Intervista al neo presidente di ANCE Palermo, Giuseppe Puccio
Nella costante attività di ascolto e dialogo che la redazione di goWEM! promuove nel territorio nazionale insieme alle associazioni provinciali di ANCE, oggi approdiamo in Sicilia.

Nel capoluogo regionale >>Ance Palermo<<  , baluardo del settore edile locale, ha recentemente inaugurato una nuova era sotto la guida di [Giuseppe Puccio], subentrato alla presidenza nel Novembre 2023.

Un passaggio di testimone e un momento cruciale per il tessuto palermitano, storicamente caratterizzato da una dimensione aziendale medio-piccola, ma che ora, sotto l'impulso della nuova presidenza, si propone di abbracciare una visione più ambiziosa.

Il consolidamento di una dimensione consortile coesa e estesa, in grado di competere efficacemente nell'arena delle grandi progettualità, mira a spianare la strada a opportunità inedite e a una crescita sostenibile del settore.
La sfida che attende ANCE Palermo e il suo neo presidente, tuttavia, non è delle più semplici, specialmente alla luce del Nuovo Codice degli Appalti. Alcune previsioni di questa normativa, introdotta con l'ambizione di riformare il sistema degli appalti pubblici, rappresentano una concreta minaccia per i contesti imprenditoriali a queste latitudini. Più che al centro-nord, la crescente preoccupazione di assistere a dinamiche eccessivamente discrezionali nelle commesse pubbliche, costituisce un campanello d’allarme.

In questo contesto, la presidenza Puccio si pone come un riferimento e una guida per le imprese associate, determinate a navigare le acque incerte poste dalla nuova legislazione. ANCE Palermo si pone quindi come interlocutore fondamentale per le istituzioni, con l'obiettivo di tutelare gli interessi del settore e promuovere un'equa e meritoria distribuzione delle opportunità, affinché il dinamismo, le competenze e l'innovazione continuino ad essere i motori dello sviluppo edile in Sicilia.

Parola d’ordine: pragmatismo!

Eletto a grandissima maggioranza dall’assemblea ordinaria di ANCE Palermo riunitasi lo scorso Novembre, [Giuseppe Puccio] è un architetto, titolare e direttore tecnico della Almeida srl, azienda che opera nel settore della progettazione, realizzazione e gestione di opere pubbliche.
Possiamo definire il suo subentro in ANCE un ingresso “in punta di piedi”.

[Puccio]: “La mia nomina è abbastanza recente, ciononostante provengo dal gruppo dirigente che negli ultimi anni ha governato ANCE. Sono stato il Presidente della Cassa Edile, prima ancora della Scuola Edile, quindi sto proponendo un lavoro in continuità con il recente passato. Oggi assumo una veste diversa in qualità di portavoce dell'associazione, sebbene le tematiche siano ben note a tutto il consiglio e su di esse lavoriamo quotidianamente”.


La continuità di intenti non esime una figura faro come quella presidenziale dal prefissarsi obiettivi chiari e dal leggere e interpretare le evoluzioni del contesto locale.

[Puccio]: “Credo che nell’ultimo ventennio ANCE Palermo abbia compiuto una svolta importantissima. Il settore della 'Costruzione edilizia' a Palermo costituiva spesso un binomio, quasi un'assonanza, con il mondo del malaffare. ANCE ha fatto un grande sforzo per assumere una legittimità e colloquiare con le Istituzioni. Prima questo non avveniva. I miei predecessori sono riusciti a fare un grande lavoro di rappresentanza affinché ANCE Palermo venga oggi considerata come un punto di riferimento, di trasparenza e di legalità".
"In tal senso, negli anni abbiamo ricevuto feedback importantissimi proprio da parte dello Stato. Tutte le autorità più importanti sono state qui da noi. Quando lo Stato accompagna il nostro mondo ci sentiamo più forti".

Rappresentare autenticamente un comparto produttivo eterogeneo richiede impegno e spiccate capacità di interpretazione delle più svariate esigenze. Un passaggio di scala continuo tra la dimensione territoriale e quella operativa dell’azienda.

[Puccio]: “Provengo dal mondo dell'impresa, dunque conosco le tematiche emergenti. Attraverso ANCE Palermo intendo fare da cassa di risonanza a tutte le dimensioni aziendali che l’associazione rappresenta, puntando dritto alle esigenze reali e concrete del nostro mondo. ANCE deve essere utile ad ogni associato e non costituire un rappresentatività di nicchia. Spesso e volentieri ha rivestito un ruolo più intellettuale e meno pratico”.

Il marchio di fabbrica di questo nuovo Consiglio direttivo sarà quello di rendere questa associazione il sindacato delle imprese, come statutariamente previsto

Il consorzio per diventare più ambiziosi

La geografia delle grandi società di costruzioni edili ci restituisce uno spaccato nazionale in cui il centro-nord è la principale area in cui esse si concentrano. Secondo le analisi effettuate da Guamari SRL, un’importante società di ricerca nel settore delle costruzioni, le imprese di costruzioni in Italia sono numerose. Tuttavia risulta evidente come alcune aree del nostro paese non riescano ancora ad esprimere appieno le proprie potenzialità imprenditoriali.

La ricerca della competitività diviene quindi una priorità imprescindibile per misurarsi in contesti importanti attraverso progettualità maggiormente ambiziose.


goWEM!: Qual è lo stato dell’arte delle aziende di Palermo e provincia?

[Puccio]:“Storicamente Palermo non ha mai proposto aziende di medio-grande livello. Il territorio presenta una diffusa parcellizzazione delle imprese di piccole dimensioni, contrariamente alla provincia di Catania che dista appena 200 km e storicamente ha partorito grandi marchi e imprese nel settore delle costruzioni. A grandi marchi corrispondono spesso grandi appalti. Noi siamo sempre stati fuori da questo mondo".

L’incapacità di produrre compagini di alto calibro ha evidentemente relegato le società palermitane al ruolo di subappaltatori per i più strutturati gruppi italiani. Il settore delle costruzioni si avvia oggi verso un’era di appalti importanti, alimentati anche e soprattutto dalle recenti misure governative come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dalle prescrizioni europee in tema di efficientamento energetico degli immobili.

Per una provincia così importante e popolosa è fondamentale farsi trovare pronti a questa sfida.
[Puccio]: “Attraverso le imprese più strutturate in seno a ANCE Palermo, stiamo cercando di creare un sodalizio capace di captare gli investimenti pubblici più importanti e scongiurare che la nostra diventi una terra di conquista per altri. Dobbiamo scongiurare che il nostro indotto venga sfruttato e quindi questo è il primo assunto su cui ci stiamo adoperando: fare rete e camminare insieme".

goWEM!: Pocanzi citava la vicina Catania come un contesto maggiormente intraprendente e strutturato. Cosa differenzia due bacini così ravvicinati nella stessa regione?

[Puccio]: “Catania detiene storicamente una legittimità nel poter accedere ai grandi appalti. Credo che alla base vi siano motivazioni storiche e sociologiche. Palermo è la città degli assessorati e della politica, Catania è la città del commercio.
Questo retaggio culturale si protrae ai giorni nostri e si manifesta in un fatto importante: noi abbiamo difficoltà a pensare che l’azienda accanto possa costituire una risorsa per agire insieme e meglio. Spesso vediamo nel vicino un competitor piuttosto che un alleato. Per questo serve fare rete".

Credo che sia il momento giusto per inaugurare un consorzio tra tutte le imprese più importanti di ANCE e divenire competitivi in ambito regionale e nazionale

Imprese e PA: velocità opposte e il baluardo del BIM

Nell’anno in cui si registra l’esplosione dell’Intelligenza Artificiale, la componente tecnologica in generale afferma ulteriormente il proprio impatto sulla vita delle persone e sul mercato.

Il recente Nuovo Codice degli Appalti, attraverso l’art. 43 comma 1 introduce una grande novità: l’utilizzo obbligatorio del BIM dal primo gennaio 2025 per gli appalti superiori al milione. É immediato immaginare un coinvolgimento massiccio di tecnici e specialisti nelle procedure operative all’interno degli uffici pubblici.

Sarà così?

[Puccio]: “Siamo lontani anni luce, soprattutto se guardiamo alle pubbliche amministrazioni. Sebbene noi privati ci stiamo adoperando in tal senso attraverso l’organizzazione di corsi per BIM Specialist, nel settore pubblico questa disposizione avrà un impatto devastante.
Le amministrazioni non hanno personale idoneo a questa innovazione, gran parte dei loro dipendenti sono in avanti con gli anni. Se non si comincia ad assumere giovani per ricoprire queste nuove mansioni, procederemo sempre a velocità decisamente diverse".

L’efficienza del rapporto pubblico-privato preoccupa molto
ANCE Palermo. Per un territorio che sconta un gap competitivo con il resto del territorio nazionale, l’aggravio di un sistema amministrativo che arranca rischia di penalizzare ulteriormente il contesto produttivo locale.

Un patto con la PA: la rigenerazione degli spazi

Se da un lato persiste una oggettiva preoccupazione sull’allineamento operativo tra imprese e pubbliche amministrazioni, dall’altro le medesime parti hanno raggiunto una sintonia di indirizzo su temi fondamentali come quello della sostenibilità ambientale.

[Puccio]: “Il criterio della sostenibilità è un principio su cui siamo molto vicini con l’amministrazione. Palermo per fortuna ha un assessore molto competente su questi argomenti (Urbanista Prof. [Maurizio Carta], ndr). L’approccio è molto chiaro: non ci sarà nuova costruzione, ma soltanto recupero e riqualificazione. É un passaggio culturale che mi sento di rappresentare a nome dell’intera categoria palermitana e di cui vado molto fiero".

goWEM!: "Quali sono i punti chiave che devono guidare secondo lei lo sviluppo sostenibile del settore?

[Puccio]: “Ribadisco il concetto del pragmatismo. Occorre trovare un equilibrio sano tra un sistema troppo spregiudicato e uno eccessivamente timoroso, che pone veti e divieti. Se usciamo dal dogmatismo e ritorniamo pragmatici anche nel recupero delle cose importanti e nella rigenerazione urbana, forse possiamo creare un nuovo valore per la collettività. In tal senso con l’assessore [Maurizio Carta] c’è piena condivisione di approccio e questo è una garanzia per la nostra categoria".

L’obiettivo è garantire un minor impatto energetico alle costruzioni e lo abbiamo cominciato a sperimentare con i Super Bonus già alla dimensione condominiale. Questo approccio costituisce e costituirà la base per gli anni futuri sugli interventi di qualsiasi tipologia e scala.

goWEM!: Nella dimensione metropolitana, ci sono luoghi o asset che secondo lei costituiranno il motore trainante per interventi di edilizia pubblica e privata?

[Puccio]: “La variante costiera che ha consentito la realizzazione di importanti interventi sul waterfront, non ultimo il Molo Trapezoidale, coinvolge un’area davvero grande. Le linee guida dettate dal Comune di Palermo consentiranno di stravolgere questa grande fetta di città e quindi credo che lì si concentreranno grandi investimenti e risorse".

L'autorità portuale è un'isola felice, che ha poteri decisionali e di spesa, quindi può realizzare progetti in modo molto più rapido e snello. Se l’intera città godesse di questo beneficio, vivremmo in un paradiso. C'è da dire che come tutte le cose decisioniste, ci sono aspetti positivi e limiti. Uno di questi è la ristrettezza nelle interazioni con il mercato edile, che a volte può limitare a una cerchia ristretta il coinvolgimento delle società costruttrici. Per tale motivo auspico sempre un equilibrio tra tutte le componenti in causa“.
goWEM!: Dalle sue parole si evince che nel perimetro di pertinenza del Comune, questa agilità decisionale sia molto più limitata. É così?

[Puccio]: “Voglio segnalare il tema del centro storico. Anche qui credo che vadano superati dei dogmi ormai stantii per cui, ad esempio, non si possono attuare dei cambi di destinazione in alcune unità immobiliari che meriterebbero utilizzo migliore. Quando un catoio non ha più significato che resti tale, si dovrebbe poter convertire la sua operatività a qualcos’altro di più utile alla città e ai cittadini".

goWEM!: Quale sarà il comparto in cui convergeranno i maggiori investimenti in città nel prossimo futuro?

[Puccio]: “Credo che la maggior parte delle risorse saranno destinate alle macro infrastrutture e al trasporto di massa, laddove il nostro mondo potrà accedere abbastanza marginalmente”.

Il ricambio generazionale che non c’è

Come un dottore fa con il degente, nella sua attività di presidenza [Puccio] registra quotidianamente lo stato di salute della propria categoria attraverso incontri, riunioni e sopralluoghi insieme alle altre parti in causa. Un monitoraggio costante che definisce un quadro sempre aggiornato sulle potenzialità da sfruttare e sulle criticità a cui porre rimedio.
La sua appartenenza decennale al mondo imprenditoriale ci consente di indagare la natura dei principali rischi a cui il settore edile è oggi più esposto.

[Puccio]: “Prima della crisi del 2010 tra gli iscritti della Cassa Edile di Palermo contavamo oltre 21.000 addetti. Intorno al 2016, in piena crisi, abbiamo perso ben 15.000 addetti. Con la ripartenza del settore su impulso dei bonus, è ripartita anche la ricerca disperata di manodopera. In questo slancio la nostra compagine si è attestata intorno alle 12.000 unità. Nel giro di 15 anni si è perso per sempre un 40% di addetti ai lavori che non rivedremo mai più".
goWEM!: Perchè?

[Puccio]: “Perché questo costituisce il massimo che il sistema può dare oggi! Non c'è stato un ricambio generazionale, i professionisti vanno in pensione e la base di questa grande comunità si è ulteriormente assottigliata. Non occorre formare soltanto i tecnici, ma tornare ad avvicinare la collettività al mondo delle maestranze che, a breve, saranno veramente difficili da intercettare. Questo è il dato che più mi preoccupa”.

Il grido d’allarme lanciato da diversi addetti del settore edile sta trovando conferma nella realtà. Si sta assistendo a un progressivo indebolimento del cambio generazionale in mestieri fondamentali come il carpentiere, il pavimentista, il fabbro, etc.. Questo fenomeno sembra trainato dalla crescente propensione dei giovani a orientarsi verso studi e professioni meno manuali e più tecnologici, dove l’uso di pc, software e social network assume maggiore appeal a scapito delle più antiche capacità manuali. Questa tendenza rappresenta una sfida per l’intero comparto edile, che si trova a dover affrontare le conseguenze di un vuoto generazionale che in qualche modo andrà colmato.

Formazione: la scuola edile non può bastare

Il tema del ricambio generazionale apre a quello più ampio della formazione che, proprio per le riflessioni appena esposte, avanza a fatica in un contesto a doppia velocità, laddove ad una straordinaria accelerazione tecnologica sta corrispondendo un preoccupante depauperamento della forza lavoro.

[Puccio]: “Finché non aumenterà l'appeal del nostro mondo verso l’esterno, la situazione rimarrà abbastanza preoccupante. Ritengo che, nella difficoltà generale, sia un pò più facile avvicinare un giovane alle professioni legate ai mezzi meccanici, considerato che la tecnologia ormai è sbarcata anche lì e dunque può rivelarsi maggiormente attrattiva".

"Il grande problema è costituito dall’imminente sparizione dell”artigianato, ovvero la progressiva mancanza di muratori, carpentieri, pavimentisti e di tutti quei mestieri storici, oggi sostenuti da una classe generazionale di cinquantacinquenni e sessantenni. Quando quest’ultimo fronte andrà in pensione lascerà dietro di sè il nulla cosmico”.
goWEM!: La scuola edile può costituire un tampone a questo fenomeno imminente?

[Puccio]: “Riuscire a fare formazione edile, oggi, è quasi impossibile. La Scuola Edile, presente in tutte le associazioni ANCE, non propone una formazione professionale, bensì una formazione alla sicurezza. Questa distinzione è importantissima. Attraverso corsi di pochi giorni formiamo gli operatori di cantiere affinché possano prevenire gli infortuni".

Ma questo non la definisco “formazione professionale”. Non ci può essere nessuno se non l'impresa a formare i nuovi operai e le future maestranze.

Il rapporto diretto tra vecchie e nuove leve nelle mansioni in cantiere è imprescindibile. Il trasferimento di specifiche competenze ed esperienze può avvenire attraverso un cordone ombelicale che il carente ricambio generazionale rischia di essere reciso.

[Puccio]: “I nostri nonni hanno fatto l'Italia con un sistema che funzionava, mandando i figli dall'artigiano per imparare direttamente alla fonte. Anche se l’apprendista non veniva pagato acquisiva tutte quelle competenze indispensabili a spalancargli le porte del lavoro. Per le aziende edili deve funzionare in modo analogo".

goWEM!: Da Presidente di un’associazione di categoria cosa auspica in tal senso?

[Puccio]: “Dobbiamo fare due cose: innanzitutto migliorare l'appeal del nostro comparto attraverso campagne pubblicitarie mirate. Poi introdurre l’unico criterio utile alle aziende per avviare una vera stagione formativa, ovvero la leva fiscale".

"Allo stesso modo in cui una famiglia riceve sussidi e incentivi per istruire i propri figli tramite la scuola pubblica, le società edili devono poter formare e assumere, godendo di un welfare aziendale che gli consenta di 'allevare' e cullare professionalmente quelle risorse umane che poi tratterrà in azienda. In questo modo avremo realizzato delle assunzioni di soggetti compiutamente formati e non manovali utili solo alla bisogna".
"É evidente che un imprenditore non avrà alcun interesse a formare una risorsa di primo livello che gli costerà oltre 3.000 € al mese. Immediatamente dopo la scuola dell’obbligo c’è un grande bacino importantissimo a cui attingere. La formazione è anche uno strumento per combattere la dispersione scolastica”.

Impegno e dedizione come strumenti per raggiungere gratificazione e qualità professionale. L’impronta auspicata da [Puccio] per le nuove generazioni fa leva sullo spirito di sacrificio, un valore che deve necessariamente essere tramandato dalle famiglie e dalla società.

Trattenere le menti e i tecnici più brillanti passa anche da premialità e iniziative formative che in ambito più istituzionale si stanno già manifestando.

[Puccio]: “Come ANCE Palermo parteciperemo attivamente alla “Its academy” promossa da ANCE Sicilia, iniziativa che offrirà una formazione professionale post-diploma di elevata qualità e forte impatto occupazionale, il cui focus verterà su transizione digitale, tecnologia BIM, transizione ecologica e sostenibilità ambientale. Qualcosa sta nascendo anche tra università, scuole dell'obbligo e mondo del lavoro. Qui credo che i progetti ministeriali e regionali abbiano dato un impulso positivo.

La grande minaccia nel nuovo codice degli appalti

La descrizione dello scenario locale orienta la conversazione verso l’ultimo grande tema, probabilmente il più importante nell’attualità della categoria.

Il "nuovo Codice degli Appalti", introdotto in Italia con il Dlgs 36/2023, ha apportato diverse novità rispetto alla versione precedente. Tra le principali caratteristiche introdotte ritroviamo:
  • il Fascicolo Virtuale dell'Operatore Economico: un repository per archiviare i documenti utili per dimostrare i requisiti di partecipazione alle gare d'appalto. Questo sistema è progettato per semplificare l'accesso ai documenti necessari sia per le stazioni appaltanti che per gli operatori economici .
  • la digitalizzazione: il Codice pone un forte accento sulla digitalizzazione, creando un "ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale". Include la banca dati nazionale dei contratti pubblici, il fascicolo virtuale dell'operatore economico, piattaforme di approvvigionamento digitale, e procedure automatizzate .
  • il ritorno dell'Appalto Integrato e Subappalto a Cascata: viene reintrodotta la pratica dell'appalto integrato e ammesso il subappalto a cascata. Inoltre, si stabilizzano le deroghe varate durante la pandemia per l'affidamento senza gara di contratti fino a 5 milioni di euro .
  • la Clausola di Revisione dei Prezzi: introdotto un meccanismo di revisione dei prezzi per affrontare le variazioni dei costi durante l'esecuzione dei contratti .
Il nuovo Codice tuttavia ha sollevato anche diverse criticità, contestate soprattutto dagli organi preposti all’anticorruzione. Particolare attenzione è stata riposta sulla riforma che aumenta la soglia fino a cui è possibile effettuare affidamenti diretti, destando preoccupazioni sulla trasparenza e sulla concorrenza. L'ANAC in tal senso ha espresso dubbi sulle soglie troppo alte per gli affidamenti diretti e le procedure negoziate, che rendono meno controllabili gli appalti di minori dimensioni . Ha altresì evidenziato che semplificazione e rapidità, sebbene importanti, non devono andare a discapito di principi come trasparenza, controllabilità e libera concorrenza.
La preoccupazione che le novità introdotte dal Codice possano ridurre la trasparenza nei contratti pubblici è tangibile nelle parole del Presidente di ANCE Palermo.

[Puccio]: “Il nuovo codice degli appalti ci preoccupa tanto, perché apre a un criterio discrezionale in maniera smisurata. Abbiamo esposto le nostre rimostranze a chi di dovere, dal presidente della commissione antimafia, al nostro prefetto, alle stazioni appaltanti, al sindaco”.

goWEM!: Qual è lo scenario che desta maggiori preoccupazioni?

[Puccio]: “Ci siamo resi conto che sulla totalità delle gare pubblicate, circa il 70% di esse avvengono tramite procedure ristrette. Per alcune non sono addirittura previste le manifestazioni di interesse. Questo significa che la singola amministrazione, in base all’importo dell’appalto, può rivolgersi direttamente alle stesse imprese, senza che un organo come ANCE possa averne contezza”.

Non solo un problema di soglie economiche ma di criteri di aggiudicazione.
[Puccio]: “Con il nuovo codice la miglioria tecnica diviene un parametro su cui si potrà discrezionalmente premiare una società piuttosto che un’altra. Un approccio che non sposo fino in fondo. Ritengo che ognuno deve fare il suo lavoro. Il progettista deve sapere progettare, noi dobbiamo sapere realizzare quello che il progettista ha previsto. Demandare all'impresa anche l'aspetto progettuale, toglie spazio a chi di dovere.
La “miglioria tecnica” apre ad un criterio totalmente discrezionale che può nascondere di fatto dinamiche collusive che vogliamo in ogni modo scongiurare. Il criterio della miglioria tecnica ha un senso soltanto nei progetti a grande contenuto tecnologico".

Crediamo in generale che la normativa possa essere imperniata su criteri di massima linearità, chiarezza e leggibilità. Una procedura aperta, in fondo, richiede qualche giorno di lavorazione in più da parte delle stazioni appaltanti, ma garantirà trasparenza.

Con l’obiettivo di ridurre i tempi, il nuovo Codice degli Appalti ha di fatto innalzato la tensione tra gli addetti ai lavori.
Questo passaggio che segue è indicativo di come la storia e il retaggio culturale definiscono contesti diversi tra nord e sud del paese. In Sicilia e nel sud in generale la corruzione spesso e volentieri fa il paio con il fenomeno della criminalità organizzata.
[Puccio]: “Noi viviamo in una realtà complicata. Con ANCE facciamo proselitismo al nostro interno affinchè le nostre imprese camminino sempre sui binari della legalità e della trasparenza. Se il mercato non ci aiuta finiremo fuori da esso.
Nel Nord Italia non è così. La corruzione è presente, ma percepita in modo differente. A noi invece pesa tanto. A queste latitudini se un imprenditore viene accusato di corruzione, per continuità rischierà di essere tacciato anche di associazione mafiosa. In generale siamo davvero preoccupati che tra un paio d'anni, quando terminerà la realizzazione di questa tornata di opere, possa nascere una nuova Tangentopoli".

Il tema della corruzione inevitabilmente monopolizzerà il dibattito di settore anche nei prossimi mesi.

Per la consapevolezza emersa su argomenti molto delicati, siamo sicuri che le riflessioni di questo intenso confronto intrattenuto con il Presidente di ANCE Palermo costituiranno un riferimento e probabilmente un indirizzo per le altre compagini provinciali del territorio nazionale e per la categoria tutta.


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