Collaborazione,
innovazione,
ricerca; tre termini che per anni sono stati quasi un
tabù per un
settore industriale, quello delle costruzioni, che da sempre è la maglia nera nelle
classifiche della produttività e della propensione a
cambiare i metodi consolidati (che oggi più che mai non riescono a rispondere alle domande di un mercato in forte evoluzione).
La
riluttanza al cambiamento ha radici sia culturali sia strutturali, dato che la grande maggioranza delle imprese di costruzione italiane hanno
dimensioni aziendali estremamente ridotte che non consentono
investimenti in ricerca e
sviluppo o li limitano fortemente.
Dal punto di vista
culturale gioca un forte ruolo (in negativo) anche la
scarsissima propensione a fare rete, a collaborare con altre aziende, soprattutto se si tratta di
investire in progetti di medio e lungo periodo, come appunto sono quelli dedicati all’
innovazione di processo e di prodotto.
Per questi motivi vogliamo riportare oggi un
caso operativo in forte controtendenza: parliamo del progetto
>>Rete Edinnova<< , nata dall’
iniziativa promossa da
>>Confindustria Bergamo<< e
>>Ance Bergamo<< e supportata da
>>RetImpresa<< , con l’obiettivo di
favorire la ricerca di base e applicata e il trasferimento tecnologico.
Ora Rete Edinnova, di cui
fanno parte 13 aziende, vuole raccontarsi al mercato e lo farà in occasione della
fiera Edil di Bergamo, che si terrà dal
20 al 23 marzo 2025.
Per
capire meglio le logiche e i
progetti in essere, abbiamo intervistato
[Angelo Luigi Marchetti], presidente di Rete Edinnova e AD di una delle aziende associate, la Marlegno di Calcinate.
Una sfida entusiasmante
[Angelo Luigi Marchetti], il
presidente di Rete Edinnova, è il più titolato a
raccontarci le premesse e gli
obiettivi (anche quelli alla base della partecipazione alla fiera di Bergamo): “La
logica di fondo di Rete Edinnova è paradossalmente
estremamente semplice nei suoi principi ispiratori: siamo partiti dal fatto che le
piccole e medie imprese di costruzioni italiane
innovano poco. Anche sul nostro territorio, la bergamasca, l’
innovazione è estremamente rara, in completo contrasto, ad esempio, con il
segmento della meccanotronica che nella provincia di Bergamo vede realtà con
investimenti in ricerca e sviluppo davvero elevati”.
Continua
[Marchetti]: “Per mettere a disposizione del
nostro Territorio, ma in seconda istanza di tutto il
comparto delle costruzioni italiano, una piattaforma in grado di
condividere l’innovazione, abbiamo creato una ‘
Rete ad oggetto’ con, come obiettivo proprio l’
investimento condiviso in innovazione”.
“Oggi questa rete conta su
13 soci e sul
supporto di Confindustria e
Ance Bergamo e collabora con importanti
centri di ricerca italiani e internazionali (l’Università di Bergamo e il Politecnico di Milano, ma anchel’Università di Zurigo e il Contech di Tel Aviv), proprio allo scopo di
individuare tecnologie (anche fuori dal segmento delle costruzioni e della progettazione) che possano avere
ricadute vantaggiose sul nostro comparto a livello di formazione, efficienza, sicurezza, sostenibilità e organizzazione di impresa. Dal 2025, Rete Edinnova entra a far parte di
intellimech, per potersi confrontare a 360° anche con aziende che operano in altri settori, in una logica di
open innovation”.
Dal confronto con chi fa ricerca, anche in altri campi e magari con molte più risorse della media impresa di costruzioni (abbiamo un dialogo serrato con colossi come ABB, STMicroelectronics e Heidelberg Materials), emergono gli spunti per ‘aprire la mente’ e per portare le componenti più interessanti e coerenti nel nostro mondo di riferimento.
"Attualmente stiamo seguendo una
serie di progetti particolarmente promettenti che vanno dalla
Lean Construction, alla
digitalizzazione dei processi nel settore delle costruzioni (in particolare con riferimento alla Internet of Things), dalla
Cibersecurity alla digitalizzazione delle
gestione delle commesse e della
sicurezza, senza dimenticare ovviamente il
grande mondo del BIM (Building Information Modelling), in cui l’Italia sconta ancora un
gap importante nel confronto degli altri Paesi europei”.
La fiera come luogo importante nella disseminazione
Sottolinea
[Marchetti]: “Abbiamo quindi deciso di portare in
fiera di Bergamo, in occasione di
Edil, le
esperienze maturate fino ad oggi e ci presenteremo con la
Cittadella Edinnova dove per la prima volta condivideremo le
esperienze non solo ad uso interno dei nostri associati (prima ogni anno organizzavamo una giornata di incontri tra i nostri soci e le start-up più interessanti)”.
“La
Cittadella sarà caratterizzata da
tre componenti principali:
- un’area convegni, immaginata soprattutto come ruolo di incontro tra tutti gli stakeholders
- un’area dedicata a una serie di start-up innovative che proporranno declinazioni dei propri progetti di sviluppo e ricerca, utili al segmento delle costruzioni
- un’area riservata a dimostrazioni operative, dove i visitatori potranno vedere al lavoro stampanti 3d per edifici, ma anche confrontarsi con materiali da costruzione ideati per ridurre al minimo l’impatto ambientale del cantiere. Ci saranno anche i robot di Joint Labs di Genova e gli esoscheletri per ridurre l’affaticamento in cantiere”.
Tutte le aree hanno comunque un obiettivo comune: quello di proporre stimoli e promuovere la collaborazione fra tutti gli attori della filiera, in una logica di ecosistema integrato che riteniamo sia la soluzione migliore per trasmettere l’innovazione nel nostro settore, superando barriere, diffidenze, e scarsa capacità di investimento dei singoli.
Conclude
[Marchetti]: “Anche a Edil vogliamo
portare la stessa filosofia e gli
stessi ideali che hanno fatto nascere Edinnova:
coltivare la cultura dell’innovazione significa, per gli imprenditori,
uscire dalla comfort zone della propria azienda, per
confrontarsi con il Mondo (non solo quello delle costruzioni) in modo da conoscere
quali progetti stanno nascendo per poi imparare a declinarli all’interno della propria azienda e, ancora più importante,
disseminarli nella propria rete di stakeholders (collaboratori, fornitori, partners e clienti)”.