Cresme: tengono gli investimenti

Nonostante il quadro economico drammatico che caratterizza l’economia italiana, nel 2020 gli investimenti in opere pubbliche cresceranno dell’1,1%. È quanto stima il Cresme, il Centro di ricerche economiche, sociologiche e di mercato dell’edilizia, nel suo tradizionale Rapporto congiunturale 2021. Un anno fa, esattamente nel novembre del 2019, la previsione era del +4,5%.

È uno scenario di crescita, quello tratteggiato dallo studio previsionale giunto alla sua XXIX edizione, che ha risentito del forte aumento di attività che si è registrato nel primo bimestre (gennaio-febbraio) di quest’anno grazie ai programmi avviati in precedenza, del successivo rallentamento del successivo bimestre (marzo-aprile) dovuto al lockdown (con la sospensione parziale dei cantieri delle opere di genio civile tra il 22 marzo e il 4 maggio) e della ripartenza nel bimestre maggio-giugno, condizionata dall’applicazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus nei cantieri e dai tempi di attivazione delle misure di semplificazione delle procedure ammnistrative per l’accelerazione degli investimenti.

Lorenzo Bellicini

Il direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini
Ma, soprattutto, il dato positivo del 2020 è frutto di un secondo semestre in forte accelerazione, spinto dalla ripartenza a pieno ritmo dei cantieri già in corso prima del lockdown e dall’avvio dei nuovi finanziati con le risorse per il rilancio degli investimenti stanziati con la legge di Bilancio 2020 e dalle ulteriori misure a sostegno dell’economia adottate negli ultimi mesi.

Secondo il Cresme, gli investimenti in opere pubbliche dovrebbero continuare a crescere nel quinquennio 2021-2025 con tassi di crescita importanti del 7,5% nel 2021 e del 4,5% nel 2022. La crescita dovrebbe proseguire anche nel triennio 2023-2025, ma con minore intensità.

Tali dinamiche sono sostenute da programmi già attivati e, nei prossimi anni, dalle nuove ingenti risorse nazionali ed europee messe a disposizione a seguito dell’emergenza pandemica, ma anche dagli effetti del decreto Semplificazione, che dovrebbe permettere di spendere rapidamente le risorse assegnate.
Il cantiere del nuovo ospedale Galeazzi di Milano (foto, ©BininiPartners)
A trainare la crescita sono gli investimenti nelle infrastrutture di trasporto - ferrovie, strade, ponti, aeroporti e metropolitane -, ma sono anche gli importanti investimenti previsti per il servizio idrico integrato, il potenziamento della rete elettrica nazionale, l’efficientamento energetico degli impianti di illuminazione, il trasporto e la distribuzione del gas, le telecomunicazioni a banda ultra larga, la gestione dei rifiuti, la difesa del suolo e il contrasto al dissesto idrogeologico.

Dal 2019 hanno ripreso a crescere anche gli investimenti in edilizia residenziale pubblica, sostenuti dagli interventi per la valorizzazione, la manutenzione, l’adeguamento statico e sismico, l’adeguamento funzionale, tecnologico e la messa a norma degli impianti e per la riqualificazione energetica degli immobili di proprietà o in uso alle amministrazioni pubbliche centrali e territoriali.
Il cantiere del nuovo ospedale Galeazzi di Milano (foto, ©BininiPartners)
L’accelerazione della spesa per investimenti in opere pubbliche, avvenuta a partire dal 2019, è da ricondurre principalmente alla ripresa degli investimenti degli Enti locali e al consolidamento della crescita dei gestori di infrastrutture pubbliche o di pubblica utilità.

Lo scorso anno infatti hanno ripreso a crescere gli investimenti di Comuni e Province (+13% gli investimenti in costruzioni rispetto al 2018) e si è consolidata la crescita degli investimenti infrastrutturali di Rfi, dei gestori privati della rete autostradale e dei principali gestori nazionali e locali delle reti energetiche e idriche.

Sempre lo scorso anno secondo Federacciai, il consumo interno di rotaie e armamento ferroviario, misurato in tonnellate di ferro, è cresciuto del 47%, mentre nel 2018 era del 15%. Per quanto riguarda invece le strade, l’osservatorio Cresme-Ascomac sulle macchine per le costruzioni ci dice che la vendita dei rulli e delle vibrofinitrici è cresciuta del 24,8% a gennaio-ottobre 2020. Nel 2019 era stata del 23,3%.

Sempre secondo le stime del Cresme, nel 2020 gli investimenti per il rinnovo e la manutenzione straordinaria degli edifici non residenziali pubblici registrerà una crescita del 3,3%, mentre la manutenzione delle opere del genio civile rimarrà sugli alti livelli del 2019.

Nei cinque anni che vanno dal 2021 al 2025, per il settore delle costruzioni si dovrebbe insomma avviare una fase di significativa ripresa, che vede tutti i comparti di attività in crescita: già nel 2022 si dovrebbe registrare un recupero dei livelli di produzione che si sono avuti nel 2019.