Demolire in città. Sembra facile...

I lavori di demolizione sono avvenuti in tre distinte fasi (credits, Pro.Ger.)
Milano, via Mosé Bianchi, zona ovest della città, tra la circonvallazione esterna e i grattacieli di CityLife. È questa una delle tante aree milanesi che si sta rinnovando.

Qui il rinnovo urbano avviene con operazioni di demolizione, all’apparenza semplici, ma che in realtà richiedono grande attenzione ed esperienza sia agli aspetti tecnici – statici, edilizi, ambientali, viabilistici - sia a quelli di convivenza con gli edifici adiacenti.

La demolizione che >>Pro.Ger<< , azienda specializzata di Villa d’Adda, ha realizzato in Mosè Bianchi tiene conto di questa complessità, nonostante l’edificio da demolire sia un volume tecnico dismesso: una cabina elettrica di due piani fuori terra e piano interrato, di seimila metri cubi e di 15 metri di altezza.

Un'operazione complessa

La complessità dell’operazione stava (i lavori si sono conclusi nell’estate del 2022) nel fatto che la cabina elettrica era incassata tra due edifici residenziali realizzati in epoca successiva e in un contesto, quello milanese, fortemente urbanizzato.
Piante, sezioni e prospetti dell’ex cabina Enel di via Mosè Bianchi (credits, Pro.Ger.)

La strategia della demolizione

“Intervenire in questi ambiti - ammette [Alex Bonacina], amministratore unico dell’impresa bergamasca, specializzata nei lavori di demolizione, movimento terra, bonifica dei siti inquinati e sistemazione ambientale - occorre avere esperienza, consapevolezza della complessità delle operazioni, conoscenza delle macchine e capacità organizzative. Il tutto per lavorare al meglio, in tempi rapidi, senza problemi e interruzioni di sorta. E a Milano ci siamo riusciti bene”.
Non basta insomma pensare di recarsi sul posto e demolire.
Una fase delle attività di demolizione con parziale mantenimento di alcune strutture portanti (credits, Pro.Ger.)
“Niente affatto. Servono analisi approfondite di carattere statico, sui materiali utilizzati all’epoca e delle condizioni operative. Tenuto conto di ciò serve scegliere le macchine utili allo scopo e organizzare le attività di cantiere”.

Tra i primi interventi, ad esempio, frutto dell’analisi preventiva condotta dall’impresa, vi è stata la rimozione della guaina impermeabilizzata della copertura del tetto piano dell’edificio, poi conferita agli impianti di recupero autorizzati. Identica operazione è stata seguita per le macerie rinvenute all’interno dell’ex cabina.
Le pareti degli edifici confinanti sono stati trattati con schiume poliuretaniche (credits, Pro.Ger.)

Demolizioni al via

“I lavori hanno seguito tre distinte fasi - racconta [Bonacina] -. La prima è consistita nella demolizione controllata della facciata su via Mosè Bianchi: siamo partiti dal lato destro per poi spostarci verso il centro. Lì, abbiamo utilizzato una macchina operatrice, un escavatore da demolizione a braccio speciale, su cui era montata una pinza demolitrice NPK SV140".
Demolizioni su strada della parte centrale dell’edificio con la pinza demolitrice NPK e abbattimento delle polveri (credits, Pro.Ger.)
"In alternativa, secondo i casi, impiegavamo anche una cesoia multisystem MK 20K per il taglio di parti in ferro, sempre NPK. In questa operazione abbiamo proceduto in modo molto accurato, per evitare la caduta delle macerie demolite. A terra, a debita distanza, era presente un nostro operatore per abbattere le polveri che inevitabilmente si generano con le demolizioni”.

Tra le operazioni complesse affrontate vi è stata la posa a terra di un carroponte, che funzionava a servizio delle attività della cabina elettrica. Una volta depositata, la macchina è stata sezionata e poi smaltita e portata alle discariche autorizzate.
Il carroponte esistente nell’ex cabina Enel (credits, Pro.Ger.)
Smontaggio del carroponte con l’utilizzo dell’autogrù (credits, Pro.Ger.)
La demolizione controllata con robot radiocomandato in aderenza agli edifici confinanti (credits, Pro.Ger.)
Ma le operazioni difficili non sono finite qui. È stato anche demolito il condotto di aerazione, collocato in copertura.

“Lì la demolizione è avvenuta con un robot elettrico radiocomandato a distanza - continua l’amministratore unico - posizionato in quota e poi calato a terra con l’autogrù. Questo ovviamente prima della demolizione verso strada”.

In questa prima fase sono stati anche demoliti il solaio di copertura e quello del primo piano, i muri e i pilastri presenti a partire dal lato destro della facciata.
Aspetto interessante dell’operazione ha riguardato la mancata demolizione di alcuni elementi edilizi dell’ex cabina.
Le attività di demolizione nel cantiere Pro.Ger. di via Mosè Bianchi a Milano (credits, Pro.Ger.)
La facciata della cabina Enel da demolire (credits, Pro.Ger.)
“Per evitare di demolire degli elementi edilizi che avessero connessioni con l’edificio adiacente - aggiunge [Bonacina] - abbiamo fermato temporaneamente le attività demolitorie ed effettuato una serie di approfondimenti tecnici”.

Conclusa questa operazione è iniziata la seconda fase, che ha riguardato l’installazione di un ponteggio per la realizzazione di opere di micro demolizione manuale delle murature perimetrali in aderenza, su cui poi è stato spruzzato uno strato isolante in schiuma poliuretanica per evitare infiltrazioni all’edificio confinante.

Questa fase si è conclusa con la demolizione della muratura sul lato sud est dell’edificio.
Fasi di assistenza, cernita e deferizzazione dei materiali con macchine compatte (credits, Pro.Ger.)
Infine, il terzo e ultimo step ha previsto la realizzazione di opere di rinforzo strutturale con travi reticolari a sostegno dei pilastri non demoliti e la demolizione, con un mini escavatore, di altri parti dell’edificio.

A servizio dell’escavatore impiegato alla decostruzione, in cantiere era presente un escavatore a braccio standard, munito di frantumatore idraulico, per la frantumazione immediata del materiale. Obiettivo: estrarre il ferro presente nelle strutture di cemento armato e trattare le macerie prima del loro smaltimento agli impianti autorizzati.
Per le demolizioni è stato impiegato un escavatore meccanico una pinza demolitrice NPK SV 140 (credits, Pro.Ger.)
Nonostante i volumi di macerie contenuti, duemila tonnellate circa, la demolizione ha messo in luce una serie di complessità che fanno capire che demolire è un lavoro che richiede esperienza e competenza. Insomma, demolire in città non è cosa di tutti i giorni.