Dalla chimica alla logistica

175.000 metri quadri, più di 17 campi da calcio; questa la superficie dell’area industriale dismessa che >>Kryalos SGR<<  (società di gestione del risparmio con 12.5 miliardi di euro di asset under management), attraverso il fondo di investimento immobiliare Mazer, ha acquistato per procedere a una riqualificazione complessiva, con particolare attenzione all’impatto ambientale dell’intervento.

Fondo Mazer

Il fondo Mazer è partecipato anche da Logicor, uno dei principali proprietari, gestori e sviluppatori di immobili logistici in Europa, e non stupisce quindi che l’obiettivo dell’intervento di ricucitura sia quello di realizzare un nuovo parco logistico all’avanguardia di 100.000 m2, con un design flessibile e massima attenzione alla sostenibilità.

Sostenibilità che si concretizzerà nella certificazione BREEAM Very Good, che prevede elevatissimi standard qualitativi, con la dotazione di un impianto fotovoltaico, l’installazione di impianti di illuminazione a LED, colonnine per la ricarica di veicoli elettrici e interventi di paesaggistica per integrare al meglio il progetto con l’ambiente circostante.
Ma prima di procedere alla costruzione del nuovo centro logistico e di una bretella di collegamento di circa 2 chilometri, con un ponte sopraelevato sul Naviglio grande, che collegherà il polo logistico alla Nuova Vigevanese, occorre demolire le strutture esistenti; questa è la fase che abbiamo seguito in cantiere, ospiti della >>Nikolli<<  di Fara Gera d’Adda, azienda incaricata da Kryalos delle bonifiche e delle demolizioni.

Una questione di logistica

La logistica non è solo la nuova destinazione d’uso dell’area, ma anche uno dei fattori critici del progetto di demolizione che Nikolli ha messo a punto su incarico di Kryalos; La grande estensione coperta dai capannoni con struttura a travi e pilastri ha richiesto un attento processo di strip-out preliminare di tutte le componenti rimovibili (dopo la rimozione di mobili e controsoffitti) e selezione immediata dei materiali, così separati: legno, plastica, carta e cartone, materiali isolanti, materiali isolanti pericolosi (non contenenti amianto), metalli misti (tutti questi materiali verranno stivati in cassoni scarrabili forniti dalla Nikolli Trasporti).

Una selezione attenta

Selezione che ha previsto una prima riduzione volumetrica, seguita da una frantumazione dei calcestruzzi con frantoio mobile certificato, in modo da consentire di massimizzare il riutilizzo degli inerti da demolizione direttamente in cantiere.
La selezione è stata effettuata con escavatori (cingolati e gommati, tutti Caterpillar) equipaggiati con attrezzature specificatamente scelte per le varie lavorazioni di selezione e riciclaggio materiali; dai frantumatori per la riduzione degli elementi in calcestruzzo (e la conseguente separazione del ferro di armatura) alle pinze idrauliche per la movimentazione e la compattazione delle componenti metalliche, fino alle pinze selezionatrici per il carico delle matasse metalliche o degli elementi lineari in ferro.

Un’applicazione interessante che abbiamo visto al lavoro (tanto inconsueta, quanto efficace): Nikolli ha equipaggiato un escavatore Caterpillar 352 con braccio lungo da demolizione con una benna con tagliente (piccola in confronto delle dimensioni dell’escavatore).
Lo scopo? Rimuovere, strappandolo, lo strato di isolamento e impermeabilizzazione in copertura prima della demolizione della campata. In questo modo, l’isolante (in questo caso composto da pannelli di polistirolo) e la guaina impermeabilizzante, una volta portati a terra, vengono rimossi manualmente con estrema precisione, in modo da non inquinare il calcestruzzo delle strutture portanti demolite che verrà riutilizzato per i riempimenti in cantiere.

Nel complesso l’area oggetto di intervento è di 100.000 m2, 38.000 dei quali occupati da edifici dismessi; oltre alla completa demolizione delle strutture fuori terra, Kryalos ha affidato a Nikolli anche la demolizione di tutta la pavimentazione stradale, che dovrà essere analizzata per eventuale recupero, e la demolizione dei plinti di fondazione e di una serie di cunicoli interrati.

Demolizione top-down

Per tutte le strutture Nikolli ha previsto una demolizione top-down: i fabbricati verranno demoliti dall’alto verso il basso, con ordine, partendo dalle coperture, per preservarne la stabilità nelle varie fasi del processo, e proseguendo per “porzioni verticali” su campate successive.
In ogni settore da demolire, i tecnici Nikolli hanno individuato un livello tipo con un particolare schema statico che si ripete uguale a se stesso e rimane invariato sui piani, costituendo il livello tipo da demolire.
Questa la sequenza applicata in cantiere.
  • Demolizione muri perimetrali con pinza oleodinamica del muro di testata, dei muri perimetrali e degli eventuali tramezzi interni in modo da scoprire il solaio inferiore
  • Demolizione del solaio, demolizione effettuata seguendo l’orditura del solaio stesso e avanzando perpendicolarmente ad esso. La demolizione mantiene in opera travi e pilastri portanti.
  • Demolizione elementi in elevazione non portanti
  • Demolizione delle travi portanti di collegamento
  • Demolizione dei pilastri fino a quota del livello del solaio Inferiore.
Il cantiere di Gaggiano ha visto al lavoro una serie di escavatori da demolizione, coadiuvati da escavatori per la selezione del materiale; in particolare, per la demolizione primaria, Nikolli ha impiegato un Caterpillar 340 HRD Next Gen e un escavatore Caterpillar 352 HRD Next Gen. A questi si sono affiancati escavatori più piccoli; nel complesso saranno all’opera quattro squadre di escavatori: due per la demolizione, una per deferrizzazione e pulizia e una composta da un escavatore e una pala gommata per la movimentazione del materiale demolito.

Il rispetto prima di tutto

L’intero cantiere è stato gestito da NIkolli nell’ottica dell’economia circolare e con l’obiettivo di ridurre al massimo l’impatto delle lavorazioni sul territorio, come conferma anche [Fabio Pezzotti], direttore generale di Nikolli: “In accordo con la nostra committenza, la nostra principale priorità è stata quella azzerare l’impatto del cantiere sulla cittadinanza; per questo lavoriamo sempre con la copertura di cannoni abbattipolvere e le nostre macchine sono tutte equipaggiate da motorizzazioni di ultima generazione, con emissioni inquinanti in atmosfera davvero ridotte al minimo”.

Fabio Pezzotti

Fabio Pezzotti, Direttore Generale di Nikolli

La demolizione poi è stata progettata per riutilizzare i materiali demoliti, come materie prime secondarie, in modo da non impattare sulla viabilità sia per la rimozione delle macerie sia per il trasporto di materie prime per i riempimenti e i rinterri dalle cave.

“Tutto il materiale demolito, una volta ridotto volumetricamente con frantoi mobili certificati e privato di ogni possibile inquinante, verrà riutilizzato in sito, in perfetto accordo con i principi dell’economia circolare, che sono un aspetto fondamentale delle logiche imprenditoriali di Nikolli. Il materiale che verrà trasportato in discarica o ai siti di smaltimento, sarà movimentato con gli automezzi della Nikolli Trasporti (controllata del gruppo Nikolli) che è in possesso di tutte le autorizzazioni necessarie per gestire al meglio queste delicate operazioni”.
Conclude [Pezzotti]: “Voglio anche sottolineare come, grazie all’attenta azione di strip-out preliminare e ad una serie di buone pratiche di cantiere, il nostro intervento di demolizione ha messo in sicurezza ambientale un’area soggetta da anni al più totale abbandono, che esponeva non solo la cittadinanza a rischi potenziali di inquinamento, ma anche a tensioni dal punto di vista della sicurezza e della legalità".
"Come gruppo Nikolli, operiamo da sempre con il massimo rispetto per i territori in cui interveniamo con le nostre demolizioni: tutela assoluta dell’ambiente, sicurezza, riduzioni delle polveri e dei rumori, sono i nostri criteri guida principali, oltreché, ma questo è quasi ovvio, il rispetto dei cronoprogrammi stabilità con la committenza e la qualità massima dei servizi che offriamo”.