Oltre
720 km di strade (a cui se ne aggiungeranno altri 725 attualmente gestiti da Veneto Strade); questo il
numero chiave da cui è partita tutta l’
azione di monitoraggio istituita da
>>Anas<< negli ultimi anni volta a trasformare l’ottica della
gestione delle infrastrutture stradali nella direzione della manutenzione programmata, su
base pluriennale.
In questo quadro, un
aspetto importante (anche dal punto di vista degli
investimenti necessari) è rappresentato dalla
opere d’arte: la rete veneta conta di
468 tra
ponti e
sovrappassi, molti dei quali necessitano di
interventi urgenti di manutenzione, volti a garantire la
sicurezza della circolazione.
Diversi di questi, per
ragioni di età o di esigenze strutturali
non più adeguate al moderno traffico stradale, richiedono
interventi radicali che ne prevedono la
demolizione completa o
parziale. Un esempio di questo tipo è sicuramente il
ponte insistente sul fiume
Brenta, lungo la
S.S. 390 “Romea”, precisamente alla
chilometrica 84,9.
La campata centrale demolita lungo il ponte lungo complessivamente 209 metri
L’opera d’arte, complessivamente composta da
sette campate in cemento armato ha richiesto la totale
demolizione della campata centrale che presentava un quadro strutturale compromesso da
interventi di ripristino eseguiti nel corso degli anni che rischiavano di
influenzare anche le
altre campate del ponte.
Ponte lungo complessivamente
209 metri e oggetto di
lavori di manutenzione straordinaria che hanno previsto sull’intera infrastruttura il
rifacimento della pavimentazione e delle
parte ammalorate in cemento armato, dei
cordoli e delle
barriere di sicurezza.
Per la
campata centrale Anas, sulla base dei rilievi eseguiti propedeuticamente all’affidamento dell’appalto, ha deciso per la completa
demolizione con
successiva sostituzione dell’elemento demolito con una
struttura portante a travi metalliche, varate nel corso delle
ore notturne per non influire troppo sul traffico stradale.
L’importo complessivo dei lavori ammontava a a circa
3,8 milioni di euro.
Una demolizione pulita
La campata centrale,
larga 12 metri (due corsie) era
lunga 22 metri e era caratterizzata da
travi larghe da 30 a 60 cm con altezza di 180 cm. L’impresa incaricata delle demolizioni,
>>Idea Srl<< di
Campagna Lupia, in accordo con la Committenza e la direzione lavori, ha optato per una
demolizione articolata in due fasi, una per
senso di marcia, in modo da massimizzare sia la
sicurezza operativa sia quella della
circolazione stradale.
La
prima operazione è stata l’esecuzione di una s
erie di tagli di sezionamento, eseguiti con
seghe a disco e a filo diamantato, per isolare le travi da demolire dal resto della struttura sia in senso
longitudinale sia
laterale.
È entrato in azione quindi un
miniescavatore da 60 quintali equipaggiato con
martello demolitore che è stato impiegato per la
demolizione della soletta di ognuna delle
due campate; una volta completata questa operazione sono entrati in gioco
escavatori di tonnellaggio maggiore equipaggiati da
attrezzature più adatte per il
taglio delle travi principali
longitudinali e per quelle di collegamento
trasversali.
I tagli di sezionamento, per isolare le travi da demolire, sono stati svolti da seghe a disco e a filo diamantato
Il miniescavatore è stato adibito per la demolizione della soletta di ognuna delle due campate
In questa fase di lavoro, Idea ha
diversificato la strategia di intervento. La
campata a monte, essendo più vicino ad una
chiusa fluviale, ha richiesto che la demolizione fosse effettuata con una
coppia di escavatori (un
PMI 450 demolizione e uno
Hyundai 500, entrambi con pinze primarie
Mantovani Benne) operanti direttamente sulle campate limitrofe a quella da demolire, mentre quella a
valle è stata eseguita con l’intervento di un
singolo escavatore di tonnellaggio leggermente minore (uno
Hyundai 330 modificato da demolizione) direttamente
installato su una chiatta fluviale.
Un escavatore PMI 450 da demolizione e uno Hyundai 500, entrambi con pinze primarie Mantovani Benne
Un escavatore Hyundai 330, modificato da demolizione, installato sulla chiatta fluviale
Le
chiatte hanno avuto un
ruolo fondamentale in tutto l’intervento, dato che l’impresa ha cercato di
evitare dispersioni di materiale demolito nell’alveo del
fiume; una serie di
pontoni modulari (3x12 metri) sono stati predisposti al di
sotto della campata da demolire per raccogliere il
materiale caduto; al di là delle fondamentali considerazioni di azzeramento di
possibili inquinamenti del flusso idrico, tale procedura ha consentito di non dover liberare il
letto fluviale, in quel tratto
profondo anche 10 metri, da eventuali
detriti che ne avrebbero potuto ridurre la sezione idrica.
Un escavatore con frantumatole si è occupato di effettuare la riduzione volumetrica secondaria dei detriti raccolti
Una volta
raccolto sui pontoni, una chiatta trasportava il materiale demolito
a riva dove un escavatore con
frantumatole si occupava di effettuare la
riduzione volumetrica secondaria necessarie per il
trasporto in sicurezza ed
efficienza su strada. Le
travi longitudinali sono state
tagliate alle estremità e
raccolte intere sui pontoni per poi essere
demolite in assoluta sicurezza e efficienza una volta
trasportate a riva.
L’intera operazione ha richiesto
4 giorni lavorativi per ogni campata: una giornata per l’
impianto di cantiere, una per i
tagli in demolizione controllata per la
separazione della soletta dal resto della struttura, una per la
demolizione della campata e una per la
rimozione dei detriti e per le opere accessorie.
Completata le demolizione, l’azienda aggiudicataria dei lotti (che ha appaltato a Idea in qualità di specialista la demolizione) si è occupata della
ricostruzione degli appoggi, sia all’
interno che all’
esterno delle travi, del varo delle nuove
travi metalliche e della ricostituzione del pacchetto di
pavimentazione bituminosa superiore.
Specialisti di famiglia
Con della cava, il signor
[Federico Dittadi] , titolare con i due
fratelli, il
padre e la
zia di
Idea, parliamo delle
problematiche del cantiere di demolizione sul
ponte del Brenta: “Si tratta di una demolizione particolare che siamo stati in grado di
affrontare con successo anche grazie alla nostra
esperienza sui lavori marittimi. Oltre all’
esigenza di non
disperdere il materiale demolito nel fiume, per noi un aspetto molto
importante dato che il rispetto aziendale è uno dei
fattori chiave della nostra
filosofia imprenditoriale, il lavoro presentava alcune criticità non immediatamente evidenti”.
Continua della cava, il signor
[Dittadi] : “innanzitutto erano non del tutto
semplici anche le
operazioni di analisi e
rilievo propedeutico dello stato di fatto, che dovevano essere eseguite nell’
alveo fluviale e che erano rese ancora più
complicate dal fatto che, nel tempo, si erano affastellati
interventi di rafforzamento della struttura non del tutto corretti dal
punto di vista ingegneristico".
"Tali interventi non solo dovevano essere
compresi appieno per elaborare un
corretto e
sicuro programma di demolizione, ma avevano anche
appesantito la capata centrale, al punto che, una volta separata questa, le
due campate ai lati si sono
sollevate in maniera percepibile anche a occhio nudo.
La presenza della
chiusa a monte ci ha poi costretto a lavorare con
due escavatori di importante tonnellaggio per demolire la campata dai
due lati, di fatto predisponendo due procedure di demolizione diverse per le carreggiate”.
“L’
aspetto ambientale infine è stato molto
importante; anche se come Idea diamo estrema importanza alla
riduzione dell’impatto ambientale dei nostri cantieri (come alla
sicurezza), in questo abbiamo se possibile posto ancora
maggiore attenzione nell’evitare
dispersione di materiale. Anche la scelta di
tagliare le grandi travi longitudinali per poi
frantumarle a riva non è stata presa a caso, ma voluta per
evitare dispersioni in alveo di frammenti e polveri”.
Sottolinea della cava, il signor
[Dittadi] : “
ambiente e
sicurezza sono per noi
fondamentali anche per una altro aspetto: io e i miei due fratelli siamo la
terza generazione di imprenditori e operiamo da sempre sui nostri
Territori. Ci sentiamo quindi
responsabili per le nostre Comunità che ci hanno
consentito di crescere come azienda e a cui vogliamo restituire un
Territorio migliore di quello che abbiamo trovato. E questo per un
demolitore può farlo meglio di tanti altri tipi di impresa”.
Conclude della cava, il signor
[Dittadi] : “Idea è nata nel
1984 affermandosi prima come
impresa di scavi e di
movimento terra e poi come
demolitore nel territorio del veneziano: oggi diamo lavoro a
40 persone e possiamo contare su un
parco macchine di oltre 60 mezzi (25 escavatori) a cui si aggiungono quelli di
Idea Trasporti. Quasi 40 di esperienza sono un
patrimonio inestimabile che noi imprenditori di terza generazione vogliamo
preservare e
rafforzare, mantenendo salde le
nostre radici”.