Il Tripolo (elettrico) di Hitachi per Adriacos

Magazzini che farebbero impazzire di gioia ogni appassionato di architettura industriale, con le loro colonnine in ferro (quasi in stile New Orleans), il mare a un passo (e non per finta) e un’area abbandonata pronta a tornare a nuova vita, contribuendo a generare il più lungo waterfront d’Europa.

Benvenuti a Trieste, precisamente nel monumentale Porto Vecchio, 66 ettari in pieno centro urbano, dove è stato appena approvato un ambizioso piano in partenariato pubblico-privato  per la riconversione e ricucitura di un tassello urbano che la città giuliana aspettava da molto, se non da troppo.
Rendering del Porto Vecchio di Trieste (rendering credits ©Porto Vivo)
Siamo qui per un motivo preciso e altrettanto interessante: vedere, per la prima volta in Italia, la gamma completa di escavatori full electric di >>Hitachi Construction Machinery Europe<<  al lavoro in un cantiere reale.

Cantiere gestito dalla >>Adriacos<<  di Latisana, che realizzerà una serie di sottoservizi propedeutici di un tratto del Viale monumentale (lungo oltre 1 km), l’asse portante della riqualificazione del Porto Vecchio.

3 mesi di test

Adriacos testerà gli escavatori Hitachi per tre mesi, in condizioni reali di lavoro e con un clima che potrebbe diventare  particolarmente impegnativo (ricordate Trieste è la città della Bora) per durate di carica e mezzi elettrici.

Tecnologia e produttività

Come accennavamo al lavoro al Porto Vecchio troviamo l’intera gamma elettrica del produttore giapponese; gamma oggi composta da tre macchine compatte: lo ZX55U-6EB (5,33 ton), lo ZX85-6EB (8,75 ton) e lo ZE135 (il più grande con le sue 14,55 ton).

A spiegarci la filosofia operativa è [Norihiko Kinugawa], product manager mini excavator development & marketing di HCME: “Seguo, in qualità di Product Manager e con il gruppo di lavoro di HCME, lo sviluppo e la relativa commercializzazione della gamma di escavatori elettrici Hitachi".

Norihiko Kinugawa

Norihiko Kinugawa, Product manager mini excavator development & marketing di HCME

Si tratta di una tecnologia particolarmente innovativa, di cui andiamo orgogliosi, che ha solide fondamenta su una tradizione che ci vede costruire escavatori da oltre 70 anni

Prosegue [Kinugawa]: “Oggi siamo qui per presentare per la prima volta al mercato italiano, in una applicazione reale di cantiere, la nostra gamma di escavatori compatti elettrici. Si tratta di una tecnologia pensata per ridurre l’impronta ambientale delle nostre macchine, contribuendo a far diventare il cantiere più sostenibile e rispettoso dell’ambiente”.


Il miniescavatore ZX55U-6EB
“Qui a Trieste abbiamo portato tre escavatori elettrici: lo ZX55U-6EB, lo ZX85-6EB e lo ZE135. Lo ZX55U-6EB riprende le dimensioni della versione tradizionale, mutuando da questo anche l’idraulica, la trasmissione e l’ingombro di rotazione ridotto (in modo da renderlo più versatile). Questo miniescavatore è caratterizzato da una batteria agli ioni di litio da 39,4 kWh (con un voltaggio di 400 V), che garantisce una autonomia operativa continua di circa 2 ore (con un tempo di ricarica di 1,25 ore). Non solo: può essere alimentato direttamente con un cavo connesso alla rete elettrica e in questo caso (come spesso accade nelle aree urbane come quella dove siamo oggi), il miniescavatore arriva a garantire l’operatività per l’intera giornata di lavoro”.
Da sinistra: ZX85-6EB, ZE135 e ZX55U-6EB
Il midiescavatore ZX85-6EB garantisce 5 ore di operatività
Continua [Kinugawa]: “C’è poi lo ZX85-6EB; in questo caso si tratta di un midiescavatore con una batteria dalla capacità molto più importante, 100 kWh, che possono arrivare, nella versione top di gamma, a 133 kWh, garantendo un’operatività di 5 ore (dipende dall’applicazione ovviamente). Anche questa macchina riprende le caratteristiche geometriche e prestazionali del suo omologo ad alimentazione termica, garantendo contemporaneamente una maggiore velocità operativa”.

“La ricarica della batteria può avvenire mediante una normale alimentazione con corrente alternata (AC) ma anche attraverso un sistema fast charger che utilizza la corrente continua (DC), che consente di ricaricare la macchina in 45 minuti (nella pausa pranzo ad esempio), permettendo di lavorare con la macchina durante l’intero giorno”.
“Infine il mezzo più grande: lo ZE135, sviluppato in collaborazione con Kenki Technology Group (KTEG), una joint venture tra Hitachi Construction Machiney Co. Ltd e Kiesel Techology GmbH, specializzata in innovazione tecnologica, ndr). In questo caso la batteria, sempre agli ioni di litio, ha una capacità di 200 kWh. Lo ZE135 consente di lavorare quattro ore prima di ricaricare la batteria (ricarica completa in 90 minuti nella versione fast charger) che, come lo ZX85-6EB, può essere caricata con corrente alternata o continua (versione fast charger)”.
Escavatore elettrico Hitachi KTEG ZE135
“Ricordo che quello degli escavatori elettrici è un vero e proprio ecosistema, sviluppato da Hitachi Construction Machinery; ne sono la prova le altre tre attrezzature che abbiamo portato a Trieste e che sono di supporto ai nostri escavatori elettrici: un pacco batterie containerizzato da 422 kWh abbinato a una centralina di distribuzione con prese multiple a corrente alternata fino a 400 A e un ipercharger, appositamente sviluppato per le esigenze del cantiere, con cui si possono caricare le batterie in modalità fast charger. In questo modo il cantiere può essere gestito con la minima potenza di rete, grazie al concetto di peak-shaving”.
“Voglio concludere sottolineando ancora che, con questi nuovi escavatori elettrici, stiamo compiendo un altro passo significativo verso le emissioni zero, un percorso cruciale per costruire società sostenibili e a basse emissioni di carbonio".

"Questa mossa evidenzia il nostro impegno a ridurre al minimo l'impatto ambientale delle nostre apparecchiature e a creare un futuro sostenibile per tutti. In conclusione, voglio ringraziare Adriacos e Salomoni per averci offerto questa grande opportunità e per la collaborazione, nel partecipare alla prima sfida innovativa in Italia".

Cantiere e ambiente, un binomio possibile

L’impresa scelta per la sperimentazione operativa è stata Adriacos, da sempre affezionata al marchio Hitachi, di cui detiene numerose macchine di differenti tipologie.

[Andrea Gallici], Responsabile logistica e parco macchine di Adriacos è comprensibilmente curioso di vedere all’opera le macchine e sottolinea quanto il rispetto dell’ambiente sia alla base dell’operare dell’azienda di Latisana: “Oggi, la tematica del rispetto ambientale è sulla bocca di tutti, sia degli addetti ai lavori sia dei comuni cittadini; in Adriacos abbiamo cominciato da tempo, quando ancora non era un trend condiviso dal mercato, un processo di miglioramento delle nostre procedure aziendali e del nostro parco macchine, proprio per abbattere la nostra impronta ambientale complessiva".

Andrea Gallici

Andrea Gallici, Responsabile logistica e parco macchine di Adriacos

Abbiamo investito nel rinnovamento del parco macchine introducendo mezzi con motorizzazioni stage V e, soprattutto per il trasporto di persone, abbiamo acquistato già alcuni mezzi elettrici

Prosegue [Gallici]: “Ed è per questo che abbiamo proposto a Hitachi Construction Machinery Europe, attraverso il concessionario di zona Salomoni che ci segue da sempre, di testare sul campo, per primi in Italia, sul campo la nuova gamma di escavatori completamente elettrici del produttore giapponese”.

“È stato anche un passaggio naturale, dato che siamo da sempre clienti Hitachi e stimiamo le doti di affidabilità, potenza e produttività delle loro macchine; eravamo curiosi di capire se anche questa nuova generazione di escavatori si sarebbe mossa nel solco della storia Hitachi e, dalle prime impressioni, sembra che gli ingredienti per un nuovo successo ci siano tutti”.
Continua [Gallici]: “Apprezziamo anche l’assistenza postvendita del Marchio, erogata dal dealer Salomoni; Hitachi è sempre stata al nostro fianco sia al momento di scegliere le macchine, sia nel caso si fossero verificati eventuali problemi, muovendosi con grande competenza e serietà”.

“Serietà che vediamo anche messa in campo in questa sperimentazione; la squadra coordinata da [Norihiko Kinugawa] è estremamente preparata e professionale e conosce molto bene il proprio lavoro, anche se stiamo parlando di gestire una tecnologia particolarmente recente”.
“Non solo: oltre alle macchine, hanno portato a Trieste una stazione di ricarica completa e un pacco batterie containeirizzato; in una parola ci hanno messo nelle migliori condizioni per fare il nostro lavoro e questo è un elemento che, come Adriacos, abbiamo apprezzato moltissimo”.

“La sperimentazione che vede impegnati i tre Hitachi riguarda un importante cantiere che Adriacos ha acquisito nel Porto Vecchio di Trieste; la realizzazione di una dorsale di servizi lungo il Viale Monumentale che attraversa tutto il complesso. Le macchine quindi lavoreranno in condizioni operative normali, impegnate nello scavo, nel reinterro e nel carico del materiale scavato su autocarri, oltreché su tutte le normali attività di corredo necessarie per questo tipo di cantieri infrastrutturali”.

"La prova prevede tre mesi di lavoro e siamo davvero curiosi, a dicembre, di tirare le somme e di fornire a Hitachi la nostra impressione sui loro nuovi escavatori elettrici. Se ben conosco Hitachi, sarà sicuramente buona, ma vi faremo sapere"!

Il concessionario come motore di innovazione

Con [Marco Salomoni], portiamo l’accento sul ruolo che un concessionario moderno deve recitare nell' attuale e alquanto complesso mercato: “Tre generazioni di imprenditori e quasi quaranta anni di ininterrotta esperienza aziendale nei settori della meccanizzazione del movimento terra e delle costruzione di infrastrutture stradali sono un biglietto da visita di cui andiamo davvero molto fieri, soprattutto perché stiamo parlando di una esperienza che potrei definire particolarmente ‘densa’, dato che è stata conquistata sul campo, lavorando ogni giorno, fianco a fianco con i nostri clienti”.

Marco Salomoni

Marco Salomoni, Titolare di Salomoni

Continua [Salomoni]: “Un’esperienza che, da sempre, ci vede in prima fila nella ricerca di nuove soluzioni tecnologiche e di nuovi prodotti da proporre al mercato, con l’obiettivo (mai cambiato nel corso della nostra storia imprenditoriale) di precorrere le esigenze dei settori che seguiamo come >>Salomoni<< , garantendo quindi ai nostri clienti (per HCME seguiamo il Friuli Venezia Giulia e le province venete di Venezia, Treviso e Belluno) un vantaggio competitivo che, oggi più che mai, è fondamentale per consentire loro di competere con successo nel mercato odierno estremamente complesso e mutevole”.
Ricerca di nuovi sbocchi tecnologici che vede l’elettrificazione delle macchine operatrici come una delle sfide tecnologiche più importanti negli ultimi anni, sia dal punto di vista del rispetto dell’ambiente sia da quello delle opportunità che l’impiego di macchine elettriche all’avanguardia assicura sempre più spesso in fatto di punteggi di gara”.

Proprio per rispondere a questa sfida, difficile quanto stimolante, con Adriacos abbiamo spostato l’asticella dell’innovazione nuovamente verso l’alto, portando per la prima volta in Italia, al Porto Vecchio di Trieste, la gamma completa di macchine elettriche di Hitachi Construction Machinery Europe.

“Per i prossimi tre mesi le macchine saranno in prova nel cantiere gestito dall’impresa di Latisana, in un contesto operativo reale, ponendo le basi per poterne valutarne la produttività e la redditività operativa. Da parte nostra, anche con la fondamentale collaborazione dei tecnici di Hitachi Construction Machinery Europe, ci impegneremo per garantire il servizio di assistenza di queste nuove macchine, in modo che Adriacos si possa concentrare esclusivamente sul lavoro da eseguire”.

Conclude [Salomoni]: “Non siamo spaventati dalla sfida, d’altronde siamo abituati a fornire un servizio di assistenza di alto profilo ai nostri clienti per tutte le macchine che commercializziamo, intervenendo ovunque esse lavorino, in modo efficiente, veloce e risolutivo”.
Da sinistra: Marco Salomoni e Andrea Gallici
Chiosa [Salomoni]: “Anche questo importantissimo test con la gamma elettrica di Hitachi Construction Machinery Europe è la conferma della nostra volontà di garantire ai nostri clienti la stessa filosofia di qualità sia a livello di prodotti sia per quel che riguarda i servizi di postvendita e di assistenza. Una qualità, che da quasi quaranta anni è il ‘marchio di fabbrica’ di Solomoni e sono certo che sarà riconfermata da Adriacos (con cui lavoriamo da moltissimi anni), anche durante i tre mesi di prova delle macchine elettriche Hitachi”.

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