Arriva un Hitachi ZX350-6 LCN alla Massimo Repetti srl

Chi lavora nel movimento terra ha un solo obiettivo ben chiaro in mente; movimentare più metri cubi possibili nella giornata di lavoro, in modo efficiente e sicuro. A ben vedere, quindi, gli obiettivi degli imprenditori più oculati sono tre: efficienza, produttività e sicurezza operativa.

Una triade che non è per niente semplice da ottenere, soprattutto quando le quantità da spostare ogni giorno diventano importanti e che (si mettano l’anima in pace i sostenitori del “si lavorava meglio in passato”) sono di fatto una chimera quando il parco macchine non è aggiornato o è sottodimensionato rispetto agli obiettivi aziendali.

L'Hitachi Zaxis ZX350-6 LCN appena acquistato dalla Massimo Repetti è un escavatore da 35,0 ton
E sì, sembra strano, ma con il badile (o con escavatori e camion vecchi e macilenti) non si sposta molta terra e, soprattutto, non lo si fa in modo efficiente (le macchine vecchie si fermano in genere più spesso, consumano più carburante, hanno costi di manutenzione maggiori e imprevedibili).

Sembra un concetto lapalissiano da capire, ma spesso non è così: si guadagnano soldi quando si è in grado di effettuare il lavoro prima e meglio dei concorrenti, ritagliandosi tra l’altro il giusto margine.

L’ha ben capito Massimo Repetti, imprenditore piacentino, che abbiamo recentemente incontrato a Gossolengo per vedere da vicino il suo ultimo acquisto, un escavatore Hitachi ZX350 LCN, comprato, appunto, per garantire all’impresa una produttività oraria e giornaliera maggiore e, quindi, per far fronte più agevolmente (e risparmiando sui costi di carburante) alle nuove commesse che la sua azienda sta acquisendo.

Abbiamo visto l'Hitachi ZX350-6 acquistato da Massimo Repetti al lavoro nella cava di Gossolengo dell'Emiliana Conglomerati
Repetti negli ultimi anni ha effettuato una serie di importanti investimenti per ammodernare il parco macchine e il nuovo Hitachi (acquistato con pesa VEI e sistema di ingrassaggio centralizzato) è un tassello importante in questo piano.

Sottolineiamo piano: non basta infatti comprare macchine sfruttando i vari Iperammortamenti (come anche Repetti ha fatto) o bandi Inail vari, bisogna aver ben chiari gli obiettivi di medio e lungo periodo per la propria azienda, saper valutare le commesse e costruirsi un bacino di clienti affidabili. Solo così il “cerchio magico” si chiude e l’azienda (politica permettendo) cresce.

E anche questo Repetti, l’ha ben capito.

Quando il lavoro si fa duro


“Come Massimo Repetti srl operiamo in questo settore, quello degli sbancamenti e dell’estrazione nelle cave alluvionali delle aste fluviali del piacentino da due generazioni, seguendo le orme tracciate da mio padre; ci occupiamo anche di ridisegno spondale e della realizzazione di argini, opere idriche in generale”.

L'Hitachi ZX350-6 LCN ha una distanza massima di scavo a terra di 10.170 mm
“ In sostanza siamo un’impresa che fonda la propria attività nel movimento terra puro, sia gestendo in prima persona appalti sia lavorando per conto terzi, come specialisti di segmento”.

Devo dire che, nonostante la crisi, siamo riusciti ad avere una buona continuità aziendale che, soprattutto negli ultimi anni, si è consolidata in una crescita che ci dà interessanti prospettive per il futuro”.

Investire per crescere

Massimo Repetti, titolare dell'azienda omonima con sede a Rivergaro
“Siccome da sempre sono convinto che sia la produttività la parola chiave per competere nel nostro settore, investiamo davvero molto in nuove attrezzature; negli ultimi anni abbiamo acquistato numerosi cava cantiere e diverse macchine operatrici e, ora, dopo aver provato un modello di minore tonnellaggio (uno Zaxis ZX300, ndr), abbiamo deciso di acquistare da Scai, distributore nazionale Hitachi, questo nuovo Zaxis ZX350-6 LCN”.

“Sono convinto che il nuovo escavatore sia in grado di garantirci quell’incremento di produttività che i nostri clienti ci chiedono, soprattutto quando si lavora in cave molto importanti e con grandi volumi da gestire, come quella della Emiliana Conglomerati”.

In cabina dell'Hitachi ZX350-6, spicca la visibilità migliorata e nuovi materiali per le consolle, più resistenti all'usura
Hitachi ha montato sul suo ZX350-6 delle protezioni dei cingoli più grandi rispetto alla versione precedente
“Lo Zaxis ZX350-6 LCN, anche se è da davvero poco che è arrivato in cantiere, movimenta molto più materiale rispetto all’escavatore che usavamo precedentemente e lo fa consumando (almeno queste sono le prime sensazioni), in proporzione al materiale scavato, meno carburante. E’ quindi un investimento che in prospettiva aumenterà di molto la redditività aziendale”.

“La potenza disponibile, inoltre, è più che adeguata anche per lavorazioni importanti e la velocità sul ciclo ci ha impressionato positivamente; parliamo di un escavatore potente e robusto, che ci dà la sicurezza di poter gestire le commesse senza problemi”.

Velocità e potenza, con un segreto


Non c’è molto da aggiungere sulla reputazione che Hitachi ha nel segmento degli escavatori cingolati; il produttore giapponese è, da sempre, fra i primi tre al mondo in questo campo.

Le impressioni di Repetti sono confermate dai dati rilasciati da Hitachi sul suo escavatore cingolato Z350-6 LCN; il motore è uno Stage IV, un sei cilindri Isuzu da 7,79 litri che eroga una potenza netta di 210 kW a 1900 giri al minuto. Interessante anche la coppia massima, ottenuta a 1.500 giri al minuto, che arriva a 1.080 Nm.

Lo Stage IV è raggiunto con EGR e post trattamento con DOC (il catalizzatore di ossidazione diesel) e SCR

Buone notizie anche sull'aspetto consumi: l'Hitachi ZX350-6 consuma il 15 % in meno della versione precedente in modalità standard e comunque anche il 7 % in meno nella modalità Power
Ma l’efficienza sul ciclo e la velocità operativa (riscontrata anche da Repetti) è soprattutto dovuta al sistema Trias II di Hitachi. L’escavatore ha un circuito idraulico gestito da tre pompe principali a pistoni assiali, due da 288 litri al minuto e una da 260 litri.

L’olio raggiunge separatamente il cilindro della benna, il cilindro del braccio di penetrazione e il cilindro del braccio di sollevamento e, grazie al controllo combinato della pompa e della elettrovalvola, il sistema usa solo olio idraulico effettivamente necessario.

Il risultato? Risparmi nei costi di gestione (Hitachi stima un risparmio medio di circa 3.200 euro all’anno solo per l’implementazione del Trias II) e un braccio molto più reattivo e veloce, dato che, appunto, ogni cilindro è dotato di una pompa dedicata.

E’ già robusto? Facciamolo ancora più robusto!!!


Carpenteria, sottocarro, cofani, bracci; Hitachi sulla sua nuova versione dello Zaxis ZX350-6 ha lavorato bene e molto, per garantire maggiore robustezza e durata. Lo ha fatto su una base già di alto livello, ma alcuni dettagli sono davvero degni della migliore tradizione giapponese.

Più capacità di sollevamento

Grazie a un migliore equilibrio nei pesi, il nuovo Hitachi ZX350-6 solleva il 10% in più della versione 3
Le migliorie si vedono già a partire dal sottocarro e dai cingoli: il coperchio del motore di traslazione è stato, infatti, irrobustito, ora i millimetri di acciaio sono 6, al posto di 4,5 della versione precedente. Con cura maniacale sono poi stati riposizionati i bulloni di chiusura, per ridurre il rischio di eventuali danni.

Anche le protezioni dei cingoli ora sono maggiorate, così come è stato ridisegnato il profilo del rullo di appoggio, per evitare accumuli di fango che potrebbero danneggiare la colonna rotante e alle tubazioni.

Salendo in torretta: i corrimano sono stati rivisti e ora proteggono meglio chi sale per le operazioni di manutenzione; anche e la piattaforma superiore è stata rinforzata. Più robusto anche il braccio di sollevamento: Hitachi ha, infatti, rinforzato le zone a maggiore sollecitazione come le connessioni all’estremità e alla base del braccio di sollevamento dove sono state usate boccole HN. Rinforzate infine le piastre antiusura in resina sul braccio di sollevamento.

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