Milano è la vera capitale d’Italia se si parla di Torri e di edifici alti in genere; ha una grande tradizione di importanti architetture in questo senso, dal Pirellone alla Torre Velasca.
L’edificio alto è il simbolo della dinamicità del capoluogo meneghino, della sua capacità di trasformarsi e della sua volontà di essere una città con vocazione europea prima e internazionale poi.
Questa predilezione per costruire in altezza si è ancora più irrobustita negli ultimi anni (anche nell’onda di una linea internazionale che va in questa direzione) e sono sorte (o stanno sorgendo) a Milano tante strutture di questo tipo, in centro, ma anche in aree meno scontate (ma non meno interessanti per gli aspetti logistici).
É di una di queste strutture che vi parliamo oggi, attualmente quasi completatanel quartiere di Famagosta (non è un caso la vicinanza allaI stazione della metropolitana): parliamo di TheTris, una torre di 40.000 m2 che supererà, una volta conclusa, i 100 metri di altezza.
La Torre, sarà il tassello catalizzatore della riqualificazione dell’intera zona sud di Milano ed è stata commissionata da >>Carfin92<<, società dedicata al settore del real estate, a una ATI che comprende la stessa finanziaria e >>Ediltecno Restauri<<.
Il progetto è dello studio >>BE.ST. Stefano Belingardi Architects<<, che lo ha immaginato che simbolo d’ingresso sud della città.
Siamo stati sul cantiere per vedere come vengono gestiti i getti dei calcestruzzi, su invito della >>Dalecom<< di Paese, che fornisce a noleggioleattrezzatureper il getto alla ATI impegnata nelle costruzioni.
La torre arretra, Milano entra
Il progetto realizzato dallo studio BE.ST. prevede la realizzazione di una torre di 22 piani che si rastrema progressivamente verso l’alto (i primi piani hanno superficie calpestabile di 1.300 m2, gli ultimi di 1.000), articolandosi in tre blocchi distinti, con superficie sempre più ridotta, che lasciano spazio a tre grandi terrazze (il dettaglio interessante è che queste aree aperte sono coperte per il 70% della loro superficie) e a un roofgarden sul tetto.
In questo modo, l’edificio le cui facciate a celle sono realizzate con strutture in acciaio e vetro, si apre sulla città; questo elemento è particolarmente evidente sul roofgarden del 22° piano che ha una superficie in pianta di oltre 500 m2 ed è stato progettato per favorire la socialità, incontri informali ed eventi.
A terra il TheTris si radica con un podio e una lobby a doppia altezza; qui si concentrano le varie funzioni necessarie all’edificio come gli spazi commerciali e quelli polifunzionali.
La struttura principale è una classica alternanza di solai e pilastri in calcestruzzo; una soluzione che consente di avere una grande versatilità ai vari piani, dato che si possono ottenere ampie luci libere fra un elemento strutturale verticale e l’altro e, quindi, è possibile organizzare gli spazi, soprattuto ai piani superiori, secondo le più moderne esigenze di collaborazione e condivisione del lavoro.
Certo, lavorare con un classico travi e pilastri in calcestruzzo ha i suoi vantaggi, ma, come vedremo, su torri di 100 metri comporta una serie di problematicheesecutive che non devono essere sottovalutate, pena ritardi inammissibili nel cronoprogramma dei lavori.
Variabile tempo
Lo spazio è una delle variabili che entrano in questa equazione e, come vedremo Ediltecno Restauri ha imparato a ottimizzarne l’uso fin da subito, organizzando il cantiere non solo dal punto di vista spaziale, ma anche tenendo in considerazione la variabile tempo.
Prima di passare al cantiere ricordiamo alcune caratteristiche fondamentali del TheTris: parliamo di un edificio con Certificazione Leed Platinum per il rispetto dei più alti standard di efficienza energetica, del riuso delle acque e della riduzione della carbon footprint relativa sia alla costruzione e sia alla successiva gestione della struttura.
Poco spazio, ovunque
In uno ambiente urbano come quello milanese, le limitazioni al cantiere diventano evidenti appena mettiamo piede nel sito di costruzione; in sostanza non solo lo spazio a terra è poco, ma quasi non c’è.
L’intera filiera logistica di una torre alta 100 metri deve essere organizzata in un fazzoletto di terra; in questo spazio, non solo Ediltecno Restauri ha dovuto prevedere gli spazi di stoccaggio dei materiali (e quindi la gestione degli arrivi in cantiere dai fornitori deve essere maniacalmente programmata), ma ci devono essere le baracche di cantiere e, soprattutto devono essere garantiti in assoluta sicurezza gli spazi dei mezzi operativi necessari al getto delle strutture portanti della torre (o semplicemente al trasporto dei materiali da costruzione) che, lo ricordiamo, sono in calcestruzzo gettato in opera.
Quindi le aree devono essere di volta in volta lasciate libere per un flusso di autobetoniere costante (e robusto), dato che i quantitativi giornalieri medi di getto qui a TheTris sono davvero sfidanti.
Ediltecno Restauri ha risolto queste complicate problematiche, mettendo in campo una efficace programmazione di cantiere che consentisse non solo di gestire le naturali sovrapposizioni di fase tipiche degli edifici a torre (dove spesso gli impiantisti lavorano ai piani inferiori, mentre a quelli superiori si realizzano le facciate e ancora più in alto si gettano le strutture portanti), ma ha anche accuratamente pianificato l’arrivo dei materiali da costruzione in cantiere, soprattutto, di quelli più impattanti dimensionalmente come gli elementi metallici per realizzare la facciata continua esterna. Nulla di superfluo viene consegnato e la collaborazione con i fornitori viene portata a un nuovo livello per gestire al meglio la catena logistica e rispettare le tempistiche di costruzione.
Discorso a parte, come accennavamo, per i flussi di trasporto del calcestruzzo destinato a realizzare le strutture portanti. La scelta, in questo caso, è stata quella di identificare delle aree ben precise in cantiere dalle quali il calcestruzzo potesse essere pompato verso l’alto, mano a mano che la struttura saliva in elevazione.
Per questo e per ‘mettere in sicurezza’ la filiera del calcestruzzo, Ediltecno Restauri si è rivolta a Dalecom che ha noleggiato alla ATI che costruisce TheTris le attrezzature necessarie, contribuendo anche, in sinergia con la direzione lavori, a stendere un layout di tubazioni che non solo fosse il piùefficiente possibile, ma che consentisse di gestire la costruzione senza modificare troppe volte il tracciato di salita del calcestruzzo pompato.
Impresa riuscita, che si basa su due attrezzature, sempre a noleggio, di alta gamma: a terra una pompa stazionaria Dalecom BSA 2109 e, al livello del getto, (e quindi che sale mano a mano che cresce la struttura) un braccio stazionario MXR 35-4, appositamente dimensionato per raggiungere con agilità tutti i punti da gettare, anche in considerazione degli ingombri delle strutture provvisionali che, soprattutto nei piani superiori non potevano non essere considerate.
Il tutto in assoluta sicurezzaper gli operatori che erano ulteriormente protetti, in sommità da un windshield che chiudeva l’intero perimetro esterno di lavoro, lasciando molta più libertà di movimento agli operatori stessi (che comunque erano correttamente imbragati con appositi DPI al momento di muoversi in verticale dalla soletta gettata alle strutture verticali da gettare).
In questo modo l’impresa è riuscita a garantire un ritmo di avanzamento per piano di circa 22 giorni lavorativi, comprendendo oltre ai solai, anche le elevazioni di ogni piano, composte da una maglia di 13 pilastri cilindrici, oltreché ovviamente del getto dei setti e dei muri del vano ascensori.
É tardi, è tardi
La tentazione di correre come il Bianconiglio di ‘Alice nel Paese delle meraviglie’ ce la deve sicuramente avuta [Walter Comiottto], titolare di Dalecom, al momento di analizzare le esigenze del cantiere.
Walter Comiotto
Walter Comiotto, Titolare di Dalecom
Sia i tempi di commessa sia le caratteristiche della struttura che, infine, lo spazio disponibile sarebbero state ansiogene per la maggior parte dei fornitori, figuriamoci per quello a cui era demandato un aspetto fondamentale come la gestione del pompaggio del calcestruzzo: “Indubbiamente la sfida qui a TheTris era davvero impegnativa; tuttavia, devo dire che questo tipo di strutture ([Comiottto] intende le torri, ndr) hanno sempre esigenze molto simili, per quanto sfidanti: grandi quantità di calcestruzzo da pompare in poco tempo, scadenze ferree da rispettare sia a livello complessivo sia a quello del ritmo di crescita, un piano dopo l’altro”.
“E poi ci sono le incertezze che non dipendono da noi: ad esempio, il traffico che può bloccare l’arrivo delle autobetoniere e quindi rallentare il processo. Come Dalecom conosciamo bene questo tipo di problematiche e, quindi, in collaborazione con la Committenza, cerchiamo di prevenirle, per non doverle subire”.
Sottolinea[Alessandro Dal ZIlio] titolare con Comiotto di Dalecom: “Per questo abbiamo individuato il punto migliore per installare (senza doverla muovere più) la nostra pompa stazionaria BSA 2109: un luogo in cui le autobetoniere potessero arrivare senza troppe manovre (e eventualmente aspettare il loro turno se sono più d’una), senza interferenze con altre lavorazioni di cantiere. La BSA 2109 è una pompa stazionaria di alta gamma con una portata verticale fino a 300 metri ed orizzontale oltre i 1000 metri, perfetta quindi, con ampio margine, per questo cantiere”.
“Sul terminale superiore la scelta è caduta sul braccio stazionario MXR 35-4, una attrezzatura che abbiamo suggerito alla Direzione Lavori perché in grado di raggiungere agevolmente (anzi con un congruo margine di sicurezza) ogni punto del solaio, dato che ha un raggio operativo di 360° e garantisce una distanza di getto di 35,50 metri".
Anche in questo caso preferiamo, infatti, lavorare con un margine di tolleranza, proprio per aumentare la sicurezza in cantiere e, ovviamente, con sempre in mente la produttività di getto che si deve garantire ad ogni piano.
[Comiotto] specifica come: “Il nostro servizio di noleggio si differenzia radicalmente da quello di altre categorie di mezzi d’opera: la consegna della macchina ben manutenuta e efficiente in cantiere, è solo il punto di partenza di un percorso articolato che ci vede impegnati nella erogazione di una vasta gamma di servizi che vanno dalla eventuale formazione del personale (quando non gestiamo noi direttamente il getto con la formula del noleggio a caldo) alla attenzione spasmodica dello stato di efficienza delle macchine”.
Concetto ribadito anche da [Dal Zilio]“Poi ci sono anche i servizi che vengono prima del noleggio e che credo siano un nostro fiore all’occhiello: la consulenza sulla macchina (o sul mix di macchine e attrezzature) da utilizzare in relazione alle caratteristiche di cantiere, quella sulla ottimizzazionedelle pipeline di distribuzione del calcestruzzo, fino alla ricerca sul mercato di soluzioni su misura per esigenze molto particolari non ancora coperte dal nostro parco macchine.
Conclude [Comiottto]: "Parco macchine che è oggi il più fornito e articolato sul mercato, nonché quello con l’età media dei macchinari più bassa. Soddisfatti della nostra offerta? Certamente no, infatti, investiamo costantemente in ricerca e sviluppo, analizzando le soluzioni più interessanti che il mercato ci propone e spesso contribuendo a crearne delle nuove. Siamo come il calcestruzzo dei nostri cantieri: sempre in movimento”!