Ottavio Baisi, presidente della
Cooperativa Apuana Vagli, è la rappresentazione migliore di quello che significa essere cavatore in queste zone; entrato fin da giovane a far parte della Cooperativa, sulle orme del nonno e del padre, ha rivestito praticamene tutti i ruoli, dall’apprendista, al Capo Cava (un ruolo fondamentale nell’economia aziendale) fino a diventarne presidente.
Ottavio Baisi consegna a Mas Morishita di Komatsu Europe il libro celebrativo dei sessanta anni di attività della Cooperativa Apuana Marmi
Baisi,
la cava ce l’ha nel DNA (e non è un modo di dire, dato che viene da due generazioni di cavatori), come gran parte dei cittadini di Vagli (dove ancora oggi si dice “se non vai a scuola, andrai alle cave”) e riesce a trasmettere questa
passione, in ogni suo atto, sia quando guarda i blocchi appena estratti sia quando analizza il fronte di cava che, infine, quando ci racconta della nuova segheria.
Per meglio capire la Cooperativa Apuana Marmi, il segreto è semplice, intervistarlo e
lasciarlo parlare di marmo e di cava. Il resto viene da sé.
Con le radici ben ferme (nel marmo)
goWEM!: Quando inizia l'attività della Cooperativa Apuana Marmi?
Baisi: “Siamo nati 60 anni fa, il
12 gennaio 1958; i soci fondatori della cooperativa erano 21 giovani di Vagli (sei sono ancora oggi viventi). In occasione del sessantennale abbiamo inaugurato anche
i nuovi uffici più consoni alla realtà che siamo diventati e alle esigenze del nostro settore, che vede clienti da tutto il mondo venire ad acquistare il nostro marmo”.
“Prima della nuova sede per gli uffici, abbiamo investito oltre
sei milioni di euro nella realizzazione di una moderna segheria; una necessità ormai imprescindibile se consideriamo che il maggior valore aggiunto nel nostro settore non arriva dalla vendita dei blocchi di marmo, ma dal prodotto lavorato”.
Un catalogo di marmo
La nuova sede della Cooperativa Apuana Marmi a Vagli Sotto
“Fino a ieri eravamo una sorta di 'contadini del marmo’ e come tali venivamo remunerati relativamente poco (proprio come i contadini che vendono ai grossisti i prodotti della terra) rispetto al prodotto di altissima qualità che proponevamo al mercato. Con la nuova segheria, nella quale abbiamo implementato i
macchinari di lavorazione più avanzati disponibili, ora siamo in grado di offrire direttamente ai clienti lastre finite (fino a tre centimetri di spessore) di altissima qualità”.
Ovunque nel mondo
Oltre il 90% della produzione Della Cooperativa Apuana Marmi viene acquistata da clienti esteri
“Lastre che sono apprezzate in tutto il mondo, dato che la nostra produzione attualmente
per oltre il 90% viene acquistata da compratori esteri. La nuova segheria ha realizzato
un sogno di tutti noi soci della Cooperativa, un sogno che abbiamo saputo mantenere vivo per sessant’anni e che ora ci sta dando soddisfazioni davvero importanti”.
“Grazie a questa diversificazione, ma soprattutto per merito della qualità altissima del marmo che si estrae nella nostre cave, siamo riusciti a continuare a
crescere anche quando la crisi ha colpito pesantemente gli altri settori produttivi italiani”.
“A livello di soci
siamo sempre 70, tutti dei nostri territori; la Cooperativa, infatti, svolge un importante
ruolo sociale nella nostra valle: non solo diamo lavoro a residenti del luogo (che altrimenti non avrebbero molte alternative), ma sosteniamo anche in molteplici modi il tessuto sociale del nostro territorio, interagendo con le scuole, le associazioni sportive, le iniziative di sviluppo turistico e ogni altro ente della zona in cui operiamo”.
Il deposito di stoccaggio dei blocchi pronti per la spedizione verso cantieri in tutto il mondo (il 90% della produzione viene venduto all'estero)
“Ritengo che questa sia un’
attività fondamentale per una Cooperativa come la nostra, attività che ci differenzia dalle normali imprese, dato che, per statuto dobbiamo sempre reinvestire tutti gli utili o nello sviluppo della nostra azienda o in attività collaterali per il territorio”.
Una storia lunga 500 anni
goWEM!: Quando sono nate le cave di marmo a Vagli?
Baisi: “Le notizie delle prime cave a Vagli
risalgono al 1500, mentre l’attività industrializzata vera e propria può essere
datata attorno al 1870. Il primo contratto concesso a privati dal Comune di Vagli fu assegnato, infatti, al conte
Richard Ginori e riguardava sia l’affitto dei campi marmiferi sia soprattutto lo sfruttamento delle miniere di rame e di ferro”.
Il primo a sfruttare con concessione comunale le cave della nostra zona fu il conte Richard Ginori agli inizi del 1900
“Nel 1911, Richard Ginori ha venduto tutte le concessioni a una società di Carrara, la
Nord Carrara che ha cominciato a sfruttare con continuità i giacimenti marmiferi. La Nord Carrara ha
iniziato a elettrificare i siti estrattivi e a sviluppare la viabilità di servizio, per poi interrompere le attività a causa delle due Guerre Mondiali”.
“Attività che viene ripresa dopo la guerra; in quei tempi nel bacino di Arnetola (dove operiamo oggi)
lavoravano ben 500 operai, dato che la meccanizzazione non era arrivata in cava e si lavorava di ‘pala e picco’ e di 'subia e mazzuolo’. Lentamente poi vennero introdotte le
lavorazioni meccanizzate, con il taglio dei blocchi con il filo elicoidale (con sabbia di mare e acqua)”.
“Un’altra data importante è
il 1984, quando al filo elicoidale viene sostituito il
filo diamantato, con un aumento esponenziale della produttività di taglio.
Nel 1990 arrivano in cava le grandi pale gommate che trasformano completamente la logistica del sito estrattivo, sostituendo la ‘lavorazione a pozzo’ che prevedeva il sollevamento dei blocchi tagliati con i derrick (gru tralicciate, ndr), con una più efficiente movimentazione dal fronte cava direttamente su strada asfaltata”.
La sfida? Dalla Cava al Mondo
goWEM!: Quali marmi estraete e chi sono oggi i principali clienti dei vostri prodotti, in blocchi e lavorati?
Baisi: “Nelle nostre cave estraiamo vari tipi di marmo, il più pregiato si chiama
Calacatta (macchia Oro), di cui abbiamo registrato anche nome commerciale e marchio; estraiamo anche l’
Arabescato Vagli (anche questo un marchio e logotipo registrato) e il
Mezzamacchia (un interessante equilibrio, con sfondo giallo e venature verdi o grigie, tra un marmo venato e il Calacatta)”.
“Sempre dai nostri fronti di cava estraiamo anche il
Grigio Classico, molto diffuso in tutte le Alpi Apuane, e il
Grigio Perla che oggi ha una grandissima commercializzazione in Cina, dove lo chiamano (ed è un’interessante aneddoto) “Grigio Perla Maserati” (dal colore dell’auto, ndr)”.
Il nostro marmo più pregiato si chiama Calacatta ed è protetto da un marchio registrato a livello internazionale
“Un aspetto che mi preme sottolineare: la
produzione annua odierna, nonostante i sistemi estrattivi molto più efficienti, è sostanzialmente
identica a quella dei primi anni ’90 del secolo scorso; la Cooperativa è, infatti, attenta al
rispetto ambientale: non siamo qui per depredare il nostro territorio, ma siamo convinti sostenitori di una coltivazione che da una parte consenta a tutti i soci di vivere decorosamente e che, dall’altra lasci ai nostri figli e alle future generazioni un patrimonio importante, utile per dare continuità a quello che abbiamo creato”.
“La nostra clientela è cambiata nel corso degli anni; oggi il
90% dei nostri clienti non è italiano, abbiamo compratori da ogni angolo del globo, dalla Cina alla Russia, dagli Stati Uniti fino, ovviamente, ai Paesi Arabi”.
Da sinistra: Miguel Oliveira Presidente di Cimertex Italia, Ottavio Baisi Presidente di Apuana Marmi, Mas Morishita Amministratore Delegato di Komatsu Europe, Enrico Oggionni Amministratore Delegato di Cimertex Italia e Tito Baldan, Direttore Generale della rete Komatsu Europe
“Tutti quando vengono qui a visitare le cave si aspettano una cosa sola: altissima
qualità non solo di prodotto, ma anche di come il prodotto viene presentato. Ed è anche per questo che abbiamo investito molto nella nostra nuova sede, trasformando la nostra palazzina uffici in un
vero e proprio catalogo costruito di quello che è possibile realizzare con il nostro marmo”.
“Lo
stupore che nasce in loro, è la migliore pubblicità per il nostro lavoro e una soddisfazione unica che va ben oltre il pur necessario sviluppo del fatturato. D’altra parte è assolutamente vero che
questo lavoro lo si può fare solo con il cuore e la passione: e a nessuno in Cooperativa manca di uno o dell’altra”.