La Storia che vi raccontiamo oggi, ospiti, in terra di Puglia ,di >>Co.M.E.G.<<, dealer >>Komatsu<< per la Puglia (tranne Foggia), la Basilicata, il Molise e la Calabria, è da cuori forti; è una storia di due crisi intrecciate dalle quali, come spesso accade in questi territori, chi è colpito duramente dalle avversità le trasforma in forza per costruire un nuovo futuro.
Probabilmente è l’attitudine degli Uomini di questa Regione (ma ce ne sono anche in altre Regioni d’Italia) o la vicinanza alla terra che consente di superare avversità che, come dice la vulgata popolare ‘ammazzerebbero anche un toro’; oppure è la forza di volontà di persone abituate a lottare ogni giorno per ottenere il risultato o anche la capacità di resilienza di un popolo, quello Pugliese, plasmato dal passaggio in queste terre grandi popoli e grandi civiltà (Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi).
Sta di fatto che, qui, quando si è colpiti dall’Imponderabile, ci si rialza; e se la prima delle due crisi a cui accennavamo, quella dell’epidemia di Xilella che sta distruggendo gli ulivi millenari della Regione) è sotto gli occhi di tutti, la seconda è meno conosciuta, ma altrettanto degna di nota.
Con l’AD di Co.M.E.G. siamo, infatti, andati negli uliveti dell’Azienda Agricola Ferrara Paolo di Erchie per vedere al lavoro i mezzi Komatsu impegnati nella bonifica e ripiantumazione delle piante di ulivo morte. E abbiamo incontrato il titolare [Paolo Ferrara] che, come vedremo, a causa della Xilella ha visto praticamente distrutto il lavoro di due generazioni, con l’intera produzione di olive praticamente azzerata dal batterio.
Ma, come dicevamo, la tenacia qui non manca e Ferrara, facendo perno sui valori dei legami famigliari, ha saputo ripartire, facendo quello che gli imprenditori sono abituati a fare durante una crisi: lavorare di più e più duramente di prima, immaginando nuovi sbocchi per la propria attività.
Ma vediamo assieme, nella nostra intervista, come è andata e come a Erchie gli uliveti stiano di nuovo tornando a crescere.
Quando il lavoro si incide (letteralmente) nella carne
La storia di [Paolo Ferrara] e di suo padre [Francesco] è di quelle che danno la misura chiara di quanto la dedizione, l’impegno e la volontà possano, abbinate a una ferrea determinazione, portare lontano, anche quando, letteralmente, l’avventura imprenditoriale parte da 0.
Quando lo incontriamo nei campi di Erchie, [Paolo Ferrara], attuale titolare dell’azienda omonima, incarna perfettamente gli stilemi del self made man che la narrativa americana ci ha abituato a conoscere; come i suoi omologhi d’Oltreoceano (molti dei quali erano emigrati italiani e tanti PugliesI) è abituato a fare, a impegnarsi in prima persona, a dare l’esempio. Un esempio che è scolpito anche nella sua carne, letteralmente, dato che il lavoro gli ha portato via quattro dita della mano sinistra.
[Ferrara] è particolarmente orgoglioso della strada percorsa per arrivare a oggi; una strada in salita, come ci conferma: “L’azienda è stata creata, nel 1992 dalla volontà di mio padre, partendo letteralmente da 0; considerate che il nostro patrimonio poteva contare su poche pecore, qualche cavallo, alcune mucche e null’altro. Con il lavoro abbiamo raccolto le risorse necessarie per acquistare un primo appezzamento di terra a cui ne sono seguiti altri; si trattava inizialmente di aree molto pietrose, che abbiamo bonificato per poi impiantare i nostri primi uliveti”.
Paolo Ferrara
Paolo Ferrara, Amministratore delegato dell'Azienda Agricola Ferrara Paolo
L’estensione di coltivazioni a uliveto è progressivamente aumentata, ancora più velocemente quando, a partire dal 2000, siamo entrati noi figli in azienda, giungendo a coltivare 500 ettari di terra (50 dei quali a vigneto).
“Poi è arrivata la battuta d’arresto dovuta alla epidemia di Xilella che, come molti altri imprenditori agricoli, ci ha colpito duramente, quasi azzerando la produzione di olive. La forza di riprendersi e rimettersi in gioco è ancora una volta, arrivata dalla famiglia; di comune accordo con i nostri genitori, io, mi fratello [Alessio] e mia sorella, abbiamo deciso di continuare e di ricostruire quello che il batterio ci aveva tolto”.
“Abbiamo così cominciato a estirpare gli ulivi morti, bonificando i terreni e ripiantumandoli con cultivar di ulivo resistenti alla Xilella. Ovviamente si tratta di un processo lungo, dato che un uliveto garantisce il primo raccolto dopo tre anni dall’impianto, raggiungendo una produzione apprezzabile solo dopo cinque, per poi garantire la piena produzione dai dieci anni in poi”.
Sottolinea [Ferrara]: “Questa crisi, inoltre, ci ha insegnato l’importanza della diversificazione; per questo abbiamo cominciato a proporre ad altri agricoltori la bonifica degli uliveti distrutti, iniziando a trasformare le piante morte in cippato, da vendere alle centrali per la produzione di energia elettrica".
"In questo modo riusciamo a fornire un servizio agli altri agricoltori chiavi in mano e, allo stesso tempo, possiamo trasformare una materia che in altro modo sarebbe stata inutile, in un prodotto che ha un mercato importante, in Italia e all’estero”.
In futuro intendiamo anche, con estrema attenzione, entrare anche nel settore delle costruzioni, proprio per diversificare ulteriormente la nostra attività.
La meccanizzazione trasforma un dramma in opportunità
Naturalmente, per implementare il ramo d’azienda orientato verso le bonifiche dei terreni e la produzione di cippato, sono stati necessari importanti investimenti in macchine e attrezzature, investimenti che l’azienda di Ferrara ha affrontato con un corretto equilibrio di prudenza contadina e di rischio imprenditoriale, come conferma [Ferrara]: “Ovviamente per poter dare servizi di bonifica e ripiantumazioneconto terzi (e non solo esclusivamente per i nostri uliveti) abbiamo dovuto investire in macchine operatrici adeguate che ci consentissero di aumentare la produzione giornaliera del cippato ottenuto dalla frantumazione dei ceppi, senza per questo diminuirne la qualità”.
“Ci siamo quindi dotati di impianti di frantumazione Vermeer e, per quel che riguarda le macchine operatrici, verso numerosi mezzi Komatsu, tutti forniti dalla Co.M.E.G. della dott.ssa [Isa Grieco]".
"Abbiamo acquistato due pale gommate WA320-8 con forche adatte per accatastare rami e fusti tagliati, a cui si è aggiunto di recente l’escavatore gommato PW180-11, che vediamo oggi in azione in campo. Sono tutti mezzi con motorizzazioni di ultima generazione, Stage V, caratterizzate da emissioni in atmosfera particolarmente ridotte e da consumi estremamente contenuti”.
“Abbiamo anche un escavatore cingolato compatto per i lavori accessori: un PC80MR-5. Siamo davvero soddisfatti delle macchine acquistate da Co.M.E.G., non solo perché sono affidabili e efficienti, ma anche perché, al momento di rivenderle, mantengono un valore dell’usato molto alto, quasi come se fossero assegni circolari”.
“Abbiamo acquistato il PW180 (equipaggiato con pinze per la cesoiatura degli alberi e una serie di benne per la rimozione delle pietre in vista della bonifica complessiva del terreno) perché, anche su consiglio di Co.M.E.G., ci serviva, in particolare quando dobbiamo spostarci spesso da un appezzamento all’altro, una macchina agile, veloce anche in terreni accidentati e in grado di spostarsi su strada (senza essere caricata sul cartellone)".
"In abbinata con gli escavatori cingolati, ci consente una versatilità di intervento davvero unica, in grado di assicurarci ritmi produttivi elevati in ogni condizione di terreno e qualsiasi sia l’estensione dell’appezzamento da bonificare”.
Sono davvero soddisfatto dei mezzi Komatsu che ho acquistato, così come sono molto impressionato dall’assistenza pre e post vendita che la Co.M.E.G. ci garantisce; ognuno di loro, ovviamente per prima la dott.ssa Grieco, non manca mai di farci sentire il sostegno e di darci consigli sul mezzo e sulle attrezzature da acquistare per fare al meglio questo lavoro.
Continua [Ferrara]: “Sono stati anche al nostro fianco nei periodi più difficili, consegnandoci le macchine per lavorare con una stretta di mano, ancora prima dell’approvazione definitiva dei leasing. Questi sono azioni che non si dimenticano e cementano legami di stima e gratitudine praticamente impossibili da sciogliere. [Isa Grieco] non è un semplice fornitore, è un imprenditore anzi, meglio, è una di noi”.
“La presenza sul campo di Co.M.E.G. dal punto di vista dell’assistenza è davvero veloce, precisa e estremamente professionale. Basta una telefonata e, nel più breve tempo possibile, sono da noi in cantiere, per quanto questo sia sperduto in mezzo ai campi”.
“Anche forti di questo supporto, abbiamo in programma un importante percorso di crescita che ci porterà nei prossimi mesi a comprare altri escavatori cingolati e altre pale gommate. Purtroppo la Xilella ha colpito duro in Puglia e quindi il lavoro non manca e sono davvero tantissimi gli uliveti da bonificare (in Puglia si parla di oltre 20 milioni di ulivi da espiantare, ndr).
[Ferrara] conclude sottolineando come: “Il risultato che abbiamo raggiunto oggi, ci tengo a dirlo, non sarebbe stato possibile senza l’aiuto dei nostri operai: oggi diamo lavoro a 54 persone e io, che mi ritengo uno di loro, devo davvero ringraziarli per quello che fanno ogni giorno”.
Al fianco dei clienti: un piacere e una grande responsabilità
Le parole di [Ferrara] sono confermate anche da quelle di [Isa Grieco], Amministratore Delegato di Co.M.E.G: “Da sempre, fin dalla fondazione di Co.M.E.G. da parte di mio padre, [Domenico Grieco ], abbiamo messo al primo posto la relazione e la costruzione di un rapporto di fiducia e collaborazione con i nostri clienti”.
Isa Grieco
Isa Grieco, Direttore generale Comeg
“Siamo, infatti, davvero convinti che solo su queste basi si possano costruire rapporti di lavoro (che spesso diventano anche d’amicizia) solidi e durevoli nel tempo. Dal nostro punto di vista mettiamo a disposizione per raggiungere questo obiettivo tutti gli strumenti di cui possiamo disporre, assistendo al meglio i clienti non solo al momento della vendita, ma anche e soprattutto quando debbano scegliere le macchine migliori per un certo tipo di lavoro o quando necessitino di assistenza in cantiere, dopo aver comprato la macchina”.
Continua [Grieco]: “Ovviamente questo nostro sforzo che, ripeto, viene da un vero e proprio DNA aziendale, risulta più semplice avendo alle spalle un marchio leader a livello mondiale come Komatsu, in grado di mettere in campo soluzioni di altissimo profilo sia per quel che riguarda le prestazioni delle macchine sia per la profondità della gamma, ma anche servizi innovativi, come i nostri contrattidi assistenza e manutenzione predittiva, i servizi di finanziamento di Komatsu Finance o, infine, una serie di strumenti di controllo e gestione evoluti della flotta che consentono ai nostri clienti di massimizzare la produttività e la redditività delle loro aziende (come il sistema di monitoraggio wireless Komtrax ad esempio)”.
Conclude [Grieco]: “Un insieme di soluzioni estremamente completo, messo in campo da uno dei leader globali nella produzione di macchine operatrici; soluzioni che, ritengo, non abbiano uguali al Mondo e alle quali, torno a ripeterlo, come Co.M.E.G., abbiniamo un fortissimo radicamento sul territorio e una passione sconfinata per il nostro lavoro. Passione che i clienti ci riconoscono e che siamo orgogliosi di condividere con loro, riconfermandola sul campo e in cantiere ogni giorno”.