Prospettive delle costruzioni in Veneto: intervista al presidente di ANCE Veneto, Paolo Ghiotti [2021]
Dopo Verona, Vicenza e Venezia, goWEM! ha fatto tappa a Padova, dove ha incontrato il Presidente di >>Ance Veneto<<, [Paolo Ghiotti] e il Presidente di >>Ance Padova<<, [Alessandro Gerotto]. In quest’articolo il resoconto della franca chiacchierata con Paolo Ghiotti, su alcuni temi caldi come Superbonus 110% e Recovery plan, ma con un orizzonte più ampio del solo Veneto. Due opportunità per il rilancio del comparto edile e dell’economia, nel quale le imprese possono svolgere un ruolo centrale. Non “prenditori” ma orgogliosi costruttori di una bella Italia. Prossimamente l’intervista con Alessandro Gerotto con un focus sulla provincia di Padova.

Superbonus 110%

Un volano per il settore dell’edilizia, ma anche per il resto dell’economia. Uno strumento strategico i cui benefici rischiano di essere pregiudicati dai lacci e dalla lentezza della burocrazia. Come sottolinea il presidente Paolo Ghiotti: “Oramai è un anno che se ne parla, se debba essere prolungato al 2023 o terminare a dicembre 2022".

"Un anno che abbiamo passato a digerire tutti i processi, le modalità per la sua applicazione; a preparare una macchina con un motore performante pronta a partire. Ora, però, abbiamo bisogno della pista per farla correre, dello spazio per lanciarla. Ma temo che da parte della politica non vi sia cognizione sulle necessità di gestione di un’impresa”.
“Mettere d’accordo i condomini, presentare le domande, verificare le difformità, richiede 3-4 mesi e trattandosi di lavori in prevalenza esterni, questo sarebbe il periodo giusto per iniziare. Ciò che manca è la cognizione temporale, la visione d’insieme, che ti permette di capire che l’edilizia è PIL".

"Ovvero un motore che dà lavoro a 76 comparti, che 1 anno di proroga del Superbonus 110% costa 13 miliardi, ma ne muove 42 in valore economico e in tasse; che la gente che lavora non fa cassa integrazione e, quindi, non costa, ma crea reddito e consuma”.

Un’opportunità per ripartire dopo una lunga crisi

Il Veneto, con Lombardia ed Emilia Romagna, è in prima linea nell’utilizzo del provvedimento a favore del rilancio dell’edilizia. Il presidente Ghiotti auspica una vera partenza del Superbonus 110%: “Il comparto delle costruzioni ha affrontato una crisi iniziata nel 2008 e conclusasi nel 2017".
"I segnali di ripresa del 2018 e quelli di crescita (5/6%) del 2019 prospettavano un 2020 sereno. Una previsione di crescita confortata dai dati dei primi mesi dell’anno e annullata dal Covid, che tra marzo e maggio ha determinato -67% di fatturato e -65% di ore lavoro. Perdite rilevanti appena compensate in parte dalla quantità di lavoro in portafoglio, ma non sufficienti a colmare il gap negativo di fine anno”.

“Quello che abbiamo ora di fronte sembrerebbe un periodo positivo, testimoniato dalle pratiche del Superbonus 110% aperte in Veneto, il maggior numero con Lombardia ed Emilia Romagna. Qualcuno parla di flop, ma come accennavo prima, in realtà non è ancora partito: abbiamo a disposizione 730 milioni di euro in opere e in tutta Italia ci si aspettava un impegno di 18 miliardi e 700 milioni”.

Un sistema che impedisce di programmare il futuro

L’elevato numero di pratiche che rallenta l’avvio dei lavori, s’incrocia con il costo dei materiali che hanno raggiunto livelli spesso insostenibili. Un binomio che preoccupa il Presidente di Ance Veneto: “I condomini partiti sono 500 e 1/3 dei 730 milioni riguardano queste 3 regioni, mentre il sud Italia si attesta solo al 9%, tanto che qualcuno sostiene che il Superbonus sia a favore del nord".

"In realtà non è così, perché uno dei fattori ostativi all’accoglimento delle domande è la conformità urbanistica, che notoriamente riguarda più il sud che il nord Italia. Il problema della difformità è comunque concreto, soprattutto perché estensivamente riguarda “abusi” che nulla incidono o modificano le volumetrie degli stabili".
 
"Solo nella provincia di Rovigo ci sono 980 pratiche bloccate a causa del difficile accesso agli atti perché in sedi diverse, il sistema informatico che non interfaccia i PC, la prevalenza del cartaceo sul digitale, lo smart working, ecc. Ci troviamo di fronte a una burocrazia non adeguata alle necessità del cittadino e di uno stato moderno. Tutto ciò impedisce di progettare oggi, il domani ed è frutto d’incertezza”.

“Quando poi alla dilatazione dei tempi – si pensi al periodo che intercorre tra l’aggiudicazione di un bando e l’avvio del cantiere - s’inserisce un aumento dei costi delle materie prime tale da bruciare qualsiasi guadagno. Un esempio: i pannelli di legno marino hanno visto un aumento di 1,20 euro su 3,80 euro a mq, per un totale di 5.80 euro. Il 30%, ovvero l’azzeramento dell’utile d’impresa”.

Un’edilizia diversa, che richiede coraggio

Abbiamo di fronte l’occasione per cambiare il futuro e di trarne un grande beneficio per l’ambiente e la nostra vita è la convinzione del Presidente Ghiotti:“Il nostro sistema economico è fatto di piccole e medie imprese, il 98% delle quali hanno meno di 10 dipendenti".
Paolo Ghiotti, presidente Ance Veneto
"Sono la linfa del paese e lavoro da fare ce n’è: il 28% dei fabbricati del nostro Paese sono a rischio idrogeologico e il 54% a rischio sismico. Se colleghiamo questi dati con la necessità di un’edilizia green, un’economia circolare, il minor consumo del suolo, le emissioni zero, si capisce che l’edilizia deve cambiare".

"Più che costruire ex-novo è preferibile demolire e ricostruire. L’80% dei fabbricati è in classe G-F. Sono dei motori a gasolio accesi 24 ore su 24, che devono essere manutenutati. Abbiamo le capacità tecniche, i materiali e le tecnologie per un’edilizia diversa. Ma ci vuole coraggio e il Superbonus è una vera opportunità”.

Recovery plan: investimenti che necessitano di una visione

Non servono solo le grandi opere, sottolinea il Presidente Ghiotti, ma anche quelle piccole che hanno un effetto immediato e ricadute economiche in tempi brevi: “A Vicenza, Belluno e Verona si sta facendo molto per godere dei finanziamenti del Recovery plan. Ma il problema, come sempre, sono le garanzie, la capacità di programmare, la burocrazia che complica le procedure".


"Spesso si tira in ballo il Ponte di Genova come esempio di buona pratica, ma in quel tempo solo due grandi aziende potevano riuscirci, mentre chi ha lavorato in sub appalto si è occupato delle opere complementari. Il Ponte di Genova è un’eccezione, una parentesi positiva, ma che non riguarda le realtà medio – piccole”.

“Il Recovery è importante, ma dobbiamo realizzare opere utili per il territorio e che producano lavoro. Spesso i soldi “regalati”, pur di non perderli, vengono spesi male e se ci limitiamo a dire “piuttosto che niente, meglio piuttosto”, si rischia di fare solo dei danni. I soldi del Recovery plan vanno usati con buon senso, come semi per far germogliare un paese diverso. Come sempre, serve una visione”.

Responsabili verso il pianeta e chi lo abiterà in futuro

Aumentare il riutilizzo di rifiuti aggregati e inerti, invece che conferirli in discarica, è nell’interesse del sistema delle imprese e dell’ambiente. Come ama dire il Presidemte Ghiotti, citando un antico proverbio dei nativi americani “La Terra non è un'eredità ricevuta dai nostri Padri, ma un prestito da restituire ai nostri figli”: “Ogni generazione ha una grande responsabilità nei confronti della successiva. Una di queste è consegnare il pianeta meglio di quanto lo ha ricevuto".
Lo Juventus Stadium, esempio virtuoso di riuso della materia prima secondaria nelle costruzioni
"Stiamo morendo soffocati da rifiuti, ma al contempo non c’è cognizione del rifiuto edile come risorsa. Se demolisco un fabbricato, quanto costa trasportare e stoccare il materiale di risulta? Il riciclato non è performante come il calcestruzzo, ma può essere macinato e riutilizzato come fondo di un vialetto di accesso a una casa o di una pista ciclabile. Le normative ostacolano procedure che in molti casi si sono rivelate di successo”.

“Si pensi allo stadio della Juventus, nato dal recupero e riutilizzo di materiale derivato dalla demolizione del vecchio stadio “Delle Alpi o all’Expo di Milano, nato con il concetto di smontaggio e reimpiego delle strutture e conseguente abbattimento dei costi delle materie prime. Quando si vuole, si può fare. Ma è una visione che dovremmo condividere a tutti i livelli: cittadini, imprese, amministrazioni locali e governo centrale”.

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