurre le dimensioni dei cilindri, alleggerendo quindi i pesi di queste componenti, con conseguente maggior portata disponibile), controllate da valvole Oil Control (sempre gruppo Bosch Rexroth): valvole di tenuta, valvole di controllo degli accessori, dello sfilo e del sollevamento; sull'RTH5.39s questa scelta tecnologica ha consentito di ottimizzare i consumi, dato che le curve di potenza del motore (un 5,13 litri Mercedes da 170 kW, Stage IV con ADBlue) vengono gestite elettronicamente.

L'ottimizzazione dell'impianto idraulico load sensing consente anche un'ottima gestione dei movimenti simultanei, permettendo all'operatore di gestirne fino a quattro allo stesso tempo senza compromessi sulla velocità e sull'efficienza operativa. Il sistema di regolazione consente anche di evitare fastidiosi fenomeni di "testa d'Ariete" quando da due movimenti si passi repentinamente a uno: in automatico viene mantenuta la velocità sul movimento residuo, fino a che l'operatore, riportando in posizione neutra i comandi, resetta il sistema.

 

Altra soluzione interessante, in questo caso importante nella gestione dell'Adblue in climi rigidi: Magni ha scelto di installare una scaldiglia elettrica per evitare fenomeni di cristallizzazione dell'additivo; questo sistema, alternativo a quello più diffuso di far correre le tubazioni ADBlue accanto a quelle del sistema di raffreddamento del motore, elimina le problematiche tipiche delle prime fasi di accensione quando l'intero sistema è ancora freddo.

Ancora tecnologia Bosch Rexroth nella gestione degli sfili di stabilizzazione, ottenuta da un distributore bancabile che gestisce lo sfilo degli stabilizzatori e il livellamento del telaio. Sfili che, tra l'altro, sono controllati in tempo reale da una serie di potenziometri che consentono di gestire al meglio e in modo realmente dinamico il diagramma di stabilizzazione, per una maggiore gestione della stabilità della macchina e di conseguenza una migliore sicurezza operativa.


Non solo prodotti, ma anche passione

"Il nostro rapporto professionale con Bosch Rexroth è di lunga data - afferma Eugenio Magni che continua - sono 27 anni che lavoriamo, in una forma o in un'altra, con il marchio tedesco e ora in Magni Telehandlers stiamo continuando questa collaborazione con mutua soddisfazione. Abbiamo la certezza di parlare con professionisti competenti che non solo conoscono approfonditamente le esigenze di questo segmento tipologico, ma sono anche in grado di individuare quali, fra loro vasta gamma di componenti, sIano quelle più adeguate ai nostri prodotti e alla nostra filosofia industriale".

"Bosch Rexroth, - continua Magni - con i suoi specialisti di prodotto, è sempre disponibile al dialogo e all'interazione, soprattutto nella fase di ideazione e sviluppo prototipale dei nostri nuovi prodotti.

Eugenio Magni, sales manager di Magni TH
La filosofia di Magni, che ha fatto dell'innovazione una caratteristica fondamentale della nostra azienda, richiede partner pronti al dialogo e a mettersi in gioco costantemente e Bosch Rexroth da questo punto di vista si è sempre dimostrato un alleato puntuale e prezioso".

 

Conclude Magni: "Abbiamo deciso di realizzare le nostre macchine scegliendo i partner più qualificati sul mercato; essendo gli ultimi arrivati in un mercato molto competitivo, abbiamo deciso di puntare sulla qualità e sull'innovazione, piuttosto che scegliere politiche di prezzo che certamente ci avrebbero visto perdenti. Proprio per questo, accanto a Bosch Rexroth, siamo orgogliosi di poter offrire ai nostri clienti i migliori marchi in ogni settore, solo per citarne alcuni: Mercedes per i motori, Dana Spicer per gli assali, Naviop (leader in segmento esigente come la nautica) per lo schermo touch in cabina, Geith per le tubazioni flessibili (80% delle tubazioni sui telescopici Magni sono in metallo). E ancora per questo motivo scegliamo sempre di non risparmiare sulla robustezza delle nostre macchine, montando a parità di tonnellaggi, ralle più grandi (l'operatore sente la macchina più stabile), assali più robusti e cablaggi elettrici più affidabili e di ultima generazione. Per quanto possibile, non lasciamo nulla al caso con l'obiettivo di garantire ai nostri clienti la massima efficienza operativa sui loro cantieri e una vita utile delle macchine decisamente molto lunga".

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