Un personaggio altamente carismatico, un manager concreto e diretto, con strategie chiare e un’alta considerazione del lavoro in team. Possiamo riassumere così il profilo di[Pasqualino Monti], Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale, con cui abbiamo avuto il grande piacere di scambiare quattro chiacchiere su vari temi.
Ischitano di nascita, palermitano di adozione (l’ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, gli ha conferito il titolo di cittadino onorario del capoluogo siciliano, definendolo un “visionario concreto”), Pasqualino Monti arriva in Sicilia nel 2017 per risollevare le sorti di un sistema dalle potenzialità inespresse.
Pasqualino Monti
Pasqualino Monti, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale
L’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale da lui rappresentata oggi gestisce e coordina i porti di Palermo, Termini Imerese, Trapani e Porto Empedocle che insieme costituiscono un nodo centrale del Corridoio Scandinavo-Mediterraneo, armatura infrastrutturale multimodale che ricentralizza il Mezzogiorno come piattaforma logistica euro mediterranea. Un sistema che in questi anni movimenta 6 milioni di passeggeri l’anno.
In questa intervista abbiamo voluto indagare cosa e come pensa un manager abile nelle strategie di sistemi complessi, a partire dal suo “sbarco” nell’isola.
goWEM!:Arrivato a Palermo, quale situazione ha trovato?
[Monti]: “Ho avuto come un déjà vu. Così come successe negli anni duemila quando arrivai al porto di Civitavecchia e in cui riscontrai un’area degradata e priva di una qualsiasi forma di pianificazione, il porto di Palermo mi si è presentato come un suq: l’area portuale era un luogo anonimo, una porta di ingresso ad una città bellissima parente di un luogo squalificato, privo di dignità, sia dal punto di vista infrastrutturale che delle strutture ricettive. Nonostante oltre 1 milioni di passeggeri l’anno transitassero da lì, mancavano i servizi più elementari”.
Una parte del porto di Palermo prima che iniziassero i lavori
L'ingresso del Palermo Cruise Terminal
goWEM!:In questo scenario deprimente, quindi, da cosa siete ripartiti?
[Monti]: “Abbiamo cominciato a programmare, progettare, per poi realizzare reperendo la copertura finanziaria degli interventi. La fase iniziale, quella della pianificazione, non è stata affatto semplice perchè gran parte delle opere che stavamo progettando prevedeva la demolizione dell’esistente. Per fare questo abbiamo revocato circa cento concessionidemaniali, demolendo le strutture fatiscenti che insistevano in quelle che venivano definite zone produttive".
Serviva dare un segnale forte al territorio e alla comunità. Lo abbiamo fatto sin da subito con azioni rapide e mirate.
La determinazione del Presidente Monti traspare nelle sue parole e non è difficile pensare che col medesimo piglio abbia coordinato e gestito ogni singola attività, ogni singola riunione con i suoi collaboratori. Non un uomo al comando ma il leader di un team con competenze e ritrovatemotivazioni.
Parte del team di Pasqualino Monti
[Monti]: “Il team è la cosa più importante, il vero valore aggiunto. Ho trovato una situazione molto depressa, ma al contempo ho avuto modo di constatare la diffusa presenza di professionalità eccellenti. Dunque mi sono chiesto come eccellenze e scarsi risultati potessero coesistere. Mi sono dato questa risposta: motivazioni e obiettivi. Abbiamo fatto le cose in modo molto serio. Siamo partiti dal principio che la Sicilia è un’isola circondata dal mare,
Abbiamo ampliato la squadra con giovani professionisti locali e anche qualcuno da fuori. Da 39 risorse umane iniziali oggi siamo 81 e presto arriveremo a 100 nell’intero sistema della Sicilia Occidentale. Siamo contenti perchè i siciliani sapranno di contribuire attivamente allo sviluppo della loro terra amando il lavoro che svolgono.
Come ampiamente sottolineato dal Presidente Monti, le motivazioni sono indispensabili per incrementare i risultati individuali e di gruppo, anche quando le avversità si addensano all’orizzonte.
Le criticità dettate dalla pandemia da Covid-19 hanno accompagnato buona parte del periodo di presidenza, senza tuttavia sconvolgere strategie e cronoprogrammi.
Abbracciando in pieno la filosofia che dalle criticità nascono spesso delle opportunità, Pasqualino Monti ci ha spiegato come è riuscito a concretizzare un miliardo di investimenti in periodo di crisi.
[Monti]: “La pandemia ha inevitabilmente influito sul nostro sistema portuale, soprattutto per quanto concerne il numero e lo spostamento dei passeggeri. Ad ogni modo siamo stati bravi e fortunati perchè durante il blocco del lockdown abbiamo aumentato il nostro impegno. Così mentre gran parte del mondo era costretto a fermarsi, noi aprivamo cantieri e intensificavamo i lavori. Non ci siamo fermati, la macchina delle costruzioni non si è fermata".
"Quello che stavamo facendo non era un semplice appalto. Le aziende che hanno lavorato con noi hanno ben compreso le nostre intenzioni, sfruttare la pandemia per accelerare e farsi trovare pronti alla riapertura. Nessuno qui aveva tempo da perdere".
"Pretendiamo massima serietà, ne offriamo altrettanta. Le aziende che lavorano con noi sanno che paghiamo le fatture il giorno dopo la loro trasmissione. I furbetti, nemmeno a dirlo, non lavorano più all’interno del nostro sistema. Prediligiamo massima trasparenza e per questo siamo una realtà pubblica anomala rispetto al panorama nazionale".
Una realtà che a proposito di pianificazione e programmazione ha consolidato questo grande investimento chiudendo concessioni e accordi per i prossimi 25-30 anni con >>Fincantieri<< per la parte industriale, con >>Grimaldi<< e >>Grandi Navi Veloci<< per il settore RO-RO (Rolling On-Rolling Off), con la West Sicily Gate per il comparto crocieristico >>MSC<< e >>Costa<<.
E se il futuro prospetta scenari molto interessanti, il presente brulica di azioni e cantieri.
goWEM!:Cosa troverà di diverso un passeggero a Palermo rispetto a cinque anni fa?
[Monti]: “Un terminal crociere nuovo, bello, adeguato e con servizi all’avanguardia. I passeggeri del cabotaggio nazionale dispongono di un terminal aliscafi dotato di area ristoro, servizi ad appena venti metri dall’area di imbarco".
"Abbiamo realizzato tanti interventi che non si 'vedono”', come lo spostamento di due bacini che impattavano sullo skyline del porto. Abbiamo salpato una parte del molo sud, circa 70 metri che impedivano a navi di un certo rango come la Costa Smeralda di accedere e manovrare all’interno del Porto di Palermo. Abbiamo dragato in favore delle grandi ammiraglie". "Inoltre, dovevamo necessariamente abolire quel 'suq' di bancarelle e negozietti che ledevano la dignità di un’area dedicata a turisti e passeggeri, realizzando una zona totalmente verde.
"Oggi, la più grande concentrazione di risorse sono allocate nel grande cantiere del molo trapezoidale. Nel 2023 consegneremo alla città:
3 ristoranti a bordo acqua
13 attracchi per mega yacht
1.600 m2 per ospitare 43 brand siciliana d'eccellenza enogastronomica
Un convention center ad anfiteatro che degrada verso il mare da 4.500 m2 e 250 posti
Una palazzina uffici
3 club house
Uno specchio d'acqua da 8.000 m2 che ridisegnerà le antiche mura del Castello a mare della città"
Direi quindi che stiamo lavorando per donare a questa area un’accezione moderna, curata e all’avanguardia, nel pieno rispetto della storia della città e del suo nome, 'Panormus', ovvero 'tutto porto'.
Il bacino di Palermo è sicuramente l’infrastruttura più grande e complessa dell’intero sistema portuale della Sicilia Occidentale.
E nel concetto di “sistema” che può esprimersi la visione del presidente Monti, soprattutto in termini di strategia tra porti.
Estendiamo quindi il raggio del nostro focus di quaranta chilometri ad est del capoluogo siciliano, fino alla città di Termini Imerese, nella quale l’autorità portuale sta operando.
Chiediamo a Pasqualino Monti come due bacini così vicini, sebbene dimensionalmente diversi, cooperino per lo sviluppo del territorio.
[Monti]: “Negli anni che hanno preceduto la mia presidenza qui in Sicilia, ho sentito delle intenzioni di spostare interi asset da Palermo a Termini Imerese per decongestionare il capoluogo. Non vogliamo trasferire la ricchezza che appartiene a Palermo, ma ottimizzare la capacità infrastrutturale dei due contesti urbani a servizio del sistema economico regionale".
"Il terminal container non può stare a Palermo, per questo lo spostiamo a Termini Imerese. È piccolo ma di alta qualità, perchè consentirà il trasferimento diretto del prodotto senzainnalzare troppo i costi della logistica e abbattendo i tempi. I produttori locali in tal senso ci stanno dando ragione e diversi brand mi hanno contattato per sapere quando questa infrastruttura sarà pronta, così da riposizionare capannoni di stoccaggio nelle immediate vicinanze del terminal stesso".
"Stiamoriqualificando intere zone a terra investendo sul centro di Termini Imerese, con una serie di opere di riqualificazione che coinvolgono anche il porticciolo turistico. Il nostro obiettivo è rendere vita facile e conveniente agli armatori nazionali e internazionali che decidono di entrare in Sicilia attraverso i nostri porti, piuttosto che ricercare percorsi alternativi".
"La crescita esponenziale del traffico RO-RO - nel 2021 sono stati superati i numeri pre-pandemici - ci suggerisce di continuare su questa strada e un areale come quello di Palermo, che rappresenta la provincia più popolosa dell’intera Regione, merita un sistema di ingresso merci adeguato e all’altezza".
"Grandi volumi di merci e passeggeri richiedono ingenti quantità di energia per sorreggere le infrastrutture. Non possiamo non indagare quindi sulle scelte fatte in tema di sostenibilità, nelle more che l’intero sistema mondiale persegua (o almeno ci provi) i 17 obiettivi di Agenda 2030, sottoscritti dai 193 paesi membri delle Nazioni Unite".
[Monti]: "Nel 2018 abbiamo siglato un PPP (Partenariato Pubblico Privato) per efficientare i quattro scali, con la missione di emettere zero emissioni nel 2026. Questo è il nostro orizzonte sul tema. Una quota del PNRR pari a 62 milioni di euro la impiegheremo per l’elettrificazione delle banchine".
"Ammetto che avevo dei dubbi su questa tipologia di intervento: oramai gran parte delle navi sono bifuel e utilizzano il gas per sostare in porto. garantendo quindi emissioni molto basse. E poi da dove arriva l’energia elettrica? Da centrali a carbone o ad olio combustibile? La nave che arriva in porto utilizzerà la corrente di terra, se questa costa molto di più rispetto al combustibile"?
"Gliarmatori con cui mi sono confrontato mi hanno convinto in quanto loro stessi ad oggi ritengono che un’integrazione energetica a terra è molto importante, sebbene si stia già progredendo nell’energizzazione mediante idrogeno. Pertanto procederemo a breve nella progettazione esecutiva dell’intervento".
Già presidente dell'Autorità Portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta, presidente di Assoporti e componente del Comitato Nazionale Esperti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. L’esperienza maturata nel settore dal presidente Monti ci stimola un’ultima domanda sulle politiche di sviluppo dell’intero sistema portuale nazionale.
Il Palermo Cruise Terminal visto dall'esterno
goWEM!:Cosa sta funzionando e cosa no?
[Monti]: “Noi abbiamo un problema nel Paese italiano: non comprendiamo che in un territorio bagnato per due terzi dal mare, l’economia del mare dovrebbe essere considerata l’elemento più importante per la generazione del prodotto interno lordo. Invece da quando è stato definitivamente chiuso il Ministero della Marina Mercantile nel 1993, manca unacabina di regia e i singoli sistemi portuali hanno patito tutte le trasformazioni che si sono succedute".
"Nel 1994 è stata costituita l’Autorità di Sistema Portuale, una scelta molto coraggiosa con un percorso eccezionale. Dopo 20 anni, quella norma non è stata aggiornata ai tempi. Si sono creati 16 sistemi portuali, tuttavia non ne è conseguita unasemplificazione burocratica che risolvesse le problematiche più ricorrenti".
"Ad esempio l’interconnessione di diversi contesti che convivono in un’area portuale come lo sdoganamento delle merci oppure i cantieri di altre opere cittadine (a Palermo il cantiere dell’Anello Ferroviario, che accumula ritardi da diversi anni, occupa un’area consistente dell’area di pertinenza dell’AdSP del mare di Sicilia Occidentale, ndr)".
"Il presidente di un’autorità portuale dovrebbe poter godere di un’operatività “tout court” che gli consenta realmente di semplificare la vita e il governo di un porto".
"Abbiamo bisogno di un’autorità centrale che elimini la concorrenza tra i sistemi portuali, che ragioni sul piano industriale del sistema paese. Una società al centro capace di gestire tutti gli asset, scongiurando il frazionamento tale per cui >>ANAS<< opera per le strade, >>RFI<< per le ferrovie, le autorità di sistema per i porti, e così via. Sono vettori slegati che operano e spesso confliggono anzichè cooperare. Tutto ciò che rallenta o impedisce una più veloce penetrazione delle merci inficia la demografia dei territori".
"L’Italia e in particolare il meridione non ha una politica demografica: i mercati di consumo diminuiscono sulla scia della recessione demografica. Meno persone abitano i territori, meno merci saranno destinate a quei luoghi. Un cane che si morde la coda".