Dopo aver intervistato
[Jarno Zaffelli] di
>>Dromo Circuit Design<< , specialista internazionale dei circuiti che ha apposto la firma anche sul nuovo
proving ground Piaggio presso lo storico stabilimento di Pontedera
[qui il nostro articolo], abbiamo parlato con
[Mauro Carminati], CEO di
>>Carba<< , che per la
terza volta si trova a
collaborare con Dromo nel ruolo cruciale di contractor.
Carminati non nasconde la soddisfazione per la conclusione dei lavori relativi
alla fase 1 entro
luglio 2022, e sottolinea la natura differente dell’opera, in un certo modo unica, anche per un’
impresa ormai specializzata in circuiti come Carba.
Mauro Carminati
Mauro Carminati, CEO di Carba srl
Il cantiere del proving ground Piaggio ha rappresentato per noi un banco di prova ambizioso e dall’elevato tasso di difficoltà sotto vari aspetti.
“Il cantiere del proving ground Piaggio” commenta “ha
rappresentato per noi
un banco di prova ambizioso e dall’elevato tasso di
difficoltà sotto vari aspetti, dalle
pendenze di stesa, ma anche di
preparazione e rigenerazione, ai requisiti particolari delle ricette per i
mix pavimentazione: questo ha richiesto uno
studio continuo".
Il circuito prove preesistente è stato completamente demolito da Carba
"Anche per gli
impianti produttivi è stata una
grande sfida, perché alcune delle miscele bituminose che abbiamo impiegato qui, soprattutto quella per la noise track,
non sono utilizzate di frequente”.
goWEM!: C’era anche il vincolo rappresentato dalla necessità di fare ricorso ad aziende del territorio per le forniture. Come è stato risolto questo aspetto?
[Carminati]:“I
fornitori degli inerti si trovavano entro un raggio di
100 km, mentre quelli dei
conglomerati bituminosi non andavano oltre i
15: non soltanto per un discorso di
impatto ambientale delle lavorazioni, ma anche per mantenere le
temperature di mix così rigidi. E nell’ambito della fornitura dei bitumi cito con piacere
>>IGP Giuliani Piero Srl<< , che è stato un partner importante per questo cantiere”.
goWEM!: La capacità di ascoltare, assorbire e imparare da ogni cantiere è una prerogativa che viene riconosciuta a Carba anche dai progettisti di Dromo, con cui si è riproposta la collaborazione in questo lavoro per Piaggio. Qual è il vostro bilancio?
[Carminati]: “Quello che posso confermare è che, nonostante la nostra
esperienza nella
realizzazione di autodromi, anche questa volta proviamo un
grande orgoglio per essere cresciuti e aver
aggiunto conoscenze al nostro bagaglio tecnico, ricevendo
feedback ampiamente positivi dalla Direzione lavori".
"Ho parlato di
aspetti tecnici perché qui l’asticella era ancora più alta, ma non dimentico il
fattore umano: tutti gli operai e i membri dello staff tecnico di Carba hanno compreso da subito l
a difficoltà dell’esecuzione (che può anche non risultare evidente sino in fondo osservando il risultato finito, ma è davvero elevata) e mostrato
grande cuore nell’
affrontarla e
superarla".
Affrontare la sfida
Tutti gli operai e i membri dello staff tecnico di Carba hanno compreso da subito la difficoltà dell’esecuzione e mostrato grande energia nell’affrontarla e superarla. La sinergia con Dromo è stata fondamentale.
"A questo proposito è stata
importante anche la
sinergia con Dromo, alla
terza collaborazione con noi su un circuito: loro hanno una
grande esperienza nello studio delle miscele e delle metodologie di posa in questo tipo di opere, e noi siamo ben felici di
assorbirla, mettendo a disposizione allo stesso tempo la nostra nell’uso delle macchine nei momenti decisivi. La
mia presenza sul cantiere è stata
continuativa proprio per questo”.
Il dozer Liebherr 726 di Carba, equipaggiato con impianto satellitare
goWEM!: Zaffelli ha sottolineato come sul piano progettuale sia ancora più sfidante occuparsi di un proving ground che di un autodromo. Dato che anche Carba si è cimentata su entrambi i fronti, abbiamo chiesto a Carminati quale sia la differenza per il contractor: più difficile anche in questo caso il proving ground?
[Carminati]: “A livello di
difficoltà tecnica non vedo un
gap particolare, né a favore del circuito di prova né dell’autodromo. Come dicevo, sono entrambe
sfide impegnative, che
ci portano a migliorarci da un cantiere all’altro, anche perché la committenza esige comunque il
rispetto di parametri molto
rigorosi nell’esecuzione, quindi una qualità certificata sia da parte nostra che dei progettisti".
"Forse nel nostro caso parlerei più di una
diversità logistica importante: per gli autodromi abbiamo in campo
due o tre squadre per gli asfalti, mentre in questo caso ne avevamo
solo una, al lavoro con una macchina speciale, ovvero la
Voegele Super 1800-3i cingolata".
"C’era, quindi, un
minor traffico di camion, ma in ogni caso la presenza di un gruppo di lavoro di
venti persone attive sulla stessa
finitrice. Cambia quindi, come dicevo, la
logistica, ma non il tasso di difficoltà”.
Il grader New Holland F106.6 con impianto satellitare impiegato da Carba sul cantiere Piaggio
goWEM!: Come si sono svolte le varie fasi di lavoro?
[Carminati]: “Siamo
partiti dalla demolizione del circuito preesistente, poi abbiamo realizzato le
nuove fondazioni stradali, le
nuove curve paraboliche della oval track e tutti i
parametri del fondo della noise track".
"Siamo passati successivamente alla
rigenerazione a freddo con la
Wirtgen WR, per cui la
miscelazione dei materiali è stata studiata dai laboratori in fase esecutiva. Abbiamo dovuto apportare delle
sabbie dalla nostra
cava di Bergamo e dei quantitativi di
cemento e filler provenienti da Brescia, per miscelarli col materiale presente in sito, ovvero lo
stabilizzato delle rocce basaltiche e il
fresato proveniente dalla rimozione del vecchio circuito".
"Sottolineo che in tutte le fasi abbiamo lavorato con
macchine speciali, tutte di nostra proprietà: la fresa
Wirtgen W207 Fi con impianto satellitare
Topcon per le demolizioni del vecchio proving ground; il
dozer Liebherr 726 e il
grader New Holland 106, entrambi con impianto satellitare; escavatori con impianti satellitari
Trimble e Topcon,
stabilizzatrice e
rulli gomma-gomma;
finitrice cingolata dotata di allargamenti e longheroni longitudinali;
due rulli, di cui il primo da 140 quintali e il secondo da 75. Per
ottimizzare i tempi ed evitare che il camion si spingesse fino alla bocca della finitrice, ci siamo serviti anche di un
caricatore a noleggio (e nei casi delle curve paraboliche, dove non arrivava il caricatore, addirittura dell’escavatore)".
"La
fase 1 è stata
completata nell’arco di due mesi, visto che abbiamo iniziato con le demolizioni nella seconda metà di maggio: abbiamo quindi concluso con ben
30 giorni di anticipo rispetto al cronoprogramma, che ne
prevedeva 90”.
Tra le sfide più impegnative del cantiere, le inclinazioni delle curve paraboliche e le condizioni meteo non propizie ai mix speciali impiegati per le pavimentazioni
goWEM!: Le condizioni meteo del periodo sono state di ostacolo alle lavorazioni?
[Carminati]: “Sì e non solo per le
alte temperature: è stata una
combinazione fra queste, il
vento di Grecale e la
siccità a rappresentare un problema fin dalla fase di stabilizzazione, in cui abbiamo dovuto
incrementare l’acqua nella dosatura della miscela e bagnare anche successivamente, proprio perché i venti tendevano continuamente ad asciugarla".
"Ma non solo: le temperature non ci hanno aiutato nella
stesura del binder, perché
non si raffreddava mai rispetto alla temperatura di provenienza dall’impianto (180°) e quindi
non si riusciva a rullarlo".
"Questi sono tutti aspetti che hanno richiesto soluzioni in corso d’opera e, come a Cremona, il bello di lavorare con Dromo è che non sono soltanto gli autori del progetto, ma i
partner che lavorano con noi
in tempo reale per risolvere le problematiche del cantiere".
"Nel caso di Piaggio, per le difficoltà ulteriori che presentava a livello
topografico, merita anche
un elogio particolare il nostro topografo
[Christian Ballotta], bravissimo a
supportare ogni tipo di modifiche progettuali e
riportarle sul campo”.