Era il lontano
luglio 2020 quando, disciplinato dall'articolo 119 del decreto legge n. 34/2020 -
decreto Rilancio - fu introdotto il Superbonus 110% per l'efficientamento energetico ed il consolidamento statico.
Un provvedimento che si è dimostrato, fin da subito, uno strumento chiave, un autentico
volano per la ripresa ed il rilancio della filiera dell’edilizia, per la rigenerazione urbana, per assicurare maggiori livelli di risparmio energetico e per la
messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico e privato
.
E su carta tutti gli attori sembravano soddisfatti.
Alla luce degli ultimi avvenimenti, occorre però fare un passo indietro.
Rilancio dell'economia durante la pandemia
L’
>>Ocse<< , dopo il terzo trimestre del 2021, aveva previsto una
crescita dell’economia italiana, per lo stesso anno in oggetto del 5,9% e del 4,1% nel 2022, trainata da investimenti (+15,9% nel 2021 e +8,7% nel 2022) ed esportazioni (+12% nel 2021 e +7,1% nel 2022).
Interventi superbonus 110% in rapporto al valore aggiunto costruzioni per regione. Fonte Confindustria
Si registrava, altresì, un rilancio per il settore delle costruzioni, il cui valore aggiunto
saliva del 10,1% rispetto ai livelli pre-Covid.
Valore aggiunto Costruzioni: secondo trimestre 2021 rispetto al livello pre-crisi nei maggiori paesi Ue. Fonte Confindustria
Dal confronto con il resto di Europa, la performance dell’edilizia italiana era di gran lunga superiore a quella della Germania (+0,8%) ed è in controtendenza rispetto al ritardo di Francia (-5,8%) e Spagna (-17,8%).
Gli effetti indotti dalla ripresa delle costruzioni furoni moltepilici:
- Crescita delle start-up di impresa,
- aumentata produzione di manufatti per l’edilizia,
- riprensa della domanda di lavoro delle imprese dell’edilizia,
- difficoltà di reperimento del personale,
- prevalenza di domanda di lavoro stabile e qualificata.
Le conseguenze economiche del Superbonus erano state analizzate anche
>>Consiglio Nazionale degli Ingegneri<< che sottolineava come il disavanzo per le casse dello Stato sarebbe stato compensato dalla generazione di Pil.
Inoltre l'analisi indicava come la sostenibilità della misura sarebbe stato prevedibile in un orizzonte di 4 o 5 anni, periodo in cui, dati i precedenti,
la domanda di ristrutturazioni e di efficientamento energetico degli edifici avrebbe potuto mantenersi su livelli elevati, attivando ulteriori effetti di crescita economica.
La resa dei conti
Lo stop improvviso dei giorni scorsi del Governo al Superbonus nasce da un meteorite che si stava abbattendo sui conti pubblici, capace
di scatenare i mercati e far impennare lo spread.
Ad oggi, dall’analisi di Nomisma per misurare l’impatto economico della misura attuata dal Governo Conte e ripresa dalla presidente Meloni, si evidenzia come sia stato importante e decisivo ridare carica all'industria delle costruzioni ed a cascata dell'intera economia nazionale; dall'altro canto però necessita di una rivalutazione per "
attenuarne l'eccessiva onerosità, oltre agli evidenti tratti d'iniquità e alle conseguenze distorsive che ha generato sul costo dei fattori di produzione".
Con il Superbonus, il grande e sentito tema della riqualificazione energetica degli edifici ha portato ad una riduzione del 50% delle emissioni di CO2 e un risparmio in bolletta tra il 30,9% e il 46,4%.
Cessione dei crediti
Per far fronte alla direttiva UE sulle case green (entro il 2033 classe minima D), agli impegni sulla neutralità carbonica (emissioni zero al 2050) e per sostenere la domanda di 10,3 milioni di famiglie eterogenee sarà imprescindibile il meccanismo della cessione dei crediti
Lo Stato in questi anni ha sborsato 71,8 miliardi euro: è necessaria dunque una analisi generale per valutare gli impatti che deriverebbero dalla sua soppressione così come è utile una lettura approfondita dei ritorni prodotti.
Il '110% Monitor' divulgato da
>> Nomisma<< spiega che nella rilevazione resa disponibile a gennaio dall’Enea relativamente alle Detrazioni Fiscali, il totale complessivo dei lavori avviati per l’efficientamento energetico in Italia
risultava pari a 65,3 miliardi di euro, con un investimento medio di 175.234 euro.
In totale, lo scorso anno, le asseverazioni depositate sono state 372.297 a fronte di un valore degli interventi completati pari a 49,7 miliardi di euro.
Sul totale delle asseverazioni, solamente 51.247 hanno riguardato condomini, ovvero la tipologia di abitazioni che maggiormente avrebbero dovuto beneficiare dal provvedimento, contro le 215.105 degli edifici unifamiliari e le 105.945 delle unità funzionalmente indipendenti.
Dai dati Enea le asseverazioni risultano presentate:
- Lombardia 15,3%
- Veneto 12,3%
- Lazio 8,6%
- Emilia Romagna 8,0%
- Toscana 7,8%
- Piemonte 7,2%
I cantieri conclusi sono circa 232.000 e coprono meno del 2% del parco edifici residenziali in Italia.
In totale l’incremento del valore degli immobili riqualificati, qualora tutte le unità immobiliari riqualificate rientrino nelle classi energetiche inferiori, supererebbe di
7 miliardi di euro.
Considerato che in Italia il settore delle costruzioni consuma oltre il 30% dell’energia primaria (generata per il 93% da fonti non rinnovabili) e sia responsabile di circa un terzo delle emissioni di gas serra –
risulta particolarmente rilevante anche una valutazione dell’impatto positivo a livello ambientale: dai risultati dello studio emerge una
riduzione totale delle emissioni di Co2 in atmosfera, responsabile mediamente del 40% del totale con punte fino al 70% nelle grandi città, stimata in 1,42 milioni di tonnellate.
Nello specifico, l’investimento per la transizione ecologica con il Superbonus è di 59 euro per tonnellata Co
2, contro 52 euro per Trasporti e 95 per Industria.
Il tutto si riflette anche sul bilancio famigliare, con
risparmi di poco meno di 30 miliardi di euro.
Nello specifico, per chi ha beneficiato della misura il risparmio medio in bolletta, considerando anche il periodo straordinario di aumento dei costi dell’energia, è infatti risultato pari a 964 euro all’anno, questo sempre secondo lo studio di Nomisma.
Nuovi occupati
L’impatto sociale ha visto un incremento di 641.000 occupati nel settore delle costruzioni e 351.000 nei settori collegati,
Sulla stessa linea, valutando l'impatto del bonus sul sistema economico nazionale, si è visto che
una produzione aggiuntiva di 1 miliardo di euro in costruzioni
crea un incremento di 16.402 unità di lavoro nette di cui 10.602 direttamente nel settore delle costruzioni (pari ad una percentuale del 64%) e 5.800 nei comparti collegati.
Inoltre c'è stato un vantaggio anche per le f
amiglie meno abbienti che con il bonus hanno potuto affrontare i lavori senza esborso in prima persona, e che altrimenti difficilmente ne avrebbero usufruito.
L'apertura delle ultime ore da parte del Governo dimostra consapevolezza di fronte agli obblighi della direttiva UE sulle case efficientate che prevede che
entro il 2033 si abbia una classe minima D (seppur da rivedere rispetto a quello che è il nostro patrimonio immobiliare - storico ed artistico - in confronto ad altri Paesi europei) e agli impegni presi sulle emissioni zero nel 2050.
Tuttavia per sostenere la domanda di famiglie eterogenee sotto il profilo reddituale e fiscale,
il meccanismo della cessione dei crediti con lo sconto in fattura – che ha rappresentato un importante sblocco del mercato anche in presenza di bonus – sarà insostituibile specialmente per interventi sui condomini, che rappresentano una quota significativa degli immobili meritevoli di ristrutturazione e opere di efficientamento energetico.
Ora servono correttivi
Non è possibile non attribuire al superbonus il grande merito di avere dato un input all'intera economia del notro Paese, soprattutto durante la pandemia.
La misura emergenziale andava, tuttavia, corretta per
attenuarne l’eccessiva onerosità, oltre agli evidenti tratti di iniquità e alle conseguenze distorsive che ha generato sul costo dei fattori di produzione.
Ora paghiamo le mancate modifiche che hanno portato alle drastiche conseguenze di oggi che rischiano di bloccare irreparabilmente un'iniziativa unica per il rinnovamento del nostro patrimonio immobiliare.
“E' necessario utilizzare gli F24 per liberare i cassetti fiscali con la consapevolezza del dramma socioeconomico che sta per esplodere sui crediti incagliati. Serve subito una misura stabile e sostenibile che aiuti l’intero Paese”
Federica Brancaccio - ANCE
“La strategia dei bonus, e con essa la possibilità di cessione dei crediti, non va archiviata ma solo ripensata e per farlo occorrono competenze ed equilibrio. Occorre fare tesoro di un’esperienza straordinaria per definire una politica di rinnovamento che non abbia il fiato corto dell’emergenza”
Luca Dondi - NOMISMA
“ C'è l'urgenza di intervenire individuando strumenti in grado di dare tempestiva risposta al settore delle imprese edili. Insomma, la priorità è salvare dal fallimento le aziende che non sanno come liberarsi dei crediti accumulati, visto che le banche non sono più disponibili a comprarli, avendo esaurito lo spazio fiscale.”
Maurizio Leo - MEF
“ "La soluzione percorribile è sempre quella formulata insieme all'Ance, cioè l'utilizzo dell'F24, visti gli assai ingenti acquisti di crediti di imposta già effettuati e gli impegni già assunti dalle banche”
ABI
“ "Serve l'intervento di un acquirente pubblico di ultima istanza, come Cassa Depositi e Prestiti, in alternativa all'assorbimento dei crediti da parte delle banche”
Confartigianato
Qualunque soluzione tecnica venga trovata, sarà il risultato di una
mediazione tra esigenze di bilancio nazionale e aspettative delle aziende che hanno realizzato i lavori; si tratta di salvaguardare posti di lavoro e competenze tecniche, senza però dimenticare che molti hanno
lucrato in maniera illecita sulle iniziative messe in campo dal Governo e
dovranno essere perseguiti velocemente e senza se o ma, in modo da
liberare spazi di manovra per la stragrande maggioranza di aziende oneste sia nel breve sia in vista di ulteriori iniziative future.
Il messaggio che deve passare è: gli
onesti e i competenti vengono premiati (o quanto meno ottengono quello che gli spetta), mentre chi opera fraudolentemente prima o poi viene
punito. Per essere finalmente un Paese in cui non paga sempre Pantalone...