Carro stretto? Italia loves It!

Ormai lo sanno anche i sassi (e quale metafora sarebbe migliore parlando del mondo del movimento terra): in Italia la classe di escavatori tra le 20 e le 22 tonnellate con carro stretto recita da sempre il ruolo di protagonista pigliatutto in fatto di vendite.

A seconda delle fonti, infatti, questa tipologia di macchine rappresenta una percentuale che varia tra il 25 e il 30% sugli escavatori venduti complessivamente nel nostro Paese; non è solo questione di moda o abitudine, ma soprattutto di spazi operativi e di normative (le misure di trasporto in sagoma che quando superate definiscono un trasporto eccezionale sono: 16,50 metri in lunghezza, appunto 2,55 metri in larghezza e 4 metri in altezza). Entrambi questi fattori, comunque, portano a un risultato comune: tutti i produttori, sia quelli storici sia quelli che si affacciano per la prima volta sul nostro mercato (e quest'anno ce n'è più di uno), si premurano di avere in gamma mezzi con carro stretto, fondamentali per “fare quote” in estremamente agguerrito e competitivo.

 


A questa legge non scritta non sfugge neanche il leader di mercato, Caterpillar che, ormai come standard, presenta pochi mesi dopo alla versione con carro lungo, quella con carro lungo e stretto, definita dalla sigla LN (larghezza con pattini da 500 mm di 2.550 mm). Anche per l’ultimo escavatore uscito, nessuna sorpresa, dopo la versione L del nuovo 323F (presentato per la prima volta a Bauma 2016, è arrivata la versione LN, presentata ufficialmente a settembre e dispobile da noi nel 2017.

Nato per produrre (tanto)

Il 323F LN è la macchina perfetta per chi debba tirare fuori dai suoi mezzi la massima produttività operativa; questo significa pochi fronzoli, tanta robustezza e tutta la potenza necessaria a lavorare veloce e senza imprevisti.

La filosofia Caterpillar sulle ultime serie ha puntato molto su questa strategia costruttiva, partendo proprio dal motore, uno stracollaudato Caterpillar C4.4 Acert, un 4,4 litri a 4 cilindri in linea in grado di erogare 120 kW a 1.800 giri al minuto, in regola ovviamente con le normative antinquinamento Stage IV. Proprio parlando di efficienza, il nuovo turbocompressore di Casa Caterpillar garantisce un risparmio di combustibile che arriva al 5% nei confronti della versione Stage IIIB dello stesso motore che sostituisce.

Un risultato raggiunto attraverso una migliore e più “intelligente” gestione attiva del consumi che comprende il controllo automatizzato del regime del motore che interviene quando si lavori senza carico o con un carico non impegnativo, ma anche lo spegnimento automatico del motore che resta al minimo per un periodo di tempo preimpostato (ormai una soluzione comune a tutti i produttori più evoluti che, comunque fa risparmiare davvero molto carburante).

Ci sono poi le usuali modalità di lavoro preimpostate, in questo caso definite come Standard, ECO o HP (piena potenza), che, se usate correttamente e con attenzione dall’operatore, possono ulteriormente contribuire a ridurre l’impatto dei costi di carburante a fine giornata o (e si sentono di più) nei conti di fine mese. Una nota per chiudere il capitolo consumi: il C4.4 Stage IV funziona senza problemi con biodisel fino al grado B20 o con ULSD (Ultra Low Sulfur Diesel, il gasolio a bassissimo tenore di zolfo, con al massimo 15 parti di zolfo per milione).

Caro il mio operatore…

Attenzione massima anche in cabina, in puro stile Cat d’altra parte, con una pressione sonora interna che arriva a 68 dB e pochissime vibrazioni trasmesse all’operatore, anche grazie ai nuovi supporti viscosi e al sedile davvero ben ammortizzato. Sedile che riserverà gradite sorprese anche alle più esigenti “principessine sul pisello” (non che pensiamo che gli operatori siano così, anzi in genere li vediamo sopportare davvero di tutto sui cantieri), grazie allo schienale reclinabile di serie, alla regolazione di scorrimento sia inferiore sia superiore, alla possibilità di settare anche l’altezza e l’angolo di inclinazione (fattore questo mai abbastanza sottolineato e apprezzato). Non dimentichiamo che tutti i sedili sul nuovo 323F sono riscaldati (e in una mattina d’inverno in pianura Padana questo davvero “non ha prezzo”).

In cabina poi si concentrano tutte le implementazioni tecnologiche disponibili sul 323F LN, ben riportate sull’ampio display LCD, programmabile in ben 42 lingue, e sul quale vengono proiettate anche le immagini della telecamera posteriore.

Tra queste ovviamente spicca il Cat Connect, tecnologia che dà una grossa mano all’operatore sia esso un neofita sia un esperto con migliaia di ore di lavoro alle spalle. Tra le funzioni citiamo il Cat Grade Control Depth and Slope che permette di massimizzare l’efficienza e la produttività nelle operazioni di livellamento in modo rapido ed efficiente. Per chi non lo conoscesse appieno, solo un paio di note: grazie a una serie di sensori sul leveremo anteriore, il sistema restituisce in tempo reale l’esatto posizionamento di benna e macchina, con i dati di sterro/riporto. Scompaiono così le passate di aggiustamento e il lavoro risulta perfetto in una sola operazione, con evidente risparmio di tempo e carburante.

Altra funzione utilissima che consigliamo di installare dato che è opzionale, il Cat Grade with Assist che permette di automatizzare le attività di livellamento eseguite di solito dall'operatore con i comandi manuali di braccio/avambraccio/benna, risparmiando una mostruosità di tempo: ben il 45%.

L’unico mulo intelligente

Perché definiamo il 323F LN “mulo” intelligente? dell’intelligenza abbiamo appena parlato con le numerose funzioni automatizzate di aiuto all’operatore, della robustezza e della forza tipiche dei muli parleremo ora.



Tutte le zone soggette a sollecitazioni sono molto ben rinforzate (senza sprecare acciaio e quindi aggiungere peso inutile), partendo da tantissimi pezzi forgiati e pressofusi, sia sul telaio superiore sia su quello inferiore. Ogni struttura scatolata è a piastre multiple. Il sottocarro, poi, è particolarmente robusto con tutte le componenti realizzate in acciaio ad alta resistenza (articolazioni, rulli, pulegge, ruote folli, pattini dei cingoli). La durabilità del sottocarro (non dimentichiamoci che i cingoli sono lubrificati a grasso) è anche aumentata grazie alle protezioni inferiori di tipo heavy duty, che tutelano i cingoli dall’azione aggressiva di detriti e rocce.

Dal punto di vista delle prestazioni, i numeri sono molto buoni; parlando di un Caterpillar non ci aspettavamo niente di meno, d’altra parte. Con braccio mono da 5.700 mm e avambraccio da 2.900 mm, il 323F LN garantisce una profondità massima di scavo di 6.710 mm, una distanza di scavo a terra di 9.850 mm e un’altezza di carico massima di 6.500 mm.

Chiudiamo con i pesi operativi standard: 22,3 tonnellate con il braccio modo da 5.700 mm, l’avambraccio da 2,5 metri, benna da 1,3 metri cubi e pattini da 500. Le tonnellate diventano 23.6 se si sceglie la configurazione con braccio VA (a geometria variabile) al posto del mono.

 

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