C’è poco da dire: di
macchine usate in giro, almeno in Italia,
ce ne sono davvero pochine, almeno se vogliamo limitarci a quelle che possono ancora lavorare con qualche profitto in cantiere. La crisi ha ‘spolpato il mercato dell’usato’ davvero fino all’osso, lasciando anche poco di quello in giro.
Il mercato del nuovo si
sta lentamente riprendendo da ormai quattro anni consecutivi, ma è proprio nell’avverbio 'lentamente' che sta tutta la crisi attuale del mercato dell’usato; considerate che
si è passati da oltre 23.000 macchine (più di 14.000 mini, praticamente uno sotto ogni sasso) vendute in Italia nell’anno super record per antonomasia, il 2008,
a circa 11.000 del 2016.
Se poi si ragiona anche sul fatto che il mitologico
‘coefficiente di utilizzo’ delle macchine è crollato (d’altra parte di lavori ce ne sono ancora troppo pochi), ecco che diventa chiaro come
le macchine usate o sono davvero usate o sono molto, molto poche. Se prima, infatti, molti imprenditori cambiavano le macchine ogni quattro anni ora una macchina nuova è destinata, almeno nella media, a
restare in flotta per circa sei anni, allungando la staffetta nuovo-usato.
Ovviamente i commercianti di usato conoscono benissimo la situazione, non siamo certo noi di go
WEM! a scoprire l’acqua calda e si attrezzano di conseguenza, ognuno facendo leva sulle proprie caratteristiche imprenditoriali. C’è chi tesse fitte reti di relazioni, chi tiene sotto controllo le macchine che stanno per essere vendute, chi, come
Ritchie Bros. fruisce di un’esperienza internazionale difficile da battere, almeno a livello dimensionale,
coniugandola saggiamente a un controllo del territorio capillare.
Nessuno può permettersi di farsi sfuggire nulla, a maggior ragione se questo qualcuno
deve organizzare in Italia quattro aste all’anno, con qualcosa ogni volta come
3.000 pezzi in vendita. Ed è per questo che, ogni volta che ci capita di passare in Ritchie sia prima sia durante sia dopo l’asta, l’impressione è quasi sempre quella di un
formicaio in cui un bimbo dispettoso abbia buttato un petardo.
L’attività è sempre massima, le macchine devono arrivare a Caorso e, ogni volta non solo devono essere tante, ma anche ci devono essere
diversi pezzi da novanta. E l’asta di ottobre 2017 com’è andata? Ha rispettato gli standard come quelle precedenti?
Ottobre, mese di vendemmia (e di aste)
ue sono i parametri fondamentali per un asta come quelle che organizzano in Ritchie Bros.: il
numero di partecipanti come compratori e il
corrispettivo numero di macchine e attrezzature offerte in vendita (che significa numerosità dei venditori).
Si tratta di una
difficile alchimia, di cui in Ritchie hanno sicuramente una
formula precisissima che però si tengono ben stretti, che anche nell’asta del 5 ottobre 2017 a Caorso sembra aver ben funzionato dato che sono stati
venduti (senza prezzo minimo di riserva ricordiamolo)
oltre 3.000 lotti, acquistati da 700 compratori differenti, presenti sia fisicamente in asta sia collegati online da, letteralmente,
ogni angolo del globo.
I
venditori (per chi è innamorato dei numeri)
sono stati 250, mentre i
clienti registrati hanno toccato la considerevole quota di 1.720 (nuovo record per la sede italiana della Casa d’aste canadese, niente male come risultato).
E dal punto di vista del tipo di lotti venduti? Anche in questo caso ci sembra che l’
asta di ottobre sia stata ben bilanciata, soprattutto considerando le ottiche strategiche di medio periodo di Ritchie che, anche in Italia, sta cercando di dare
maggiore spazio anche al comparto agricolo. Giusto per essere concreti e sintetici: sono state vendut
i 626 lotti riconducibili direttamente al comparto costruzioni, 618 lotti in quello agricoltura, silvicultura e ambiente diverse centinaia di mezzi nel settore trasporto, veicoli e autobus.
Davvero molte anche le attrezzature industriali in vendita, così come anche gli
articoli di consumo che, ovviamente, non sfilano in rampa, ma rappresentano sempre una quota importante delle aste condotte da Ritchie Bros.
E i pezzi da novanta? Eccoli, non tantissimi, ma qualcosa effettivamente c’era…
Dumper Volvo, frese Wirtgen: i blasoni in campo
Partiamo, com’è ovvio, dal pezzo più pregiato, un dumper articolato Volvo CE del 2011, un A30F 6x6 praticamente nuovo (92 ore, quasi neanche quelle per scendere o salire dal cartellone); la macchina, coda di vendita di un importante lotto proveniente da un concordato aziendale (c’erano anche altri mezzi provenienti dal medesimo cliente anche nell’asta di ottobre) è stata oggetto di una bella gara al rialzo in sala ed è stata venduta a un prezzo importante (ma non esagerato): 215.000 euro.
La medaglia d’argento (almeno per il prezzo) è andata a una autogrù Demag AC100 10x8x10, venduta a 202.500 euro, mentre ai piedi del podio si è collocata una fresa Wirtgen W100F che ha staccato un prezzo di vendita di 127.500 euro.
Ma le tre reginette del ballo del 5 ottobre non sono state le sole macchine interessanti passate in asta; per quel che riguarda gli escavatori cingolati merita una menzione il Volvo EC300DNL con set forestale e poco meno di 4.000 ore venduto a 82.000 euro. Sempre per gli escavatori, ha suscitato interesse (anche se li avevano ben usati) un numeroso lotto di cingolati Liebherr di proprietà Bonatti in rientro dalla ‘campagna d’Africa”. Di questi, particolarmente interessante un R916 LC del 2009, venduto a 45.000 euro; in questo caso si parla di macchine che hanno lavorato per molte ore, ma il marchio (Liebherr appunto) è uno tra i tre o quattro al mondo che mantengono un alto valore dell’usato anche quando messi, come dire, a dura prova…
Varietà assoluta
Dozer, perforatrici, camion e, perché no, vibrofinitrici; in asta da Ritchie si trova (quasi) tutto; il 5 ottobre sono stati battuti anche, sempre di Bonatti, un bel dozer Caterpillar D7R del 1997, macchina passata di mano a 66.000 euro (anche se non disponeva del certificato CE). Sempre parlando di dozer, sono saliti in rampa un D8N del 1998 (sempre Cat ovviamente), battuto a 35.000 euro, un D180 New Holland del 2007 venduto a 38.000 e un vecchietto, un D4H del 1991, acquistato a 17.000 euro.
Tra i camion con allestimenti particolari, davvero molto bello lo Scania P420 con gru retrocabina Palfinger PK26000E e ribaltabile, battuto a 74.000 euro, un prezzo più che giustificato visti i relativamente pochi chilometri percorsi e le condizioni generali di macchina e allestimento molto buone.
Spigolando tra i vari lotti, ecco arrivare anche una perforatrice Atlas Copco ROC D3-01, macchina del 2008 con sulle spalle 1.257 ore di lavoro; motorizzata Cummins QSB4.5 è stata venduta a 46.000 euro.
Qualcosa anche per gli appassionati di Hitachi (no non ci siamo dimenticati di voi, sappiamo che siete in molti a leggere goWEM!): il 5 ottobre 2017, Ritchie ha battuto una pala gommata ZW310 del 2008 a 44.000 euro e un escavatore cingolato ZX240N-3 del 2011 sempre a 44.000 euro. Gemelli diversi, ma che hanno ugualmente suscitato davvero molte offerte, a testimonianza appunto del buon apprezzamento della Casa giapponese in Italia e nel mondo.
Sempre per restare sulle pale gommate: buono il prezzo spuntato dalla Caterpillar 924H del 2010 battuta a 43.000 euro, anche in questo caso dopo un’accesa gara di rilanci.
Sole nascente agricolo
ome dicevamo è ormai da oltre un anno che, anche in Italia, Ritchie Bros. sta scommettendo con decisione sul comparto della
meccanizzazione agricola; ben consci della difficoltà di approcciare un tipo di clientela notoriamente ostico, in Ritchie non si sono persi d’animo e, da qualche asta a questa parte, i
risultati cominciano ad arrivare sia dal punto di vista dei numeri di utenti registrati afferenti al segmento agricolo sia dal punto di vista delle offerte che da quello delle macchine disponibili.
Numerosi, come vi avevamo accennato i lotti ‘agricoli’ battuti a ottobre, alcuni piuttosto interessanti come ad esempio il
Fendt Vario 930 del 2006 passato di mano a 42.000 euro o, sempre parlando di trattori, il
New Holland T5 115 del 2013 battuto a 32.000 o, ancora il
Fendt Favorit 716 del 2000 acquistato a 24.000.
Per gli appassionati veri, poi, quelli che non hanno voluto lasciarsi scappare dei veri pezzi di storia, è stato fondamentale l’appuntamento con l’asta di una
collezione di oltre 100 trattori agricoli d’epoca, alcune vere chicche da acquolina in bocca, venduti come al solito (anche se consentiteci di avere qualche rimpianto per tanto valore intangibile disperso) senza il prezzo di riserva.
Come anche per il segmento costruzioni, anche per quello agricolo è ormai consuetudine trovare alle aste di Ritchie non solo macchine,
ma tantissime attrezzature di segmento; molte volte val la pena partecipare all’asta anche senza un obiettivo preciso, magari l’affare ci scappa! (anche se consigliamo vivamente di prepararsi prima e di valutare le macchine nei due giorni precedenti, in asta è facile, come dire, farsi prendere la mano…).
Prossima asta? martedì 5 dicembre, sempre a Caorso, ovviamente, tutte le info sul sito di Ritchie
www.rbauction.it (noi ci saremo, ma non serve ricordarlo).