Il camino non c'è più

Ci sono volute più di seimila ore di lavoro, ma alla fine della ciminiera di Italcementi nel comune palermitano di Isola delle Femmine non è rimasto più nulla.

Non si è trattato certo di una passeggiata, basti pensare che il camino dell’impianto della società del gruppo Heidelberg raggiungeva gli 80 metri di altezza costituiti, oltre che del materiale refrattario della camicia interna, di cemento e ferro presenti in grande quantità.

Il contesto e gli operatori

Il merito dell’operazione di demolizione, iniziata nel 2021, è di >>Armofer<< - importante impresa del settore che lo scorso anno ha compiuto i sessant’anni di attività - e dei suoi collaboratori. Tra questi l’architetto [Giuseppe Cetere], progettista delle opere, l’ingegnere [Andrea Regazzoni], direttore dei lavori, e il responsabile del cantiere [Roberto Perrone].

Accanto a loro hanno lavorato una ventina di persone, tra tecnici di Italcementi - con in testa gli ingegneri [Antonio Finocchiaro ] e [Filippo Feder] - e alcuni consulenti esterni, come l’ingegner [Vito Sabella], coordinatore della sicurezza.

Sulla cima...

In sommità la demolizione è stata eseguita in manuale con operatori aiutati da attrezzature idrauliche
Per raggiungere obiettivi così importanti come quello ottenuto in Sicilia, l’azienda di Siziano, nel pavese, ha investito parecchie risorse per migliorare i processi produttivi e far fronte così agli obblighi e agli impegni di carattere ambientale. Un risultato ottenuto con l’acquisto di macchine dotate di motori elettrici di ultima generazione, potenti e silenziosi al tempo stesso, a emissioni zero di CO2.

...e a 50 metri

I mini escavatori elettrici sono entrati in azione a quota 50 metri (credits, Armofer)
Infatti, per demolire buona parte della ciminiera in cemento armato e laterizio Armofer ha impiegato mini escavatori elettrici, a controllo remoto, della Brokk. Macchine che per peso e potenza si sono rivelate adatte a essere trasportate in quota sul ponteggio.

Altro risultato in linea con gli obiettivi ambientali ha riguardato il recupero dei materiali di risulta e la separazione delle varie frazioni di rifiuto: quasi tutto il materiale demolito è stato reimpiegato in nuovi processi produttivi.

Gli studi preliminari

Prima di iniziare i lavori Italcementi ha condotto una serie di analisi propedeutiche alla demolizione, come lo studio per valutare gli effetti delle azioni aerodinamiche sul camino o la progettazione e la posa degli apprestamenti di messa in sicurezza mediante cerchiature con fasce di propilene e post tensionamento, posizionate per tutta l’altezza della ciminiera.

Sulla base del progetto dell’architetto Cetere, Armofer ha approntato il piano delle demolizioni prestando attenzione alle principali criticità, quali l’altezza del manufatto da demolire, il contesto ambientale e quello logistico. La cementeria infatti, oltre a essere funzionante, è collocata in fregio all’autostrada Palermo-Trapani.

Le tecniche di demolizione

A Isola delle Femmine, la società ha optato per il montaggio di un ponteggio perimetrale tutto attorno alla ciminiera, con il progressivo abbassamento dello stesso in relazione all’andamento dei lavori di demolizione.
La demolizione manuale in sommità (credits, Armofer)
In sommità la ciminiera è stata demolita in modo controllato con attrezzature idrauliche manuali, pinze da calcestruzzo e martelli manuali. In questo modo il camino è stato portato a quota 70 metri, con una demolizione che ha proceduto per piccole parti, con andamento circolare, facendo precipitare il materiale demolito all’interno del camino stesso, senza quindi proiezioni pericolose né dispersioni della polvere nell’ambiente.

Da quella quota e fino a 50 metri di altezza sulla piattaforma è stato installato un mini-robot da demolizione, un Brokk 110, il più piccolo della gamma. Una macchina performante, potente, equipaggiata di tutti i tools necessari per la demolizione, come la pinza per il calcestruzzo e il martello demolitore idraulico.

Ci pensa il robot

La demolizione in quota con mini robot elettrici di Brokk (credits, Armofer)
Il mezzo, alimentato elettricamente e a zero emissioni, viene radiocontrollato in remoto dall’operatore che, in ogni momento, può scegliere la posizione più sicura, di maggior comfort, che permette il controllo visivo del fronte di demolizione pur rimanendo in posizione sicura.

La medesima tecnica di demolizione è stata riproposta da quota 50 fino a 20 metri di altezza, questa volta utilizzando un mini-robot cingolato di maggiori dimensioni (Brokk 160), che ha permesso una maggior produzione oraria e dunque una maggior velocità di esecuzione.
La demolizione top-down con l’escavatore a terra (credits, Armofer)
Dai 20 metri di quota e fino al piano campagna la ciminiera è stata invece demolita con il sistema tradizionale, cioè con mezzi meccanici, con tecnica top-down, e l’impiego di un escavatore da demolizione in allestimento super long demolition.

Smontaggio selettivo e decostruzione

Nel cantiere di Italcementi, Armofer ha adottato un’altra tecnica di demolizione, vale a dire lo smontaggio selettivo e controllato, utilizzato per la rimozione di componenti strutturali come condotti dei fumi.

In questo caso l’impresa si è avvalsa dell’intervento di un’autogru alla quale sono stati assicurati porzioni di impianti da svarare, sezionati in quota a caldo o a freddo, secondo un preciso studio dei pesi, delle forme, degli equilibri, delle possibilità di imbrago, delle condizioni al contorno e, infine, delle caratteristiche tecniche della gru a disposizione.

La parola al progettista

“Per noi la sicurezza è un obiettivo prioritario - dichiara Giuseppe Cetere di Armofer - il nostro lavoro parte sempre da un’attenta analisi del sito e delle condizioni al contorno".
Render del progetto del ponteggio (credits, Armofer)
Il ponteggio utilizzato per le varie fasi di demolizione (credits, Armofer)
"In questo caso, fondamentale, prima di decidere l’approccio operativo, è stata l’analisi tecnico-strutturale della ciminiera, con la verifica statica della struttura. Per procedere infatti dovevamo conoscere lo sforzo massimo al quale l’oggetto poteva essere sollecitato in ciascun punto e a ogni altezza".

"Di conseguenza è stato dimensionato l’intervento: tecnologia, potenza delle macchine, tipo di approccio, tools da utilizzare o da evitare, mantenendo sempre un ampio margine di sicurezza".
Schema della piattaforma con indicazione dei presidi di sicurezza degli operatori (credits, Armofer)
"Non sono state solo le condizioni dell’oggetto a porre vincoli, ma anche le condizioni ambientali. Per esempio, è stato importantissimo, con un oggetto alto 80 metri, sul mare, considerare la forza del vento e, soprattutto, la tenuta del ponteggio a carico di vento".

"Infine, a tali altezze, era importante calcolare i carichi accidentali, ovvero il peso delle macchine traslate a bordo del ponteggio. In sommità abbiamo privilegiato piccole attrezzature idrauliche manuali, potendo contare su un minirobot cingolato, di peso sempre maggiore man mano il manufatto e il ponteggio sono scesi di quota”.

Attenzione alle performance ambientali

“Nel cantiere di Palermo - conclude Cetere - sono stati adottati tutti gli accorgimenti possibili in grado di minimizzare gli impatti relativamente alle emissioni in atmosfera. Abbiamo anche posto attenzione ai rischi di contaminazione del suolo e ai protocolli di utilizzo di sostanze e additivi chimici, alla gestione attenta dei rifiuti e dei reflui, al controllo del rumore e delle vibrazioni, della proiezione di polveri e, infine, alla gestione delle emergenze".

Niente impatto

Nel cantiere di Isola delle Femmine, in accordo con i protocolli Italcementi, è stata massima l'attenzione alla minimizzazione dell'impatto ambientale
"Stesso riguardo abbiamo avuto rispetto alla sicurezza delle persone, dotate di Dpi di III categoria: nuovi, disponibili sempre sul cantiere in quantità ridondante. Infine, la formazione: il nostro personale è sempre perfettamente addestrato. Quando si demolisce nulla insomma è lasciato al caso”.