Economia circolare in Val di Cembra

In Val di Cembra, Ravanelli è sinonimo di edilizia: una filiera che va dalla produzione del calcestruzzo alla vendita delle ceramiche e degli arredi per il bagno. Un punto di riferimento per tutta la valle da oltre cinquant’anni, prima con la >>Alfredo Ravanelli srl<<, che a Segonzano, comune sopra Trento, produce calcestruzzo per le imprese e i cantieri della zona, poi a Lona Lases e Mezzolombardo, con la >>Edil Ravanelli srl<<, dove si vendono materiali e componenti per l’edilizia moderna.
Vista di insieme dell'impianto di betonaggio di Sevignano della Alfredo Ravanelli srl
Il territorio è anche noto per le Piramidi di Segonzano: pinnacoli di terra risultato della disgregazione delle montagne e dell’azione dell’acqua. Qui, le risorse sono l’agricoltura, la viticoltura (da queste parti si produce il Müller-Thurgau), la frutticoltura e poi, materia prima centrale dell’attività della Ravanelli, il porfido, una roccia abbondantemente utilizzata nelle costruzioni. Una risorsa naturale che ha significato in passato cave e discariche a cielo aperto e impatti sull’ambiente.

Un cantiere di montagna

È proprio questa attenzione all’ambiente e all’uso delle risorse naturali che ha spinto [Nerio Ravanelli], uno dei tre fratelli, figli di Alfredo e di Clara Filippi, a immaginare un modo diverso di produrre calcestruzzo e di passare dalle parole ai fatti in materia di economia circolare. Per la precisione il sito è in località Roccolo, nella frazione di Sevignano, incastrato tra la provinciale 71 e le montagne.

Nerio Ravanelli

Nerio Ravanelli, socio della Ravanelli Alfredo srl
Un cantiere di dimensioni ridotte, che si sviluppa in verticale, su due livelli. Un cantiere di montagna, insomma, che nella sua organizzazione del lavoro deve fare i conti con l’orografia del luogo. Qui, all’impianto della Alfredo Ravanelli srl (la denominazione non è cambiata nonostante la scomparsa del fondatore; nda) è un via e vai di autobetoniere e autobetonpompe, che caricano e scaricano calcestruzzo per i cantieri della valle, ed è il luogo dove si frantuma e si lavora il porfido cavato.


“L’impresa nasce dai miei genitori - attacca Nerio Ravanelli, responsabile dell’impianto e socio della società, nonché uomo tuttofare -. Mia madre si occupava del magazzino, mio padre dell’estrazione della sabbia e della lavorazione del porfido in una cava che stava dall’altra parte della valle".

"Successivamente furono i nostri genitori ad acquistare i terreni dove ora ci troviamo. Parliamo degli anni Sessanta. Vent’anni dopo siamo subentrati noi fratelli e io mi sono occupato dello sviluppo dell’impianto di betonaggio di Sevignano, mentre gli altri hanno proseguito l’attività di magazzino a Lona Lases e Mezzolombardo”.
Una delle autobetoniere del parco macchine Ravanelli al carico del calcestruzzo
Siamo in una zona porfirica, ricca di cave di porfido. È questo materiale che gli impianti della Ravanelli trasportano, lavorano e trasformano, per arrivare a produrre calcestruzzo per l’intera valle.

“Qui lavorano dieci persone. Se consideriamo la Edil Ravanelli siamo in 40. Il parco automezzi, tutto in proprietà, è composto di 17 automezzi tra cui 10 betoniere e autobetonpompe, tutte Cifa. Poi abbiamo anche un’attività di trasporti conto terzi per il Triveneto e la Lombardia”.

E il mercato, che caratteri ha da queste parti?

“Quella che stiamo vivendo è una fase positiva. Il Superbonus 110% offre molto lavoro e opportunità. Si è rivelato un bell’impulso per il mercato. Gli anni più difficili, parlo del 2016 e del 2017, sono alle spalle. Da allora la ripresa è stata costante”.

Da Lavis a Sevignano

Ma è stata la leva ambientale a far scattare a Ravanelli l’interesse verso l'attrezzatura di >>WamGroup<<. Ma come si arriva a decidere un investimento così importante (si parla di circa 200mila euro; nda), come l’acquisto di una macchina che, quasi magicamente, trasforma il calcestruzzo di risulta nei suoi materiali componenti, acqua compresa?

“Volevamo una macchina che ci permettesse di chiudere il cerchio e di risolvere le problematiche di gestione del calcestruzzo di ritorno. Abbiamo visitato l’impianto di Lavis, centro appena a nord di Trento, e vedendolo lavorare bene ci siamo convinti che quella era la scelta giusta".
Lo scarico del calcestruzzo dalle autobetoniere non richiede tempi di attesa e non disperde il materiale nell'ambiente
"WamGroup è un gruppo internazionale, affidabile e all’altezza, per cui è stato facile scegliere. Volevamo anche una soluzione ai problemi del lavaggio delle autobetoniere, che allo stesso tempo ci permettesse di non sprecare l’acqua, una risorsa qui ancora più importante in quanto proviene dalla fonte”.

A Sevignano la macchina ha iniziato a lavorare da poco, dai primi di settembre, ma qualche indicazione, nonostante i pochi giorni, emerge. Lo conferma il responsabile dell’impianto.

Verso il cielo

L'impianto di WamGroup allestito a Sevignano si sviluppa in verticale, dato lo scarso spazio a disposizione in pianta
“I giorni di funzionamento sono stati decisamente pochi - prosegue Ravanelli -. Ciononostante siamo soddisfatti della scelta fatta, i risultati ci sono, anche sul versante dell’acqua recuperata. Il cantiere è più pulito e le autobetoniere non devono attendere a lungo il loro turno di scarico e di lavaggio. I nostri operatori insomma sono contenti”.

Parlano i progettisti di WamGroup

Non tutti cantieri sono uguali. Questo si sa, ma è ancora più vero se paragoniamo un sito di pianura, come quello installato nella cava La Ginestra di Cernusco sul Naviglio in provincia di Milano (guarda il nostro articolo dedicato all'impianto milanese), con uno di montagna, come quello dei Ravanelli.

Gian Luca Frignani

Gian Luca Frignani, project manager di WamGroup
La differenza l’abbiamo chiesta a [Gian Luca Frignani], project manager di WamGroup.

Ecco cosa ci ha risposto.

“La differenza è grande, certo, e sta tutta nel lay-out, qui sfruttato al massimo. A Cernusco, in un sito in piano (vedi il nostro articolo), abbiamo sviluppato l’impianto in orizzontale; qui, al contrario, in verticale. Ciò che conta nelle nostre macchine è la loro modularità: una caratteristica che ci consente di adattare l’impianto ai differenti contesti".
Il gruppo filtri e le ispezione visive sui flussi di acqua dell'impianto per riciclaggio cls di WamGroup
Uno dei nastri separatori delle materie prime recuperate dell'impianto di riclaggio cls di WamGroup
"Un’altra caratteristica differenzia questa macchina da quella funzionante nel milanese. E sta nella finalità. Nella cava di Cernusco la leva era di tipo economico, qui di tipo ambientale”.

Come funziona la macchina

Dal punto di vista del funzionamento, la macchina installata nell’impianto della Alfredo Ravanelli srl non differisce più di tanto dalle altre finora installate da WamGroup. Due infatti sono le parti componenti: la prima è in grado di ricevere in modo veloce ed efficiente il residuo di autobetoniere e autopompe per separare la parte solida dalla liquida; la seconda si occupa di filtrare la parte liquida per trasformarla in acqua pulita.
Il quadro comandi è semplice e intuitivo e garantisce il settaggio veloce dell'impianto di recupero del calcestruzzo di ritorno
Più nel dettaglio, si tratta di due linee di produzione modulari (Consep e Hyfil), componibili, costituite di pochi elementi: buffer, coclea (di alimentazione), separatore, classificatore, idrofiltro e un’altra coclea (di estrazione). Due macchinari che, lavorando assieme, danno vita a Consep System (questo il nome commerciale), grazie ai quali è possibile recuperare a nuova vita tonnellate di inerti e litri di acqua di fonte.

Claudio Vaccari

Claudio Vaccari, sector manager di Saveco
L’impianto di Ravanelli - come ha raccontato il titolare - nasce dopo la visita all’impianto di Lavis.

“Esatto. L’impianto che abbiamo installato tempo fa a Lavis ha fatto scuola - sostiene [Claudio Vaccari], sector manager di >>Saveco<<, società di WamGroup -. E questo ci fa ben sperare per il futuro e per lo sviluppo della nostra tecnologia. Le visite agli impianti funzionanti e il passa parola tra gli operatori ancora una volta hanno dimostrato di funzionare”.

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