Maggio, fioriscono le aste

L’asta di maggio che Ritchie Bros. tiene a Caorso, di solito, è una buona occasione per gustarsi una primo anticipo d’estate; questa volta chi pensava di fare le offerte al caldo è stato deluso e anche chi avesse voluto approfittare della due giorni di apertura per la valutazione delle macchine per farsi una tintarella è tornato indiretro, magari con le idee più chiare sulle macchine, ma più pallido che mai. La pioggia ha flagellato l’asta, ma non ha fermato i compratori (abituati a ben altre avversità meteorologiche sul cantiere); alla seconda asta dell’anno, appunto tenutasi lo scorso 12 maggio 2016, Ritchie Bros. ha rilevato oltre 1.300 registrati, che hanno comprato più di 2.000 lotti, 900 dei quali venduti online.
Da sottolineare il prezzo di vendita di questo Caterpillar 365C bello usato: 67.500 euro

Dal punto di vista dei venditori sono state oltre 220 le aziende che hanno incaricato la Casa d’aste canadese di battere i loro macchinari, che sono stati comprati da acquirenti provenienti da oltre 70 Paesi diversi di tutto il mondo.

Come al solito, l’asta di Ritchie è anche uno spettacolo che stavolta è stato reso particolarmente interessante per una serie di macchine mai usate davvero spettacolari, in ogni settore operativo (dal sollevamento, all’agricolo, passando ovviamente per il movimento terra); i mezzi, rispetto al solito, non erano moltissimi, ma la qualità c’era, eccome, ed è stata apprezzata dai compratori che hanno portato i prezzi di vendita per numerosi pezzi ai vertici del mercato.  Vediamo assieme qualche esempio (perdonateci se dimentichiamo qualcosa, le aste di Ritchie sono sempre una maratona per noi poveri giornalisti)

Il nero fa bello il telescopico

Come ormai usuale, i primi pezzi interessanti arrivano in rampa circa 30 minuti dopo l’apertura e, anche per l’asta del 12 maggio 2016, sono i telescopici. In quest’occasione, però, i motivi di interesse si moltiplicano e vi spieghiamo subito il motivo.

Oltre al consueto folto gruppo di sollevatori telescopici (di tutte le marche, le dimensioni e le tipologie), sono saliti, infatti, in rampa diversi Manitou con una affascinante livrea nera personalizzata. Parliamo di diversi rotativi e di un bel numero di fissi, tutti mai usati o con al massimo pochissime (ma davvero pochissime) ore alle spalle.

E l’interesse del pubblico (sia quello in sala sia quello che partecipava online) si è fatto subito sentire; i primi ad essere battuti sono stati, infatti, i rotativi MRT3050 Privilege Plus, macchine mai usate, con altezze di sollevamento di quasi 30 metri e portate massime di 5 tonnellate. Risultato? Prezzo di vendita finale di 230.000 euro e chi conosce il mercato di queste macchine sa quanto questi livelli siano vicini al prezzo del nuovo. C’è anche da dire che i rotativi venduti erano davvero pieni di optional, ma i prezzi d’asta hanno dato tante soddisfazioni ai venditori.

Molto ben battuti anche i sollevatori telescopici fissi di Manitou, tra cui una serie di MLT 1040L e tre MLT 840H, questi ultimi comprati tra gli 89.000 e gli  87.000 euro; a completamento sono stati anche venduti una serie di accessori per i Manitou, anche questi mai usati, dai falconi agli argani di ogni tipo, passando per i verricelli, le estensioni dei  bracci e le forche. Insomma per gli amanti del marchio un’asta da non perdere!

Una parola in chiusura per gli altri telescopici; come ti consueto la sfilata è stata lunga e ha visto macchine provenienti sia dalle flotte noleggio dei maggiori operatori italiani (che ormai si servono quasi tutti da Ritchie) sia mezzi dismessi dalle flotte di imprese private  che volevano rendere liquido il patrimonio sul piazzale. Anche in questo caso, ovviamente per i pezzi più interessanti, i prezzi spuntati sono stati piuttosto buoni.

MMT e Ritchie: un amore così grande

Passiamo al settore che più amiamo, il movimento terra; tanti i mezzi in asta (anche se il numero è in calo a causa della difficoltà di reperimento sul mercato italiano di mezzi freschi da vendere, ci dicono in Ritchie); oltre al solito gran numero di miniescavatori, più o meno usati, hanno suscitato la nostra attenzione alcuni pezzi di Casa Caterpillar davvero interessanti.

Per la Casa di Peoria sono andate in rampa una terna 444F mai usata che ha spuntato un prezzo di vendita di 69.000 euro e alcuni interessanti minieacavatori; per la precisione in Ritchie questo 12 maggio hanno venduto un 303 a 39.000 euro, un 305 a 39.000  e due 308E2 CR a 67.000, tutte macchine mai usate o usate pochissimo.

Dai compatti ai colossi da 70 tonnellate, il passo è lungo, ma in asta brevissimo; e qui parliamo di un Caterpillar 365 C LME: se per i mini e la terna le ore erano poche, qui era evidente a tutti che il gigante di terra e polvere ne aveva mangiata molta, ma, come si sa, noblesse oblige, e l’escavatore è stato battuto a 67.500 euro. In questo caso, abbiamo la fortuna di conoscere personalmente il venditore e possiamo solo dirvi che era soddisfattissimo della vendita…



Chiudiamo il movimento terra citando in ordine sparso una serie di altri macchinari venduti il 12 maggio, giusto per darvi un quadro più completo: c’erano dei bellissimi skid Bobcat T190, una pala gommata Volvo CE L120F, uno Zaxis 470 LCH (bella coppia con il Cat citato prima), delle pale New Holland tra cui una W190B e, sempre parlando di pale gommate, una Komatsu WA 380. Insomma, per ogni gusto e palato!!!

 

Fast ’n’ furious

Amanti dell’agricoltura venite! In questo settore Ritchie sta investendo molto per portare i clienti alle aste e i risultati si cominciano a vedere (ricordatevi che quello agricolo è un mercato tradizionalmente conservatore), anche in Italia.  In effetti, a chi fosse appassionato di meccanizzazione agricola, l’asta di Ritchie del 12 maggio 2016 ha riservato un paio di gustose sorprese. Nello specifico, parliamo di tre JCB Fastrac praticamente tutti mai usati che sono passati in rampa in tarda mattinata.

Nel dettaglio: due 3230 battuti a 80.000 euro e un colossale 8310 (top della gamma JCB), macchina da 310 cv, venduto a 106.000 euro. Mezzo da  veri appassionati il Fastrac, per chi deve fare grandi produzioni e non ha tempo da perdere. A quello che ci risultati l’8310 ha preso la via dell’estero, per i grandi campi della repubblica Ceca…

Anche questa volta, però, Ritchie non si è fermata ai pezzi da novanta, ma ha venduto un discreto numero di trattori, tra cui non possiamo non citare un Deutz-Fahr 7250 TTV mai usato, venduto a 90.000 euro. Al suo fianco, il suo “fratellino” più piccolo, un 6160.4 TTV.


Un’asta di alto profilo

Come di consueto, a asta conclusa e dopo avergli dato il tempo utile per raccogliere e analizzare con tranquillità i dati, abbiamo intervistato Fabio Orlandi, direttore vendite Italia di Ritchie, per commentare l’asta in termini generali.

Anche per il secondo appuntamento dell’asta, la soddisfazione di Orlandi è completa: “L’asta del 12 maggio 2016 è stata un appuntamento che ha visto volumi più compressi rispetto a quella di marzo, ma, quello che conta, una maggiore qualità. Mi spiego meglio: siamo riusciti a reperire sul mercato un buon numero di pezzi interessanti (Orlandi si riferisce ai Manitou, ai Fastrac, ma non solo) che sono andati venduti con prezzi finali molto buoni, in genere sopra alla media di mercato: i Deutz ad esempio, sono stati venduti con un robusto surplus del 20% sui prezzi medi vigenti, così come i Manitou sono stati battuti a prezzi da utilizzatore finale e per noi è un ottimo successo”.
Altro Fastrac mai usato, questa volta è un 3230 battuto a 80.000 euro


“In termini più generali, voglio sottolineare - continua Orlandi - come stia aumentando di asta in asta la partecipazione dei professionisti italiani del settore agricolo che stanno prendendo confidenza con il meccanismo dei rilanci e partecipano attivamente, soprattutto per quel che riguarda l’immatricolato e targato italiano. Per noi questa dinamica rappresenta il coronamento di un’azione di apertura del mercato che continua ormai da più di un anno con considerevoli investimenti, come venditori specifici per questo segmento che possono seguire al meglio i nostri clienti”.

Dal punto di vista della composizione del parco acquirenti, devo purtroppo sottolineare (dato che sono italiano) una nuova inversione di tendenza rispetto all’asta di marzo che per la prima volta aveva visto gli italiani superare il 50% degli acquirenti. In quest’ultima asta siamo tornati alle dinamiche a cui eravamo abituati, con i compratori esteri al 55%, provenienti soprattutto dalla Polonia (il Paese con più compratori dopo l’Italia), dalla Francia, dalla Germania, dal Belgio e dai mercati del nord Europa, da sempre nostri grandi compratori”.

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