Una lunga e gloriosa storia, quella dei dumper articolati Doosan, in cui la tradizione ingegneristica Moxy continua e si evolve in modo positivo. Lo abbiamo visto in modo approfondito con il DA30
Una storia di tecnologia
Siamo nani sulle spalle dei giganti. Bertrando di Chartres, filosofo medievale, ha segnato il suo nome con questa affermazione quanto mai vera. Se non ci fosse chi, prima di noi, ha saputo innovare e progredire non si potrebbe oggi fare la somma delle esperienze positive del passato.
Una regola d'oro nel caso dei dumper articolati Doosan che si fanno portatori della gloriosa storia della Moxy.
L'ingegnere Birger Hatlebakk fondò nel 1969 il marchio norvegese. Una storia da pioniere in un periodo in cui, nel nord Europa, queste macchine si stavano sviluppando partendo da una primitiva idea nata in Gran Bretagna negli anni '50 sulla trasformazione di un trattore Fordson.
Una storia lunga e tormentata, quella della Moxy, in cui l'innovazione e le idee geniali si alternavano a una pessima gestione degli affari da parte delle proprietà succedute nel tempo.
Fino a che Doosan Infracore, nel suo piano di sviluppo, la acquistò nel 2008 per rilanciarla completamente nel 2011 grazie al completo rinnovamento della gamma.
La scelta strategica di Doosan è stata vincente: mantenere tutte le peculiarità di Moxy aggiornando il design. L'MT41 fu il primo passo verso l'attuale gamma di dumper articolati.
Tanta tecnologia, un prodotto con caratteristiche uniche rispetto alla concorrenza, una tradizione costruttiva di alta qualità ma, per contro, un brand completamente da ricostruire.
Un impegno perfettamente in linea con le abitudini del gruppo coreano e che ha visto il marchio Moxy affiancato a quello Doosan per un certo tempo per valorizzare un passato dai forti contenuti.
Prova in campo del dumper articolato Doosan DA30: introduzione
Prova sul campo del dumper Doosan DA30: impressioni di guida
Prova dumper DA30: il motore
Prova del dumper DA30: accessibilità vano motore
Prova in campo dumper articolato DA30: la trasmissione
Prova in campo del dumper articolato DA30, analisi articolazione di sterzo
Prova dumper Doosan DA30: il telaio
Il ponte posteriore nella prova goWEMwarmup del dumper articolato DA30
Nel tempo sono arrivate nuove cabine e un nuovo design ma gli elementi di vero pregio tecnologico non sono stati cambiati bensì solo perfezionati: articolazione di sterzo in corrispondenza dell'oscillazione fra i due semitelai e collocata in posizione avanzata, trasmissione del moto alle ruote posteriori con un solo ponte e con riduzione flottante a cascata di ingranaggi, telaio posteriore inclinato, cassone dalla forma che ottimizza il baricentro, elevato angolo di attacco anteriore.
Caratteristiche del tutto uniche che caratterizzano i dumper articolati Doosan, sia il DA30 sia il DA40, rispetto ai diretti concorrenti.
La geometria ottimizzata è la base da cui prende spunto ogni singolo elemento dei dumper Doosan. A prescindere dalle portate e, ovviamente, dalle dimensioni, sia il DA30 sia il DA40 sono due macchine con la stessa impostazione.
Rispetto ai concorrenti di pari categoria sono più corti e compatti. Questo comporta un'altezza superiore che, però, non inficia il bilanciamento grazie alla forma del cassone e al telaio con andamento inclinato in avanti.
La meccanica è funzionale a questo scopo; la posizione elevata del motore e la disposizione della trasmissione permettono di avere una giunzione fra i due semi telai (anteriore e posteriore) del tutto unica.
Chi ha progettato il giunto di articolazione di questi dumper ha tenuto bene a mente le lezioni di meccanica razionale del corso di ingegneria.
Grazie a uno studio attento dei bracci di leva si è evitata la formazione del vettore forza che, in fase di sterzo, tende a spingere il dumper verso l'esterno della curva.
La particolare articolazione di sterzo, insieme alla presenza del ponte singolo posteriore con tandem a cascata di ingranaggi, evita l'effetto "wind-up" e la formazione del vettore forza che tende a spingere in avanti il dumper.
Nulla di misterioso: semplicemente si è evitato, andando a far coincidere articolazione di sterzo e ralla oscillante, di formare quel braccio che permette alla forza di sviluppare una componente pericolosa per la stabilità del dumper.
L'inclinazione in avanti del semi telaio posteriore permette di spostare in avanti il baricentro grazie al cassone che ha una forma del tutto inedita per questo tipo di macchine.
La forma è svasata e la profondità è più elevata rispetto ai competitor. Sembra un cassone piccolo proprio perché più corto rispetto ai concorrenti ma, in realtà, così non è. Il carico utile di 28 tonnellate metriche colloca il DA30 nel suo segmento di appartenenza senza nessuna penalizzazione.
Più corto, quindi, ma più profondo e dalla forma ottimizzata. Unico neo il paracabina molto alto che aumenta la cubatura ma rende un poco più complesso il carico con le pale gommate dotate di benna generosa.
La forma del cassone del DA30, mediamente più corta e svasata rispetto alla media della classe di appartenenza, richiede maggiore attenzione nel carico con pale gommate dalla benna generosa.
L'inclinazione del semi telaio posteriore permette di avere più spazio per gli elementi della trasmissione. Avendo un solo ponte che trasferisce il moto ai due cantilever a cascata di ingranaggi, c'è molto spazio per avere una elevata altezza utile da terra e, al contempo, una mobilità eccellente degli pneumatici.
Nessun dumper sul mercato, attualmente, riesce ad avere un'escursione complessiva dei ponti posteriori pari a 40°.
Un'altra caratteristica che è un dato puramente geometrico ma che, nei cantieri, rappresenta una notevole differenza rispetto ai competitor.
Anteriormente, grazie al motore collocato molto in alto e al cambio che ha ingombri esterni molto ridotti, l'angolo di attacco è molto alto. Questo è dovuto sia all'altezza libera da terra, sia allo sbalzo ridotto.
La catena cinematica del DA30 segue la stessa filosofia di tutto il telaio. La scelta di Doosan è stata quella di semplificare al massimo la vita di operatori e imprese. La motorizzazione Scania DC09, cinque cilindri da 9,3 litri, non utilizza infatti il filtro antiparticolato.
La rispondenza allo Stage IV è infatti ottenuta tramite l'azione congiunta di EGR, SCR e DOC. Un sistema snello, quindi, in cui l'ottimizzazione della combustione comporta minori consumi.
Non solo. La filosofia Scania porta ad avere elevati valori di coppia e potenza ad un basso numero di giri. Se la potenza massima di 276 kW (375 CV), infatti, è erogata a 2.100 giri/min, in realtà il règime di funzionamento reale oscilla fra 1.200 e 1.600 giri/min.
Il valore di coppia massima, pari a 1.873 Nm, è disponibile già a 1.300 giri/min e ha un andamento sostanzialmente piatto fino a quasi 1.800 giri/min. In pratica non serve schiacciare il piede sull'acceleratore e ce ne siamo accorti nel corso della nostra prova in campo.
Il motore Scania DC09, abbinato alla trasmissione ZF 8 EP320, permette ottime prestazioni a pieno carico, sfruttando in pieno la coppia di 1.873 Nm a soli 1.300 giri/min.
La trasmissione ZF è stata progettata appositamente per i dumper articolati. Si tratta nel caso specifico della ZF 8 EP320 con otto marce avanti e quattro retromarce a controllo elettronico.
La sua impostazione permette il pieno controllo manuale in modo "assistito" (la centralina controlla sempre che tutti i parametri siano funzionali alla marcia che si vuole inserire), rendendo la marcia particolarmente fluida. Non si percepisce quasi il passaggio da un rapporto all'altro rendendo fluida la marcia in qualsiasi tipo di terreno.
La catena cinematica del DA30 permette di arrivare alla velocità di punta di 55 km/h a pieno carico. Una velocità notevole che richiede un impianto frenante all'altezza della situazione. Il retarder si dimostra particolarmente efficiente.
La velocità massima a pieno carico è di 55 km/h. Si tratta di un valore notevole a cui deve seguire un impianto frenante all'altezza della situazione.
Da questo punto di vista il retarder a gestione elettronica che accompagna il motore Scania ha un comportamento eccezionale. Si tratta di uno dei punti di forza di questo dumper che permette il suo impiego quasi senza toccare i pedali dei freni.
Il suo uso è molto intuitivo e si basa semplicemente sulla pressione effettuata sul pedale dell'acceleratore. In discesa la velocità viene mantenuta in modo molto semplice solo dosando il piede. Nulla più.
Una catena cinematica semplice nella sua concezione e semplice nel suo utilizzo quotidiano. Semplicità che, a sua volta, comporta un elevato livello di sicurezza.
Geometria ottimizzata e catena cinematica progettata per i dumper servirebbero a ben poco senza la possibilità di andare ovunque.
I cantilever posteriori dei dumper Doosan sfruttano le cascate di ingranaggi per evitare il doppio ponte.
Questa soluzione tecnologica esclusiva ha una serie di vantaggi che ben si integrano con l'efficienza geometrica e meccanica che sono alla base del DA30 e del DA40.
Il primo è l'assenza del doppio ponte posteriore. Doppio ponte che, benché più convenzionale e quindi "rassicurante", comporta però una minore escursione delle ruote sui terreni accidentati con la possibile perdita di contatto con il terreno in caso di forti asperità. Con la necessità dell'entrata in funzione dei bloccaggi dei differenziali e con superiori stress alla meccanica.
Il tandem posteriore a cascata di ingranaggi consente di superare senza problemi ostacoli di ogni tipo, mantenendo sempre le ruote posteriori a contatto con il suolo. L'angolo di oscillazione complessivo è di 40° e non trova riscontro nei concorrenti.
L'assenza del doppio ponte ha il vantaggio di eliminare l'effetto "wind-up" che si traduce nel saltellamento e nello strisciamento nelle svolte più strette e, al contempo, nell'allargamento del raggio di sterzata.
Si riducono in questo modo gli stress su tutta la catena cinematica e la mobilità complessiva, grazie all'escursione elevata dei due cantilever, permette ai dumper di muoversi in modo agile ed efficiente.
La possibilità di avere in opzione, anteriormente, le sospensioni idropneumatiche (prima erano disponibili solo sul DA40, ora anche sul DA30) diminuisce ulteriormente gli stress a struttura e meccanica. Oltre che, ovviamente, all'operatore.
Nel corso della nostra prova abbiamo toccato con mano quanto le soluzioni meccaniche del DA30 gli consentano di muoversi in sicurezza nei contesti più diversi. Sia sui terreni cedevoli che su quelli più compatti. Dimostrando efficienza in entrambi i casi e mettendo in mostra sia la capacità di disimpegno che quella di assorbire in modo naturale le difformità dei percorsi.
L'efficienza geometrica della struttura di questi dumper non è spiegabile a parole se non mettendosi alla guida e sentendo le reazioni del mezzo quando si impostano curve strette, in discesa e a pieno carico. Oppure affrontando cunette molto profonde o ripide salite che richiedono attenzione a quanto si sta facendo.
L'articolazione di sterzo del DA30 consente una conduzione di curva equilibrata e sicura. L'attento studio dei vettori forza che si sviluppano nella marcia sono un punto qualificante di questa macchina.
Neutralità è forse l'aggettivo che meglio descrive il DA30 quando lo si utilizza. Le reazioni sono sempre neutrali in ogni contesto trasferendo quel senso di sicurezza che ogni macchina dovrebbe regalare al proprio operatore.
Non dimentichiamo che siamo di fronte a un mezzo in grado di viaggiare a 55 km/h in fuoristrada con 28 tonnellate di carico che, sommate al peso proprio, diventano oltre 50 tonnellate.
Non si tratta di velocità che i concorrenti non percorrono ma la sicurezza attiva, quando si somma a quella passiva, deve essere all'altezza delle aspettative di chi utilizza una macchina di questo tipo.
L'efficienza complessiva di tutta la catena cinematica del DA30, insieme alle soluzioni geometriche equilibrate, ne fanno un dumper molto sicuro in ogni contesto. L'efficienza del retarder consente medie elevate anche in pendenza.
Gli accorgimenti che Doosan ha riversato sul DA30 e sul DA40 vanno in questa direzione e ne fanno oggi due fra i dumper articolati più tecnologici ed evoluti del mercato.
La crescente diffusione di queste macchine testimonia come la validità della tecnologia usata dal costruttore coreano sia il primo e migliore biglietto da visita verso gli utilizzatori.
Se la prima diffidenza data dal particolare sistema di trasmissione con cantilever a cascata di ingranaggi potrebbe frenare un possibile utilizzatore, ogni remora cade nel momento in cui si usano questi dumper.
Il DA30, in particolare, ha notevoli risorse aggiuntive che lo portano, nei fatti, ad essere ben di più di un semplice dumper articolato della classe 30 tonnellate.
E queste doti emergono nel momento in cui il terreno di lavoro è impervio, difficile e tormentato.