Dal settore sollevamento di Liebherr alla direzione della Filiale italiana di Wacker Neuson il salto è grande. Target, tecnologie, modello di business...un altro mondo!
Ma Georg Jung ha sviluppato, step by step, un modello di 'Filiale sostenibile', lavorando in modo differenziato a seconda delle aree geografiche.
In questo modo è riuscito a amalgamare un gruppo di professionisti estremamente eterogeneo, ma altrettanto affiatato con risultati decisamente lusinghieri e con fatturati, numero di macchine e redditività con importanti incrementi annuali.
Conosco Georg da molto tempo e devo dire che, complici le origini teutoniche del nonno, è un perfetto mix di cultura tedesca e italiana. Trieste, la sua città di origine, spiega poi in modo ineluttabile la sua capacità di dialogo con persone e culture di ogni tipo.
Un bel valore aggiunto che, nella sua posizione, risulta fondamentale per saper gestire un mercato così complesso come quello nazionale.
Con un approccio tutto nuovo rispetto al passato, più adeguato alle dinamiche dei tempi moderni.
Quando Georg Jung arrivò alla direzione di Wacker Neuson Italia era il 2012. Si era nel pieno della crisi e la ripresa era ben lontana dall'arrivare.
'Quando sono arrivato mi sono trovato proiettato in un mondo completamente diverso da quello di provenienza' ci racconta Jung 'e l'unico punto di contatto fra le due realtà era che si trattava in entrambi i casi di aziende tedesche di proprietà di famiglie molto importanti nei rispettivi paesi di origine'.Comprese le dinamiche del mercato e le potenzialità di una gamma che dava evidenti vantaggi rispetto ad altri costruttori, occorreva mettere mano alla rete vendita e all'organizzazione aziendale.
'Conosco la mentalità dei tedeschi perché una parte delle mie origini arriva dalla Germania' continua 'ma al contempo conosco molto bene l'Italia, il mio Paese, e le sue dinamiche interne. Ho quindi puntato tutto sulle persone e sulla fiducia. Non è stato facile costituire un gruppo affiatato e motivato, ma alla fine i risultati sono stati positivi'.
Wacker Neuson Italia ha forse patito più di altre filiali la fusione fra Wacker e Neuson con due modi completamente differenti di affrontare il mercato. Di fatto Georg Jung ha dovuto impostare, cinque anni dopo la fusione, un lavoro di organizzazione armonica che non era mai stato fatto prima, cercando di recuperare un vantaggio competitivo andato quasi completamente perso.
'Un patrimonio di questo tipo andava valorizzato stando vicini alla rete e cercando di lavorare con i concessionari dando loro la massima fiducia' dice Jung 'Un approccio che mette la fiducia e le persone in primo piano'.
Da allora Wacker Neuson Italia è costantemente cresciuta e ha rafforzato sia la rete sia i rapporti con i concessionari.
'Per la nostra gamma e per il mercato italiano la dimensione giusta del nostro concessionario è quello medio-piccolo' sottolinea Georg Jung 'con tutte le ovvie complicazioni in termini di gestione. Ma è anche quello con cui puoi instaurare una collaborazione proficua fatta di crescita reciproca, di fiducia e di visione comune'.
Una filosofia che ha dato ragione a Wacker Neuson Italia con una crescita che, negli ultimi anni, si è attestata su livelli superiori a quelli del mercato. 'Il fatturato è cresciuto in modo costante' ci illustra Jung 'anche quando il mercato non dava segni importanti di risveglio. Devo dire che la volontà di dare fiducia ai dealer ci ha ripagati in modo positivo con dei numeri che, oggi, sono diventati importanti e hanno ampiamente superato i livelli pre-crisi. I numeri di macchine compatte sul mercato finale, inoltre, chiariscono in modo inequivocabile che Wacker Neuson è oggi un competitor presente sul territorio in modo organizzato'.
La capillarità della rete è sicuramente uno dei tasselli più importanti per un costruttore con una gamma così ampia e così diversificata. 'Oggi abbiamo 95 concessionari sul territorio nazionale, ma l'obiettivo ottimale è quello di arrivare a circa 110 per coprire bene ogni zona' continua 'Stiamo lavorando molto sulla mentalità del dealer e sul potenziale dato da un'offerta con target molto differenti fra loro'.
'La visione dei dealer' ci spiega Jung 'è infatti l'altro elemento su cui stiamo lavorando. In molti si dimenticano che in gamma hanno anche aghi vibranti riconosciuti universalmente come i migliori del mercato. E in molti non valutano sufficientemente che la marginalità sulle piccole attrezzature è decisamente superiore, in percentuale, rispetto alle macchine movimento terra; oltretutto con vendite molto meno complesse che non presentano sostanzialmente mai permute'.
'Si tratta di un approccio che abbiamo cercato di cambiare prima di tutto all'interno della filiale' continua 'con ottimi area manager che arrivavano da Neuson e che non erano focalizzati sulle attrezzature. E viceversa. Questo cambio di mentalità e una riorganizzazione delle aree di competenza, permettendo di essere più vicini ai dealer, ha dato i risultati sperati. Sicuramente la ripresa del mercato ci ha dato una grossa mano negli ultimi due anni, ma si è trattato di raccogliere quanto seminato in precedenza'.
L'evento di Paestum ha messo in luce una grande fiducia da parte del management teutonico e una grande partecipazione di addetti ai lavori. 'L'atteggiamento da parte della Casa madre nei confronti del nostro mercato è sicuramente cambiato, grazie ai risultati e alla crescita che si attesterà a fine anno a circa 600 macchine compatte vendute e a un fatturato che sfiorerà i 15 milioni di euro, partendo da una cifra inferiore ai tre milioni nel 2012' ci spiega Jung 'Chi prova i nostri prodotti, infine, ne rimane colpito. E questo ci rende molto fiduciosi'.