Cave Rossetti, dal boom degli anni '60, al Green Deal

"Lavoro qui da quando andavo ancora alle elementari. Mi ricordo che mentre mia madre si occupava di bollette di carico e mio padre gestiva l’attività di cava, nella piccola baracca di cantiere di allora; io facevo i compiti e studiavo".

Inizia così il racconto di [Giovanni Rossetti], 58 anni, legale rappresentante e socio unico delle >> Cave Rossetti << di Lonate Pozzolo, comune di diecimila anime circa, a pochi passi dall’aeroporto di Milano Malpensa, collocato proprio al di sotto del cono di traffico aereo.

Giovanni Rossetti

Giovanni Rossetti, legale rappresentante e socio unico di Cave Rossetti
"La cava, nota allora come Cave Lonate, è attiva dal 1968, anno in cui i miei genitori, un operaio e un’impiegata, a suon di cambiali acquistarono il primo lotto di un sito estrattivo dismesso. Da lì, lavorando sodo, è iniziata la storia della nostra società. Che è anche la storia di una famiglia dedita al lavoro, che con i sacrifici ha saputo costruire qualcosa di duraturo".

Quello Rossetti è il racconto dell’Italia del boom economico, dell’industrializzazione del Paese e dell’urbanizzazione degli anni Sessanta e Settanta. E di una famiglia che, dal poco che aveva, ha costruito qualcosa di importante.

Studio e lavoro, un vizio di famiglia

"Il giorno dopo il diploma, a diciannove anni, sono stato assunto nell’impresa di famiglia e da allora non mi sono staccato un giorno da questo luogo, che considero la mia seconda casa. Lavoravo di giorno e studiavo la sera: è così che mi sono laureato in Economia e Commercio, cosa che ha fatto anche mia madre, dopo essersi diplomata in ragioneria pur continuando a lavorare".

Oggi, la cava di Lonate è un sito di grandi dimensioni: 600mila metri quadrati di superficie, aree tutte di proprietà e con un’autorizzazione all’escavazione di 2 milioni e 400mila metri cubi, che una volta cavati si sommeranno ai 10 milioni già estratti negli oltre 50 anni di attività.
L'impianto produttivo principale, cuore pulsante della Cava Rossetti
"All’epoca dei miei genitori - continua Rossetti - le quantità si stimavano a occhio, i camion non venivano pesati, si faceva tutto a mano, bollette di carico comprese. Solo nel 1975 fu introdotta la pesatura elettronica e fu allora che il settore da artigianale qual era divenne un comparto industriale vero e proprio. Erano gli anni dello sviluppo economico e la nostra fortuna iniziò con l’arrivo di Italstrade".

Abbiamo trasformato l'attività da artigianale a tipicamente industriale nel 1975 con l'introduzione della pesatura elettronica [Giovanni Rossetti]

"I miei rientrarono dai debiti e cominciò l’espansione attraverso l’acquisizione, mappale dopo mappale, dei terreni dei vicini, fino ad arrivare alle dimensioni odierne. Ricordo che per acquistare un terreno di mille metri quadrati ci vollero dodici anni. Abbiamo costruito un’attività importante, ma altrettanta è stata anche la ricchezza distribuita attorno a noi".
Fasi di lavorazione inerti nell'impianto completamente automatizzato di Cave Rossetti
Le cose sono poi cambiate e molto con l’entrata in vigore delle prime due leggi lombarde di regolamentazione dell’attività estrattiva, la 18 del 1982 e la 14 del 1998.  Rossetti, dopo essere stato vice presidente di Anepla (attualmente è nel collegio dei probiviri), oggi presiede il gruppo merceologico attività estrattiva e materiali da costruzione di Univa, società dell’Unione industriale di Varese e provincia.

"Sono impegnato nelle associazioni di settore, ma in realtà, per la mia storia, so far tutto: guidare i camion, movimentare la terra, far funzionare l’impianto di frantumazione, oltre ovviamente a dirigere l’azienda".

Gli aggregati di Lonate Pozzolo

Nel sottosuolo della cava Rossetti si trovano i materiali alluvionali della Valle del Ticino. Qui a Lonate Pozzolo, ben tre sono gli impianti estrattivi in concorrenza tra loro.

"A nord, verso il lago Maggiore - spiega l’amministratore unico della società - la curva granulometrica dell’aggregato cavato è di dimensioni maggiori. A sud, verso Pavia, si trova sabbia. Noi siamo nel mezzo e per questo caviamo entrambi: sabbia e ghiaia, da zero a 200 millimetri. Abbiamo la giusta dimensione della curva granulometrica che ci consente di effettuare la frantumazione a prezzi accettabili".
I big bag che Cave Rossetti utilizza per la commercializzazione dei prodotti
Una fase della procedura di lavaggio inerti sull'impianto di Lonate Pozzolo di Cava Rossetti
Da Rossetti pertanto si possono trovare sabbie, pietrischetti frantumati, ghiaietti naturali, ghiaia, stabilizzati naturali, ciottoli e terra vegetale selezionata, ottenuti dalla lavorazione che avviene in un impianto automatizzato, mandato avanti da una sola persona (nel sito ci lavorano dieci addetti tra impiegati e operai; nda), e che è in grado di trattare 600 tonnellate ora. Un impianto all’avanguardia, sovradimensionato però rispetto alle esigenze attuali di mercato.
Uno dei vagli di selezione e lavaggio inerti dell'impianto di Lonate di Cave Rossetti
Il bacino estrattivo consente a Cave Rossetti di produrre inerti con granulometrie da 0 a 200 mm
"Con l’emergenza sanitaria abbiamo organizzato l’attività dell’impianto in due turni, cosa mai avvenuta prima. Questo per ridurre i costi energetici di accensione: una soluzione che la pandemia e la conseguente congiuntura economica ci hanno spinti a fare. Ma Cave Rossetti non è solo attività estrattiva: dal 1997 abbiamo realizzato un impianto per il riciclaggio di macerie derivanti dalle demolizioni edili e stradali, ponendoci fra i precursori nelle attività dell'economia circolare, volta al riciclaggio e al riutilizzo di rifiuti". 

L’ambiente in testa

Il titolare ci tiene poi a rimarcare il suo impegno verso l’ambiente. Qui, siamo in pieno parco del Ticino, un’area regionale protetta e l’attività di cava, com’è noto e come sa bene Rossetti, può essere altamente impattante.

Per un cavatore, oggi, la responsabilità ambientale è un fattore imprescindibile; ogni nostra attività viene svolta nel pieno rispetto dell'ambiente: non è solo una questione di rispettare le norme, ma anche un impegno etico di cui siamo ben coscienti [Giovanni Rossetti]

"Sono consapevole dell’impronta ambientale che ci portiamo dietro - afferma -. Ma due sono le considerazioni da fare: da un lato, l’indispensabilità dell’attività estrattiva nella realizzazione dell’ambiente costruito e, dall’altro, l’impegno mio e di numerosi cavatori di saper ricostruire territorio e paesaggio".
Particolare attenzione in Cave Rossetti viene dedicata alla rinaturazione delle aree di cava esaurite
"Questa cava ne è un esempio. Non solo il ripristino del sito è un obbligo, ma per me è un piacere poter vivere e lavorare in un ambiente, certo differente dal passato, ma oggi fatto di pendii, rilievi, zone umide, conche inerbite e forestate. Un luogo dove da qualche anno [Claudia Fraccaro], mia moglie, è diventata imprenditrice agricola e oggi, oltre alla conduzione di un piccolo allevamento di galline da uova biolofiche, coltiva anche colza, girasole ed erba medica".

"Stiamo anche ristrutturando una cascina del posto, la Calderona, per creare una club-house. Mi piacerebbe che qui si potessero svolgere gare di mountain-bike, concerti, appuntamenti sportivi vari. Le condizioni ambientali e di dimensione ci sono".
Nell'area di Cava, Rossetti sta recuperando la Cascina Calderona per creare una club house, fulcro di eventi ricreativi e sportivi
Insomma, qui come altrove il modello di riferimento dei moderni cavatori è la multifunzionalità. Un po’ quello che è avvenuto nel mondo dell’agricoltura.

Le idee a Rossetti insomma non mancano, come quella di realizzare, cosa che a tutt’oggi in provincia di Varese è vietata dal piano di settore, una cava in acqua.

"Sarebbe il massimo avere uno specchio d’acqua in cui poter svolgere diverse attività compatibili con il sito. Sarebbe una soluzione che migliorerebbe la biodiversità. Ci sto lavorando e non ho perso tutte le speranze".

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