La Regione Autonoma del Trentino Alto Adige è famosa, sia nella provincia di Bolzano sia in quella di Trento, per il suo livello molto alto dei servizi erogati al cittadino; ne sono testimonianza le strade ben tenute e le piazze immacolate, ma anche (e soprattutto) le strutture ospedaliere di ogni tipologia a dimensione.
Nonostate che anche qui, come nel resto d'Italia, si assista a una progressiva riduzione dei fondi (che continua anche dopo il tragico periodo della Pandemia), è innegabile che in Trentino li sanno spendere bene, con attenzione e senza sprechi di sorta.
Dicevamo dei distretti e delle strutture sanitarie; non si tratta solamente di mantenere l’alto livello qualitativo raggiunto da questo punto di vista, ma di utilizzare le risorse disponibili per adeguare, evolvendole, le strutture per rispondere alle esigenze di una moderna sanità pubblica.
Un piccolo tassello in questo continuo “work in progress” è senza dubbio rappresentato dalla demolizione della palazzina nord del Centro Sanitario di Mezzolombardo che vi presentiamo oggi, ospiti dell’impresa che ha effettuato la demolizione, la >>Misconel<< di Cavalese.
Una (relativamente) piccola demolizione, ma che, con un occhio esperto capace di percepire i dettagli, ci dice molto sulla qualità dell’offertaospedaliera della zona (notate lo stato di manutenzione degli edifici e le aree verdi, per non parlare della manutenzione degli assi stradali).
E anche la demolizione è lo specchio di questo modo di pensare e lavorare: ordinata, ben organizzata e eseguita con mezzi moderni.
Vediamola più in dettaglio, facendoci accompagnare dal titolare di Misconel (con i suoi tre fratelli), [Giulio Misconel], senza però prima dimenticare di conoscere meglio la storia (e qui ce n’è davvero tanta) dell’impresa di Cavalese.
Se 300 anni vi sembran pochi
Incontriamo [Giulio Misconel] (con il nipote Alessandro) in occasione di un cantiere di demolizione, ma subito ci rendiamo conto che l’azienda è da sempre un pilastro importante per la societàtrentina. E non è una vanteria o un’iperbole giornalistica: la Misconel esiste da almeno 300 anni, tre secoli di attività ininterrotta, un record che davvero poche imprese di costruzione possono vantare in Italia (e nel Mondo).
Giulio Misconel
Giulio Misconel, Titolare di Misconel (con i suoi tre fratelli)
Per darvi un’idea: gli avi di [Giulio Misconel] costruivano chiese dalle parti di Trento (il campanile della Pieve di Cavalese è opera loro) prima che George Washington guidasse la Rivoluzione Americana o mentre in Francia Denis Diderot e Jean Baptiste D’Alembert davano alle stampe il primo tomo della loro monumentale ‘Encyclopedie’.
I nostri primi documenti risalgono all’inizio del 1700 e ci vedevano, con ben altri strumenti rispetto ad oggi, impegnati nella costruzione di chiese e campanili
Parlare della storia dell’azienda con [Giulio Misconel] significa, quindi, parlare della Storia delle Valli di queste parti e, purtroppo, vuol dire anche condensare 300 anni in poche righe di intervista: “Non posso non essere orgoglioso della nostra storia; oggi ci troviamo su un cantiere di demolizione, ma la nostra azienda è stata fra le protagoniste della realizzazione di tantissime strutture nelle nostre valli”.
Continua [Misconel]: “sono passati 300 anni, il nostro core business aziendale si è ampliato e diversificato (oggi lavoriamo nell’edilizia a 360°), anche per seguire le esigenze dei nostri Territori; una caratteristica è però, attraverso le generazioni, restata immutabile: l’attaccamento ai nostri valori che, ancora oggi, vedono la Misconel protagonista nel sociale sui nostri territori”.
“Un’altra nostra caratteristica è l’estrema attenzione alle relazioni interne con i nostri dipendenti: siamo un’azienda famigliare e cerchiamo di estendere questi valori anche ai nostri collaboratori, che, spesso dedicano tutta la loro vita lavorativa alla Misconel (mi auguro con soddisfazione sorride Giulio, ndr), dall’apprendistato alla pensione”.
“Oggi diamo lavoro a un centinaio di dipendenti (con un parco macchine complessivo di oltre 150 mezzi d’opera) e operiamo nel movimento terra, nel settore della demolizione e del riciclaggio (abbiamo un centro apposito in Val di Fiemme), in quello delle infrastrutture stradali, realizzando opere di edilizia industriale e urbanizzazioni. Per massimizzare la nostra redditività nel tempo abbiamo anche investito in un impianto di calcestruzzo e uno di asfalto (con i quali serviamo anche altri clienti, oltre alla nostra produzione interna)”.
Abbiamo la fortuna di operare in un’isola felice; lavoriamo prevalentemente nelle Province di Trento e Bolzano, estendendo il nostro raggio operativo a tutto il Nord Italia nel caso si presentino delle opportunità interessanti che lo consentano
Conclude [Misconel]: “Per i prossimi anni sono ottimista. Abbiamo la capacità di evolvere e innovarci e le opportunità ci sono: dalle Olimpiadi Invernali del 2026 al PNRR senza dimenticare poi tutte le opere necessarie per preservare il ciclo delle acque (bacini, acquedotti, vasche di laminazione, ecc) oggi fortemente minacciato dalle mutazioni climatiche. Con l’impegno e la passione non ci saranno problemi di lavoro: vedo positivamente l’evolversi della situazione nel nostro campo nei prossimi anni”.
Chiavi in mano e rifiuti (quasi) 0
Entra nel dettaglio di cantiere l’ingegner [Alessandro Misconel] che fa parte dell’ultima generazione di imprenditori della storica impresa trentina: “L’intervento qui a Mezzolombardo, commissionatoci dalla Provincia di Trento, riguarda la demolizione di un edificio a struttura mista in laterocemento e interessa un volume complessivo di circa 8.500 metri cubi, vuoto per pieno”.
Alessandro Misconel
Alessandro Misconel, Ingegnere di Misconel
“L’edificio che ci hanno incaricato di demolire, ospitava precedentemente i poliambulatori e il centro prelievi de Centro Sanitario San Giovanni e viene demolito per liberare spazi per la realizzazione (che effettueremo sempre noi) di aree di parcheggio e di un isola ecologica al servizio della struttura ospedaliera”.
Continua [Misconel]: “Da sottolineare come le macerie derivanti dalla demolizione siano state nella quasi totalità, una volta selezionate e sottoposte a frantumazione primaria e secondaria e a vagliatura, riutilizzate in situ per realizzare il rilevato su cui impostare i nuovi parcheggi e le strutture dell’isola ecologica”.
“Si tratta di un processo molto importante a livello di edilizia circolare, dato che non solo ci consente di non portare in discarica le macerie, ma anche ci permette di ridurre il traffico di camion, che sarebbero stati necessari per il trasporto, sulle strade pubbliche, abbattendone l’impatto sul traffico e, fattore molto importante, drasticamente riducendo l’impronta ambientale del cantiere (meno gas di scarico emessi in atmosfera)”.
Sottolinea [Misconel]: “Ovviamente dal cantiere verranno rimosse solo le plastiche, il cartongesso (oggetto di strip-out preliminare alla demolizione) e il ferro (che comunque verrà inviato in fonderia per essere riciclato)”.
Una stima non distante dal vero ci può far affermare che oltre il 98% del materiale demolito verra riutilizzato, come materia prima secondaria, direttamente in cantiere
“L’ala da demolire si sviluppava per tre piani fuori terra con un’altezza massima al colmo di poco meno di 15 metri ed è stata demolita impiegando escavatori da demolizione equipaggiati con pinze frantumatrici: un 924 Liebherr (con un frantumatore VTN) e un Volvo EC480E HR, acquistato lo scorso anno con anche il braccio Long reach che assicura un’altezza di lavoro massima di 30 metri (in questo cantiere con il braccio da scavo e con pinza frantumatrice Mantovanibenne). La demolizione ha riguardato anche i due piani interrati delle strutture, con rimozione di tutte le fondazioni (anche queste frantumate e vagliate in loco) ad eccezione dei muri perimetrali interrati la cui demolizione causerebbe cedimenti nella viabilità perimetrale del cantiere”.
Nel complesso il cantiere ha una durata di quattro mesi, comprese tutte le opere civili previste (recinzioni, pavimentazioni, isola ecologica)
“Si tratta di un intervento piuttosto semplice, le cui demolizioni hanno richiesto due settimane di lavoro (con una squadra di tre persone) a cui se ne sono aggiunte altre due per la vagliatura del demolito e per il ripristino della quotadi imposta delle nuove pavimentazioni”.
Conclude [Misconel]: “Le uniche accortezze? Siamo in una zona densamente abitata, in adiacenza di una struttura ospedaliera e quindi abbiamo messo la massima attenzione della riduzione di rumori, polveri e, più in generale, di altri elementi che disturbassero la vita dei cittadini di Mezzolombardo”.